La via dei punti per combattere il mal di testa – la digitopressione

La classificazione delle cefalee: primarie e secondarie

Lo sapevi che esiste una vera e propria “classifica” dei mal di testa?
Secondo la IHS (International Headache Society), sussistono ben 13 tipi di cefalea che vengono suddivisi in due grandi categorie: primarie e secondarie.

Cefalee primarie

Con questo termine si intendono quei mal di testa che sono malattie vere e proprie e non hanno una causa unica che le scatena. Sono episodi che si manifestano da soli, senza un motivo apparente:

  • Emicrania
  • Cefalea tensiva
  • Cefalea a grappolo
  • Alcune altre cefalee si innescano a causa di fattori a volte imprevedibili

Cefalee secondarie

Queste, al contrario, sono dei mal di testa che indicano altre problematiche del corpo, fungendo da sintomi. Possono derivare da:

  • Traumi cranici
  • Malattie o disfunzioni nei vasi sanguigni del cervello
  • Patologie cerebrali o di strutture adiacenti, come tumori o meningiti.
  • L’assunzione o la sospensione di sostanze come alcol, caffeina o oppiacei
  • Infezioni virali o batteriche
  • Diabete o malattie renali
  • Dolori facciali causati da problemi al cranio, collo, orecchie, naso, denti e bocca
  • Nevriti e nevralgie del cranio

Digitopressione e diagnosi energetica: la risposta cinese alla cefalea

La Medicina Cinese, fedele al suo approccio olistico e millenario, affronta il mal di testa in modo unico: attraverso la digitopressione su agopunti specifici, selezionati in base a un’attenta diagnosi energetica.
Il punto Fengchi aiuta a curare non solo il mal di testa, ma anche il torcicollo e la cervicalgia.
Chiamato “Punto del Vento”, Fengchi è il punto della primavera, quando si alza una brezza fredda ed improvvisa.
Nel corpo umano, ciò corrisponde all’emicrania, o ai crampi improvvisi.

Siglato GB20, il punto si trova sul meridiano della Vescica Biliare (Gall Bladder, in inglese), il viscere che, con l’organo Fegato, è associato all’Elemento Legno, alla primavera e alla capacità di scegliere e agire con coraggio, quando la vita ci pone di fronte ad un bivio.
Vento è un movimento di aria che cambia rapidamente direzione. La medicina cinese lo associa a dolori che, come il vento, appaiono improvvisamente e con grande intensità, proprio come certe emicranie, o come certe neuropatie che si manifestano senza preavviso con dolore intenso , ora qui ora là.
La ricerca ha confermato l’efficacia del punto Fengchi (chiamato anche “palude del vento”) nel trattamento del mal di testa.

Agopunto mirato: Fengchi (GB20)

Dove si trova il punto GB20?
Semplice, si trova sul collo, dietro all’orecchio, proprio alla base del cranio, nella fossetta tra i muscoli trapezio e sternocleidomastoideo.

Questo punto è particolarmente efficace:

  • nel ridurre le tensioni muscolari
  • favorire la circolazione sanguigna
  • contribuisce a migliorare l’udito e la vista, liberando gli organi sensoriali da una sensazione di offuscamento
  • aiuta a calmare il Vento interno
  • apre gli orifizi
  • riequilibra lo Shen
  • e si rivela utile anche nei disturbi del sonno, come l’insonnia.

Nella medicina tradizionale cinese (MTC), il “Yang del Fegato che sale e genera Vento” è una delle cause più comuni di cefalea di tipo primario, spesso legata a squilibri interni energetici e a emozioni trattenute, come rabbia o frustrazione.

Qiuxu (GB40): il punto sorgente che libera e drena

È importante ricordare che, nella maggior parte dei casi, gli agopunti non si usano da soli, ma si accoppiano, così da amplificare i loro effetti.

Per favorire il corretto fluire dell’energia nella testa, si utilizza anche il punto Qiuxu (GB-40), conosciuto come “Campo sulla collina”.
Si tratta di un punto sorgente situato sul meridiano della Vescica Biliare, particolarmente indicato nei casi in cui si manifestano sensazioni di calore o infiammazione: emicranie, arrossamento o gonfiore agli occhi, vista offuscata, dolori alla gola o al collo.

