Consigli per superare il caldo estivo in Salute

L’arrivo dell’estate, di solito, è atteso con ansia e gioia perché corrisponde al periodo in cui ci si rilassa un po’ di più, i ragazzi finiscono le scuole, si organizzano le ferie, si allungano le giornate e di conseguenza si passa più tempo all’aria aperta!
Aperitivi, pic-nic, gite e grigliate con amici fanno da contorno alle giornate estive.
L’attenzione maggiore in questo periodo va posta alle fasce di popolazione più a rischio: chi vive nelle grandi città, in zone con poco riparo all’ombra, in abitazioni surriscaldate e con scarsa ventilazione e, in particolare, l’attenzione va posta agli anziani, soprattutto se malati e in solitudine.

Usiamo il buonsenso e qualche accorgimento

Alcune semplici regole possono aiutarci a limitare l’esposizione alle alte temperature, facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione.

USCIRE DI CASA NELLE ORE MENO CALDE DELLA GIORNATA
Evitare di uscire nelle ore più calde, cioè dalle 11.00 alle 18.00.
Se diventa indispensabile uscire nella parte centrale della giornata, non dimenticate di proteggere il capo con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole.

INDOSSARE UN ABBIGLIAMENTO ADEGUATO E LEGGERO
Sia in casa che all’aperto, indossate abiti leggeri, non aderenti, preferibilmente realizzati con fibre naturali.

RINFRESCARE L’AMBIENTE DOMESTICO E DI LAVORO
Schermate le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende…
Chiudete le finestre durante il giorno e apritele durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte). Se utilizzate l’aria condizionata, usatela con parsimonia, programmata a temperature tra i 24° ed i 27-28°C, per evitare troppi sbalzi di temperatura (oltre a risparmiare sul costo dell’elettricità…).

RIDURRE LA TEMPERATURA CORPOREA
Fate bagni e docce con acqua tiepida, bagnatevi viso e braccia con acqua fresca. In caso di temperature molto elevate, ponete un panno bagnato sulla nuca.

ADOTTARE ALCUNE PRECAUZIONI SE SI ESCE IN MACCHINA
Se entrate in un’auto parcheggiata al sole, prima di salire aprite gli sportelli per qualche minuto, poi iniziate il viaggio a finestrini aperti o utilizzate il sistema di climatizzazione.
Prestate attenzione nel sistemare i bambini sui seggiolini di sicurezza: verificate sempre che non siano surriscaldati.
Quando si parcheggia la macchina, non lasciate mai, nemmeno per pochi minuti, persone o animali nell’abitacolo.

Come possiamo aiutarci con l’alimentazione: le 10 regole d’oro

Ecco le 10 regole per stare in Salute e sfruttare al meglio questo particolare periodo dell’anno:

  1. Bere almeno due litri (otto bicchieri) di acqua al giorno. 
    In estate si perdono minerali con l’aumento della sudorazione e della traspirazione. Per gli anziani è particolarmente importante bere, indipendentemente dallo stimolo della sete.
  2. Limitare il consumo di bevande con zuccheri aggiunti e bevande alcoliche, come vino e birra. Evitare le bevande ad alto contenuto di alcol (superalcolici, aperitivi…).
  3. Rispettare quotidianamente il numero e gli orari dei pasti, soprattutto la prima colazione, che deve essere privilegiata rispetto agli altri pasti.
    La prima colazione è il pasto più importante della giornata, arriva dopo il periodo di digiuno più lungo nell’arco delle 24 ore e fornisce il “carburante” per tutta la giornata. Non consumare un’adeguata prima colazione predispone ad una maggiore assunzione di calorie nelle ore successive, che sono ore molto calde e che, quindi, sono caratterizzate da una digestione più difficoltosa.
  4. Aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione.
    Mangiare frutta e verdure fresche di stagione: consigliati 400-500 g al giorno.
  5. Inserire spuntini a base di yogurt (da latte vaccino oppure di soia o di cocco), oppure frullati con frutta fresca e latte oppure bevande vegetali (soia, avena, riso…).
  6. Preparare i piatti con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori.
    Il colore degli alimenti è dato dalle sostanze ad azione antiossidante (vitamine, polifenoli…): più si variano i colori, più completa è la loro assunzione.
  7. Moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi.
    Con il caldo, l’organismo consuma meno energia (nonostante “si sudi”) e digerisce con più difficoltà. È consigliabile, quindi, moderare l’apporto calorico, preferendo una cottura in grado di mantenere inalterato l’apporto di minerali e vitamine.
    Condire con olio d’oliva a crudo.
  8. Quando si consuma il pranzo “al sacco”, privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua, evitando gli spuntini salati o zuccherati.
  9. Consumare poco sale e preferire sale iodato.
    In questo modo limitiamo la ritenzione idrica, già esacerbata dal caldo, e facilitiamo la funzionalità della tiroide, nostro organo regolatore del metabolismo.
  10. Rispettare le modalità di conservazione degli alimenti.
    Mantenere la catena del freddo per gli alimenti che lo richiedono (borsa termica per il pic-nic o quando si va a fare la spesa e si comprano surgelati…) ed evitare di lasciare fuori dal frigorifero alimenti per più di 2 ore: i microbi sono pronti ad attaccare il vostro cibo!!

Il tuo nutrizionista saprà sicuramente consigliarti il modo migliore per gestire il tuo piano alimentare, partendo da un’organizzazione equilibrata dei pasti della giornata e della settimana. E ricordati che che la Salute inizia dal carrello ed è bene trovare un equilibrio che ci consenta di mantenerci in Salute!

Perle di Salute – Fai il pieno di energia… fresca

Quando si avvicina l’estate, il clima più caldo e le giornate più lunghe invogliano a rimettersi in forma, a muoversi e ad agire.
Questa voglia di fare a volte è ostacolata dalle giornate “cocenti” che, al contrario, abbattono e rendono inerti, e si preferisce oziare.

Per aiutarsi è importante fare una colazione fresca, ricca in liquidi e sali minerali, per recuperare le perdite notturne date da intensa sudorazione.
Un frullato di frutta fresca oppure un kefir con qualche noce o mandorla sono ottimi inizi di giornata.
Verdura fresca a pranzo e cena con legumi, cereali integrali oppure carne o pesce possono essere pasti adeguati.
Ricordarsi di bere molto durante il giorno: acqua fresca (temperatura non al di sotto dei 10-12 °C) oppure tisane o infusi alla frutta freddi, non zuccherati.

La Termoterapia: cos’è, a cosa serve e i suoi benefici

La terapia del calore sin dall’antichità

La termoterapia è un particolare tipo di trattamento che fonda la sua efficacia sull’utilizzo del calore per curare.

Questa tipologia di terapia è utilizzata sin dalle epoche più primitive: pur ritenendo che anche l’uomo preistorico si sia giovato dei benefici prodotti dalle applicazioni di calore, le testimonianze più arcaiche risalgono solamente agli antichi Egizi.
E’ indubbio che, con la civiltà ellenica e quindi poi con quella della Roma Imperiale, le cure termali abbiano assunto maggiore rilevanza.

Oggi, questo tipo di terapie si può effettuare in molti Centri di benessere, come anche in diversi studi di massaggio medico o fisioterapico.

Come agisce la termoterapia

La terapia del calore consiste in un trattamento che utilizza il calore per affrontare diversi disturbi, dai dolori alle infiammazioni muscolari e articolari.

