Microbiota, disbiosi e alimentazione

L’intestino è l’organo che per primo viene a contatto con sostanze nutritive e sostanze “estranee” al nostro corpo; esso è il fronte immunitario più importante!
Tutti sappiamo che una corretta funzionalità intestinale migliora la salute e previene molte malattie, ma sempre più forte è l’idea che questa azione non sia solo dovuta alle cellule intestinali, ma anche al nostro “coinquilino” microbiota.

Equilibrio vs disbiosi intestinale

Si parla spesso di flora batterica, ma nel nostro intestino convivono batteri (microbiota), funghi (micobiota), virus (virobiota) e protozoi.
Il loro equilibrio determina il corretto funzionamento intestinale.

Al contrario, se per ragioni diverse quali infezioni, trattamenti con antibiotici, operazioni, stress, vita disordinata o dieta non corretta, si altera questo equilibrio, ne deriva una condizione di disbiosi.

La disbiosi è quindi definita come un’alterazione importante nella quantità, tipologia e funzionalità dei microorganismi intestinali.

Il microbiota: che cos’è

Il microbiota è uno degli elementi fondamentali di tutto l’ecosistema intestinale; ci aiuta ad assimilare il cibo, ci protegge da molte malattie e ci fa stare meglio.

Il microbiota intestinale è costituito da circa 100 trilioni di microbi (10 volte superiore al numero delle nostre cellule umane) ed il loro peso è stimato attorno ad 1,5-2 kg.
I benefici principali sono da attribuire ai batteri, i più rappresentati, di cui vengono riportati 5 Phyla principali presenti nell’uomo:

  1. Firmicutes
  2. Bacteroidetes
  3. Actinobacteria
  4. Proteobacteria
  5. Fusobacteria

I primi due (Firmicutes e Bacteroidetes) compongono il 90% del microbiota intestinale.

Se dalla nascita e durante l’adolescenza la composizione del microbiota si modifica, nell’età adulta è piuttosto stabile, per poi modificarsi nuovamente negli anziani.
La vita intrauterina determina già una colonizzazione dovuta a batteri contenuti nel liquido amniotico; la modalità del parto (cesareo o naturale), così come il tipo di allattamento (latte materno vs formule per lattanti), modificano le specie che andranno poi a colonizzare il colon.
Nell’età adulta, le modificazioni sono principalmente dovute a stress, patologie, farmaci e stile di vita e/o alimentazione scorretti.

Oggi, sempre maggiori e autorevoli evidenze confermano quanto il microbiota sia correlato ad alcune patologie quali malattie cardiovascolari, steatosi epatica, malattie autoimmuni, malattie del sistema nervoso centrale e come l’alimentazione influisca favorevolmente sul microbiota intestinale, anche attraverso l’uso consapevole di probiotici, prebiotici e sinbiotici, oggetto di studi sempre più specifici.

I batteri che vivono nel nostro corpo quindi sono responsabili del nostro stato di salute: conoscerli e favorire le specie benefiche è fondamentale per raggiungere un migliore stato di benessere.

Agopuntura: cos'è, come funziona e cosa cura

Agopuntura… da diversi anni se ne sente parlare sempre più spesso e sicuramente tutti conosciamo qualcuno che almeno una volta si sia sottoposto ad una seduta. Scopriamo insieme di cosa si tratta…

Cos’è l’agopuntura, in breve

L’agopuntura è una pratica che proviene dalla Medicina Cinese ed è stata portata in Occidente intorno al 1’600 da alcuni missionari portoghesi che avevano viaggiato in estremo oriente.
È un metodo antichissimo, che si basa su testi che risalgono al 2’500 a.C.
La teoria che sta alla base riguarda lo Yin e lo Yang: la Salute del nostro corpo è legata all’equilibrio fra queste due forze vitali, l’energia legata alla materia e quella mentale. Entrambe scorrono all’interno di una rete di canali, detti “meridiani”. Quando le vie si ostruiscono, si crea un disequilibrio all’interno dei flussi energetici del corpo e per questa ragione si prova dolore.
Ma è solo in tempi recenti che l’agopuntura si è radicata nel nostro sistema sanitario ed è stata accettata così bene dalla medicina convenzionale al punto da essere praticata anche all’interno del sistema ospedaliero della lombo-sciatalgia.

