Il torcicollo: sintomi, cause e rimedi

Il torcicollo

Il torcicollo è un disturbo abbastanza frequente e doloroso.
Si caratterizza per una limitata mobilità del collo, i cui muscoli sono estremamente contratti; il dolore cervicale è acuto ed intenso.
In genere, l’esordio è improvviso mentre la risoluzione, nella maggior parte dei casi, avviene spontaneamente nel giro di pochi giorni o in un paio di settimane dalla comparsa. Non mancano, tuttavia, le ricadute.Il disturbo è di natura muscolo-scheletrica, in sua presenza compiere i più semplici movimenti del capo o del collo risulta difficile; quindi, seppur il disturbo appaia banale, quando presente risulta essere abbastanza invalidante.

Le cause più comuni del torcicollo

Fra le cause più frequentemente riscontrate in caso di torcicollo, ci sono indubbiamente le contratture muscolari ed i disturbi a carico della colonna vertebrale.

Le contratture muscolari possono essere a loro volta la conseguenza per esempio:

  • di sbalzi di temperatura, il famoso “colpo d’aria”
  • aver assunto posizioni non corrette per un periodo prolungato
  • errate posture o cattiva ergonomia sul posto di lavoro
  • movimenti bruschi della testa e traumi, come ad esempio un colpo di frusta in caso di incidente.

In molti di questi casi, il torcicollo dura da qualche giorno a qualche settimana per poi risolversi.

Altre volte non si è così fortunati. Infatti, se il disturbo dovesse persistere, potrebbero essere presenti problemi più o meno importanti a carico della colonna cervicale, come ad esempio:

  • delle discopatie, ossia delle condizioni di sofferenza dei dischi intervertebrali magari legati ad un’ernia del disco o ad artrosi, ossia il consumo più o meno progressivo delle articolazioni della colonna cervicale
  • oppure, in casi meno frequenti, disturbi più gravi come la presenza di artrite o altre patologie reumatiche, responsabili di un’infiammazione cronica alla colonna vertebrale.

Non sono da escludere, fra le cause o le concause, il sovraccarico funzionale tipico di alcuni sport o di alcuni lavori che agiscono per ampi periodi di tempo.

Esiste anche una variante congenita di torcicollo: questa non ha nulla a che vedere con il torcicollo comune, appena descritto, ma è provocato da una retrazione del muscolo sternocleidomastoideo  o da malformazioni ossee delle vertebre cervicali originatesi durante la gestazione o, in alcuni casi, pare, durante il parto.

Rimedi farmacologici

Il trattamento per il torcicollo dev’essere stabilito in funzione della causa che lo ha prodotto.

A livello medicamentoso, frequentemente vengono prescritti farmaci contro il dolore (analgesici) o antinfiammatori non steroidei o steroidei (cortisonici). Altre volte si aggiungono alla terapia analgesico-antinfiammatoria dei miorilassanti.

In base alla gravità dei sintomi, il medico sceglie la via di somministrazione più indicata. Dunque deciderà se ricorrere a farmaci per uso topico, come ad esempio creme o cerotti medicati, per os (bocca) oppure ricorrere a iniezioni intramuscolari o, nei casi più gravi, anche per via endovenosa.
Se il caso lo richiedesse si può ricorrere anche ad infiltrazioni peridurali.

In alcuni casi selezionati e che necessitano di visita ortopedica o neurochirurgica, lo specialista può arrivare a prescrivere un collare ortopedico.
Se presente una malattia reumatica sarà necessaria la visita con il reumatologo.

In caso di lesioni gravi, come per esempio in presenza di importanti ernie cervicali e qualora la terapia conservativa non fosse indicata o avesse fallito, un intervento chirurgico sarà da prendere in considerazione, in quanto sarà l’unico modo per risolvere la causa del torcicollo.

Rimedi naturali al torcicollo

Non sempre è necessario ricorrere ai farmaci per curare il torcicollo.
Ad esempio, impacchi caldi applicati sul collo indurito e dolente possono portare sollievo: questo quando è evidente che il torcicollo dipenda da una contrattura muscolare.
Non è invece indicato in presenza di infiammazione. In questo caso è preferibile la crioterapia, ossia applicare una terapia fredda. A tale scopo, è consigliabile applicare sul collo indolenzito una borsa del ghiaccio (mai il ghiaccio direttamente sulla pelle). La crioterapia dovrà essere applicata intervallando applicazioni di 15 minuti e pause di durata equivalente.

Il riposo eccessivo va evitato in quanto, contrariamente a quanto si possa pensare, le articolazioni ed i muscoli con l’immobilità tendono ad irrigidirsi ed indebolirsi.
Utile invece assumere una posizione rilassante per 30 minuti seguita da movimenti all’interno di un range di non dolore meglio se è un esercizio fisioterapico leggero, specifico per il torcicollo.