Il principio curativo principale è la vasodilatazione, che comporta l’aumento del metabolismo, sia localmente sia generale.
Come conseguenza migliorano gli scambi a livello microcircolatorio, facilitando la rimozione degli agenti responsabili dell’infiammazione, stimolando la riparazione e la rigenerazione dei tessuti danneggiati.

La trasmissione del calore

Esistono diverse modalità per effettuare la termoterapia che può essere endogena od esogena.

In caso di termoterapia endogena, il calore viene generato all’interno del corpo, sfruttando un’apparecchiatura che induce un riscaldamento dall’interno dei tessuti.
A questo scopo sono utilizzate:
– onde elettromagnetiche (radar terapia, marconi, Tecar terapia, infrarossi, laser terapia…)
– onde sonore (ultrasuoni, onde d’urto…).

Nel caso di termoterapia esogena, il calore è trasmesso al corpo tramite un mezzo esterno, per esempio con un impacco caldo-umido o caldo-secco, un fango caldo, un fieno, un forno di Beer, un bagno di paraffina, idroterapia calda…

Il calore può essere trasferito da un corpo all’altro tramite i seguenti meccanismi:

  • Conduzione: meccanismo di scambio di energia che termina su due superfici di contatto
  • Convezione: trasferimento di calore tra gas e/o liquido
  • Radiazione: il calore viene trasportato attraverso il vuoto e genera calore nel tessuto stesso.

Scopo e benefici della terapia del calore

Lo scopo della termoterapia è, come anticipato, incrementare la circolazione e, grazie al potente effetto vasodilatatorio, promuovere e favorire la formazione di nuovi vasi sanguigni.

L’incremento della circolazione sanguigna ha un effetto su tessuti e cellule:

  • ne migliora la nutrizione e l’ossigenazione
  • favorisce l’eliminazione delle scorie
  • svolge un effetto analgesico, antinfiammatorio.

Agendo sulla circolazione, la termoterapia:

  • riduce la tensione muscolare
  • migliora la mobilità articolare
  • limita i dolori reumatici
  • produce un effetto rilassante
  • attenua eventuali edemi o accumuli di liquidi dei tessuti
  • a livello viscerale, riduce coliche e dolori mestruali.

La termoterapia può essere successiva oppure precedere la terapia manuale, come il massaggio, al fine di aumentarne l’efficacia o per favorire il trattamento stesso.

Gli effetti biologici della terapia del calore sono:

  • arrossamento (eritema) e riscaldamento transitori locali
  • rilassamento muscolare
  • aumento della soglia di scarica dei nocicettori ossia elevazione della soglia del dolore
  • effetto analgesico
  • aumento del metabolismo
  • diminuzione della pressione arteriosa
  • aumento della sudorazione
  • rimozione dei cataboliti, scarti organici e inorganici
  • aumento del trofismo osseo
  • aumento dell’elasticità e plasticità del collagene
  • effetto decontratturante
  • sviluppo di nuovi vasi sanguigni o neo-angiogenesi

Ovviamente, la terapia, perché possa essere applicata e portare l’auspicato beneficio, deve essere indicata e non controindicata.

Indicazioni e controindicazione della termoterapia

Clinicamente le termoterapie, a seconda del tipo e delle modalità di applicazione, sono utili a livello terapeutico nei casi di:

Esistono anche delle controindicazioni assolute o relative alla terapia del calore che sono rappresentate da:

  • problemi cardiaci e dalle insufficienze circolatorie
  • presenza di stimolatori elettrici cardiaci (pace maker) o di altro genere
  • in caso di mezzi metallici come protesi articolari o placche, chiodi e viti chirurgiche
  • gravidanza
  • cartilagini ed ossa in accrescimento

malattie infiammatorie in fase acuta

I trattamenti alternativi

Esistono diversi trattamenti alternativi alla termoterapia.
Uno di questi è la crioterapia o crio-massaggio, opposto alla termoterapia, che prevedere l’esposizione al freddo attraverso ghiaccio o altri agenti o strumenti, come specifiche apparecchiature elettromedicali.
Anche l’idroterapia può essere un’alternativa alla termoterapia. Ovviamente, in questo caso, utilizzando acqua ad una temperatura fra i 37 ed i 40°C.

Perle di Salute – Termoterapia fai da te

Le termoterapie sono solitamente praticate con apparecchiature elettromedicali speciali, come descritto.
Tuttavia, possono essere effettuate anche con mezzi naturali e disponibili presso il domicilio, utilizzando dei rimedi fai da te.

Ad esempio, un cuscino con noccioli di ciliegia ha un’ottima capacità di trattenere il calore, emanandolo lentamente, senza raffreddarsi completamente. Si riscalda in forno e si applica sulle aree dolenti.

Tra i rimedi casalinghi dobbiamo annoverare anche la borsa dell’acqua calda, la quale può essere applicata direttamente sulla parte interessata preventivamente avvolta in un panno che potrà essere anche preventivamente inumidito, se necessario.

L’alimentazione sportiva: la dieta prima, durante e dopo l’allenamento

Uno dei cardini del benessere è svolgere regolarmente attività sportiva: insieme ad una corretta alimentazione è il binomio raccomandato dagli esperti della Salute!

I benefici di un’attività fisica regolare

Livelli di attività fisica regolari e adeguati:

  • aumentano il benessere muscolare e cardiorespiratorio
  • sono fondamentali per l’equilibrio energetico e il controllo del peso
  • migliorano la salute ossea e funzionale
  • riducono il rischio di ipertensione, malattie cardiache coronariche, ictus, diabete, tumore della mammella e del colon
  • diminuiscono il rischio di depressione
  • riducono il rischio di cadute e di fratture dell’anca o delle vertebre.

Il binomio sport/alimentazione è indispensabile per favorire il rendimento nell’allenamento, per migliorare la prestazione, accelerare il recupero e prevenire/alleviare i traumi ed i danni.

Il fabbisogno energetico dello sportivo

La miscela di “carburante” che alimenta l’esercizio, dipende da:

  • intensità
  • durata
  • tipologia dell’allenamento
  • stato nutrizionale di partenza.

Esercizi ad alta intensità favoriscono l’utilizzo prevalente di glucosio come fonte energetica, mentre esercizi prolungati, ma di intensità media, prediligono gli acidi grassi come substrato energetico.

La miscela si modifica anche in base al grado di allenamento della persona (una persona poco allenata usa i carboidrati come fonte energetica primaria) ed in base alle riserve di glicogeno del muscolo.

Linee guida per una corretta alimentazione dell’atleta

Un buono stato nutrizionale nello sportivo è mantenuto seguendo le linee guida generali per una corretta alimentazione.
In esse si consiglia che il contributo energetico derivante dai 3 macronutrienti debba essere così suddiviso:

  • 45-60%  dai CARBOIDRATI
  • 20-35%  dai LIPIDI
  • 10-15%  dalle PROTEINE

Carboidrati

I carboidrati prima dell’esercizio sono a basso indice glicemico (spaghetti integrali, farro in chicco, riso basmati, pasta di grano saraceno o di segale…) e non andrebbero consumati mai nella mezz’ora antecedente l’attività sportiva.
I carboidrati durante l’attività devono aiutare a prevenire l’esaurimento del glicogeno muscolare, non devono permanere troppo nello stomaco oppure dare fastidi digestivi; vanno inseriti per attività di durata superiore all’ora, di solito sotto forma di bevande energetiche.
I carboidrati dopo l’esercizio fisico devono ricostruire il glicogeno muscolare, quindi andrebbero consumati entro le 2 ore dalla fine dell’attività e dovrebbero essere ad alto indice glicemico (riso, pane, patate…).