Come funziona l’agopuntura

Il compito dell’operatore è quello di inquadrare il disturbo all’interno della costituzione del singolo individuo, cercando di capire qual è l’origine dell’affezione, di distinguere tra i sintomi secondari (magari quelli che vi hanno condotto nel suo studio) e quelli primari (l’origine profonda della malattia), di decidere se sia più utile dedicarsi inizialmente ai primi oppure concentrarsi fin dal principio sui secondi.

L’agopuntura consiste nel pungere con aghi dei punti specifici collocati lungo una complessa struttura di canali energetici, chiamati meridiani, che percorrono tutto il nostro corpo.
L’inserimento di piccoli aghi in punti specifici aiuta a riequilibrare le forze vitali e a riportare l’organismo alla sua funzionalità ottimale.
La medicina orientale, disciplina olistica per antonomasia,  mira infatti a curare la persona nel suo insieme e non le singole malattie, in modo isolato.
Ogni punto di agopuntura, quando stimolato, produce uno specifico effetto terapeutico grazie alla produzione di endorfine, ma è anche mediato dall’attivazione di una corrispondente area a livello del sistema nervoso centrale.

L’inserzione dell’ago ha molteplici effetti biologici.
Oltre al ripristino delle connessioni cerebrali, dimostrato di recente, sappiamo infatti che l’agopuntura, andando a stimolare zone più ricche di vasi e nervi rispetto alle aree vicine, comporta il rilascio di sostanze endogene, rilassa i muscoli, ha un effetto antinfiammatorio locale e un’azione sulla conduzione elettrica nervosa.

Cosa cura l’agopuntura

L’agopuntura è utilizzata soprattutto per curare problemi muscolo scheletrici, ginecologici, disturbi emotivi e malattie psicosomatiche.

Utile in sostanza contro:

L’agopuntura può essere utilizzata nel caso il feto sia in posizione podalica, per stimolare una rotazione e il suo posizionamento in favore del canale del parto. Se vengono toccati e stimolati altri punti, si può indurre il parto.

Quali benefici può portare l’agopuntura?

L’agopuntura è un ottimo strumento terapeutico per il controllo del dolore senza impiego di farmaci e pressoché senza effetti collaterali.

L’agopuntura guarda alla persona nel suo insieme.
Immaginatevi di osservare una pianta: ciò che si vede, rami e foglie, sono i sintomi che vengono riferiti al medico, ma quell’albero ha delle radici, che rappresentano la reale disfunzione nascosta, origine del malessere.

L’agopuntura non è un’alternativa alle terapie tradizionali, ma si integra con esse.
Si può dire che dove non arriva la biomedicina, arriva l’agopuntura! Si pensi, solo ad esempio, ad alcune manifestazioni dermatologiche legate a momenti di stress.
O ancora… si tenga conto del fatto che una persona che soffre di un malessere psicologico o psicofisico, possa anche soffrire di bruxismo (il digrignare i denti di notte) le cui ripercussioni si risentono a livello cervicale, alle spalle o in sede lombare: queste sedi risulteranno dolenti durante la notte o al risveglio.


L’agopuntura è una pratica medica che richiede studi approfonditi e molta esperienza, pertanto è fondamentale affidarsi a professionisti specializzati.

Depurare il corpo partendo dalle buone abitudini e dai piedi, con la Riflessologia Plantare

Mai come nelle riviste del settore del benessere si spendono articoli sulla depurazione del nostro organismo.

Partiamo dal concetto di depurazione: operazione atta ad eliminare da una sostanza altre sostanze che ne diminuiscono la purezza o ne pregiudicano le qualità, attraverso processi meccanici, chimici e fisici.

Quindi, fondamentalmente, pensiamo al nostro organismo come l’elemento puro che ha la necessità di smaltire tutti i prodotti di scarto, che altrimenti, contribuirebbero ad una intossicazione ed un cattivo funzionamento del sistema.
In effetti, una deficitaria gestione della nostra complessa industria chimica spesso è l’anticamera di una malattia.  Si evince quindi la necessità di trattare bene il nostro corpo, affinché resti il più a lungo possibile efficiente.

