CICATRICE: NASCONDERLA O "SVELARLA"?

“Ogni cicatrice racconta una storia”, recita un detto popolare.
Le cicatrici non sono solo un comune inestetismo.

Che siano causate da un intervento chirurgico, o da una lesione accidentale, è di estrema importanza intervenire e trattarle, per evitare che causino:

  • squilibri neurologici, circolatori e linfatici
  • l’impedimento di un normale movimento
  • o addirittura, che alterino la postura.

Il tessuto cicatriziale intrappola vasi e comprime nervi e spesso trattiene anche le emozioni che lo hanno creato.

Con il trattamento della cicatrice ci prendiamo cura, attraverso i tessuti alterati, dell’individuo e della storia che lo lega alla lesione.
Sempre più chirurghi oggi prevedono il trattamento degli esiti cicatriziali per garantire la buona riuscita del loro intervento ed aumentare le possibilità di ripristino della corretta funzionalità della zona lesa, oltre che per migliorare il risultato estetico.

Per tutto questo, diventa fondamentale per ogni terapista conoscere le cicatrici, le metodologie e le tempistiche di intervento, così da restituire elasticità, mobilità e funzionalità al tessuto danneggiato.

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Colon Irritabile? Ecco cosa mangiare e cosa è meglio evitare

Gli effetti del colon irritabile

La Sindrome del colon irritabile: cos’è

La sindrome dell’intestino irritabile, indicata anche con molti altri nomi (colon irritabile, colite spastica, colite nervosa), è un insieme di disturbi intestinali che spesso determinano una riduzione della qualità della vita.

Si può manifestare in modi molto diversi, addirittura opposti, come stipsi oppure diarrea o alternanza tra le due situazioni. È normalmente accompagnata da dolore addominale, gonfiore addominale nella zona attorno all’ombelico (che è l’elemento che viene percepito come tra i più fastidiosi), meteorismo, e nel caso di dissenteria vi è presenza di muco bianco-giallastro nelle feci (da cui anche il nome di colite mucosa).

In poche parole vi è un disturbo legato a:

  • Motilità
  • Sensibilità
  • Secrezione dell’intestino.

Le cause dell’intestino irritabile

Teoria dei due cervelli - causa colon irritabileLe cause sono ancora sconosciute, ma sicuramente comprendono una famigliarità cioè una predisposizione genetica, un’associazione a passati eventi di gastroenteriti forti, un collegamento a situazioni stressanti, ripetitive e croniche.

La sindrome dell’intestino irritabile non è facilmente diagnosticabile in quanto non è presente (ed aggiungerei per fortuna!) alcuna alterazione della mucosa intestinale. Non è cioè associata ad una forma infiammatoria che invece è presente in altre patologie intestinali quali morbo di Crohn, colite ulcerosa, celiachia, tumore al colon, etc.

Quindi si fa una diagnosi “per esclusione”: se non sono presenti i segnali di allarme delle altre patologie (anemia, sangue nelle feci, febbre, infiammazione ecc..) allora viene diagnosticata la sindrome dell’intestino irritabile. Una caratteristica di questa patologia è che se da un lato è sfortunatamente cronica, dall’altro alterna periodi di acutizzazione con periodi di quasi completa remissione dei sintomi.

La connessione presente tra cervello e tubo digerente (la cosiddetta teoria dei due cervelli) attraverso il sistema nervoso (il sistema nervoso centrale SNC è collegato al sistema nervoso enterico SNE) è in grado di regolare motilità, sensibilità e secrezioni. Quando questo asse cerebro-intestinale è alterato si manifestano le reazioni sopra elencate.

C’è quindi una forte componente emotivo-psicologica che determina la condizione della patologia.

Colon Irritabile: consigli utili per stare meglio

Ecco alcuni consigli utili su come aiutarsi:

Regolare la propria alimentazione

Gli effetti della dieta variano da persona a persona. Nessun alimento provoca la sindrome dell’intestino irritabile, ma alcuni alimenti (da valutare singolarmente ed a seconda del tipo di problema) possono peggiorare la sintomatologia. Inoltre bere regolarmente 1,5-2 litri di acqua è un altro aiuto per contrastare le problematiche legate alla patologia.

Fare attività fisica regolarmente

L’attività fisica non solo si aiuta la motilità del sistema gastro-intestinale, ma si riduce anche lo stress.

Intervenire sulla sfera emotiva-psicologica

Ridurre ed imparare a gestire le situazioni di stress rappresenta un vantaggio per contenere la sintomatologia. Ad esempio seguire corsi di meditazione, oppure farsi aiutare da una terapista per gestire ansia e stress con il training autogeno, fare agopuntura, sono tutte modalità che possono aiutare il riequilibrio dell’asse cervello-intestino.

Come aiutarsi con l’alimentazione: i cibi da evitare 

  • Innanzitutto si consigliano pasti non abbondanti per non sovraccaricare il lavoro dell’intestino, quindi è utile inserire 2 spuntini tra i pasti principali. Alcuni cibi possono aumentare la motilità come caffè, alcolici, cibi molto grassi, alcuni polialcoli come il sorbitolo. Sarebbero quindi da evitare in chi soffre di dissenteria.
  • Anche i latticini possono essere fonte di crampi addominali e/o dissenteria.
  • Altri cibi possono più facilmente produrre gas (cavolfiore, carciofo, legumi..). Se si ha gonfiore intestinale è bene limitarli.
  • In alcuni pazienti la riduzione di alimenti contenenti alcuni carboidrati fermentescibili (FODMAPs – fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols) ha attenuato i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.

Rivolgersi ad un nutrizionista per una consulenza alimentare aiuta sicuramente a trovare la strada migliore per ciascuna persona: non esiste la dieta perfetta ma la migliore per ognuno di noi.