Utile e risolutivi in molti casi di torcicollo sono i massaggi terapeutici e le applicazioni fisioterapiche, da selezionare in funzione dell’origine del torcicollo.

Se il dolore dura per più di una settimana e/o peggiora dal suo esordio, è consigliabile rivolgersi al medico per gli accertamenti del caso.

Da non sottovalutare anche la presenza di sintomi quali mal di testa, mal di schiena, dolore alle spalle. Il medico potrebbe prescrivere esami come radiografie, risonanza magnetica (RMN) o TAC per verificare l’origine del disturbo.

Se il torcicollo si associa a difficoltà a respirare, a parlare, a camminare o a deglutire o in presenza di debolezza o intorpidimento agli arti, è bene recarsi in pronto soccorso per verificare che non vi siano lesioni gravi e pericolose per il midollo spinale.

Perle di Salute – Come prevenire il torcicollo

Cuscini e materasso andrebbero scelti in modo oculato, così come la postazione di lavoro dovrebbe essere ergonomica.
Più in generale, è utile correggere eventuali abitudini di vita scorrette, come ad esempio le posture errate, e contrastare la sedentarietà: fare esercizi specifici sarebbe l’ideale.
Bisognerebbe anche imparare a gestire meglio stress ed ansia, poiché le tensioni vengono scaricate sulla colonna vertebrale e sulle spalle in particolare.
I massaggi, effettuati a scopo preventivo sono fra i rimedi più utili.
Attenzione ai colpi d’aria!

Organi, Visceri ed emozioni in Medicina Cinese

Le emozioni non devono essere prigioniere

Non esistono un’emozione bella e un’emozione brutta: tutte le emozioni sono funzionali al nostro vivere, tutte devono far parte del nostro bagaglio espressivo, ma nessuna deve perdurare nel tempo.
Noi non siamo la nostra rabbia, la nostra tristezza o la nostra ipereccitazione.
La Medicina Cinese lo dice a chiare lettere: le emozioni, se permangono troppo a lungo, se sono troppo intense oppure se non sono espresse, diventano causa di malattia.
Nella “Teoria degli Organi e Visceri” a ogni organo è attribuita un’emozione. L’equazione è semplice: se l’organo è in uno stato di “Salute energetica”, l’emozione sarà vissuta ed elaborata; se l’organo è in Deficit, l’emozione imputridisce, l’energia si blocca, il corpo s’irrigidisce e compare il dolore, non solo psichico, anche fisico.

Emozioni e postura

Quando un’emozione è intrappolata nel corpo, la postura cambia.
Se cambio la postura, l’emozione si rivela, dagli organi, dai muscoli, nella visione della medicina Estremo-Orientale dai meridiani; l’emozione è veicolata e riaffiora alla superficie.
E’ possibile sbloccare l’onda emotiva per iniziare un processo di bilanciamento.

SE ELABORO L’EMOZIONE IL CORPO GUARISCE – SE MUOVO IL CORPO, L’EMOZIONE SI RIVELA!

Ecco qualche esempio dove è possibile rilevare, attraverso la forma che può assumere un corpo, l’emozione che maggiormente lo abita.

Se si blocca il diaframma, le spalle “spingono” in avanti.
Le persone molto ansiose tendono ad avere le spalle ruotate anteriormente, proprio a causa dell’eccessiva rigidità del muscolo diaframma; la loro respirazione è molto alta e superficiale ed è per questo che la loro muscolatura respiratoria si irrigidisce.
Non è una questione di spalle larghe o strette. Sono le spalle in avanti o all’indietro che modificano il quadro energetico.

Con le braccia lungo i fianchi, in piedi, gli occhi socchiusi… immagina di muovere le ali per poter spiccare il volo!

Spalle alte o spalle cadenti determinano il modo emotivo con cui si vive.

Un altro esempio:
Rabbia, come la frustrazione, immobilizza le scapole.
Il trapezio, il muscolo delle spalle e del collo, si contrae. L’energia non circola e si tramuta in un’ostruzione. I pugni si serrano. Il braccio sembra diventare pesante, ma tutto ha una sua funzione. Se il braccio è bloccato, l’energia QI non arriva alle mani, si scongiura l’espressione incontrollata, magari la voglia di sferrare un pugno.

La Medicina Cinese è una medicina energetica, una medicina di Soffi

Il terapista di Medicina Cinese sa come ristabilire la corretta direzione dei Soffi (del Qi). Per esempio, l’ansia è innanzitutto il prodotto di una disarmonia tra yin e yang.
Il “treno della vita” deve continuare a correre sui suoi binari ma, se va troppo in fretta consuma tutto il carbone che lo alimenta e si rimane a secco (impoverimento dei Liquidi); se va troppo lentamente, il treno finirà per fermarsi e intasare i binari, creando ingorghi (Stasi).