Però spesso sbagliamo a concepire la depurazione, pensandola solo come atto del “buttare fuori”, senza tenere strettamente associato ciò che “portiamo dentro”, che introduciamo.

Per fare un paragone, sarebbe come portare la vostra auto a far pulire il filtro antiparticolato senza preoccuparsi minimamente delle condizioni del motore, magari pessime e quindi altamente inquinanti. Il filtro si sporcherebbe precocemente… senza pensare all’inquinamento!

Impariamo a depurarci a partire dalla nostra alimentazione, dall’acqua che beviamo, dall’aria che respiriamo, dalla nostra igiene personale, con un sano stile di vita, ricordando che siamo fatti anche di mente e spirito.

I sistemi di depurazione del corpo

L’ambiente “corpo” durante le fasi di smaltimento delle sostanze di scarto prodotte dai processi che lo fanno funzionare, risulta altamente efficiente nel riciclare tutto ciò che è possibile, praticamente un’incredibile macchina ecologica. Quindi, anche le operazioni di recupero sono subordinate all’efficienza dei sistemi di depurazione.

Prendiamo ad esempio uno dei filtri più importanti del nostro corpo: il rene.
Tutti sappiamo che ciò che scarta questo filtro esce dal nostro corpo attraverso l’evacuazione delle urine, composte prevalentemente di acqua. Quindi è facile immaginare che uno scarso apporto di acqua, influisca negativamente sulla funzionalità renale, condizione molto frequente nei soggetti anziani, dove il senso della sete si assopisce.
Si riduce così la capacità filtrante, dove l’organo perde della sua efficienza nel selezionare accuratamente quali sostanze eliminare e quali recuperare.
L’acqua carente in volume veicola con maggiore difficoltà le sostanze minerali, favorendone il deposito e quindi il rischio di calcolosi. La scarsa introduzione di acqua riduce complessivamente la quantità di liquidi corporei influenzando, tanto per fare un altro paragone automobilistico, l’intero “volano” che regola la nostra pressione arteriosa, sviluppando una maggior difficoltà a compensare sbalzi pressori.

I reni interagiscono con l’apparato cardio-vascolare, il controllo elettrolitico dei minerali sodio, potassio, calcio e magnesio presenti sotto forma di ioni positivi, modifica le prestazioni del sistema muscolare e nervoso, metabolizzano la vitamina D nella forma attiva necessaria per l’assorbimento del calcio, assorbito attraverso l’intestino facente parte dell’apparato digerente.
Influenzati, a loro volta, da ormoni prodotti all’apparato endocrino finalizzati alla regolazione della pressione sanguigna, i reni producono anch’essi l’ormone eritropoietina che agisce sulla produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo.

Oltre all’equilibrio idro-salino mantengono anche quello acido-basico (pH) del sangue, condizione di vitale importanza per il nostro organismo. Tutti i prodotti a base azotata, scarti dei processi catabolici, risultano tossici per il corpo e devono essere efficientemente scartati.

La riflessologia plantare per depurare il corpo

Nel palmares delle tecniche naturali, la Riflessologia Plantare è regina della depurazione proprio perché agisce ad ampio raggio, agendo su meccanismi fisiologici anche complessi.
Secondo concetti energetici, agisce sui meridiani ed utilizza concetti olistici della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), per il riequilibrio del corpo.
Se sviluppata con concetti organici, si distingue per l’azione su organi o apparati per migliorarne l’efficienza grazie a una complessa stimolazione psiconeuroendocrinoimmunologica, mirata all’omeostasi dell’organismo.

La riflessologia plantare ha quindi in sé enormi potenzialità circa la depurazione: riesce ad agire su organi come i reni, dove la complessità e l’interazione con altri sistemi e apparati, risponde alle logiche della fisiologia umana.

Perle di Salute – Attenzione al sale in cucina

Abituatevi a ridurre o eliminare il sale da cucina nei vostri piatti; presto vi abituerete e potrete sentire meglio i veri sapori.
Soprattutto nei cibi già pronti, il sale viene addizionato per insaporirli e conservarli meglio.
In molti alimenti è già presente in dosi naturali, quindi non serve aggiungerne.
Il sale è nemico dei vostri reni, alza la pressione sanguigna e aumenta la ritenzione dei liquidi!