Dolore al piede: cause, sintomi e rimedi naturali

Dolore al piede: cause, sintomi e rimedi naturali

Il dolore al piede, o il “mal di piedi”, rappresenta un disturbo molto diffuso, più di quello che si pensi.

E’ determinato da cause diverse, anatomiche o funzionali. Nella maggior parte dei casi, può essere risolto efficacemente in maniera autonoma, a casa, intervenendo con piccoli e semplici rimedi. Tuttavia, se il dolore si intensifica o diviene persistente, è sempre consigliabile consultare il proprio medico curante o il proprio terapista, per approfondire il quadro sintomatologico.

Il piede è un elemento fondamentale nell’uomo: le sue funzioni principali sono quelle di governare costantemente l’equilibrio dell’uomo quando è in piedi, di adattare le sue forme alle asperità del terreno nella deambulazione e di scaricare correttamente a terra le forze discendenti conseguenti al peso del corpo superiore.

Questa molteplicità di funzioni prevede una condizione comune fondamentale in natura: il piede nel suo appoggio al terreno dovrebbe essere libero, non rinchiuso in una calzatura. Se si pensa alle scarpe indossate ogni giorno, ad esempio a quelle con il tacco, viene dunque naturale comprendere come le abitudini dell’uomo moderno comportino oggi frequenti rischi a carico della fisiologia e del benessere del piede, con conseguenti possibili deformazioni, callosità e perdita di efficienza non solo del piede, ma di tutta la struttura scheletrica in generale.

Il “dolore ai piedi”: possibili cause, sintomi e rimedi

Distorsione o Stiramento: dolore al piedeLe cause del dolore ai piedi possono essere molteplici: si va dall’evento traumatico, come la distorsione o lo stiramento, alle condizioni tipiche dell’invecchiamento come l’artrosi o l’artrite. Senza dimenticare le problematiche legate all’equilibrio dell’appoggio del piede, come la fascite plantare, la spina calcaneare o l’alluce valgo, e disfunzioni sistemiche come il diabete o a carico di tessuti nervosi o vascolari.

I dolori più frequenti sono quelli manifestati sulla pianta dell’avampiede, nella zona delle teste dei metatarsi, o sul calcagno, ma sono possibili manifestazioni anche alla pianta o alle dita, associabili a sintomi come parestesie e perdita di sensibilità conseguenti a compressione nervosa.

Vediamo molto brevemente solo alcune delle più comuni cause di dolore al piede e qualche utile rimedio:

1# Fascite plantare

E’ causata da un’infiammazione alla fascia di tessuto (fascia plantare) che si estende dalla base delle dita del piede al tallone: provoca dolore intenso, spesso crampi e può evolvere fino a formare una calcificazione nota come spina calcaneare.
Il dolore, generalmente, è localizzato al tallone, ma spesso si irradia verso l’avampiede; tende a svilupparsi gradualmente nel tempo e peggiora la mattina al risveglio e a fine giornata.
Stare a riposo, fare regolarmente esercizi di allungamento, applicare impacchi di ghiaccio, indossare scarpe adeguate sono strategie che possono spesso alleviare il dolore.
Molto utile praticare un auto massaggio del piede.

2# Alluce valgo e dito a martello

L’alluce valgo consiste in una deformazione e deviazione dell’alluce verso l’esterno. Tipica è la presenza di una zona infiammata e gonfia posta alla base dell’alluce, questa viene popolarmente chiamata “cipolla”. Spesso si accompagna a deformità anche del secondo dito che tende a sollevarsi per fare spazio al primo.
Nella fase infiammatoria, come rimedio domestico, il ghiaccio risulta essere molto utile.
Può essere almeno in parte prevenuto con esercizi e con il riequilibrio del piede.

3# Gonfiori o edemi

Si tratta di accumuli di liquido nei tessuti che provocano gonfiore, pesantezza e dolori nella zona interessata. Gli edemi hanno varia origine, pertanto occorre rivolgersi al medico curante per porre la diagnosi corretta.
Spesso con un drenaggio linfatico manuale, quando indicato, si ottengono ottimi risultati.

4# Neurinoma di Morton

E’ una neo-formazione, una specie di cisti, che si forma su un nervo interdigitale, provocando dolore o sensazione di “scosse elettriche” alle dita dei piedi.
Calzature non adeguate, tacchi alti, alluce valgo, piede piatto o cavo, particolari forme del piede o della lunghezza dei metatarsi possono esserne la causa.

5# Verruche, funghi o micosi

Sono parassiti, di origine differente, che attaccano la cute o le unghie dei piedi. Possono essere dolorose e molto lunghe da curare.
Il dermatologo è lo specialista dedicato.

6# Vesciche, calli e duroni

Le vesciche sono piccole tasche ripiene di liquido che si formano nello strato superiore della pelle, spesso sono causate dallo sfregamento di calzature non idonee.
Spesso il problema è risolvibile con semplici modifiche delle calzature.
I calli e i duroni sono ispessimenti della pelle dovuti ad un sovraccarico locale: a volte provocano dolore.
Bisogna trattare il callo ed anche individuare ed eliminare il sovraccarico che lo provoca.

E’ interessante sapere che le cause di dolori al piede appartengono a diverse discipline fra cui l’osteopatia, la dermatologia, la neurologia, l’ortopedia e l’angiologia.

Come alleviare facilmente il mal di piedi e i gonfiori

Per togliere pesantezza ai piedi dopo una giornata di lavoro è indicato immergerli 3 minuti in acqua fredda e successivamente altri 3 minuti in acqua calda, ripetendo il ciclo 2 o 3 volte, terminando in ogni caso con quella fredda. Questo semplice esercizio riattiva la circolazione.

