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La disbiosi intestinale: cos’è, cause e dieta da seguire

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La disbiosi intestinale: cos’è, cause e dieta da seguire

L’enorme importanza dell’intestino sulla salute umana era già stata intuita da Ippocrate circa 2.500 anni fa, al punto da spingerlo ad affermare che: “Tutte le malattie cominciano nell’intestino”.

Si sa che una corretta funzionalità intestinale migliora la Salute e previene molte malattie, ma sempre più forte è l’idea che questa azione non sia solo dovuta alle cellule intestinali, ma anche al nostro “coinquilino” microbiota.

Intestino: il confine tra dentro e fuori

Oggi sappiamo che l’intestino rappresenta uno dei più importanti baluardi immunitari dell’organismo. Basti pensare che con la sua superficie, di circa trecento metri quadrati, quest’organo ospita qualcosa come centomila miliardi di microrganismi e produce grossomodo il 60-70% delle cellule immunitarie dell’organismo.

Tutto questo perché, aldilà della nota funzione digerente, l’intestino rappresenta un’importante linea di demarcazione tra il mondo esterno e quello interno.

La comunità scientifica sta prestando sempre più attenzione alla conoscenza ed allo studio delle specie microbiche che popolano l’intestino, tanto che le pubblicazioni scientifiche sono aumentate esponenzialmente negli ultimi 10 anni.

Il microbiota

Il microbiota è considerato un organo a tutti gli effetti perché ha profonde azioni sulla nostra Salute.

I componenti del nostro microbiota sono:

  • Batteri (in quantità maggiore)
  • funghi
  • virus
  • protozoi.

Le sue principali funzioni sono:

  • stimolare il transito intestinale
  • trofismo delle cellule intestinali
  • mantenere intatta la barriera intestinale
  • modulare l’attività immunitaria
  • controllare/contrastare i batteri patogeni
  • avere funzioni metaboliche importanti.

Quando il microbiota è in equilibrio si ha una migliore funzionalità intestinale che si riflette sulla Salute in generale.
Questa condizione viene chiamata EUBIOSI.
Quando si è in eubiosi, il nostro intestino ha un microbiota con elevata biodiversità di specie che impedisce il prevalere di poche specie, mantenendo un’armonia che si riflette sulla barriera intestinale che rimane integra e perfettamente funzionante.

La disbiosi intestinale

Al contrario, quando vi è uno squilibrio della microflora e quindi il numero di specie batteriche diminuisce e prevalgono quelle patogene (dette patobionti), si va incontro alla DISBIOSI.

La disbiosi determina una serie di problematiche tra le quali:

  • cattiva digestione
  • gonfiore ed aria addominale
  • infiammazioni dell’apparato digerente
  • allergie/intolleranze alimentari
  • cistiti ricorrenti

L’evolversi di questi disturbi fastidiosi, ma non preoccupanti, però è verso patologie correlate alla disbiosi quali:

  • obesità
  • patologie epatiche come ad esempio la steatosi non alcolica
  • alcune forme di cancro
  • aterosclerosi
  • malattie autoimmuni
  • alterazioni del tono dell’umore

Cosa può alterare o modificare il microbiota?

Intanto, già alla nascita il tipo di parto, l’allattamento e lo svezzamento influiscono sulla composizione batterica del neonato.

Malattie, uso di farmaci ed età sono altri fattori che modificano il microbiota.
Ma se su questi elementi poco si può fare, possiamo invece agire sull’attività fisica e soprattutto sull’alimentazione.

La Western Diet

Nei paesi avanzati si è andata sviluppando quella che viene definita “Western diet”, ricca di grassi saturi, sale, zucchero, carni e formaggi e povera di fibre ed alimenti di origine vegetale…
Questa dieta alimentare è estremamente gustosa… ma poco salutare!

Il nostro coinquilino microbiota ne risente moltissimo; così, con questo tipo di dieta selezioniamo quelle specie microbiche chiamate “putrefattive” … il termine stesso rende già l’idea che, in effetti, non sia proprio un coinquilino che vorremmo avere nel nostro corpo.

La Dieta Mediterranea

La dieta Mediterranea, patrimonio Unesco, è un esempio di regime alimentare che è in grado di spostare l’equilibrio batterico da “putrefattivo” a “fermentativo” (quello “buono”).

In grandi linee, la dieta mediterranea prevede:

  • il consumo di alimenti di origine vegetale alla base, quindi frutta, verdura, cereali integrali.
  • L’uso di olio d’oliva come principale fonte di condimento
  • la diminuzione di latticini
  • il consumo di pesce e legumi
  • una riduzione importante di prodotti carnei e salumi, oltreché di dolci e prodotti pasticciati o fritti.

Ma la forza di questa dieta risiede anche nel fatto che promuove l’uso di prodotti locali, poco trattati, e favorisce la biodiversità e la stagionalità degli alimenti.

In tutto questo, come già consuetudine delle popolazioni mediterranee, si cerca di favorire la convivialità, la tradizione e la trasmissione alle generazioni successive di questo stile alimentare.

Perle di salute – Applicare la Dieta Mediterranea nella nostra quotidianità

Dobbiamo partire da una buona organizzazione: la spesa intelligente è la prima azione da compiere.
L’ideale sarebbe quello di poterla fare 2 volte a settimana, così da avere in casa prodotti freschi che non vadano a male.
Soprattutto in estate, se acquistiamo troppa frutta e verdura rischiamo che marcisca o che comunque perda parte del suo patrimonio vitaminico.
Se fattibile, si può anche cercare un produttore in zona, da cui acquistare prodotti di stagione e magari con cui concordare una consegna che agevolerebbe chi non ha tanto tempo durante la settimana.

Una volta acquistati i prodotti, giocate con la varietà ed i colori: dalla colazione con le fragole e lo yogurt, al pranzo con riso venere zucchine e pomodori, alla cena con legumi in un’insalata mista.
Il tutto intervallato da frutta e da semi secchi come noci o mandorle negli spuntini!

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