Emozioni, Organi e sintomi

Dal momento che l’emozione è correlata ad un organo, se l’emozione manda l’organo in Deficit, necessariamente compariranno altri sintomi.

Tipicamente, l’ossessività, il pensiero che torna su se stesso, la preoccupazione, fa male all’energia della Milza-Pancreas.
In questo caso possono comparire sintomi quali:

  • Nausea
  • Feci liquide, non formate, fino alla diarrea post prandiale
  • Pancia gonfia e arti magri
  • Il corpo pesante e lento, stanco anche prima di iniziare a fare qualsiasi cosa
  • Lieve depressione
  • Desiderio di ricevere compassione

La testa si sente sfocata, annebbiata, non riesce a concentrarsi.

Per surfare ci vuole la coordinazione del meridiano della mente

LA Milza, Organo centrale in Medicina Cinese, corrisponde all’Elemento Terra. Il suo meridiano decorre dove c’è il muscolo psoas.
Lo psoas collega le gambe alla colonna vertebrale, mantiene l’equilibrio e sostiene la struttura ossea, agisce come stabilizzatore quando l’anca è estesa o lievemente piegata. Rende il tratto lombare libero, per surfare o per ballare.

In Medicina Tradizionale Cinese è come nella pratica del Thai Traditional Massage; questo tratto del corpo coincide con  il Meridiano di MILZA-PANCREAS.

Recentemente lo psoas si è valso il soprannome di muscolo dell’anima. Collegato al diaframma, entra in gioco  al variare della respirazione, a seconda del nostro stato d’animo e delle sensazioni di ansia.
In Medicina Cinese l’Organo deputato alla coordinazione del pensiero logico è, guarda caso, proprio Milza!

Emozioni e visceri: gli eterni indecisi

Non solo agli Organi, anche ai visceri corrispondono specifiche emozioni.

Ad esempio, il meridiano degli eterni indecisi è  la vescica biliare. 
Nei momenti della vita in cui bisogna prendere decisioni, il meridiano della vescica biliare si attiva. Se il Qi è bloccato, la persona non solo sarà un’indecisa cronica, ma potrà anche soffrire di:

  • bocca amara, specie al mattino
  • intolleranza ai peperoni
  • dolori al risveglio, che poi passano con il movimento

In letteratura si dice: “Il deficit della vescica biliare si manifesta con vertigini, vista offuscata, bocca amara, nausea, nervosismo, timidezza e mancanza di coraggio”.

Ecco dei semplici movimenti da compiere per affrontare la situazione:

  1. Alzare le braccia sopra la testa, respirare
  2. Allungarsi verso l’alto e piegarsi sul lato, respirare
  3. Tendersi e fare una torsione del bacino, respirare!

Rimanere in posizione 4/5 respiri per lato, aumentando la flessione ad ogni espirazione.

QUANDO IL TUO QI NON SCORRE E TI SENTI A DISAGIO
Che si tratti di tensione fisica o irritabilità e tensione nervosa, TRIKONASANA, la posizione del triangolo dallo Yoga, è lo stretching del grande psoas per sbloccare il diaframma, rilassare le spalle e tonificare la Vescica Biliare.

Perle di Salute – Autotestare lo stato dei meridiani è possibile – consiglio di lettura e di pratica

Grazie ai MAKKO-HO, una serie di stretching concepiti dal maestro giapponese Shizuto Masunaga, e illustrati nel suo celebre libro “Esercizi Zen per Immagini” (edizioni Mediterranee 1996), è possibile testare lo stato energetico dei 12 Meridiani Principali.
Nel testo il Maestro, oltre ai sei esercizi di base riportati di seguito, aggiunge molte altre posizioni, specificando con quali dei sintomi vanno utilizzate e a quali posizioni dello YOGA corrispondono.
La potenzialità di questi esercizi è che servono

  • sia da diagnosi (la facilità o meno, il piacere o meno dell’esecuzione, denotano eventuali bisogni dell’organo, a sua volta collegato al meridiano)
  • sia da trattamento per il riequilibrio

Cistite: approccio multidisciplinare e utili rimedi

Circa il 30% delle donne ed il 12% degli uomini
hanno sofferto di cistite, almeno una volta nella loro vita.

La cistite è una patologia molto frequente e decisamente fastidiosa, interessa una grande fetta della popolazione e in molti casi si ripresenta più volte.
Non è sempre facile trovare un rimedio per questo disturbo, soprattutto perché, a volte, si ignora la vera causa della problematica.