È possibile praticare un auto massaggio del piede utilizzando una palla da tennis come mostrato in figura, così da rilassare la muscolatura del piede.

massaggio ai piedi con palla tennis

È possibile rendere nuovamente elastici i nostri piedi facendo dello stretching come indicato in figura.

stretching ai piedi

Cervicalgia: Cause, sintomi e possibili rimedi del dolore al collo

Che cos’è la cervicalgia

La cervicalgia è uno dei disturbi più diffusi nel mondo occidentale. Si stima infatti che circa il 60% della popolazione europea ne soffra, specialmente a causa di sedentarietà, posture scorrette, fattori traumatici e stress.

Con cervicalgia (da: cervic(ale) + algia (dolore) = dolore cervicale) si definisce una condizione di dolore a livello del segmento cervicale della colonna vertebrale. Noto anche con il nome di rachide cervicale, costituito dalle sette vertebre che formano l’asse di sostegno del collo e della testa. Quindi, quando si parla di cervicalgia si intende generalmente un dolore a livello del collo.

Il dolore irradiato

Ma la cervicalgia può talvolta irradiarsi in altre parti del corpo ed essere associata a problematiche in altri distretti quali le spalle, il cranio, gli arti superiori (in questo caso si parla di cervicobrachialgia) o addirittura ai visceri.

Questo è dovuto dal fatto che dal segmento cervicale, che collega il cranio con il resto della colonna vertebrale, dipartono molti dei rami nervosi che si occupano di compiere le principali funzioni motorie del corpo umano e le funzioni sensitive di importanti organi come il cuore, il diaframma e il fegato.

Cause del dolore cervicale

Le cause della cervicalgia possono essere di varia natura. Il rachide cervicale ha caratteristiche anatomiche e fisiologiche totalmente differenti dal resto della colonna vertebrale, giustificate dalla specificità del suo compito primario: garantire costantemente la verticalità e l’orizzontalità dello sguardo, sia nella statica che nella dinamica quotidiana.

Oltre a questo, il rachide cervicale possiede sia una funzione puramente meccanica di sostegno del peso del cranio che una funzione di protezione del midollo spinale, contenuto nel canale midollare posteriore.

Ecco perché il rachide cervicale, con la sua grande mobilità, rappresenta oggi al contempo un punto di forza e un punto di debolezza dell’uomo: le abitudini dell’uomo moderno tendono ad accentuarne la fase statica, a discapito di quella mobile, costituendo un vero e proprio squilibrio a livello della muscolatura cervicale.

Nella maggior parte dei casi quindi, all’origine del dolore cervicale troviamo un’alterazione, non grave, che interessa proprio le strutture meccaniche: muscoli, legamenti, dischi intervertebrali e articolazioni, che garantiscono sia il movimento che il sostegno. Basta uno sforzo non adeguato a livello del collo, o una postura non corretta a creare una lesione di queste strutture.

Alcuni sintomi della cervicalgia

sintomi cervicalgiaIl dolore percepito dai pazienti affetti da cervicalgia è di entità variabile e la sua localizzazione e natura aiutano spesso a capire l’origine del problema. Gli effetti più comuni legati al dolore cervicale possono essere:

  • Mal di testa
  • Difficoltà a prendere sonno
  • Intorpidimento o formicolio agli arti superiori
  • Sensazione di debolezza diffusa.

La cervicalgia, nelle sue forme più subdole, compromette seriamente la nostra qualità di vita e può essere pesantemente invalidante nella quotidianità.

Trattamento della cervicalgia

Per eliminare il dolore viene spesso consigliata una terapia farmacologica, ma se si vuol stare meglio nel tempo bisogna cambiare il proprio stile di vita.

Se la cervicalgia è frequente e persiste nel tempo risulta assolutamente necessario intraprendere un percorso riabilitativo per migliorare la funzionalità della zona cervicale.

Tale percorso può comprendere sedute di terapia manuale (ad esempio sedute di massaggio, sedute di terapia manuale osteopatica, agopuntura…), esercizi specifici per il collo, norme educative e comportamentali e l’utilizzo di rimedi naturali (quali impacchi caldi sulla zona, utilizzo di olii essenziali, soprattutto rosmarino e lavanda, conosciuti per le proprietà rilassanti e defaticanti).

Attenzione al text neck!

Il corpo ha bisogno di movimento, l’immobilità è un pericoloso fattore di rischio per la nostra salute. Mantenere una posizione fissa troppo a lungo comporta indubbiamente delle risposte di adattamento da parte delle strutture che compongono il nostro corpo. L’utilizzo prolungato degli smartphone, per esempio, sollecita eccessivamente la parte alta del rachide cervicale, normalmente abituata a sostenere il cranio, di circa 5 kg medi di peso.

La flessione in avanti del capo, tipica di chi sta utilizzando uno smartphone (il cosiddetto text neck), causa un aumento di carico sulle vertebre cervicali di 12 Kg per circa 15 gradi di inclinazione (27 Kg per 60 gradi!). Ne conseguono irrigidimenti muscolari e articolari, eccesso di tensione a carico di spalle e collo, possibile perdita della curvatura fisiologica del tratto cervicale.
È importante utilizzare con moderazione questi supporti, sforzandosi di mantenere una posizione quanto più “naturale” possibile.

Il Massaggio: Storia, benefici e tipi del più naturale sistema di cura

Storia, Benefici e Tipi di massaggio

Breve storia del Massaggio

I massaggi non sono un lusso, ma una pratica di derivazione antichissima che si declina in molti modi a seconda della provenienza della tecnica; è una delle più antiche forme di trattamento medico e di guarigione che l’uomo abbia mai utilizzato. I primi riferimenti si trovano in manoscritti cinesi che risalgono al 2700 a.C., ma anche nei testi di medicina indiana, quasi 2000 anni più tardi, questa tecnica viene consigliata per ritardare l’insorgere della fatica e, ancora oggi, in India, praticamente chiunque è in grado di eseguirla.