Lipidi

I lipidi hanno una resa energetica maggiore rispetto ai carboidrati e sono utilizzati soprattutto in sforzi prolungati.
Non andrebbero consumati nell’ora che precede lo sforzo fisico perché rallentano lo svuotamento gastrico.
Bisognerebbe favorire l’apporto di omega 3 (grassi presenti soprattutto nel pesce e nei semi di lino) perché si aiuta a prevenire/diminuire lo stato infiammatorio che spesso accompagna gli atleti.

Proteine

Le proteine sono il costituente principale della fibra muscolare (miofibrille) quindi, un corretto apporto permette di aumentare il trofismo muscolare ed aiuta a prevenire l’utilizzo a scopo energetico (al posto dei carboidrati) degli aminoacidi.
L’apporto consigliato è di:

  • 1,0 g/kg peso corporeo/die per allenamenti leggeri
  • 1,2-1,4 g/kg/die per allenamenti di resistenza e più intensi
  • in allenamenti di potenza si può arrivare ad 1,6-1,8 g/kg/die per periodi non eccessivamente lunghi

Il Ministero della Salute fissa in 1,5g/kg/die il limite massimo di assunzione per non incorrere in problematiche renali ed epatiche.

Sia il pasto che precede l’allenamento che quello che segue dovrebbe contenere una quota di carboidrati ed una quota proteica: la presenza di entrambi i nutrienti da un lato rallenta la deplezione di glicogeno muscolare e di proteine che avviene durante l’attività sportiva; dall’altro favorisce la sintesi muscolare in modo più veloce ed efficace.

Senza dimenticarci di vitamine e minerali

Accanto alla miscela di “carburante energetico” vero e proprio non dobbiamo dimenticarci di vitamine e minerali, presenti per esempio in frutta e verdure fresche.
Importantissime non solo perché intervengono nei meccanismi biochimici di utilizzo dei 3 principali macronutrienti, ma anche perché alcuni hanno funzioni antiossidanti, fondamentali per prevenire le infiammazioni.

I prodotti di origine vegetale contengono, inoltre, alcune molecole chiamate fitocomposti, che sono sostanze antiossidanti e contribuiscono a prevenire danni a muscoli e tendini.

Consumare molta verdura e frutta dopo la gara permette anche un recupero di vitamine, sali minerali e fitocomposti antiossidanti.

Perle di Salute – Timing alimentare e idratazione

E’ importante fare attività sportiva adeguata alle proprie capacità, allo stato di allenamento ed all’età: uno sforzo fisico sbagliato ed eccessivo può portare a traumi, infiammazioni e stress all’apparato cardiovascolare.

Un corretto “timing” alimentare permette di utilizzare le riserve energetiche nel modo giusto: svolgere un’attività quando si è a digiuno da molte ore, magari dopo una giornata di lavoro intenso, può portare ad un evento ipoglicemico (in particolare per coloro che sono meno allenati), al contrario allenarsi con lo stomaco pieno (per esempio subito dopo pranzo) riduce la performance atletica e rallenta la digestione.

Un costante ripristino di acqua si deve fare durante e dopo un allenamento, in particolare se si ha elevata sudorazione e lo sforzo è intenso. Si suggeriscono circa 250mL ogni 15-20 minuti di attività.

Natale a tavola: gestire l'alimentazione durante le Feste

Un meraviglioso detto narra..

“Non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale!”

Vero, anzi verissimo! Viviamo le Feste con tutta tranquillità e serenità.
Da dove nasce questa frase? Nasce dalla conoscenza e dalla consapevolezza che i nostri cambiamenti di massa grassa non sono così rapidi come sembra, né in aumento né in diminuzione.
A volte si ha una maggiore predisposizione ad ingrassare, ma non è così veloce come si tenderebbe a pensare.

Tre fattori che determinano il consumo energetico

Il consumo energetico di una persona è determinato da 3 fattori:

  1. Metabolismo basale
  2. Termoregolazione indotta dalla dieta
  3. Attività fisica

Il metabolismo basale

Il metabolismo basale dipende:

  • dall’età (più invecchiamo e meno spendiamo)
  • dal sesso (purtroppo le donne spendono meno calorie degli uomini)
  • dalla composizione corporea (maggiore è la quota di massa muscolare, maggiore è il metabolismo basale)
  • da una componente genetica collegata anche alla funzionalità tiroidea che determina la tipologia di coloro che “ingrassano anche solo respirando il cibo” oppure che non ingrassano “neanche mangiando quintali di pasta”.

La termoregolazione

La termoregolazione indotta dalla dieta è una spesa energetica dovuta all’assunzione degli alimenti (digestione, assorbimento, utilizzo) e dipende:

  • dalla quantità
  • dalla tipologia (le proteine determinano una spesa energetica maggiore dei carboidrati la cui spesa energetica è, a sua volta, maggiore rispetto a quella dei lipidi).

L’attività fisica

Infine, l’attività fisica determina un aumento più o meno marcato della spesa energetica della giornata in funzione alla durata ed all’intensità della stessa.

Ahimè le donne non più giovanissime, poco attive e che magari non fanno gli spuntini tra i pasti, sono le persone che dovranno stare un po’ più attente, ma NON a Natale bensì durante il resto dell’anno.

Fabbisogno giornaliero ed aumento di peso

Applichiamo un po’ di matematica: la persona media di riferimento consuma circa 2’000 calorie al giorno, considerando una vita mediamente sedentaria.

Per aumentare di 1 kg di peso corporeo dovrebbe introdurre circa 7’000 calorie in più rispetto al suo fabbisogno: dovrebbe assumere perciò 9’000 Cal in un giorno.
DIFFICILISSIMO!! Soprattutto se consideriamo che:

  • 1 chilogrammo di pasta apporta 3’500 calorie
  • 1 chilogrammo di carne invece ne apporta circa 1’100
  • aggiungiamo 1 kg di frutta che ci procurano più o meno 400 calorie
    …siamo solo a 6’000 calorie, dopodiché credo si possa esplodere!

E’ stato calcolato che un pranzo natalizio, che parte dagli antipasti fino ad arrivare al dolce (comprensivo di panettone col mascarpone!), è in grado di far ingrassare (cioè aumentare la quota effettiva di massa grassa, non il peso alla bilancia del giorno dopo) di circa 200-250 grammi.

Non solo a Natale

Il peso che si legge sulla bilancia il giorno dopo il pranzo di Natale è il risultato di un eccesso di acqua accumulata nel corpo, dovuta al cibo ed al sale, e di un gonfiore addominale legato alla difficile digestione ed a eventuale stipsi.
Quello che è il vero problema non è il Natale, e nemmeno il Capodanno. Il problema è limitare i tanti brindisi con dolce e le uscite a cena che di solito accompagnano il mese di dicembre fino all’Epifania.
L’atmosfera natalizia, il freddo, le giornate più corte sono fattori che influiscono sul nostro stato emotivo: una coccola dolce, una chiacchierata con gli amici, una cioccolata in famiglia.

