Trattamento del linfedema con il Drenaggio linfatico manuale

Durante i corsi di formazione faccio spesso questa richiesta: “Alzi la mano chi conosce il sistema linfatico”.
Le mani alzate sono poche, soprattutto se non si è del mestiere.
La linfologia, la branca della medicina che si occupa del sistema linfatico e delle sue patologie, è infatti una delle più trascurate tra le scienze mediche. Questo non può che rispecchiarsi nella nostra quotidianità. Per renderlo più noto, parleremo del linfedema, la patologia principale che colpisce il sistema linfatico.

Il linfedema, di cosa si tratta

Il linfedema è considerato una patologia rara. 
In realtà l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che ne siano affetti oltre 300 milioni di individui. In svizzera ci sono circa 1’500 nuovi casi di linfedema secondario ogni anno, per il primitivo, invece, non si hanno dati certi. Nella vicina Italia i casi sarebbero sui 40.000 ogni anno.

Questa patologia è poco conosciuta e quindi, per questo motivo, le persone non si recano dal medico per una corretta diagnosi, e si rivolgono al curante solo per degenerazioni e casi gravi.

Cos’è il linfedema

Il linfedema consiste in un aumento di liquidi extra cellulari, ovvero tra i vari tessuti del corpo, dovuto ad una incapacità del sistema linfatico di eliminarli.
Il linfedema è una patologia cronico degenerativa, ovvero non può essere risolta e continua a peggiorare nonostante le corrette cure.

Il principale sintomo

Il principale sintomo, e quello più visibile, è il gonfiore. La zona colpita si gonfia ed aumenta le sue dimensioni. All’inizio le trasformazioni sono lente e, se si solleva l’arto colpito, questo riesce a tornare con dimensioni normali. Successivamente l’edema (gonfiore) aumenta velocemente e non si riduce, nonostante lo si sollevi, diventando sempre più duro.

La zona gonfia, solitamente un arto (inferiore) anche se può essere coinvolto tutto il corpo, appare pallida, fredda e dura. Queste caratteristiche distinguono il linfedema da altri tipi di gonfiori, che sono normalmente caldi, rossi e morbidi, come ad esempio quelli infiammatori o dovuti a stasi venosa.

Come agisce

Nel linfedema, liquidi, proteine, sostanze di scarto (per esempio tossine) e pericolose vengono lasciate tra i tessuti dove possono creare disturbi come infiammazioni e infezioni locali.
Il sistema linfatico si occupa di trasportare liquidi, proteine e scarti , li raccoglie dall’interstizio e li elimina. Analizza anche alcune sostanze pericolose e, grazie alle cellule immunitarie presenti in abbondanza nel sistema, le neutralizza.

Le cause del linfedema

Le cause del linfedema riguardano un malfunzionamento o la mancanza di una parte del sistema linfatico. Possono essere genetiche, e quindi alterazioni presenti dalla nascita, oppure esterne, come un trauma che colpisce il sistema linfatico o un’asportazione di linfonodi, che solitamente accade dopo un intervento chirurgico per asportazione tumorale.

Trattamento del linfedema

Il linfedema non può migliorare spontaneamente, ma deve essere trattato tempestivamente per ridurlo il più possibile e/o mantenerlo stabile.
In alcune condizioni possono essere prescritti alcuni farmaci, ma generalmente la terapia per questa patologia prevede un trattamento diviso in 4 parti:

  1. Igiene e cura della zona colpita, per evitare lesioni ed infezioni
  2. Drenaggio linfatico manuale
  3. Bendaggio o indumenti elastocompressivi, per evitare un ulteriore aumento del gonfiore
  4. Ginnastica apposita, per mobilizzare la zona ed attivare il sistema linfatico

L’intervento con il Drenaggio linfatico manuale

Punto cardine nel trattamento del infedema è il Drenaggio linfatico manuale. Questa tecnica, molto lenta e delicata, consente di poter meccanicamente spostare i liquidi e le sostanze in eccesso tra i tessuti e di convogliarle nel sistema linfatico in modo che vengano eliminate.
Le manualità leggere, infatti, consentono di spostare i liquidi fino alle regioni dove il sistema linfatico è ancora presente e performante e di aumentarne la sua efficacia nella gestione degli scarti.
Con questo tipo di massaggio si riescono a ridurre i gonfiori e a migliorare anche la difesa immunitaria della zona, diminuendo la possibilità di infezioni.

Il trattamento di linfodrenaggio consente anche di eliminare le proteine, che sono la causa principale del ristagno in quanto hanno la capacità di richiamare liquidi. Se le proteine rimangono nell’interstizio, continuano a richiamare liquidi e ad aumentare l’edema; eliminandole, invece, si arresta il processo vizioso, riportando l’organismo al giusto equilibro. Questo è uno dei motivi per cui i farmaci diuretici non sono efficaci su questa patologia.

Il linfodrenaggio manuale è la terapia più efficace sul linfedema e consente, quindi, a chi ne è affetto di migliorare la sua qualità di vita, motivo per cui è indispensabile nel trattamento della problematica.