Sintomi della cistite

La cistite è un’infiammazione della vescica, solitamente causata da batteri.
I suoi sintomi sono i seguenti:

  • Bruciore e/o dolore e/o difficoltà nell’urinare
  • Sensazione di tensione o di pesantezza nell’area della vescica
  • Stimolo frequente ad urinare
  • Aumento del numero delle minzioni: il dolore, il bruciore e l’infiammazione rendono difficoltoso lo svuotamento della vescica, e diventa necessario recarsi varie volte in bagno
  • Urine torbide e/o maleodoranti
  • Sangue nelle urine

Diversi tipi di cistite

Anche se spesso è dovuta a batteri, questi non sono la sola causa. Esistono vari tipi di cistite:

  • Cistite infettiva: causata da batteri, virus o funghi che infettano la vescica, solitamente risalendo le vie urinarie.
    Nel 70% circa dei casi, le cistiti infettive sono causate da Escherichia coli, un batterio della flora intestinale. Se ci sono delle alterazioni della flora batterica intestinale, o l’igiene intima non è corretta, questo batterio, dalla vicina zona anale, può spostarsi verso le vie urinarie.
  • Cistite infiammatoria: anche detta ad urine sterili.
    Nelle urine non si trovano virus o batteri o altri agenti patogeni, ma le cause consistono nella presenza di sostanze irritanti per la vescica, come urine acide, ossalati o cristalli. Questo tipo di infiammazione può anche diventare cronica, mantenendo le pareti della vescica più sensibili ed esposte, sfociando in quella che viene definita cistite interstiziale.
  • False cistiti: si tratta dei disturbi che riguardano strutture vicine alla vescica, spesso erroneamente scambiati per cistiti. In questa categoria troviamo:
    – la vulvodinia (bruciore e/o dolore vaginale senza apparenti cause fisiche che lo giustifichino);
    – la contrattura della muscolatura del pavimento pelvico (che può portare ad uno schiacciamento delle strutture urinarie);
    – le problematiche nervose (es: nevralgie del pudendo) …

Ricorrenti e recidive

Le cistiti ricorrenti sono generalmente dovute al perpetuarsi di due meccanismi:

  • Cistite batterica curata con antibiotici. Gli antibiotici sono ovviamente il miglior trattamento per eliminare i batteri responsabili dell’infiammazione. Ma, eliminando tutti i batteri si altera anche la flora batterica (batteri buoni) aumentando le probabilità di infezioni da candida, un fungo che non risponde agli antibiotici.
  •  False cistiti o cistiti interstiziali non correttamente diagnosticate. Semplicemente non rispondono alla terapia perché non è quella corretta per la causa della problematica.
    Per le cistiti interstiziali il problema risiede nella vescica e bisognerebbe andare a riattivarla e migliorarne le funzionalità con esercizi, integratori o anche trattamenti riflessi.
    Sulle false cistiti, una volta individuata la reale problematica è possibile affidarsi al professionista più indicato.

Approccio multidisciplinare e utili rimedi

Essendo un problema medico, è doveroso seguire la terapia indicata dal dottore. Ma, per aumentarne l’efficacia, è utile integrare la terapia farmacologica con altri rimedi.
Si è infatti stabilito che le cistiti recidivanti migliorano solo se si interviene in maniera multidisciplinare, cioè valutando vari aspetti e varie terapie.

Tra i vari rimedi possiamo citare:

  • Seguire i consigli alimentari di un nutrizionista, come bere la giusta quantità di liquidi, ma anche assumere succo di mirtillo, che protegge le pareti della vescica dai batteri.
  • Migliorare l’igiene intima: a volte lavaggi troppo frequenti o detergenti troppo aggressivi possono essere nocivi.
  • Evitare indumenti stretti o di materiali sintetici.
  • Assumere integratori che riequilibrano la flora batterica e le mucose. Un principio attivo, spesso consigliato dai medici in caso di cistite, è il D-mannosio, che agisce sulle pareti della vescica per sfavorire l’attacco batterico.
  • È possibile lavorare sulla muscolatura pelvica, anche in maniera indiretta, tramite esercizi o tecniche apposite per riequilibrare o eliminare alcune tensioni.

Anche le terapie manuali possono intervenire per interrompere i circoli viziosi alla base delle cistiti recidivanti.
Le tecniche riflesse, come il Massaggio dei punti riflessi del piede o, in particolar modo, il Massaggio del Tessuto Connettivo, possono agire indirettamente sugli organi interessati, dando benefici concreti.

Il Massaggio del Tessuto Connettivo, eseguito su schiena e addome, agevola una risposta positiva, rapida e duratura per questo disturbo. Infatti, agisce spegnendo una sorta di “cortocircuito” che si ripete a livello del sistema nervoso per il quale la zona diventa più sensibile e, a stimoli diversi, risponde sempre con la sintomatologia della cistite.