E’ con i greci che si sviluppano due diverse tecniche di massaggio: la prima riguarda il massaggio sportivo legato ai giochi, la seconda, invece, è curativa e connessa alla medicina. Durante il Medioevo, in occidente la pratica viene abbandonata: ogni forma di palpazione del corpo viene, infatti, considerata come peccaminosa.

Verrà “riscoperto” solo nel Rinascimento, per poi aumentare la sua popolarità nel XVII secolo grazie all’intervento di un medico svedese, Henrik Ling, che decise di codificare le diverse tecniche. Verso la fine del XIX secolo, la tecnica del massaggio cominciò ad essere usata pressoché regolarmente come trattamento medico.

Oggi le tecniche di massaggio codificate sono numerose. Tutte hanno un’efficacia ed un campo di azione specifici. Ad esempio, possiamo ricordare le seguenti:

Il massaggio è anche una delle prime tecniche di cura che si sperimentano almeno una volta nella vita. Quando ci si fa male o si prova dolore, il primo istinto è quello di massaggiare la zona interessata per tentare di trarre un beneficio dalla stimolazione del massaggio. Si tratta di un gesto inconsapevole in grado di provocare piccoli benefici, ma che in generale fa proprio parte dei primi meccanismi terapeutici che l’uomo adotta.

I Benefici del massaggio

I benefici fisici e psicologici di questa pratica sono stati riconosciuti fin dall’antichità, tanto che si può senz’altro affermare che l’arte medica abbia avuto inizio proprio coi massaggi.

Sebbene ogni massaggio sia destinato a un particolare tipo di risultato, possiamo tranquillamente affermare che le diverse tecniche di massaggio consentono una larga serie di benefici  che vanno dal rilassamento al vigore muscolare, dall’annullamento dello stress al ripristino dell’energia, dalla rieducazione del muscolo alla cura del benessere psicofisico globale.

Benefici del MassaggioAlcune tecniche consentono anche una valida forma di prevenzione, suggerendo un intervento di contatto finalizzato alla correzione di un disequilibrio organico.

In generale, gli effetti positivi sono molteplici e non tutti ben compresi. Attraverso studi approfonditi sono stati dimostrati scientificamente gli effetti meccanici, biochimici e psicologici. Il massaggio è una tecnica olistica ed in ciò risiede la sua forza. Porta quindi al benessere fisico, psichico e sociale.

Controindicazioni

È anche vero che vi sono tecniche di massaggio dolci e meno dolci, estetiche o terapeutiche, a volte dolorose, che molti non conoscono. Per questo motivo esistono, anche per le tecniche di massaggio, una serie di controindicazioni, generali e/o localizzate, e casi in cui è totalmente sconsigliato, in quanto potrebbe addirittura portare ad un’accentuazione dei sintomi.

Ogni tecnica ha delle proprie controindicazioni, più o meno definite e specifiche, che il terapista deve tenere conto in alcune situazioni, fondamentali per agire con cautela e correttezza professionale. Questo è uno dei motivi per cui è sempre consigliato affidarsi alle cure di un professionista del settore.

Tipi e Tecniche di Massaggio

Massaggio OrientaleCome abbiamo visto, le tecniche di massaggio diffuse sono tantissime, stili differenti che sono finalizzati a volte al benessere, all’estetica, alla terapia … insomma tante risorse per ogni tradizione.

Si parla molto delle evoluzioni del massaggio orientale fino all’occidente e, sicuramente, le manipolazioni che arrivano dall’India, dal Giappone e dalla Cina (Shiatsu, Ayurvedico, Thailandese, TuiNa, etc.) esercitano un forte fascino e hanno avuto una grande espansione negli ultimi decenni. Ma sono svariate anche le tecniche di tradizione occidentale (classico, linfodrenaggio, fascia terapia, massaggio svedese, etc.) che vengono oggi sapientemente eseguite da professionisti.

Scopo del terapista

Lo scopo del terapista, nel processo di cura, è cercare di ridare al paziente il massimo dell’indipendenza, tenendo ben presente la storia personale, lo status sociale, il retroterra culturale: tutti fattori che influenzano il trattamento e gli esiti.

La ricerca della miglior condizione di vita è, per un terapista, una vera e propria missione, un traguardo da far comprendere ai propri pazienti. Un elemento di fondamentale importanza nella terapia risulta quindi la relazione, basata sulla comunicazione instaurata tra terapista e paziente ; bisogna prendersi cura del paziente e per fare questo è necessario sviluppare ottime capacità di dialogo, ma soprattutto capacità di ascolto.

La medicina olistica, la terapia olistica, ma soprattutto l’approccio olistico al paziente

medicina olistica

Rispondere alla domanda “Cos’è la medicina olistica?” è allo stesso tempo semplice e complesso. Bisogna argomentare la risposta per portare chi legge, o chi ci ascolta, oltre preconcetti e muri culturali. Nonostante l’uso inflazionato e fuorviante che ne è stato fatto negli ultimi decenni, il termine “olistico” resta la definizione più appropriata per definire ai pazienti un approccio globale alla salute. La visione olistica considera il nostro organismo come uno e unico e come tale va curato.
La parola olismo, insieme all’aggettivo olistico, è stata coniata negli anni venti da Jan Smuts, politico, intellettuale e filosofo secondo cui le proprietà di un sistema non sono date dalla somma dei singoli componenti, bensì è il sistema che influenza le parti che lo costituiscono.
Negli anni, i fronti di sviluppo di questo paradigma si sono moltiplicati, trovando oggi applicazione in medicina, psicologia, fisica, filosofia, pedagogia e perfino nel marketing. Il tipico esempio di struttura olistica rimane tuttavia l’organismo biologico, poiché l’essere vivente in quanto tale va considerato come un’unità-totalità non esprimibile con l’insieme delle parti che lo costituiscono.

