Organi, Visceri ed emozioni in Medicina Cinese

Le emozioni non devono essere prigioniere

Non esistono un’emozione bella e un’emozione brutta: tutte le emozioni sono funzionali al nostro vivere, tutte devono far parte del nostro bagaglio espressivo, ma nessuna deve perdurare nel tempo.
Noi non siamo la nostra rabbia, la nostra tristezza o la nostra ipereccitazione.
La Medicina Cinese lo dice a chiare lettere: le emozioni, se permangono troppo a lungo, se sono troppo intense oppure se non sono espresse, diventano causa di malattia.
Nella “Teoria degli Organi e Visceri” a ogni organo è attribuita un’emozione. L’equazione è semplice: se l’organo è in uno stato di “Salute energetica”, l’emozione sarà vissuta ed elaborata; se l’organo è in Deficit, l’emozione imputridisce, l’energia si blocca, il corpo s’irrigidisce e compare il dolore, non solo psichico, anche fisico.

Emozioni e postura

Quando un’emozione è intrappolata nel corpo, la postura cambia.
Se cambio la postura, l’emozione si rivela, dagli organi, dai muscoli, nella visione della medicina Estremo-Orientale dai meridiani; l’emozione è veicolata e riaffiora alla superficie.
E’ possibile sbloccare l’onda emotiva per iniziare un processo di bilanciamento.

SE ELABORO L’EMOZIONE IL CORPO GUARISCE – SE MUOVO IL CORPO, L’EMOZIONE SI RIVELA!

Ecco qualche esempio dove è possibile rilevare, attraverso la forma che può assumere un corpo, l’emozione che maggiormente lo abita.

Se si blocca il diaframma, le spalle “spingono” in avanti.
Le persone molto ansiose tendono ad avere le spalle ruotate anteriormente, proprio a causa dell’eccessiva rigidità del muscolo diaframma; la loro respirazione è molto alta e superficiale ed è per questo che la loro muscolatura respiratoria si irrigidisce.
Non è una questione di spalle larghe o strette. Sono le spalle in avanti o all’indietro che modificano il quadro energetico.

Con le braccia lungo i fianchi, in piedi, gli occhi socchiusi… immagina di muovere le ali per poter spiccare il volo!

Spalle alte o spalle cadenti determinano il modo emotivo con cui si vive.

Un altro esempio:
Rabbia, come la frustrazione, immobilizza le scapole.
Il trapezio, il muscolo delle spalle e del collo, si contrae. L’energia non circola e si tramuta in un’ostruzione. I pugni si serrano. Il braccio sembra diventare pesante, ma tutto ha una sua funzione. Se il braccio è bloccato, l’energia QI non arriva alle mani, si scongiura l’espressione incontrollata, magari la voglia di sferrare un pugno.

La Medicina Cinese è una medicina energetica, una medicina di Soffi

Il terapista di Medicina Cinese sa come ristabilire la corretta direzione dei Soffi (del Qi). Per esempio, l’ansia è innanzitutto il prodotto di una disarmonia tra yin e yang.
Il “treno della vita” deve continuare a correre sui suoi binari ma, se va troppo in fretta consuma tutto il carbone che lo alimenta e si rimane a secco (impoverimento dei Liquidi); se va troppo lentamente, il treno finirà per fermarsi e intasare i binari, creando ingorghi (Stasi).

Emozioni, Organi e sintomi

Dal momento che l’emozione è correlata ad un organo, se l’emozione manda l’organo in Deficit, necessariamente compariranno altri sintomi.

Tipicamente, l’ossessività, il pensiero che torna su se stesso, la preoccupazione, fa male all’energia della Milza-Pancreas.
In questo caso possono comparire sintomi quali:

  • Nausea
  • Feci liquide, non formate, fino alla diarrea post prandiale
  • Pancia gonfia e arti magri
  • Il corpo pesante e lento, stanco anche prima di iniziare a fare qualsiasi cosa
  • Lieve depressione
  • Desiderio di ricevere compassione

La testa si sente sfocata, annebbiata, non riesce a concentrarsi.

Per surfare ci vuole la coordinazione del meridiano della mente

LA Milza, Organo centrale in Medicina Cinese, corrisponde all’Elemento Terra. Il suo meridiano decorre dove c’è il muscolo psoas.
Lo psoas collega le gambe alla colonna vertebrale, mantiene l’equilibrio e sostiene la struttura ossea, agisce come stabilizzatore quando l’anca è estesa o lievemente piegata. Rende il tratto lombare libero, per surfare o per ballare.

