Una nuova Sindrome è stata individuata nel secolo scorso, è il Burn-out, condizione che mira all’annientamento psico-fisico della persona. È una patologia professionale, un fenomeno molto complesso che si caratterizza per un rapido decadimento delle forze e delle risorse psicofisiche, con conseguente esaurimento che induce all’impossibilità lavorativa. Dagli anni ’70, definita come sindrome prevalente tra gli operatori dedicati alla cura (medici, infermieri, assistenti sociali,…), ha visto includere altre categorie di lavoratori, professionisti che hanno un contatto frequente con il pubblico, con l’utenza, non più solo gli “helper”.
Cosa può fare il terapista in questi casi?
Nell’ambito della Medicina Cinese, innanzitutto, bisogna condurre un’anamnesi ed un esame palpatorio, per stabilire quale Organo energetico è in deficit, e sviluppare un piano d’intervento per sostenerlo.
Spesso diciamo che le Medicine orientali sono potenti per il loro sguardo alla prevenzione.
Nel caso del Burnout, il danno è in corso. Non si potrà prescindere dalla collaborazione multidisciplinare di diversi terapisti che sostengano la ripresa ed il riequilibrio delle persone che sono affette da questa complessa sindrome.
Dopo aver individuato e selezionato i sintomi su cui intervenire, anche massaggiatori e terapisti possono contribuire con un trattamento mirato. Si tratta di accompagnare la persona affetta da burnout in un percorso per ritrovare se stessi, suggerendo anche alcune pratiche da inserire nel proprio stile di vita.