Cos’è la medicina olistica?

Cos'è la medicina Olistica?La corrente di pensiero dellolismo può essere applicata a molte discipline. Il termine olismo proviene dal greco όλος, olos, che sta per “totalità”, “intero”. L’olismo in medicina rappresenta uno stato di salute globale, l’unione di corpo, mente, ambiente e società in cui fattori biologici, psicologici e sociali sono fortemente interconnessi.

La ricerca della salute in medicina olistica è orientata alla persona e non alla malattia, alla causa che ha generato una disfunzione e non al sintomo, al sistema e non all’organo, al ripristino della funzione stimolando il naturale processo di auto-guarigione del corpo (ci basti pensare alla capacità di auto-rigenerazione delle cellule, dei tessuti, degli organi…). L’obiettivo che la medicina olistica si prefigge non è quello di curare un singolo organo o tessuto, ma è quello di riportare equilibrio e benessere all’individuo nella sua totalità e di ristabilire l’equilibrio con l’ambiente circostante.

Un altro aspetto importante da sottolineare riguarda la prevenzione (intesa come un corretto stile di vita) che è fondamentale per mantenere uno stato di salute. L’atteggiamento di ciascuno di noi dovrebbe essere quindi responsabile e volto a prevenire la malattia, sia sul piano fisico che su quello mentale e spirituale.

Qualche esempio di terapia o disciplina olistica

La parola “olistico” viene spesso accostata a massaggi di varia natura. Ma fino a che punto è corretto utilizzare questa parola per descrivere determinati trattamenti?

Esistono tantissime terapie olistiche e ognuna ha regole proprie. Tutte quante però hanno in particolare una cosa in comune: far raggiungere al paziente il benessere a livello globale, ognuna con un approccio proprio e specifico. Alcune tecniche sono più orientate al lavoro sul piano fisico, altre su quello emozionale e altre ancora su quello energetico e spirituale. Le discipline olistiche hanno alla base del loro sistema una ricerca atta a individuare le vere cause del problema, senza soffermarsi sul sintomo.

Le grandi tradizioni mediche orientali, come la medicina tradizionale cinese con le sue emozioni e la medicina ayurvedica, contengono nel proprio corpus medico una vasta gamma di terapie olistiche. Qui la visione dell’energia è fondamentale, così come di rilevante importanza è l’aspetto spirituale, che sfocia nella meditazione, più o meno specializzata. Vi è inoltre un’altra serie di discipline olistiche, come la chiropratica e buona parte dell’osteopatia, che si soffermano sulla componente fisico-strutturale e ancora, la Terapia Funzionale Globale e la Terapia cranio-sacrale, che si focalizzano sulle tre aree, struttura-biochimica-psiche, del paziente.

L’approccio olistico al paziente o alla disfunzione

Approccio olistico al pazientePiù che di terapie olistiche risulta quindi fondamentale parlare di un approccio olistico al paziente, che non deve essere visto come esclusivo e lontano dalle metodologie di intervento della medicina tradizionale o “scientifica”. Innanzitutto, perché l’approccio di tipo olistico non è finemente terapeutico, cioè non si limita a curare il sintomo. Vi è anche una importante dimensione di prevenzione e un’altrettanto importante componente di conservazione e miglioramento dello stato di salute.

Inoltre, la medicina olistica non si contrappone a quella tradizionale e non esclude le cure mediche necessarie per ogni tipo di patologia, ma va ad aggiungersi per la ricerca di un equilibrio che possa migliorare lo stato generale della qualità di vita del paziente.

Quando si parla di “olistico”, non si può parlare di singole tecniche, ma di “arti intellettuali”, di “forme di pensiero”, questo perché per comprendere un determinato aspetto, alla base c’è un lavoro di ricerca che raccoglie aspetti fisiologici, psicologici, sociali, emozionali, comportamentali… Da qui deriva la “totalità” descritta nell’olismo. L’approccio olistico alla malattia vuole che non si consideri solo il disturbo che il paziente lamenta, considerato come il sintomo della malattia, ma ciò che produce il sintomo, ovvero le cause della malattia, che vanno ritrovate nel mondo intero, generale, della persona, nelle sue relazioni con il complesso (l’insieme) di cui fa parte.

Una volta individuata la causa primaria, potremo curare il disturbo fisico a partire dalla sua origine e non dalla sua manifestazione.

Ma l’olismo non si applica solo alla concezione del “paziente”, bensì anche al tipo di intervento: per “approccio olistico” si intende infatti un intervento “integrato”, in grado di sfruttare i punti di forza di diverse discipline.

Curare il paziente e non la malattia: l’importanza del coinvolgimento

Dal punto di vista clinico, un elemento di fondamentale importanza è la relazione: bisogna prendersi cura del paziente nella sua globalità e per fare questo è necessario sviluppare una capacità di dialogo, ponendo al paziente le giuste domande, ma soprattutto una capacità di ascolto. Il paziente ci offre importanti notizie sulle sue condizioni fisiche purché lo si sappia ascoltare. Inoltre, il paziente può fornire indispensabili informazioni se lo si osserva con attenzione: nel volto, nello sguardo, nei gesti, nella posizione del corpo, nel tono della voce.

Nella cura olistica, il paziente non risulta un soggetto passivo, ma deve essere coinvolto in modo attivo e collaborativo nella gestione della disfunzione, già a partire dalle prime fasi del suo iter terapeutico. Deve essere motivato continuamente al mantenimento di un adeguato stile di vita. Occorre supportarlo nello sforzo da lui compiuto riconoscendo i progressi ottenuti. Questo aumenta il suo coinvolgimento nella terapia.