Ma i suoi benefici non si fermano qui: è utile anche per alleviare disturbi alle ascelle, dolori toracici e difficoltà respiratorie.
Qiuxu è un punto che drena in profondità ed è un prezioso alleato per un’ampia gamma di disagi.

Tipi particolari di mal di testa

Altri tipi di mal di testa includono:

  • Il mal di testa da stress
    È di tipo tensivo, il dolore sordo, lieve, continuo, caratterizzato da una pressione da entrambi i lati, come una fascia stretta che circonda la testa, davanti, ai lati e dietro, senza nausea o sensibilità alla luce e al suono, come accade nell’emicrania
     
  • Il mal di testa meteoropatico
    Ne sono afflitti coloro che sembrano avere un “sesto senso” quando cambia il tempo. Sono persone molto sensibili, percepiscono variazioni barometriche di pressione e di umidità dell’aria
     
  • Il mal di testa che passa con la caffeina: quelli che si svegliano alle prime luci dell’alba o nel cuore della notte, percepiscono il mal di testa in arrivo e corrono a farsi un caffè (anche controvoglia) perché percepito come l’unico rimedio casalingo.
     
  • Il mal di testa dentro l’orbita oculare
  • Uno dei più invalidanti, costringe a stare al buio, possibilmente anche in assenza di suoni

Digitopressione: un gesto semplice per un sollievo immediato

Ci sono diverse modalità con cui praticare la digitopressione.
Si può esercitare la digitopressione con una pressione prolungata, che si approfondisce gradualmente, utilizzando il pollice (o il dito medio), oppure ricorrendo alla penna per agopunti: uno strumento simile a un uncinetto, con la punta arrotondata. Quest’ultima rappresenta una buona soluzione, soprattutto per l’autotrattamento.

Naturalmente, il terapista predilige la sensibilità che deriva dal contatto diretto con la mano, in particolare con il pollice o con le altre dita.

  • Per tonificare, si consiglia di eseguire piccoli cerchi con il pollice, ruotando in senso orario.
  • Per disperdere, specialmente se il punto è dolente, i cerchi vanno fatti in senso antiorario.

Perle di Salute – Acqua e benessere: il rimedio più semplice e potente

A volte, basta anche un semplice sorso d’acqua per percepire un immediato senso di leggerezza alla testa. Non va mai dimenticata l’importanza di una buona idratazione!
Bevi immaginando una sorgente di montagna: limpida, che scorre tra rocce e muschi, portando freschezza e sollievo.

Il bendaggio elastocompressivo: prevenzione e terapia efficace

bendaggio elastocompressivo

Quando le gambe si gonfiano: segnali da non ignorare

Dopo una giornata trascorsa seduti alla scrivania, in piedi senza muoversi, dopo un lungo volo o un’intensa attività sportiva, le nostre gambe possono gonfiarsi, risultare pesanti e, talvolta, doloranti. Il segno lasciato dai calzini è un chiaro segnale che non va ignorato!

Il gonfiore (edema) agli arti inferiori è un fenomeno comune dopo alcune attività, soprattutto se statiche, faticose o svolte in ambienti molto caldi.
La circolazione venosa, responsabile del ritorno del sangue al cuore, e quella linfatica, che gestisce i liquidi in eccesso, lavorano contro la gravità e si basano su forze deboli per spostare i fluidi. Per questo motivo, hanno bisogno di supporto per riportare i liquidi dalle estremità (piedi e mani) verso il cuore.

I principali meccanismi che facilitano questo processo sono:

  • le valvole unidirezionali, che impediscono il reflusso dei liquidi
  • la pompa muscolare, che comprime i vasi venosi e linfatici durante la contrazione dei muscoli, spingendo i liquidi verso il cuore
  • la pulsazione arteriosa e la peristalsi intestinale, che comprimono vene e vasi linfatici, facilitando il drenaggio, in modo simile alla pompa muscolare.