Perle di Salute – prevenire il gonfiore

Prevenire è meglio che curare: se spesso, a fine giornata, vedi sulla caviglia il segno del calzino, potrebbe essere indicato il linfodrenaggio per eliminare i liquidi in eccesso.
È sempre consigliabile svolgere almeno 30 minuiti di attività fisica al giorno, il movimento infatti aiuta il drenaggio dei liquidi.
Chi, per lavoro o altri motivi, passa gran parte della giornata fermo (in piedi o seduto), dovrebbe indossare delle calze compressive che evitano l’accumulo di liquidi. Le calze a compressione graduata possono essere acquistate in farmacia.

La riflessologia facciale: tecnica e benefici

riflessologia facciale

Breve storia della Riflessologia facciale

La riflessologia del viso, o facciale, è originaria del Vietnam; non può essere definita propriamente come un massaggio poiché è una tecnica finalizzata alla stimolazione di punti specifici sul viso che riflettono ed influenzano lo stato di benessere degli organi.
Secondo la riflessologia facciale, sul volto di una persona sono rappresentate tutte le aree del corpo, compresi organi, ossa, muscoli, ecc.…
Questa tecnica è stata inventata in Vietnam grazie alle intuizioni del Professor Bùi Quôc Châu, un medico agopuntore che decise di presentarla agli inizi degli anni ’80; per questo motivo la riflessologia del viso, nota anche come “Dien Chan o Dien Chan Zone Massage”, se paragonato ad altri metodi tradizionali, è una novità!

Le radici di questo nuovo trattamento fu la ricerca nella cultura e medicina popolare vietnamita, tramandata di generazione in generazione, per arrivare ad una terapia alternativa all’utilizzo dei medicinali moderni.
Secondo questa cultura, guardando il viso di un individuo sarebbe possibile comprendere il livello di salute di una persona, in realtà tale percezione è comune in ogni popolo.

La guerra del Vietnam provocò un sovraffollamento degli ospedali ed una scarsa disponibilità di farmaci. In uno di questi ospedali lavorava il Professor Bùi Quôc Châu con un gruppo di agopuntori. Per tentare di recuperare un paziente con forti dolori alla schiena che non reagiva alle terapie di agopuntura, il Professore ebbe l’intuizione di cercare il punto corrispondente alla schiena su una zona del corpo ancora non trattata o scarsamente trattata con l’agopuntura: il viso.
Ovviamente il tentativo di cura fu fruttuoso e da quel momento iniziò lo sviluppo del metodo.

Il viso come specchio dello stato di Salute

Possiamo collocare la Riflessologia del viso nell’ambito delle discipline che si occupano della prevenzione, del riequilibrio e del recupero della salute della persona.

Come per la Riflessologia plantare, la riflessologia facciale consta nella stimolazione di specifici zone e punti riflessi del volto mediante le mani o tramite speciali strumenti. Intervenire sul viso del paziente era consuetudine in Cina ed in Giappone più di 5’000 anni fa, tuttavia i punti conosciuti erano piuttosto limitati.
Il Prof. Bùi Quôc Châu scopre numerosi punti riflessi sul viso partendo dalla constatazione che il volto è la principale sede dell’identità della persona, delle nostre espressioni e che in un qualche modo rappresenta lo specchio del nostro carattere, delle nostre abitudini e del nostro stato di salute.

La tecnica

Secondo la tradizione vietnamita, ogni punto riflesso, quando stimolato, ha effetto soltanto sull’organo sofferente o sulla parte del corpo in disfunzione e non sulle zone sane ed in equilibrio, poiché la malattia attiva la trasmissione riflessa.
Il sistema nervoso attiva il canale di trasmissione tra il punto corrispondente e la zona problematica. Pertanto, il trattamento è finalizzato al recupero dell’equilibrio tramite la stimolazione attraverso i punti riflessi.

I punti riflessi riconosciuti sono circa 600.
Solitamente in un trattamento ne vengono mediamente trattati da 5 a 10, a volte anche solo 2, altre volte qualcuno in più.

La stimolazione dei punti può essere effettuata o con le mani o tramite alcuni strumenti, come un “cercapunti” da agopuntura o strumenti simili a dei rastrelli in miniatura o dei piccoli rotori zigrinati, oppure ancora, con strumenti improvvisati come una punta smussa o arrotondata come quella del retro di una biro o di una matita.
Gli strumenti, soprattutto quelli specifici, hanno un’azione meccanica sulla pelle e sono stati sviluppati per regolarizzare il sistema circolatorio, il sistema nervoso periferico e stimolare la secrezione dei liquidi linfatici, con lo scopo di migliorare le risorse e le risposte del corpo umano.

I benefici

La stimolazione con la riflessologia facciale ha vari effetti, tra cui:

  • antistress
  • riequilibrio generale
  • disintossicazione
  • detoxificazione
  • combatte i dolori

La riflessologia del viso viene spesso utilizzata come azione di supporto alle terapie tradizionali ed è un ottimo analgesico e curativo per disturbi comuni, quali

La riflessologia facciale vietnamita può essere utilizzata come tecnica preventiva di base, con un semplice auto-trattamento quotidiano di pochi minuti.

Perle di Salute – un aiuto post festività

Per aiutare il fegato dopo le festività natalizie e di fine anno, frizionare la zona sotto la base dello zigomo destro.