“Il medico del futuro non somministrerà medicine, ma coinvolgerà il paziente nella cura della struttura e delle funzioni dell’organismo umano, nell’alimentazione, nelle cause e nella prevenzione delle malattie”. (Thomas Edison)

Il CSTM Centro Studi di Terapie Multidisciplinari, da sempre, mette al centro delle sue formazioni l’approccio olistico. Gli studenti e i professionisti sono accompagnati allo studio e all’apprendimento di tutte le tecniche manuali con particolare attenzione al ragionamento/pensiero olistico. Un approccio centrato sulla persona nel suo insieme e una cura mirata al ripristino del disordine fisiologico, focalizzata alla ricerca del benessere in una condizione di omeostasi (equilibrio), in grado di eliminare gli “ostacoli” che impediscono all’organismo di svolgere al meglio la sua funzione.

Il dolore alla spalla:  l’approccio olistico della MTC

Il dolore alle articolazioni è un disturbo molto frequente. Colpisce soprattutto gli anziani, a causa del naturale processo di usura delle articolazioni, ma si può manifestare in qualsiasi fascia d’età. Anche se non è una vera e propria “malattia”, il dolore alle articolazioni è un sintomo a volte molto invalidante.

L’articolazione della spalla, la più mobile del corpo umano, può svolgere doversi movimenti: in estensione, flessione, abduzione, adduzione, rotazione interna ed esterna.
In Medicina Tradizionale Cinese, a ciascun movimento è associato un Meridiano, un canale energetico, i cui punti trattano condizioni diverse:

  • infiammazioni (borsite, capsulite, tendinite…)
  • carenze e usura
  • impotenza funzionale
  • periartrite…

I dolori della spalla sono classificati come Sindromi “Bi”, cioè “ostruzioni”. Se non sono causati da traumi, sono dolori che compaiono in seguito a una cattiva circolazione energetica (ad esempio i dolori che compaiono al risveglio e scompaiono al mattino).
In altri casi si classificano invece all’interno delle Sindromi “Wei”, quando si associano ad impotenza funzionale, artrite, paresi o paralisi della spalla.

Saper interpretare il dolore

Il dolore fisico per la medicina cinese rappresenta una manifestazione di stasi, in particolare di stasi di energia e/o sangue. Anche se è il dolore alle articolazioni a creare il disagio, questo è in realtà solo un campanello d’allarme che deve farci ragionare sulle cause effettive del disagio.

Molto spesso i nostri pazienti ci chiedono il motivo della manifestazione di un dolore, se la tal vicenda può aver influito, o perché, nella tale circostanza, il problema alla spalla è tornato dopo che sembrava guarito …
Al terapista è richiesto un approccio seriamente olistico, in grado non solo di valutare e trattare una spalla, ma anche sviluppare la capacità di saper interpretare il dolore.

Curare il dolore all’articolazione è importante per la qualità della nostra vita, ma bisogna andare oltre alla cura del sintomo: bisogna risalire alla “radice”. Solo in questo modo si può risolvere definitivamente il problema.

Da cosa dipende il dolore alle articolazioni in MTC?

Tra i primi fattori alla base del dolore articolare ci sono cause esogene come il freddo, il vento e l’umidità.
Il dolore e il blocco funzionale conseguente sono dovuti al fatto che le energie che penetrano perturbano la circolazione energetica dei meridiani che interessano l’arto, o l’articolazione interessata, fino a determinare il blocco del suo fluire.

Altri fattori possono essere legati a traumi, o microtraumi, per esempio con movimenti ripetitivi (sport, attività lavorativa…).

Ma la questione va oltre e coinvolge il senso di unità mente-corpo che è alla base di questa disciplina. Nella MTC esiste la relazione tra il dolore articolare e le emozioni.

Quando il dolore alla spalla e la sua limitazione funzionale sono dovuti ad un conflitto interiore, quando alcuni atteggiamenti psico-emotivi hanno conseguenze sulla postura delle spalle, possiamo definire:

  • La “Sindrome di Atlante” relativa a chi esercita un eccessivo bisogno di controllo sulla realtà, con la tendenza a caricarsi tutte le responsabilità.
  • La “Sindrome di Ercole” relativa più spesso agli iperattivi, ai combattivi, agli irruenti, persone con una componente fisica dominante su quella intellettiva, che tendono a rifuggire dal divenire adulti.
  • La “Sindrome di Enea”, accade a chi non vede più un destino avanti a sé, sente esaurita le proprie potenzialità o  le vicende della vita hanno imposto dei cambiamenti non condivisi.

E ancora:

  • chi si blocca per il peso morale delle proprie scelte o per la difficoltà di essere coerenti
  • gli anziani, in cui il declino energetico si fa risentire nella perdita del tono muscolare delle spalle

Con questo non dobbiamo pensare che il dolore alle articolazioni dipenda sempre e comunque dagli aspetti emozionali. Più semplicemente, emozioni molto intense o protratte molto a lungo nel tempo possono favorire squilibri che, a loro volta, favoriscono il manifestarsi del dolore alle articolazioni, insieme spesso anche ad altri disturbi fisici.

SOSTENERE i nostri pazienti nel risanamento e nel percorso di crescita

E’ importante individuare le vie energetiche interessate, ciò è possibile in base al movimento della spalla che risulta alterato o bloccato e alla presenza di punti dolorosi, sia spontanei che provocati, lungo i meridiani.
La diagnosi sarà completata dall’anamnesi che potrà fare luce sulla causa scatenante e dall’esame della lingua che, secondo la MTC, consente di valutare lo stato energetico dell’organismo e le sue perturbazioni.

