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La medicina olistica, la terapia olistica, ma soprattutto l’approccio olistico al paziente

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La medicina olistica, la terapia olistica, ma soprattutto l’approccio olistico al paziente

Rispondere alla domanda “Cos’è la medicina olistica?” è allo stesso tempo semplice e complesso. Bisogna argomentare la risposta per portare chi legge, o chi ci ascolta, oltre preconcetti e muri culturali. Nonostante l’uso inflazionato e fuorviante che ne è stato fatto negli ultimi decenni, il termine “olistico” resta la definizione più appropriata per definire ai pazienti un approccio globale alla salute. La visione olistica considera il nostro organismo come uno e unico e come tale va curato.
La parola olismo, insieme all’aggettivo olistico, è stata coniata negli anni venti da Jan Smuts, politico, intellettuale e filosofo secondo cui le proprietà di un sistema non sono date dalla somma dei singoli componenti, bensì è il sistema che influenza le parti che lo costituiscono.
Negli anni, i fronti di sviluppo di questo paradigma si sono moltiplicati, trovando oggi applicazione in medicina, psicologia, fisica, filosofia, pedagogia e perfino nel marketing. Il tipico esempio di struttura olistica rimane tuttavia l’organismo biologico, poiché l’essere vivente in quanto tale va considerato come un’unità-totalità non esprimibile con l’insieme delle parti che lo costituiscono.

Cos’è la medicina olistica?

Cos'è la medicina Olistica?La corrente di pensiero dellolismo può essere applicata a molte discipline. Il termine olismo proviene dal greco όλος, olos, che sta per “totalità”, “intero”. L’olismo in medicina rappresenta uno stato di salute globale, l’unione di corpo, mente, ambiente e società in cui fattori biologici, psicologici e sociali sono fortemente interconnessi.

La ricerca della salute in medicina olistica è orientata alla persona e non alla malattia, alla causa che ha generato una disfunzione e non al sintomo, al sistema e non all’organo, al ripristino della funzione stimolando il naturale processo di auto-guarigione del corpo (ci basti pensare alla capacità di auto-rigenerazione delle cellule, dei tessuti, degli organi…). L’obiettivo che la medicina olistica si prefigge non è quello di curare un singolo organo o tessuto, ma è quello di riportare equilibrio e benessere all’individuo nella sua totalità e di ristabilire l’equilibrio con l’ambiente circostante.

Un altro aspetto importante da sottolineare riguarda la prevenzione (intesa come un corretto stile di vita) che è fondamentale per mantenere uno stato di salute. L’atteggiamento di ciascuno di noi dovrebbe essere quindi responsabile e volto a prevenire la malattia, sia sul piano fisico che su quello mentale e spirituale.

Qualche esempio di terapia o disciplina olistica

La parola “olistico” viene spesso accostata a massaggi di varia natura. Ma fino a che punto è corretto utilizzare questa parola per descrivere determinati trattamenti?

Esistono tantissime terapie olistiche e ognuna ha regole proprie. Tutte quante però hanno in particolare una cosa in comune: far raggiungere al paziente il benessere a livello globale, ognuna con un approccio proprio e specifico. Alcune tecniche sono più orientate al lavoro sul piano fisico, altre su quello emozionale e altre ancora su quello energetico e spirituale. Le discipline olistiche hanno alla base del loro sistema una ricerca atta a individuare le vere cause del problema, senza soffermarsi sul sintomo.

Le grandi tradizioni mediche orientali, come la medicina tradizionale cinese con le sue emozioni e la medicina ayurvedica, contengono nel proprio corpus medico una vasta gamma di terapie olistiche. Qui la visione dell’energia è fondamentale, così come di rilevante importanza è l’aspetto spirituale, che sfocia nella meditazione, più o meno specializzata. Vi è inoltre un’altra serie di discipline olistiche, come la chiropratica e buona parte dell’osteopatia, che si soffermano sulla componente fisico-strutturale e ancora, la Terapia Funzionale Globale e la Terapia cranio-sacrale, che si focalizzano sulle tre aree, struttura-biochimica-psiche, del paziente.