In Medicina Tradizionale Cinese è come nella pratica del Thai Traditional Massage; questo tratto del corpo coincide con  il Meridiano di MILZA-PANCREAS.

Recentemente lo psoas si è valso il soprannome di muscolo dell’anima. Collegato al diaframma, entra in gioco  al variare della respirazione, a seconda del nostro stato d’animo e delle sensazioni di ansia.
In Medicina Cinese l’Organo deputato alla coordinazione del pensiero logico è, guarda caso, proprio Milza!

Emozioni e visceri: gli eterni indecisi

Non solo agli Organi, anche ai visceri corrispondono specifiche emozioni.

Ad esempio, il meridiano degli eterni indecisi è  la vescica biliare. 
Nei momenti della vita in cui bisogna prendere decisioni, il meridiano della vescica biliare si attiva. Se il Qi è bloccato, la persona non solo sarà un’indecisa cronica, ma potrà anche soffrire di:

  • bocca amara, specie al mattino
  • intolleranza ai peperoni
  • dolori al risveglio, che poi passano con il movimento

In letteratura si dice: “Il deficit della vescica biliare si manifesta con vertigini, vista offuscata, bocca amara, nausea, nervosismo, timidezza e mancanza di coraggio”.

Ecco dei semplici movimenti da compiere per affrontare la situazione:

  1. Alzare le braccia sopra la testa, respirare
  2. Allungarsi verso l’alto e piegarsi sul lato, respirare
  3. Tendersi e fare una torsione del bacino, respirare!

Rimanere in posizione 4/5 respiri per lato, aumentando la flessione ad ogni espirazione.

QUANDO IL TUO QI NON SCORRE E TI SENTI A DISAGIO
Che si tratti di tensione fisica o irritabilità e tensione nervosa, TRIKONASANA, la posizione del triangolo dallo Yoga, è lo stretching del grande psoas per sbloccare il diaframma, rilassare le spalle e tonificare la Vescica Biliare.

Perle di Salute – Autotestare lo stato dei meridiani è possibile – consiglio di lettura e di pratica

Grazie ai MAKKO-HO, una serie di stretching concepiti dal maestro giapponese Shizuto Masunaga, e illustrati nel suo celebre libro “Esercizi Zen per Immagini” (edizioni Mediterranee 1996), è possibile testare lo stato energetico dei 12 Meridiani Principali.
Nel testo il Maestro, oltre ai sei esercizi di base riportati di seguito, aggiunge molte altre posizioni, specificando con quali dei sintomi vanno utilizzate e a quali posizioni dello YOGA corrispondono.
La potenzialità di questi esercizi è che servono

  • sia da diagnosi (la facilità o meno, il piacere o meno dell’esecuzione, denotano eventuali bisogni dell’organo, a sua volta collegato al meridiano)
  • sia da trattamento per il riequilibrio

La gestione del dolore con il Training Autogeno

Che cos’è il dolore?

Ognuno di noi ha sicuramente vissuto una sensazione chiamata “dolore” urtando uno spigolo, sentendo mal di testa o mal di pancia, percependo l’indolenzimento dei muscoli dopo un allenamento intenso oppure il lamento delle articolazioni intaccate dall’artrosi, soffrendo di una malattia che si fa sentire attraverso fitte o bruciori in qualche parte del corpo…

L’ Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il dolore come “una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno reale o potenziale dei tessuti, e descritta in funzione di tale danno”.
Questa definizione sottolinea che il dolore comprende non solo una componente fisiologica e sensoriale, ma anche una componente psicologica ed esperienziale, che si riferisce allo stato emotivo collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.

Paura, tensione, ansia possono manifestarsi ancora prima di vivere un’esperienza che causa dolore: molte persone si sentono a disagio prima di andare dal dentista o prima di subire un intervento e possono sviluppare aspettative negative delle conseguenze dell’esperienza che dovranno affrontare.
Durante un intervento o un trattamento doloroso, la paura e l’attenzione rivolta alla fonte del dolore percepito creano una tensione a livello muscolare. La tensione contribuisce ad accrescere l’intensità delle sensazioni sgradevoli recepite mentre si vive l’esperienza.