Godetevi il Natale, ma stringetevi attorno ad una tazza di tè o di tisana per scaldare il corpo ed il cuore.

Perle di Salute – Come affrontare il periodo delle feste a tavola

E’ presumibile che gli sgarri avverranno… ma non perdetevi d’animo e provate a seguire questi semplici suggerimenti:

  • Se per caso avete avuto una cena con amici a cui non avete potuto dire di no su dolce e antipasti, cercate di mangiare un pochino meno il giorno dopo.
  • Evitate il più possibile di fare eccessi due o tre giorni consecutivi: un dolcetto non incide, ma se è tutti i giorni purtroppo sì.
  • Potreste anche adottare una cena depurativa a base di sole tisane contenenti tarassaco, ortica, bardana, carciofo, cardo mariano. In questo mese complicato potrebbe essere fatta una sera a settimana, così poi da favorire anche il sonno.

Ricordo inoltre, che bere acqua e fare una bella camminata aiuta anche a smaltire i liquidi in eccesso. Approfittatene se siete a casa, in vacanza: il movimento, anche con tutta la famiglia, è un modo semplice per stare in forma divertendosi.


Il tuo nutrizionista saprà sicuramente consigliarti su come gestire il piano alimentare, partendo da un’organizzazione equilibrata dei pasti della giornata e della settimana. Perché, ricordandoci che la Salute inizia dal carrello, è bene trovare un equilibrio che ci consenta di mantenerci in Salute, non solo a Natale!

Il Coach Nutrizionale: chi è e cosa fa

Quante volte abbiamo sentito queste frasi:

  • “Ho fatto tante diete, ma ho sempre ripreso il peso perso!”
  • “Vorrei fare una dieta, ma non ho proprio tempo per cucinare e lessare le verdure.”
  • “Mangio sempre in mensa o fuori casa e non riesco a tenere sotto controllo le quantità.”
  • “Non riesco a conciliare con serenità le mie esigenze alimentari con quelle della mia famiglia e ogni volta a tavola è uno stress.”
  • “Con la dieta non ho più il piacere di mangiare; è tutto insapore.”
  • “Vorrei seguire la dieta, ma purtroppo ci sono troppe occasioni, cene con amici, compleanni, festività, che mi impediscono di seguirla per bene e alla fine la bilancia non scende!”

A volte il problema non è avere una dieta, ma cercare di seguirla e di applicarla alla propria quotidianità.
Il tentativo è proprio quello di dare un regime alimentare che non sia un percorso di un mese, ma un vero e proprio cambiamento di stile di vita!

Il Coach Nutrizionale: chi è e cosa fa

Il Coaching Nutrizionale ha come obiettivo proprio quello di fornire alle persone gli strumenti per poter affrontare e superare, in modo SEMPLICE E DURATURO, tutti quei limiti che impediscono di mettere in atto una dieta sana ed equilibrata e di mantenerla nel tempo.

Il Coach Nutrizionale è competente e imposta un piano alimentare, con tipologia e grammature degli alimenti. Oltre a questo, è in grado di consigliare come:

  • scegliere gli alimenti tra tutti quelli disponibili
  • cucinare i cibi
  • conservare i prodotti
  • mangiare
  • organizzare la settimana e la giornata alimentare.

Il Coach diventa un vero e proprio supporto alla persona!

Durante il percorso formativo in Coaching Nutrizionale, l’alimentazione viene analizzata in tutte le sue sfaccettature, sia attraverso conoscenze teoriche che conoscenze pratiche. Obiettivo è rendere il professionista autonomo e critico nei confronti delle mille informazioni alimentari, per poter dare consigli e seguire nel tempo i suoi pazienti.
Messaggi come “i 10 cibi che ti fanno ingrassare”  o, al contrario, “i 5 cibi che ti fanno guarire”, vengono analizzati minuziosamente per comprenderne i confini del marketing e gli interessi economici che si nascondono.

Le sedute di Coaching Nutrizionale

Ogni Nutritional Coach sviluppa la propria modalità professionale ma, di base, un percorso di Coaching Nutrizionale è composto da almeno 6 incontri, di circa 45 minuti ciascuno, così impostati:

  1. Conoscenza della persona attraverso anamnesi alimentare, abitudini e necessità, con proposta di un regime alimentare. Misurazioni antropometriche e stima della spesa energetica.
  2. Consegna del piano alimentare personalizzato e di un diario alimentare, da compilare per tutta la durata del percorso.
  3. Analisi dei primi risultati ottenuti (misurazioni ripetute ad ogni incontro), lettura del diario, consegna di ricette di cucina sulla base dei gusti della persona.
  4. Analisi delle ricette portate dal paziente. Studio e lavoro su come organizzare i pasti, sui pasti fuori casa, gli eventi extra, le festività e gli incontri sociali.
  5. Valutazione dell’organizzazione “sociale”. Analisi dell’etichettatura dei prodotti e indicazioni su come fare la spesa, perché “la Salute inizia dal carrello“.
  6. Indicazioni pratiche sulla lettura delle etichette dei prodotti. Proposta di un ulteriore incontro, a lungo termine, per la valutazione del mantenimento.

Ad ogni incontro, il Coach è in grado di modulare, spiegare, modificare il regime alimentare, cercando di creare un vero e proprio stile di vita sano e corretto, a cui il paziente farà serenamente riferimento, rendendolo consapevole ed autonomo nelle scelte, senza far percepire che è a “dieta”

La tecnologia degli alimenti

La chimica e la tecnologia degli alimenti costituiscono quelle branche della scienza che vengono in aiuto per poter capire cosa succede veramente agli alimenti.
Per esempio, è possibile capire come mai un cereale ha un indice glicemico maggiore di un altro, valutando la composizione dei granuli d’amido (con strutture molto diverse tra cereale e cereale) e la tipologia di amido contenuto.
O ancora, ci possiamo difendere dai falsi miti come quello dello zucchero grezzo, integrale, raffinato… un grande pasticcio che vorrebbe far credere che non vi sia un passaggio nella calce… passaggio necessario per renderlo commestibile e che, quando poi viene lavata, rilascia… CALCIO, molecola non solo innocua, ma addirittura necessaria al nostro organismo.
Si può conoscere quali sono le molecole dannose presenti negli alimenti: per produzione (ad esempio l’acrilammide nelle patatine fritte) o perché naturalmente presenti (ad esempio l’avidina nell’uovo crudo).
Oppure è possibile conoscere le molecole che fanno bene (antiossidanti, vitamine, omega 3….), dove si trovano e in che modo ci aiutano.
Una biochimica applicata alla pratica!

Col cuore in tumulto, tra ansia e angoscia – la visione in MTC

Con la parola “ansia” si è soliti includere una complessa combinazione di sensazioni: dall’apprensione alla preoccupazione, dalla paura al panico.

Sterminata è la varietà dei sintomi che si manifestano:

  • alcuni sono parametri fisici, ben misurabili, come l’alterazione del battito cardiaco
  • altri sono solo sensazioni, come l’intolleranza ad abiti che stringono (cinture, reggiseno, cravatta) o la sensazione di farfalle nella pancia che genera inquietudine.