L’assenza di movimento ostacola questi meccanismi, favorendo il ristagno dei liquidi nelle zone periferiche del corpo. Questo spiega perché i piedi tendono a gonfiarsi a fine giornata, specialmente in condizioni di caldo, che aumenta la permeabilità capillare e la fuoriuscita di liquidi nei tessuti.

Anche un’attività sportiva intensa può contribuire al gonfiore: i microtraumi muscolari causati dall’esercizio rilasciano sostanze infiammatorie che rendono i capillari più permeabili, mentre l’accumulo di acido lattico e altre scorie ostacola il drenaggio linfatico.

Come prevenire l’accumulo di liquidi?

Il segreto sta nel limitare l’eccessiva fuoriuscita di liquidi dai vasi sanguigni e linfatici.
Pensiamo ai tessuti corporei come a una spugna: se lasciata libera, essa si espande e trattiene molta acqua. Se invece la comprimiamo, la sua capacità di assorbimento si riduce. Questo è il principio alla base dell’elastocompressione: indossando calze a compressione o bendaggi multistrato, i tessuti non possono dilatarsi, impedendo la fuoriuscita di liquidi e facilitando il ritorno venoso e linfatico.

E se il gonfiore è già presente?

Anche in questo caso, l’elastocompressione è efficace.
La compressione non solo previene la fuoriuscita di liquidi, ma migliora la funzione muscolare: impedendo al muscolo di espandersi verso l’esterno, la contrazione muscolare genera una pressione interna maggiore, aumentando l’efficienza del drenaggio venoso e linfatico e favorendo il riassorbimento dei liquidi già presenti nei tessuti.

Tipologie di tutori elastocompressivi

Esistono due principali tipi di dispositivi compressivi:

  • Calze compressive: pratiche e facilmente indossabili in autonomia. Sono ideali per la prevenzione e il mantenimento dei risultati ottenuti dopo un trattamento.
     
  • Bendaggi elastocompressivi: composti da più strati di bende e imbottiture, sono indicati per la riduzione di edemi già presenti, poiché, confezionati su misura dall’operatore, si adattano perfettamente alle necessità del paziente.

Le calze compressive, avendo misure standard, sono meno versatili rispetto ai bendaggi per la fase di riduzione dell’edema, ma risultano più comode e pratiche per la prevenzione e il mantenimento a lungo termine.

Questi due strumenti vengono usati spesso in abbinamento: partendo con il bendaggio, che ha efficacia maggiore nella riduzione dell’edema, e proseguendo con la calza quando l’edema è ridotto e stabile.

I benefici dell’elastocompressione

L’elastocompressione offre numerosi vantaggi, tra cui:

  • Riduzione dell’ultrafiltrazione capillare
  • Miglioramento della microcircolazione
  • Aumento del riassorbimento dei liquidi in eccesso
  • Mantenimento dei risultati ottenuti con il linfodrenaggio manuale.

L’elastocompressione è anche utile nella prevenzione e gestione di edemi causati da sedentarietà, sforzi intensi e patologie venose o linfatiche.
Inoltre, aiuta a prevenire vene varicose, trombosi e la formazione di tessuto fibrotico, ed è un valido supporto nel trattamento della cellulite e del lipedema.

Perle di Salute – Calze compressive: un alleato per la prevenzione e il benessere quotidiano

Il vostro medico e/o il vostro terapista specializzato in linfodrenaggio potrà consigliarvi l’utilizzo più adatto di calze e bendaggi elastocompressivi.

La prevenzione è fondamentale: chi svolge lavori sedentari o rimane a lungo in piedi dovrebbe utilizzare calze compressive di classe bassa per prevenire la formazione di edemi e alterazioni della circolazione. Inoltre, la sensazione di leggerezza a fine giornata è assicurata.
Esistono modelli discreti e simili a normali calzini o collant, adatti anche a chi desidera un supporto poco visibile.
Anche per gli sportivi, le calze compressive (anche solo il gambaletto) possono essere un valido alleato, riducendo il senso di affaticamento e accelerando il recupero muscolare. Si possono trovare vari modelli specifici per lo sport.