In conclusione, per chi soffre di cistite, soprattutto recidivante, affidarsi a professionisti che indicheranno loro un percorso multidisciplinare per affrontare il disturbo consente di diminuire notevolmente l’intensità dei sintomi e il numero di episodi, fino addirittura alla guarigione, anche in tempi molto brevi.

Perle di Salute – Migliorare i sintomi della cistite

Per migliorare i sintomi della cistite si consiglia di applicare calore, sia con bagni caldi che con borse dell’acqua calda o cuscini riscaldabili.

Un altro consiglio può essere lo stretching del muscolo piriforme, da ripetere quotidianamente:

  • sdraiati, con le gambe flesse, come in figura, sovrapporre la caviglia al ginocchio dell’altro arto, afferrare quindi la coscia e portare il ginocchio verso il petto.
    Mantenere questa posizione per circa un minuto.
    Ripetere per entrambi i lati.

La meravigliosa presenza degli otto meridiani straordinari

I Meridiani Straordinari

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, i Meridiani Meravigliosi, chiamati anche Meridiani Curiosi, Straordinari o Vasi Meravigliosi, sono dei grandi “Assi di sostegno”, l’impalcatura da cui proveniamo, la nostra incarnazione, e dai quali ci erigiamo, diventando uomini e donne.
I Canali Straordinari sono in relazione con la costituzione profonda di ogni persona. 
La rete dei meridiani meravigliosi aiuta ad orientarsi nella vita e nel cambiamento, per star meglio con sè stessi e con gli altri.In lingua cinese si chiamano Qi jing Ba Mai, dove “qi” significa “meraviglioso, sorprendente, che desta meraviglia e strappa un’esclamazione di stupore” oltre a “dispari, singolo, irregolare, straordinario”.I Meridiani Meravigliosi sono come dei laghi: una riserva di energia ancestrale che, se messa in circolazione, può rifornire il sistema dei meridiani tradizionali o alleggerirli, qualora fossero colmi, come fanno le dighe con i corsi d’acqua.
L’energia, il QI, che vi scorre può “riscaldare” gli organi e, andando verso l’esterno, irrigare lo spazio tra la pelle ed i muscoli.
Nella pratica clinica si usano quando le cose si complicano.

I Meridiani Meravigliosi: l’impalcatura da cui tutti deriviamo

Sono gli otto Canali Meravigliosi che gestiscono la formazione del corpo al momento del concepimento e, successivamente, ne assicurano lo sviluppo dall’infanzia all’età adulta.
È il meraviglioso processo della vita che va in scena, con la sua extra–ordinarietà e il suo destino, custodito nel Ming Men, l’aderenza a indole e talenti.

Questi Meridiani sono otto, come i lati della fonte battesimale.
Il numero otto ci parla del destino. Anche nella Genesi, dopo i sei giorni della creazione e il settimo giorno destinato al riposo, l’ottavo giorno rappresenta il “nuovo primo giorno”, ovvero una nuova creazione, evocando la risurrezione.

Di questi otto Meridiani, i primi quattro regolano i grandi movimenti di Energia e di Sangue, di Yin e di Yang.
I secondi quattro ci orientano nello spazio e nel tempo.

Scopriamo i Meridiani Meravigliosi

Il Vaso d’Assalto, o Penetrante, è il Chong Mai (“Mai” significa canale), unisce Yin e Yang e assicura la trasformazione e l’equa distribuzione del Qi e del Sangue. È alla base nella cura dei problemi digestivi profondi.

Il Vaso Concezione, il Ren Mai, mantiene e controlla l’energia Yin. Con il precedente Chong Mai, ha un ruolo importante nella riproduzione e nel ciclo della crescita. È frequentemente utilizzato nel trattamento dei disturbi ginecologici, digestivi e polmonari.

Il Vaso Governatore, o Du Mai, comanda lo Yang ed il Qi, governa le funzioni psichiche legate all’autostima ed esercita la sua influenza terapeutica sui Meridiani Yang, in particolare nella regione del collo, dorsale e nella porzione posteriore degli arti inferiori.

Il Vaso Cintura, Dai Mai, contiene e sostiene, fornisce la coesione, il saper mettere in relazione. Garantisce l’armonia tra la parte superiore e inferiore del corpo. Viene utilizzato nel trattamento dell’addome, della parte bassa della schiena e per problemi articolari alle estremità.

Lo Yin e lo Yang Wei Mai sono Meridiani di Collegamento, relativi alla qualità del nostro invecchiare bene. La ricetta per un buon invecchiamento sono l’adattabilità, la agilità che si raggiunge nella vita adulta. L’agilità, sia mentale che fisica, è il dono dei Meridiani Wei Mai.