Colon Irritabile? Ecco cosa mangiare e cosa è meglio evitare

Gli effetti del colon irritabile

La Sindrome del colon irritabile: cos’è

La sindrome dell’intestino irritabile, indicata anche con molti altri nomi (colon irritabile, colite spastica, colite nervosa), è un insieme di disturbi intestinali che spesso determinano una riduzione della qualità della vita.

Si può manifestare in modi molto diversi, addirittura opposti, come stipsi oppure diarrea o alternanza tra le due situazioni. È normalmente accompagnata da dolore addominale, gonfiore addominale nella zona attorno all’ombelico (che è l’elemento che viene percepito come tra i più fastidiosi), meteorismo, e nel caso di dissenteria vi è presenza di muco bianco-giallastro nelle feci (da cui anche il nome di colite mucosa).

In poche parole vi è un disturbo legato a:

  • Motilità
  • Sensibilità
  • Secrezione dell’intestino.

Le cause dell’intestino irritabile

Teoria dei due cervelli - causa colon irritabileLe cause sono ancora sconosciute, ma sicuramente comprendono una famigliarità cioè una predisposizione genetica, un’associazione a passati eventi di gastroenteriti forti, un collegamento a situazioni stressanti, ripetitive e croniche.

La sindrome dell’intestino irritabile non è facilmente diagnosticabile in quanto non è presente (ed aggiungerei per fortuna!) alcuna alterazione della mucosa intestinale. Non è cioè associata ad una forma infiammatoria che invece è presente in altre patologie intestinali quali morbo di Crohn, colite ulcerosa, celiachia, tumore al colon, etc.

Quindi si fa una diagnosi “per esclusione”: se non sono presenti i segnali di allarme delle altre patologie (anemia, sangue nelle feci, febbre, infiammazione ecc..) allora viene diagnosticata la sindrome dell’intestino irritabile. Una caratteristica di questa patologia è che se da un lato è sfortunatamente cronica, dall’altro alterna periodi di acutizzazione con periodi di quasi completa remissione dei sintomi.

La connessione presente tra cervello e tubo digerente (la cosiddetta teoria dei due cervelli) attraverso il sistema nervoso (il sistema nervoso centrale SNC è collegato al sistema nervoso enterico SNE) è in grado di regolare motilità, sensibilità e secrezioni. Quando questo asse cerebro-intestinale è alterato si manifestano le reazioni sopra elencate.

C’è quindi una forte componente emotivo-psicologica che determina la condizione della patologia.

Colon Irritabile: consigli utili per stare meglio

Ecco alcuni consigli utili su come aiutarsi:

Regolare la propria alimentazione

Gli effetti della dieta variano da persona a persona. Nessun alimento provoca la sindrome dell’intestino irritabile, ma alcuni alimenti (da valutare singolarmente ed a seconda del tipo di problema) possono peggiorare la sintomatologia. Inoltre bere regolarmente 1,5-2 litri di acqua è un altro aiuto per contrastare le problematiche legate alla patologia.

Fare attività fisica regolarmente

L’attività fisica non solo si aiuta la motilità del sistema gastro-intestinale, ma si riduce anche lo stress.

Intervenire sulla sfera emotiva-psicologica

Ridurre ed imparare a gestire le situazioni di stress rappresenta un vantaggio per contenere la sintomatologia. Ad esempio seguire corsi di meditazione, oppure farsi aiutare da una terapista per gestire ansia e stress con il training autogeno, fare agopuntura, sono tutte modalità che possono aiutare il riequilibrio dell’asse cervello-intestino.

Come aiutarsi con l’alimentazione: i cibi da evitare 

  • Innanzitutto si consigliano pasti non abbondanti per non sovraccaricare il lavoro dell’intestino, quindi è utile inserire 2 spuntini tra i pasti principali. Alcuni cibi possono aumentare la motilità come caffè, alcolici, cibi molto grassi, alcuni polialcoli come il sorbitolo. Sarebbero quindi da evitare in chi soffre di dissenteria.
  • Anche i latticini possono essere fonte di crampi addominali e/o dissenteria.
  • Altri cibi possono più facilmente produrre gas (cavolfiore, carciofo, legumi..). Se si ha gonfiore intestinale è bene limitarli.
  • In alcuni pazienti la riduzione di alimenti contenenti alcuni carboidrati fermentescibili (FODMAPs – fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols) ha attenuato i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.