La sofferenza

Quando il dolore ci accompagna per un periodo più o meno lungo oppure si cronicizza, proviamo un sintomo fisico, ma sentiamo anche la sofferenza.
La sofferenza corrisponde al cambiamento che la malattia comporta nella vita personale, lavorativa e di coppia.
Talvolta il dolore costringe a rinunciare a varie attività, a cercare un lavoro differente oppure a rinunciare al lavoro, ad avere bisogno di maggiore aiuto e assistenza nella vita quotidiana. È un’interferenza importante sullo stile di vita e sulla distribuzione di compiti nella coppia. Tali cambiamenti possono causare reazioni emotive e sconvolgere l’equilibrio della persona, della coppia, della famiglia.

Gli effetti del dolore

Mente e corpo si influenzano reciprocamente: il dolore che proviamo ci procura stress continuo; la tensione “mentale”, a sua volta, porta i muscoli del corpo a contrarsi ulteriormente, aumentando il dolore.

Le emozioni come la rabbia, la frustrazione e la paura, se non espresse, rimangono ingabbiate nel corpo sotto forma di tensioni muscolari e la tensione fa aumentare l’intensità del dolore percepito.

Tali effetti possono essere combattuti, e a volte anche evitati, tramite l’allenamento ad alcune tecniche mente-corpo, ad esempio lo Yoga, la meditazione e il Training Autogeno.

Come agisce il Training Autogeno sulla percezione del dolore

Il Training Autogeno è una tecnica in grado di modificare il sistema nervoso autonomo, attivando il sistema parasimpatico, coinvolto negli stati di riposo, e generando una sensazione di calma e rilassamento che diventa “autogena”, automatica per il corpo, e che può essere quindi utilizzata in tutte le situazioni di tensione, paura e anche dolore.

La sensazione dolorifica produce alcune alterazioni nel funzionamento del corpo:

  • Aumento del battito cardiaco
  • Aumento della frequenza respiratoria
  • Aumento del tono muscolare.

Uno dei principali effetti del Training Autogeno è proprio quello di arrivare alla distensione muscolare e normalizzare il funzionamento del sistema cardio-vascolare e respiratorio.

Gli esercizi dunque, agiscono innanzitutto sul rilassamento profondo di tutti i muscoli e sulla regolarizzazione del battito cardiaco e del ritmo della respirazione.
Il Training Autogeno non mira a eliminare la fonte di dolore ma, grazie alla pratica del metodo, è possibile ridurre l’intensità dell’esperienza dolorosa, rendendola più tollerabile.

La componente psicologica ed esperienziale del TA

Il Training Autogeno svolge un’azione diretta sulla componente affettiva.
Ogni reazione emotiva si sviluppa attraverso delle alterazioni funzionali. Con il Training Autogeno tutto l’organismo si pone in situazione di riposo, favorendo un maggiore equilibrio fisico.
Si ottiene lo smorzamento della risonanza emotiva con un atteggiamento mentale più sereno. Dato che paura e ansia sono in grado di intensificare e riacutizzare la percezione dolorifica, riducendo tali vissuti emotivi, grazie all’allenamento costante, è possibile ridurre ulteriormente l’esperienza dolorosa.

Durante l’allenamento del TA avviene l’autoinduzione della calma, per rappresentazione psichica della formula e per una capacità sempre maggiore dell’organismo ad entrare in uno stato di distensione.
L’auto-sedazione permette di cogliere i problemi nella loro reale dimensione e di ridurli alle loro reali proporzioni.
Questo effetto risulta molto utile nella gestione dei cambiamenti che il dolore richiede di apportare nella vita quotidiana, permettendo di accettare con maggiore serenità i limiti dettati dal dolore, prendere delle decisioni più ponderate e risolvere in maniera più efficace situazioni conflittuali.

Perle di Salute – Ascolta il dolore

Come scrive B.H. Hoffmann nel suo Manuale di Training Autogeno:
“In nessun caso il dolore deve essere interpretato come un disagio da eliminare a ogni costo. (…) Il dolore è un segnale biologico: se qualcosa ci fa male, sappiamo che in quel punto qualcosa non funziona.” 

Bisogna ascoltare questo segnale e parlarne al proprio medico per cercare di capirne la causa, senza tentare di arrestare tutti i dolori, di qualsiasi origine siano.
Sappiamo quanto è importante per la medicina diagnosticare il prima possibile l’insorgere di un eventuale problema di salute per assicurare una maggiore efficacia delle cure. Una volta chiarita la causa, possiamo intervenire sul dolore anche con il Training Autogeno, per diminuire notevolmente la nostra sofferenza. E’ importante riuscire a fronteggiarla, affinché essa non vada ad intaccare il nostro benessere psico-fisico.