Se le articolazioni permettono il movimento, i dolori alle articolazioni lo limitano fino al totale irrigidimento. Questo vale a livelli fisico e a livello psichico.
La PRESSIONE dovrà SOSTENERE, laddove si creano carenze, ma anche SBLOCCARE nelle ostruzioni nei meridiani.

Esercizi e Benefici dello Stretching per lo sportivo e non solo

Stretching: Benefici e Vantaggi

Affrontare un’attività agonistica è, oggi più che mai, una scelta che impone una presa di coscienza differente del concetto di preparazione ed allenamento.

Preparazione atletica e visione tridimensionale della Salute

Nella prestazione sportiva e nella sua scrupolosa fase di avvicinamento serve integrare, oltre alle normali preparazioni atletiche, anche una visione tridimensionale dell’equilibrio individuale, rappresentato, e garantito, dalla fondamentale e continua interazione tra le tre aree principali della Salute di un uomo:

  • l’area strutturale: influenzata principalmente da recettori posturali non equilibrati e da atteggiamenti posturali errati che generano retrazioni muscolari sbilanciate e dolorose
  • l’area biochimica: costituita da quello che mangiamo, cosa e quanto beviamo
  • l’area psicologica: condizionata da emozioni, pensieri, paure, sentimenti che interagiscono con il nostro corpo

Per incrementare le proprie performance sportive, mantenendone allo stesso tempo la sostenibilità, risulta dunque fondamentale non tralasciare alcuno aspetto delle tre singole aree.

Migliora la tua performance sportiva con esercizi di stretching

Stretching e allungamento sono imprescindibili per mantenere in forma la struttura muscolo-scheletrica.

Stretching è un termine di provenienza angolofona, derivante dal verbo “to stretch”, traducibile in “allungare”. Nell’ambito dell’attività fisica, viene utilizzato per descrivere una metodica che consiste nell’esecuzione di specifici esercizi con l’obiettivo di allungare muscoli e mobilizzare articolazioni mantenendo il corpo in un buono stato di forma.

A cosa servono gli esercizi di stretching?

Gli esercizi di stretching servono per sollecitare, oltre alle fibre muscolari, anche il tessuto connettivo (tendini, fasce ecc.) presente nella struttura contrattile, che mantiene questa caratteristica solamente se viene regolarmente sollecitato con l’esercizio fisico. Fondamentale risulta quindi prevedere un tipo di attività orientata all’allungamento muscolare, sia con finalità di prevenzione degli infortuni che di recupero dopo l’allenamento.

Lo stretching, in condizioni non patologiche, si basa sul presupposto che maggiore allungamento ed  elasticità muscolari possono voler dire maggiore ampiezza dei movimenti, maggiore forza, maggiore risparmio energetico e maggiore coordinazione. Non va però dimenticato che un muscolo, per poter essere stirato o allungato adeguatamente, deve prima di tutto essere preparato attraverso una serie di specifiche sedute di massaggio, capaci di liberare quelle fibre muscolari che, a causa di miogelosi o contratture, risulterebbero intrappolate e, dunque, a rischio lesione nel caso di esercizi di allungamento.

Francoise Mezieres (1909-1991) scriveva: “… si allunga solo ciò che già può allungarsi. Come un elastico vecchio il tessuto si allunga nei punti sani, cioè dove non serve, mentre là dove è deteriorato, nella migliore delle ipotesi non succede nulla. Faremo delle bellissime ”asana” e delle splendide spaccate, ma tutte a carico di quella zona che si è potuta allungare, probabilmente extraestendendola e portandola verso il disequilibrio”.

Stretching e allungamento la combinazione vincente

Stretching ed allungamento, insieme al massaggio, sono strumenti fondamentali per chiunque si accinga ad intraprendere un’attività sportiva o per coloro che già la svolgono abitualmente.

Massaggio e Stretching alleati in 3D, dunque! Ma non solo per la struttura muscolo-scheletrica. Se consideriamo l’area psiche, infatti, insieme risultano capaci di influenzare direttamente la capacità di gestione dello stress, dando rilassatezza,  stimolazione e maggiori risorse per la gestione dei carichi o per il recupero dall’attività. Se pensiamo all’area biochimica, invece, regolarizzano e normalizzano la gran parte delle attività metaboliche utili al mantenimento dell’omeostasi, risolvendo inoltre possibili disequilibri potenzialmente dannosi per il raggiungimento dei propri obiettivi.

Ma che differenza c’è tra stretching ed allungamento?

Forse non tutti sanno che, nel corpo umano, i muscoli scheletrici, o volontari, vengono suddivisi in tonici e fasici. Il muscolo tonico è responsabile della postura, quello fasico del movimento. Ognuno dei muscoli in dotazione all’uomo ha una serie di fibre toniche ed una di fibre fasiche, con una preponderanza delle une rispetto alle altre a seconda della funzione primaria che quel muscolo deve svolgere.

Essendo differenti nella funzione, richiedono necessariamente esercizi specifici per essere mantenuti adeguatamente elastici e prestanti.

  • I muscoli tonici, ad esempio, si allungano con esercizi di mantenimento della posizione prolungata nel tempo (10/12 minuti di statica per ciascuna posizione);
  • I muscoli fasici invece con esercizi di stiramento di durata minore (1 minuto max).

Stretching e AllungamentoQuali sono i principali metodi di stretching?

Esistono varie tipologie di stretching, tra cui:

  • Statico
  • Dinamico
  • Balistico
  • Attivo
  • Passivo
  • Propriocettivo…

Ogni tipologia di stretching ha benefici specifici, rischi e modalità di esecuzione. La risposta alla domanda risulta dunque sicuramente complessa, perché è legata all’individualità e soprattutto agli obiettivi, sportivi e non, che ciascuno si pone.

Alla luce di questo, risulta di fondamentale importanza affidarsi a professionisti del settore per iniziare, continuare ed evolvere una qualsiasi attività sportiva, affinché sappiano indirizzare l’individuo verso la scelta di attività efficaci per il raggiungimento dei propri obiettivi.