I due Yin e Yang Qiao Mai sono i Meridiani che si innalzano dai talloni, sono in relazione con la nostra capacità di vederci proiettati nel futuro, con la percezione del mondo intorno a noi.

L’uso dei Canali Straordinari

A partire dalla vita intrauterina, questi Canali proseguono la loro azione nella vita adulta, completando le loro funzioni di regolazione, di difesa e di creazione.
I Meridiani Straordinari sono fondamentali per la difesa, soprattutto in caso di fallimento degli altri mezzi di controllo.

L’uso di un Meridiano Straordinario è raccomandato quando un problema è esteso su più canali o coinvolge più organi o sistemi.

Per esempio, in una sciatalgia: se il dolore è percepito dietro la coscia, basta trattare il Meridiano Principale della Vescica.
Se la sciatalgia, però, da dietro si allarga anche sul fianco (meridiano di Vescica Biliare) e poi si dirama sul davanti, sulla gamba (meridiano di Stomaco), serve qualcosa in grado di dominare tutti e tre i canali: i Meridiani Straordinari coprono tale funzione.

Analogo il ragionamento per gli Organi: in caso di condizioni croniche, caratterizzate da quadri multipli, con sintomi in diverse parti del corpo come asma cronica con problemi sia a livello ginecologico, sia a livello digestivo e con allergie.
Piuttosto che usare il meridiano di Polmone, quello di Stomaco e quello di Rene, è preferibile impiegare il “serbatoio” a disposizione nel Meridiano Straordinario attivando i punti per accedere alla sua funzione di Regolazione.

Riemergere, rivivere, rinascere

Tutti facciamo dei cambiamenti: dall’infanzia alla pubertà, e poi all’età matura.
Con la loro funzione di Creazione e la Costituzione relativa, i Meridiani Meravigliosi ci sostengono nel cambiamento: funzione di Difesa e funzione di Regolarizzare per  armonizzare ormoni e sviluppo neurologico, ma anche funzione di Creazione per guidare alla costruzione della nostra identità.

Du Mai, il meridiano dell’autoaffermazione

Il rifiuto di crescere, di entrare nella fase adulta della vita è una disarmonia. È un atteggiamento che entra in conflitto con la realtà biologica, mette a disagio, è un’energia controcorrente che non asseconda le aspettative psico-adattive della persona stessa.
Qui entra in gioco, per esempio, il Du Mai, il meridiano dell’autoaffermazione.

Questo canale fa si che tutto ciò che riteniamo possa essere un ostacolo sul nostro cammino, dall’inadeguatezza fisica (sono troppo basso o troppo alto) a quella sociale (non ho abbastanza soldi, sono nato in una certa famiglia) venga “registrato” come legge del Cielo “interna”.
Du Mai è la  “Legge” dettata dal Cielo, ha a che fare con il modello di Padre che abbiamo introiettato.
Ma alla legge del Cielo autentica, a cui è collegato il percorso da intraprendere per realizzare il vero Sé, importa poco quanto si è alti! Qui si tratta di vivere in maniera piena ed abbondante.

Du Mai, “sorveglia”, “controlla”, “governa”. È  la nostra volontà, la capacità o riserva d’autonomia, la libera scelta.
In disarmonia, caratterizza quelle persone che “non sanno dire i no” e fisicamente soffrono di mal di schiena diffuso, con importante incurvamento progresso della spina. Queste persone non sanno affrontare il nuovo, stanno bene nella routine. Ecco che possono comparire gravi patologie neurologiche, come improvvise turbe psichiche anche gravi (con perdita di senso critico).

Perle di Salute – Sollevare i talloni e colpire la terra

Ecco un esercizio per mantenere attivi i meridiani straordinari QIAO: “Rimbalzare sette volte all’indietro per guarire ogni malattia”.

  • Stando in piedi, lo sguardo dritto in avanti, le braccia lungo i fianchi e le spalle rilassate, svuotate la mente.
  • Sollevate i talloni da terra durante l’inspirazione.
  • Si rimane stabili, artigliando idealmente il terreno con le dita dei piedi.
  • Abbassate i talloni a terra durante l’espirazione e fate sbattere i denti.

Con questa pratica si generano onde che pervadono il corpo intero, il flusso sanguigno agli organi interni migliora e ciò aiuta la disintossicazione.
Inoltre, si potenziano l’equilibrio e la coordinazione.

Il dolore e la terapia

il dolore e la terapia

Tanti tipi di dolore

Il dolore è una sensazione spiacevole e soggettiva che può essere descritta come una sensazione di fastidio, bruciore, puntura, tensione o pressione.

Il dolore può manifestarsi in diverse parti del corpo, come muscoli, articolazioni, nervi o organi interni, e può essere causato da molteplici fattori.