L’approccio olistico al paziente o alla disfunzione

Approccio olistico al pazientePiù che di terapie olistiche risulta quindi fondamentale parlare di un approccio olistico al paziente, che non deve essere visto come esclusivo e lontano dalle metodologie di intervento della medicina tradizionale o “scientifica”. Innanzitutto, perché l’approccio di tipo olistico non è finemente terapeutico, cioè non si limita a curare il sintomo. Vi è anche una importante dimensione di prevenzione e un’altrettanto importante componente di conservazione e miglioramento dello stato di salute.

Inoltre, la medicina olistica non si contrappone a quella tradizionale e non esclude le cure mediche necessarie per ogni tipo di patologia, ma va ad aggiungersi per la ricerca di un equilibrio che possa migliorare lo stato generale della qualità di vita del paziente.

Quando si parla di “olistico”, non si può parlare di singole tecniche, ma di “arti intellettuali”, di “forme di pensiero”, questo perché per comprendere un determinato aspetto, alla base c’è un lavoro di ricerca che raccoglie aspetti fisiologici, psicologici, sociali, emozionali, comportamentali… Da qui deriva la “totalità” descritta nell’olismo. L’approccio olistico alla malattia vuole che non si consideri solo il disturbo che il paziente lamenta, considerato come il sintomo della malattia, ma ciò che produce il sintomo, ovvero le cause della malattia, che vanno ritrovate nel mondo intero, generale, della persona, nelle sue relazioni con il complesso (l’insieme) di cui fa parte.

Una volta individuata la causa primaria, potremo curare il disturbo fisico a partire dalla sua origine e non dalla sua manifestazione.

Ma l’olismo non si applica solo alla concezione del “paziente”, bensì anche al tipo di intervento: per “approccio olistico” si intende infatti un intervento “integrato”, in grado di sfruttare i punti di forza di diverse discipline.

Curare il paziente e non la malattia: l’importanza del coinvolgimento

Dal punto di vista clinico, un elemento di fondamentale importanza è la relazione: bisogna prendersi cura del paziente nella sua globalità e per fare questo è necessario sviluppare una capacità di dialogo, ponendo al paziente le giuste domande, ma soprattutto una capacità di ascolto. Il paziente ci offre importanti notizie sulle sue condizioni fisiche purché lo si sappia ascoltare. Inoltre, il paziente può fornire indispensabili informazioni se lo si osserva con attenzione: nel volto, nello sguardo, nei gesti, nella posizione del corpo, nel tono della voce.

Nella cura olistica, il paziente non risulta un soggetto passivo, ma deve essere coinvolto in modo attivo e collaborativo nella gestione della disfunzione, già a partire dalle prime fasi del suo iter terapeutico. Deve essere motivato continuamente al mantenimento di un adeguato stile di vita. Occorre supportarlo nello sforzo da lui compiuto riconoscendo i progressi ottenuti. Questo aumenta il suo coinvolgimento nella terapia.

“Il medico del futuro non somministrerà medicine, ma coinvolgerà il paziente nella cura della struttura e delle funzioni dell’organismo umano, nell’alimentazione, nelle cause e nella prevenzione delle malattie”. (Thomas Edison)

Il CSTM Centro Studi di Terapie Multidisciplinari, da sempre, mette al centro delle sue formazioni l’approccio olistico. Gli studenti e i professionisti sono accompagnati allo studio e all’apprendimento di tutte le tecniche manuali con particolare attenzione al ragionamento/pensiero olistico. Un approccio centrato sulla persona nel suo insieme e una cura mirata al ripristino del disordine fisiologico, focalizzata alla ricerca del benessere in una condizione di omeostasi (equilibrio), in grado di eliminare gli “ostacoli” che impediscono all’organismo di svolgere al meglio la sua funzione.

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