MASSAGGIO E STRETCHING: ALLEATI PER IL BENESSERE

Il nostro corpo ci chiede equilibrio, in ognuna delle cose che facciamo: costringerlo ad una continuativa permanenza in posizione seduta, oppure sovraccaricarlo di allenamenti senza una adeguata preparazione, risulta per lui assolutamente deleterio.

Il benessere del corpo sta nel mezzo, nell’esatto confine tra il troppo ed il troppo poco, ed è strettamente influenzato dal movimento a cui lo sottoponiamo e dall’elasticità muscolare che lo caratterizza.

Chi vive oggi una vita energica ed appagante lo sa bene e, per non perdere queste condizioni privilegiate, persegue incessantemente il rispetto di questi due concetti chiave, inscritti nella fisiologia stessa del tessuto muscolare. La moltitudine di fasci di fibre elastiche che lo compongono, devono infatti poter scorrere liberamente tra di loro per mantenersi tali ed il massaggio risulta uno strumento fondamentale per poter garantire questa condizione vitale. Grazie alle sue specifiche manualità, infatti, riesce a rimuovere le “gabbie” che intrappolano le fibre bloccate dalle cattive abitudini.

Unendo all’effetto del massaggio quello potenziante dello stretching, somministrato coerentemente rispetto al distretto da ripristinare, si ottengono importantissimi risultati in termini di durata, garantendo al paziente un periodo di benessere più duraturo.

Le piacevoli sensazioni legate alla libertà nel movimento, le infinite possibilità di un corpo agile e flessibile e le incredibili energie che scaturiscono da una struttura mantenuta elastica, contribuiscono a rendere la Vita dell’individuo decine di volte più appagante e soddisfacente.
Imparare come utilizzare al meglio questi due “alleati per il benessere” è un’opportunità imprescindibile per ridare benessere a tutti i nostri pazienti!

Accreditamento Ufficiale presso OmL-TC: un nuovo traguardo per CSTM

Siamo i primi ad accogliere sempre i tanti dubbi del territorio.
…ad individuare informazioni fondamentali nella giungla dei regolamenti e delle leggi.
…a dare risposte chiare, coerenti e concrete a tutti coloro che ce le richiedono.
Siamo i primi a mettere ordine nella confusione di chi vorrebbe intraprendere questa meravigliosa professione.
…i primi ad in-formare con competenza e qualità, sempre ed incondizionatamente.

Ma soprattutto, da oggi siamo ufficialmente i primi in Ticino ad aver ottenuto il riconoscimento da OmL-TC per il rilascio del ciclo di formazione Tronc Commun (Tronco Comune), valido per l’ottenimento del titolo di Terapista Complementare Federale.

CSTM è ufficialmente accreditato presso OmL-TC

Un nuovo e fondamentale livello di crescita è stato dunque raggiunto da CSTM, scuola che da oltre 18 anni si contraddistingue per la costante ricerca di nuovi servizi da offrire al territorio, nel pieno rispetto della propria filosofia aziendale e dei canoni qualitativi che da sempre la caratterizzano. L’evoluzione di un istituto di formazione è tutt’altro che automatica e scontata; al contrario, essa diviene realtà solo ed esclusivamente se coloro che vi lavorano sono dotati di passione, competenza ed ambizione.

Ecco quali sono gli elementi cardine di questo grande successo di CSTM. Nel giro di pochi mesi, il duro lavoro di tutto lo staff ha permesso di raggiungere un obiettivo tanto arduo quanto importante: diventare prima ed unica scuola privata in tutto il canton Ticino ad erogare il ciclo di formazione del Tronco Comune, accreditato dall’OmL TC, utile per tutti coloro che vorranno accedere all’esame di Terapista Complementare Federale. 

Un percorso di crescita virtuoso anticipato dalla rapida acquisizione del marchio di qualità ISO 9001:2015, a certificazione di una gestione aziendale da sempre basata sulla costante ricerca di processi di miglioramento continui e sulla sensibilità verso le esigenze del territorio. Questo enorme successo, ottenuto attraverso una collaborazione costante e costruttiva con gli organi federali di riferimento, non rappresenta un punto di arrivo per CSTM bensi una ulteriore tappa, certamente non l’ultima, nel suo processo di evoluzione costante.

Dal 20 di maggio, dunque, CSTM è diventato partner privilegiato, indipendente e certificato di tutti coloro che sono alla ricerca di chiarimenti rispetto alla figura del Terapista Complementare Federale, assumendosi inoltre la grande responsabilità di garantire una informazione chiara, esaustiva e completa in un contesto altamente complesso e nebuloso, al fine di erogare una formazione completa a chi voglia iniziare da zero, o di completamento a tutti coloro che invece vivono già la professione da svariati anni.

La figura del Terapista Complementare Federale, insieme a quella del Massaggiatore Medicale Federale e del Naturopata Federale, vedranno un costante incremento nei prossimi anni, anche grazie all’aumento dei requisiti imposti dalla legge che legittimano il desiderio di chi voglia operare sul territorio con qualità e riconoscimento nell’ambito delle terapie complementari.

Le opportunità spesso si travestono da problemi, così come gli ostacoli contribuiscono all’evoluzione migliorativa. Il nostro compito, complesso, è di tracciare una strada…il vostro, semplice, quello di seguirla. Da oggi, ancora più di ieri, CSTM è al fianco di tutti coloro che sono alla ricerca di indicazioni utili su come intraprendere una professione nell’ambito delle Terapie Complementari.

E allora, scegli di essere il primo anche tu… scegli di essere primo con noi!

Scopri Il ciclo di formazione Tronco Comune OmL-TC in CSTM!

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