Una “classifica”, basata su stato di gravità e differenziazione dei sintomi, sigla i vari tipi di comportamenti:

  • DAG se si parla di disarmonia che persiste nei mesi
  • DP se si aggiungono panico e forti alterazioni metaboliche
  • FOBIA, tra cui ansia sociale
  • DOC coazione alla gestualità ripetuta

Cause e motivi che generano la reazione d’ansia

Le cause che generano la reazione d’ansia sono molte e diverse, tra le quali non vanno sottovalutate:

  • una “noia dell’esistenza”
  • la ricerca di significato in ciò che si fa
  • la coerenza con ciò che si è

Per contrastare l’atteggiamento dell’ansioso che si rovina la giornata perché pensa al futuro di certo possono rivelarsi utili le pratiche che riportano l’attenzione al presente proprio!

L’ansia classificata in Medicina Cinese

In un’ottica olistica, orientale, dove “tutto è parte del tutto”, anche l’ansia deve pur avere un suo perché!
L’ansia, come la rabbia, o la paura, sono manifestazioni della nostra emotività. Qualsiasi emozione, se adeguata in intensità e non persistente nel tempo, ha una propria funzione specifica, una sua utilità.

La Medicina Cinese, nella sua meravigliosa linearità, oltre a dedicarsi alla descrizione delle varie forme di ansia, concentra la propria attenzione su “cosa succede al movimento del Qi”, dell’energia, nella persona quando è preda di uno stato di ansia, di angoscia (lo stato intermedio tra ansia ed attacco di panico) o di inquietudine.

Pone così una prima interessante suddivisione, a cui corrisponderanno diversi tipi di trattamento:

  • nell’ansia l’energia, il Qi, si muove in modo disordinato, anarchico, in tutte le direzioni.
    In Medicina Cinese quando si parla di Ordine si parla innanzitutto del meridiano VESCICA URINARIA e dell’organo POLMONE, ovvero respirare in modo ordinato
  • nell’angoscia, il movimento del Qi è congelato, l’angoscia è un non movimento.
    Gli stimoli che provengono dall’esterno sono percepiti come un troppo intensi o ravvicinati, tali da non poter essere gestiti/digeriti. Qui si parte dallo STOMACO: lo stomaco produce il sangue e il sangue è la casa della nostra psiche
  • nell’inquietudine le persone riferiscono di aver sempre “il cuore in gola” o sognano di dover scappare, di essere inseguiti.
    È una perdita del proprio Centro; la sua comparsa si potrebbe accompagnare al momento in cui “ciò che è stato sepolto” torna a galla. Il meridiano della VESCICA BILIARE è un buon punto di partenza per affrontare questi casi, da associare all’organo CUORE, l’Imperatore.
Appare sempre più evidente che l’eccesso di un sentimento si ripercuote sul buon funzionamento degli organi; così come il cattivo funzionamento di un organo può essere sottolineato da un’alterazione dei sentimenti.

E se l’ansia compare senza motivo?

Spesso molti di noi cercano di capire, o si sforzano d’immaginare le ragioni razionali del proprio stato d’ansia. Ma, come detto, magari l’origine dello stato d’ansia deriva dal cattivo funzionamento di un organo.
A questo proposito, qualche interessante suggerimento lo si trova in “ORGANI ED EMOZIONI”:

  • il “vuoto” dell’energia del Fegato determina la paura / il “pieno” determina la collera
  • il “vuoto” dell’energia del Cuore determina il pianto / il “pieno” risa irrefrenabili
  • il “vuoto” dell’energia della Milza-pancreas si manifesta con depressione e astenia mentale / il “pieno” con ossessioni e idee fisse
  • il “vuoto” dell’energia (QI) del Polmone determina l’angoscia / il “pieno” la sovreccitazione
  • il “vuoto” dell’energia (QI) del Rene determina indecisione e apprensione / il “pieno” autoritarismo e stravaganza.

Perle di Salute: PC6 Neiguan – un solo Punto per ansia, nausea e aritmia

C’è un punto nel meridiano di MINISTRO DEL CUORE, si chiama PC6 Neiguan e si trova a tre dita dalla piega del polso, esattamente al centro del braccio, tra i tendini.

La stimolazione è molto semplice, può essere fatta con il pollice, cercando di “penetrare” un po’ tra i tendini, per poi esercitare
– delle pressioni ripetute ogni 3/5 secondi
– oppure delle pressioni rotatorie, in senso antiorario.

L’efficacia della stimolazione di questo Punto lo ha reso noto anche al di fuori dell’ambito della Medicina Cinese. È infatti lo stesso Punto che viene stimolato indossando il “polsino antinausea”, consigliato a chi soffre di mal di mare o mal d’auto, tutte circostanze dove la nausea ha radici nella psicoemotività.

La disbiosi intestinale: cos’è, cause e dieta da seguire

L’enorme importanza dell’intestino sulla salute umana era già stata intuita da Ippocrate circa 2.500 anni fa, al punto da spingerlo ad affermare che: “Tutte le malattie cominciano nell’intestino”.

Si sa che una corretta funzionalità intestinale migliora la Salute e previene molte malattie, ma sempre più forte è l’idea che questa azione non sia solo dovuta alle cellule intestinali, ma anche al nostro “coinquilino” microbiota.

Intestino: il confine tra dentro e fuori

Oggi sappiamo che l’intestino rappresenta uno dei più importanti baluardi immunitari dell’organismo. Basti pensare che con la sua superficie, di circa trecento metri quadrati, quest’organo ospita qualcosa come centomila miliardi di microrganismi e produce grossomodo il 60-70% delle cellule immunitarie dell’organismo.

Tutto questo perché, aldilà della nota funzione digerente, l’intestino rappresenta un’importante linea di demarcazione tra il mondo esterno e quello interno.

La comunità scientifica sta prestando sempre più attenzione alla conoscenza ed allo studio delle specie microbiche che popolano l’intestino, tanto che le pubblicazioni scientifiche sono aumentate esponenzialmente negli ultimi 10 anni.

Il microbiota

Il microbiota è considerato un organo a tutti gli effetti perché ha profonde azioni sulla nostra Salute.

I componenti del nostro microbiota sono:

  • Batteri (in quantità maggiore)
  • funghi
  • virus
  • protozoi.

Le sue principali funzioni sono:

  • stimolare il transito intestinale
  • trofismo delle cellule intestinali
  • mantenere intatta la barriera intestinale
  • modulare l’attività immunitaria
  • controllare/contrastare i batteri patogeni
  • avere funzioni metaboliche importanti.

Quando il microbiota è in equilibrio si ha una migliore funzionalità intestinale che si riflette sulla Salute in generale.
Questa condizione viene chiamata EUBIOSI.
Quando si è in eubiosi, il nostro intestino ha un microbiota con elevata biodiversità di specie che impedisce il prevalere di poche specie, mantenendo un’armonia che si riflette sulla barriera intestinale che rimane integra e perfettamente funzionante.

La disbiosi intestinale

Al contrario, quando vi è uno squilibrio della microflora e quindi il numero di specie batteriche diminuisce e prevalgono quelle patogene (dette patobionti), si va incontro alla DISBIOSI.

La disbiosi determina una serie di problematiche tra le quali:

  • cattiva digestione
  • gonfiore ed aria addominale
  • infiammazioni dell’apparato digerente
  • allergie/intolleranze alimentari
  • cistiti ricorrenti

L’evolversi di questi disturbi fastidiosi, ma non preoccupanti, però è verso patologie correlate alla disbiosi quali:

  • obesità
  • patologie epatiche come ad esempio la steatosi non alcolica
  • alcune forme di cancro
  • aterosclerosi
  • malattie autoimmuni
  • alterazioni del tono dell’umore

Cosa può alterare o modificare il microbiota?