Il dolore acuto o cronico

Il male acuto di solito ha una durata limitata e spesso si manifesta in seguito ad una disfunzione o ad un trauma, come un infortunio o una ferita. In genere, il dolore acuto è una risposta del corpo ad un danno o ad una minaccia e può aiutare a proteggerci da un ulteriore danno.
Il dolore cronico, d’altra parte, dura per un periodo prolungato di tempo, spesso oltre i tre mesi, e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una persona, interferendo con le attività quotidiane, il sonno e il benessere generale.

Classificazione in base all’origine

Il dolore nocicettivo è causato da un danno ai tessuti, come ad esempio una frattura o un taglio.
Il male neuropatico, d’altra parte, è causato da una sofferenza dei nervi, come ad esempio nel caso di una neuropatia diabetica.
La dolenza psicogena è causata da fattori psicologici, come lo stress, l’ansia e la depressione.

Trattamenti contro il dolore

Esistono diverse opzioni di trattamento e la scelta della terapia dipende dalla causa del dolore, dalla sua intensità e dalla sua durata.

Tra le varie opzioni di trattamento troviamo:

  • Terapia farmacologica: la terapia farmacologica è una delle opzioni più comuni per il trattamento della sofferenza. I farmaci possono essere utilizzati per ridurre la sofferenza, ridurre l’infiammazione e alleviare la tensione muscolare. Tra i farmaci utilizzati per il trattamento ci sono gli analgesici, i FANS, gli antinfiammatori, i corticosteroidi, i rilassanti muscolari e gli antidepressivi.
  • Terapia fisica: la terapia fisica, come la fisioterapia e la terapia manuale, può aiutare a migliorare la mobilità, la forza muscolare e la flessibilità, riducendo così il dolore. La terapia fisica può includere esercizi di rafforzamento, stretching, trattamenti di terapia manuale e tecniche di mobilizzazione.
  • Terapia cognitivo-comportamentale: la terapia cognitivo-comportamentale aiuta le persone ad accrescere la consapevolezza del loro dolore e a sviluppare strategie per gestirlo in modo più efficace attraverso tecniche di rilassamento, tecniche di gestione dello stress e tecniche di modificazione del comportamento.
  • Terapia chirurgica: in alcuni casi, la terapia chirurgica può essere necessaria per trattare il dolore. Ad esempio, la chirurgia può essere utilizzata per riparare o sostituire un’articolazione danneggiata

Approccio integrato al trattamento del dolore

Le terapie complementari come, ad esempio, il massaggio, il drenaggio linfatico manuale, la riflessologia plantare e il Training Autogeno, possono essere utilizzate come parte di un approccio integrato al trattamento del dolore.

Il massaggio è una tecnica di terapia manuale che utilizza tecniche manuali per migliorare la funzionalità dei tessuti molli del corpo, come muscoli, legamenti e tendini. Il massaggio può contribuire a ridurre la tensione muscolare, migliorare la circolazione sanguigna e alleviare lo stress, fattori che possono ridurre il dolore.

Il drenaggio linfatico manuale è una tecnica di terapia manuale che viene utilizzata per migliorare la circolazione linfatica e sanguigna. Questa tecnica può essere particolarmente utile per le persone che soffrono di gonfiore, ritenzione idrica e problemi circolatori. Il drenaggio linfatico manuale può aiutare ad alleviare il dolore attraverso la riduzione del gonfiore e della pressione sui tessuti circostanti.

Il massaggio delle zone riflesse del piede è una tecnica di terapia manuale che prevede la stimolazione di specifici punti sui piedi per migliorare la salute e il benessere generale del corpo. Questa tecnica può contribuire ad alleviare il dolore attraverso la stimolazione dei punti riflessi che sono collegati alle zone del corpo in cui si sperimenta la sofferenza.

Il Training Autogeno è una tecnica di rilassamento psicofisico che può essere utilizzata come parte di un approccio integrato per il dolore. Questa tecnica prevede l’utilizzo di esercizi di rilassamento che aiutano ad alleviare lo stress e a ridurre l’ansia, fattori che possono contribuire ad aumentare la percezione del dolore.

E’ importante ricordare che ogni persona è unica e richiede un piano di trattamento personalizzato per il proprio tipo di dolore e la propria condizione di salute generale.

In sintesi, il dolore può avere un impatto significativo sulla vita di una persona, ma ci sono diverse opzioni di terapia che possono essere un’opzione efficace per alleviare il dolore e migliorare il benessere generale.
Tuttavia, è importante che queste terapie vengano eseguite da professionisti qualificati, per garantire la loro efficacia.