Rivolgersi ad un nutrizionista per una consulenza alimentare aiuta sicuramente a trovare la strada migliore per ciascuna persona: non esiste la dieta perfetta ma la migliore per ognuno di noi.

INTOLLERANZA ALIMENTARE: E ORA COSA MANGIO?

Sintomi dell’intolleranza alimentare

Sempre più persone oggi si sottopongono ai test per le intolleranze alimentari: accusano sintomi peculiari e variabili, come:

  • dermatiti
  • gonfiori addominali
  • emicranie
  • congestione nasale.

Che cosa sono le intolleranze alimentari?

Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse dell’organismo verso determinati alimenti. Sono reazioni diverse da quelle allergiche, meno severe e con insorgenza graduale e di intensità normalmente proporzionale alla quantità dell’alimento introdotta.

Il lattosio

L’intolleranza alimentare più comune è quella al lattosio. La capacità digestiva di questo zucchero, da parte dell’organismo, diminuisce fisiologicamente dopo l’infanzia. Nel 60% della popolazione adulta, dopo l’ingestione, si manifestano tipicamente disturbi gastrointestinali, dovuti alla diminuita digeribilità.

Esistono però altri tipi di intolleranze, che insorgono a causa dell’infiammazione e della disbiosi intestinale. In questo caso, ciò che occorre primariamente fare è ripristinare uno stato non infiammato del nostro “sistema di selezione” a livello intestinale, cominciando a scegliere oculatamente alimenti che possano lenire lo stato infiammatorio e sostentare, se non ricostituire, la popolazione batterica intestinale.

Intolleranza: cosa fare

Con i sintomi di un’intolleranza alimentare è opportuno mettere in atto accorgimenti che riguardino la nostra alimentazione quotidiana, volti innanzitutto a lenire l’infiammazione intestinale.
Occorre quindi:

  • consumare alimenti non industrialmente lavorati
  • limitare il consumo di carni rosse e processate
  • consumare cereali “in chicco”, per ristabilire l’equilibrio
  • infine, aumentare il consumo di diversi tipi di verdure, crude e cotte: sono ottime per lenire la mucosa intestinale infiammata e perfette per ricostituire le nostre popolazioni batteriche intestinali.

Un consiglio: evitiamo le diete “fai da te”, drastiche e squilibrate!
Impariamo a nutrirci meglio per stare bene, ad ogni età, affidando la nostra Salute a un esperto consulente alimentare che saprà consigliarci un’alimentazione personale sana e equilibrata, fondamentale per la nostra Salute e la nostra vitalità!

La dieta giusta dopo i 50 anni?

Mangiare bene è importante in ogni fase della vita e lo diventa ancor di più dopo i 50 anni!
I 50 rappresentano, soprattutto per le donne, un vero e proprio momento di passaggio, sotto diversi punti di vista: questa seconda fase della vita spesso fa anche rima con “cambiamenti fisiologici”. Da qui, l’importanza di adottare un adeguato regime alimentare che permetta di affrontare bene le novità.

Se la salute dipende dall’alimentazione che ognuno di noi intraprende, è tuttavia importante capire quali sono gli alimenti adatti e l’impatto sul funzionamento dell’organismo; diventa fondamentale garantirsi uno sguardo approfondito ai disturbi più diffusi connessi al processo di invecchiamento, come prevenirli e affrontarli mediante l’alimentazione.

Per far fronte ai cambiamenti metabolici, dopo i 50 anni troppo spesso si sceglie la via di terapie farmacologiche sostitutive, quando è in realtà possibile seguire la strada di un’alimentazione mirata e capace di attenuare i sintomi dovuti alle fisiologiche variazioni delle secrezioni ormonali.

E’ importante conoscere i cambiamenti  per prevenire eventuali disturbi connessi, attraverso l’uso consapevole dell’alimentazione.

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