Intanto, già alla nascita il tipo di parto, l’allattamento e lo svezzamento influiscono sulla composizione batterica del neonato.

Malattie, uso di farmaci ed età sono altri fattori che modificano il microbiota.
Ma se su questi elementi poco si può fare, possiamo invece agire sull’attività fisica e soprattutto sull’alimentazione.

La Western Diet

Nei paesi avanzati si è andata sviluppando quella che viene definita “Western diet”, ricca di grassi saturi, sale, zucchero, carni e formaggi e povera di fibre ed alimenti di origine vegetale…
Questa dieta alimentare è estremamente gustosa… ma poco salutare!

Il nostro coinquilino microbiota ne risente moltissimo; così, con questo tipo di dieta selezioniamo quelle specie microbiche chiamate “putrefattive” … il termine stesso rende già l’idea che, in effetti, non sia proprio un coinquilino che vorremmo avere nel nostro corpo.

La Dieta Mediterranea

La dieta Mediterranea, patrimonio Unesco, è un esempio di regime alimentare che è in grado di spostare l’equilibrio batterico da “putrefattivo” a “fermentativo” (quello “buono”).

In grandi linee, la dieta mediterranea prevede:

  • il consumo di alimenti di origine vegetale alla base, quindi frutta, verdura, cereali integrali.
  • L’uso di olio d’oliva come principale fonte di condimento
  • la diminuzione di latticini
  • il consumo di pesce e legumi
  • una riduzione importante di prodotti carnei e salumi, oltreché di dolci e prodotti pasticciati o fritti.

Ma la forza di questa dieta risiede anche nel fatto che promuove l’uso di prodotti locali, poco trattati, e favorisce la biodiversità e la stagionalità degli alimenti.

In tutto questo, come già consuetudine delle popolazioni mediterranee, si cerca di favorire la convivialità, la tradizione e la trasmissione alle generazioni successive di questo stile alimentare.

Perle di salute – Applicare la Dieta Mediterranea nella nostra quotidianità

Dobbiamo partire da una buona organizzazione: la spesa intelligente è la prima azione da compiere.
L’ideale sarebbe quello di poterla fare 2 volte a settimana, così da avere in casa prodotti freschi che non vadano a male.
Soprattutto in estate, se acquistiamo troppa frutta e verdura rischiamo che marcisca o che comunque perda parte del suo patrimonio vitaminico.
Se fattibile, si può anche cercare un produttore in zona, da cui acquistare prodotti di stagione e magari con cui concordare una consegna che agevolerebbe chi non ha tanto tempo durante la settimana.

Una volta acquistati i prodotti, giocate con la varietà ed i colori: dalla colazione con le fragole e lo yogurt, al pranzo con riso venere zucchine e pomodori, alla cena con legumi in un’insalata mista.
Il tutto intervallato da frutta e da semi secchi come noci o mandorle negli spuntini!

Vitamine dalla A alla Z

La scoperta delle vitamine

La scoperta delle vitamine è stata una vera e propria rivoluzione.
Già nel periodo storico antico, che arriva fino al 1’500 a.c., sono state trovate descrizioni cliniche del beri-beri, che oggi sappiamo essere una malattia causata da carenza di vitamina B1, in scritti cinesi risalenti al 2’600 a.c.
Cenni di scorbuto, malattia causata da carenza di vitamina C, si leggono già nel 1’150 a.c., nel papiro di Eber (XVIII dinastia Egizia).
In questa era storica, però, non vi era alcuna conoscenza né sospetto della causa eziologica di queste malattie.

Nella successiva epoca, i primi medici intuirono un’interazione tra alcune malattie e sostanze presenti negli alimenti: di fatto, in papiri egizi risalenti al 1’500 a.c. si trovano descrizioni di cure dell’emeralopia (la cecità notturna) con succo di fegato che veniva applicato sugli occhi, anziché ingerito.

In epoche molto più recenti (nel XVI secolo) vi sono descrizioni riguardanti l’utilizzo di alcuni alimenti che, se consumati, possono proteggere dalle malattie, come l’efficacia di decotti di aghi di pino e del succo di limone per trattare lo scorbuto degli equipaggi di navi di lungo corso.

E’ solo alla fine del XIX secolo che i grandi scienziati iniziano a capire che la presenza di agenti esogeni (lavori di Pasteur su microbi e tossine) è responsabile di alcune malattie, tanto quanto l’assenza di alcuni fattori nutrizionali.
Nel 1890 Eijkmann trova il fattore nutrizionale che guarisce il beri-beri nella cuticola del riso; solo nel 1911 Funk lo chiamerà “VITAMINA”, cioè ammina della vita, creando un concetto rivoluzionario: la nozione di fattore nutrizionale indispensabile alla vita.

Nell’era dei chimici, tra il 1910 ed il 1950, gli scienziati isolano le vitamine ottenendo vari nobel in riconoscimento. E’ sempre in questo periodo che avviene il passaggio fondamentale tra la scoperta in laboratorio e la produzione industriale: T. Reichstein propone ad Hoffmann-La Roche di produrre, su scala industriale, la vitamina C.

Nel periodo attuale, le conoscenze relative alle proprietà delle vitamine, alle loro interazioni, ai meccanismi di funzionamento ed ai loro derivati metabolici sono sempre maggiori ed importanti.

Vitamine: due grandi gruppi

Le vitamine sono un gruppo eterogeneo di sostanze organiche, a basso peso molecolare, che:

  • non hanno un valore energetico proprio
  • sono necessarie al nostro organismo in piccole dosi
  • non vengono sintetizzate dal corpo
  • sono fornite dagli alimenti

Possiamo dividere le vitamine in due macro gruppi:

  1. Vitamine liposolubili: A, D, E, K
  2. Vitamine idrosolubili: B1, B2, B3, B5, B6, B8, B9, B12, C

Il primo gruppo, le vitamine liposolubili, è caratterizzato dal fatto che le molecole di cui sono composte si sciolgono nei grassi e di conseguenza vengono assorbite meglio in una matrice alimentare grassa.
Una volta assorbite, seguono la via linfatica e si dirigono verso diversi luoghi di deposito (fegato/muscoli/adipociti/lipoproteine).

Il secondo gruppo, invece, le vitamine idrosolubili, è caratterizzato da molecole che si sciolgono in ambiente acquoso e non sono immagazzinate nel nostro organismo.

Vitamine dalla A alla Z

Vitamina A

Presente in alimenti color arancione e verde scuro, nel fegato e nelle uova.
E’ necessaria per la visione, in particolare quella notturna, ma è stato recentemente scoperto il suo ruolo nella differenziazione cellulare con secchezza della pelle e ipercheratosi (ispessimento della pelle) in caso di carenza.

Vitamina D

E’ presente sostanzialmente nei pesci, ma si può produrre anche sulla cute, con l’aiuto delle radiazioni ultraviolette.
Interviene nel metabolismo del calcio e del fosforo, ma anche sulla differenziazione cellulare, sulla sensibilità all’insulina e sulla difesa immunitaria innata.

Vitamina E

E’ presente in oli e semi secchi come arachidi, mandorle e noci.
E’ un potente antiossidante che protegge le membrane cellulari dal danno ossidativo.
Viene ripristinata dalla vitamina C.

La vitamina K

Presente nei vegetali verdi, interviene nel processo di coagulazione del sangue.

Le vitamine del gruppo B

Sono coinvolte in diverse reazioni metaboliche come cofattori enzimatici ed intervengono in reazioni che coinvolgono il metabolismo dei glucidi, dei lipidi e delle proteine.

La vitamina C

Presente in diversi alimenti di origine vegetale quali arancia, kiwi, cavolfiore, ribes, peperoni, rucola, limone.
Ha molteplici funzioni: necessaria per la produzione di collagene, favorisce l’assorbimento intestinale del ferro, aiuta il sistema immunitario, protegge le cellule dai danni dei radicali liberi, ha un’azione antitumorale.

Alcune vitamine agiscono in sinergia (vitamina A e D, oppure vitamina D e K, oppure vitamina E e C) e sono indispensabili per il corretto funzionamento del nostro corpo.

Oggi, nei paesi sviluppati non sono più presenti evidenti carenze alimentari (beri-beri, pellagra, cecità…) anche se, in alcune situazioni particolari si possono instaurare lievi carenze determinate da:

  • situazioni di stress
  • difficoltà nell’assorbimento
  • privazioni di cibo da diete dimagranti eccessivamente drastiche
  • alimentazione non corretta, carente in cibi freschi, poco trattati e genuini.

Perle di salute – Regola d’oro: variare l’alimentazione

Le vitamine sono presenti in tutti gli alimenti, non solo in frutta e verdura come si è soliti pensare. Ma non esiste un alimento principe che le contenga tutte.
E’ perciò fondamentale applicare la regola più importante di una corretta alimentazione: variare.
In questo modo assicuriamo al nostro corpo tutte le sostanze che ci servono:

  • la vitamina E nei semi e negli oli
  • la vitamina D nel pesce
  • la vitamina B12 si trova solo in alimenti di origine animale
  • le altre vitamine del gruppo B si possono trovare sia in alimenti di origine vegetale che di origine animale
  • vitamina C in ortaggi e frutta.
Buona abitudine sarebbe quella di seguire la dieta Mediterranea (patrimonio Unesco) come esempio di regime alimentare che assicura tutti i nutrienti necessari al nostro corpo!
Il tuo nutrizionista saprà sicuramente consigliarti su come gestire il piano alimentare, partendo da un’organizzazione equilibrata dei pasti della giornata e della settimana. Perché, ricordandoci che la Salute inizia dal carrello, è bene trovare un equilibrio che ci consenta di mantenerci in Salute

Organizzare i pasti, dalla colazione alla cena

Alimentazione: la regola d’oro

Nell’alimentazione vige una regola principe, in assoluto la più importante, che è quella di VARIARE ogni giorno e nella stessa giornata gli alimenti che si assumono.
Perché questa regola? Perché non esiste un singolo alimento che sia perfetto!

Variare significa:

  • introdurre tutti i nutrienti che ci servono
  • limitare gli elementi negativi presenti (come contaminazioni esterne o presenza di nutrienti non salutari)
  • evitare la noia

Una volta le diete dimagranti erano sinonimo di “punizione”, forse ancora oggi c’è questo pensiero (sbagliato!)  legato ad un regime privo di colori e di sapori ed estremamente monotono!

Alimentarsi è un piacere che coinvolge tutti e 5 i nostri sensi: vista, olfatto, gusto, in primis, ma anche tatto ed udito sono importantissimi (se una patatina non “crocchia” la percepiamo come meno buona).
Avere un buon rapporto col cibo è fondamentale per godere di questo piacere, per socializzare, per mantenere un corretto peso corporeo e per non entrare in dinamiche sbagliate con esso.

Ma in questa società in cui manca il tempo è possibile?
La risposta è sì, con una buona organizzazione ed il piacere di farlo.

Prima di tutto: organizzare i 5 pasti

Intanto è necessario cercare di impostare bene la giornata.
I 5 pasti consigliati nascono dalla conoscenza dei ritmi fisiologici di fame e sazietà che ci appartengono:

  • colazione
  • pranzo
  • cena
  • 2 spuntini: a metà mattina e a metà pomeriggio

sono i 5 pasti che dovremmo fare.
Chiaro che se una persona ha tempi molto diversi a causa, per esempio, del lavoro, di turni o altro, i pasti possono diventare 4 saltando uno spuntino, ma mai rinunciando ad uno dei 3 pasti principali.

La colazione

Dovremmo alzarci affamati dopo almeno 8-10 ore di digiuno notturno; se ciò non accade dovremmo provare ad anticipare la cena, renderla più leggera e magari puntare la sveglia 10 minuti prima al mattino per permettere al corpo di fare passare più tempo prima di sedersi e fare la colazione.
Abituatevi ad apparecchiare alla sera la tavola (una bella tovaglia colorata, tazze, cucchiaini, tovaglioli, zucchero, fette biscottate o cereali ecc..).
Se avete figli date il buon esempio e, se compatibile con i tempi lavorativi, fate colazione insieme a loro.

Gli spuntini

Per gli spuntini si può sempre pensare a frutta di stagione, inserita in opportuni contenitori se siete in giro, oppure a frutta secca come noci o mandorle, più pratica da trasportare.

Pranzo e cena

Per organizzare gli altri pasti è fondamentale fare una spesa intelligente che vi permetta di avere tutti i cibi di cui avete bisogno a disposizione, in caso contrario si rischia la monotonia e la noia, di cui si è accennato all’inizio, che non sono amiche della sana alimentazione.

Pranzo e cena possono includere un primo piatto e/o un secondo piatto in funzione alle necessità ed al tempo disponibile. Le verdure dovrebbero essere sempre presenti.
Per chi dispone di meno tempo, si possono creare piatti unici, come ad esempio riso venere con verdure e seppioline oppure pasta integrale e fagioli rossi.

Come per gli spuntini, è sempre possibile portarsi il pasto in opportuni contenitori, per chi non ha possibilità di avere una cucina a disposizione.
Per coloro che hanno, invece, a disposizione una mensa o un ristorante è consigliabile scegliere un secondo piatto semplice, in modo che non sia troppo condito e pesante da digerire.

Per rendere agevoli, piacevoli e varie le diverse giornate, ogni sabato ritagliatevi il tempo necessario e stabilite sommariamente cosa vi piacerebbe mangiare durante la settimana.
Buttate giù un elenco dei pranzi e delle cene tenendo liberi i giorni del weekend ed eventuali inviti a cena

Perle di salute – L’organizzazione settimanale

Partire dall’organizzazione settimanale per avere una buona gestione giornaliera dei pasti è fondamentale.

Quando create la vostra lista settimanale di alimenti tenete sempre in considerazione queste cose:

  • non esagerate con le frequenze di formaggi ed affettati tenendoli a disposizione in quei giorni in cui si ha meno tempo a disposizione
  • garantite almeno due – tre pasti in cui sia presente il pesce
  • usate frequentemente (se non creano disturbi) i legumi come secondo piatto che può essere anche una scelta molto veloce in quanto disponibili legumi precotti
  • variate il tipo di primo piatto (non solo pasta o riso, ma anche farro, orzo, grano saraceno, quinoa…)
  • variate, sfruttando i colori, frutta e verdura (dal radicchio viola al finocchio bianco ecc…)

e ricordate: mai la stessa cosa ogni giorno!

Squilibrio energetico? Una questione di Yin-Yang

Le origini del concetto Yin-Yang

È sorprendente a pensarci, ma il concetto di yin-yang risale al libro Dào Dé Jīng (道德 經) di Lǎozi, scritto circa 2600 anni fa, in Cina.
In questo testo si dice che gli uomini, la loro armonia, l’evoluzione che compiono e la possibilità di preservarsi in salute sono regolati dal medesimo meccanismo: lo yin-yang, l’alternanza armonica di contrazione/ espansione, di azione/ riposo.

Il punto bianco (lo yang) in campo scuro (lo yin), così come il punto scuro in campo bianco, raccontano che nulla esiste in senso assoluto, tutto è già presente a livello embrionale, proprio all’apice del suo opposto. Come l’amore con l’odio o il bene ed il male.

Eraclìto, l’eminente filosofo greco presocratico, scrive: “Ciò che è opposto si concilia, dalle cose in contrasto nasce l’armonia più bella e tutto si genera per via di contesa”. E ancora: “l’universo non è il prodotto di dei o uomini, ma un ordine universale unico ed eterno”.

Yin-Yang in Medicina Cinese

“L’origine della purezza risiede nell’impurità.
Il movimento è il fondamento della quiete.”

Tutto è pervaso dall’idea di yin-yang nella cultura taoista, in tutte le arti: dalla danza alla pittura, dal Feng shui, l’arte di arredare, alle arti marziali. E, naturalmente, anche in medicina.
I canali energetici che attraversano il corpo umano e che ospitano i punti di agopuntura, si suddividono in canali yin e canali yang.
I primi scorrono, come linfa, dal basso, dalla terra, verso l’alto.
I secondi, come pioggerella rinfrescante, dal cielo muovono verso terra.

Ma cosa significano nella vita di ciascuno?
Per il praticante di Medicina Cinese, se un punto porta il termine “yin” nel proprio nome, come il Punto SAN YIN JIAO SP6, avrà una spiccata funzionalità sullo yin. Per esempio fa salire il sonno agli occhi, o l’appetito allo stomaco.

Benessere: la capacità di adattarsi

La salute ed il benessere, la prosperità del nostro stato immunitario passano dalla capacità di adattarsi.
Il continuo mutamento e adeguamento a ciò che succede nella nostra vita, emotiva e psichica, ma anche esternamente con il cambio di clima meteorologico o sociale intorno a noi, richiede il nostro adattamento.
Si provi ad immaginare una persona che si trova ad essere sospinta dagli altri e pressata a prendere decisioni … altro che mal di testa!!! È come essere accerchiati dai quattro venti.
L’alternarsi di yin yang garantisce di rimanere in contatto con il proprio centro, la nostra integrità di persone.

 

Praticare il “non attaccamento”

Si può fare solo mantenendo il “Cuore Vuoto”; è la via attraverso la quale è possibile mantenere la propria salute. L’equilibrio dinamico dello Yin Yang è il manifestarsi di tutto ciò. È l’organismo che continuamente mantiene il suo equilibrio dinamico.Come una mongolfiera la parte aerea rappresenta le componenti yang dell’organismo, la zavorra rappresenta tutte le componenti yin.

Ogni momento è dedicato a compensare la variazione di temperatura (yang) del pallone e le controparti pesanti (nel corpo umano le ossa, i liquidi, ecc.) al fine di mantenere l’altezza prefissata.
Piccole oscillazioni intorno a questa linea possono essere controbilanciate dall’attività omeostatica dell’organismo, ma quando queste oscillazioni diventano troppo ampie è necessario intervenire con dei metodi di riequilibrio energetico, prima di vedere la mongolfiera volare via o precipitare.

Significato letterale del termine Yin


YIN è un termine formato da tre pittogrammi (collina, persone sotto un tetto, nuvole). Insieme danno vita all’ideogramma che indica il lato buio (in ombra) della collina. La parola, nella lingua cinese, è un concetto.
Per analogia YIN significa quindi oscurità, freddo, passività della notte, polo negativo, la terra (rispetto al cielo), la luna, i demoni, la sfortuna.
La femmina yin è la possibilità di concretezza, grazie all’ovulo.

Significato letterale del termine Yang


L’ideogramma YANG è composto dai due pittogrammi (collina e sole).
Indica il lato soleggiato della medesima collina.
È l’opposto da quanto espresso con lo yin, ma attenzione: si tratta pur sempre della medesima collina!
Il Giorno, o il sole, fa riferimento all’attività, al movimento, al calore.
Yang è luce, sole, giorno, attività, aria, fortuna, fuoco, positività…
Il maschio yang è potenzialità, quale portatore di spermatozoi.

L’universo è un continuo fondersi di forze, l’alternanza yin-yang bilanciata dà vita alla totalità del mondo, in modo armonico, come nelle arti marziali, dove la tecnica si affina nel rapporto tra tensione e flessibilità.

Allo stesso modo opera il terapista di tecniche orientali:
bilancia i vuoti e i pieni, gli yin e gli yang.

LA SALUTE È UN EVENTO DINAMICO:
È L’ARMONICO ALTERNARSI DI YIN-YANG

Valutare lo stato dello Yin Yang

Deficit dello Yang

Le caratteristiche del deficit di Yang sono sovrapponibili a quelle del deficit di energia: stanchezza, sonnolenza, debolezza, voce fioca.
Nel deficit di Yang si manifesta la sensazione di freddo in un’area o in tutto il corpo.

  • Lentezza nei movimenti e nell’ideazione
  • Introversione, depressione
  • Arti freddi, sensazione di freddo al corpo o in alcune sue parti
  • Desiderio di cibi caldi
  • Indolenzimento lombare
  • Dolori che migliorano con l’applicazione di caldo
  • La lingua è pallida

Deficit dello Yin

Nel corpo lo Yin è rappresentato dai liquidi, dalle strutture più compatte: denti e ossa; dagli ormoni e dai minerali. Dalla possibilità di rinfrescarsi.
Nel deficit di Yang si manifesta la secchezza.

  • Sete e gola un poco asciutta, mucose un poco asciutte, urine scarse
  • Lieve sudorazione notturna, risvegli notturni, un certo iperattivismo ed estroversione
  • Segni di falso calore: guance rosse, calore ai 5 centri (palmi, piante e fronte), febbre serotina
  • La lingua è rossa.

Perle di salute – Prevenzione: autoregolare lo Yin-Yang del corpo

Il RENE è l’organo che, da un punto di vista energetico, in Medicina Tradizionale Cinese rappresenta “la radice”, sostiene tutta l’impalcatura energetica, è origine e garante dello yin-yang nel corpo.

Lo Yang è l’aspetto funzionale, attiva Energia, riscalda (Fuoco del Rene).
Lo Yin è nutrimento (l’aspetto legato al Sangue) e raffreddamento (Acqua del Rene).

Se sei freddoloso tonifica lo yang!
Il pollo tonifica il Jing, l’Essenza Vitale, oltre alla Milza, l’organo, con i Reni, preposto alla prosperità dello Yang.

Se soffri il caldo, tonifica lo yin! per esempio con i frutti di bosco! Dal sapore acido e con natura tiepida, hanno impatto sugli organi Fegato e Reni. Utili contro le infiammazioni, sostengono il mantenimento dello Yin.