Perle di salute – Impacchi caldi o freddi

Un modo semplice per alleviare il male muscolare a casa è l’applicazione di impacchi caldi o freddi sulla zona dolorante.
L’applicazione di una borsa dell’acqua calda o di un panno caldo sulla zona dolorante può aiutare a ridurre la tensione muscolare e il dolore.
In alternativa, l’applicazione di un impacco di ghiaccio sulla zona dolorante può aiutare a ridurre l’infiammazione e il gonfiore.
E’ importante fare attenzione a non applicare il calore o il freddo per più di 15-20 minuti alla volta e a non applicare il ghiaccio direttamente sulla pelle per evitare scottature.
In caso di dolore persistente o intenso, è consigliabile consultare un medico o un terapista qualificato.

Il Drenaggio Linfatico Manuale in gravidanza: un valido alleato

La gravidanza è un momento delicato per ogni donna, ricco di aspettative ed emozioni. Insieme alla gioia, però, possono comparire anche alcuni piccoli fastidi, uno fra questi è sicuramente il gonfiore.

Il gonfiore gravidico

Il gonfiore gravidico è un fenomeno fisiologico e molto comune, soprattutto nel terzo trimestre. Di per sé non è preoccupante, ma può essere molto sgradevole.
A gonfiarsi sono soprattutto gli arti inferiori (in particolare piedi e gambe), ma anche i glutei, le mani e a volte il viso. Anche l’addome e i seni sono spesso interessati da questo fenomeno.

I disturbi che conseguono da questo gonfiore, meglio definito come edema, sono vari:

  • la sensazione di pesantezza
  • la difficoltà nell’eseguire i movimenti
  • la stanchezza
  • in alcuni casi, l’eccesso di liquidi potrebbe persino portare ad avere dolore nella zona di accumulo.

La pelle è tesa e lucida e, se si prova a comprimerla, specie nella zona anteriore alla gamba sopra la tibia, si può notare la presenza di una fossetta che rimane visibile anche qualche secondo dopo aver rilasciato la pressione del dito.
Spesso e volentieri è visibile il segno della calza, se si usano dei calzini corti e/o non adeguati.

Perché la donna accumula liquidi durante la gravidanza?

I primi responsabili di tutto questo sono gli ormoni: durante la gestazione, infatti, la carica ormonale cambia. In particolare, il progesterone e gli estrogeni vengono prodotti in quantità maggiori per preparare il corpo ad ospitare la nuova creatura.
Il progesterone produce vasodilatazione, ovvero fa aumentare la dimensione dei vasi sanguigni che diventano, per questo, più permeabili, lasciando passare molte più sostanze nei tessuti, tra cui i liquidi. Per questo si creano stasi venose e ritenzione.
Ma ci sono anche altri fattori, come l’aumento di peso, tipico della gestazione, che aumenta la fatica vascolare e quindi la quantità di liquidi persa durante il tragitto. A livello addominale, la crescita dell’utero modifica il transito dei vasi sanguigni e anche di quelli linfatici (sistema di recupero dei liquidi).

Tutto questo peggiora il sistema di ritorno dei liquidi al cuore e ne favorisce l’accumulo, che per gravità si va a posizionare nelle estremità, come i piedi. L’edema tende a peggiorare se si passa molto tempo in piedi, se la gravidanza è nei mesi caldi, e nell’ultimo trimestre.

Come contrastare il gonfiore

Per evitare i fastidi dovuti dall’edema, è possibile adottare alcune semplici accortezze:

  • Sollevare gli arti quando si riposa o se si è seduti. Questa posizione aiuta i liquidi a contrastare la forza di gravità e riduce gli accumuli.
  • Bagnare gli arti, alternando getti di acqua calda e fredda (evitare temperature estreme, preferire tiepida e fresca) avendo l’attenzione di terminare con il freddo.
  • Utilizzare calze compressive adeguate, che spesso vengo prescritte dal medico. Mantenerle anche dopo la nascita del bambino, per 6 settimane / 40 giorni successivi (puerperio). Aiutano ad evitare il rischio di trombosi, che aumenta in questo periodo.
  • Sottoporsi a sedute di Drenaggio linfatico manuale.

Drenaggio linfatico in gravidanza

Una strategia vincente per la gestione dei liquidi, in generale ma soprattutto in gravidanza, è sicuramente il linfodrenaggio.
Non potendo agire sulla causa, ovvero sullo scompenso ormonale, la strada corretta è quella di rimuovere i liquidi in eccesso: il drenaggio linfatico manuale si dimostra molto utile nella prevenzione e riduzione del gonfiore gravidico.
Questo trattamento manuale, molto delicato e lento, è in grado di ricondurre i liquidi in eccesso, che rimangono nei tessuti, al sistema linfatico, sgonfiando gli edemi e migliorando le sensazioni di fatica e pesantezza e il dolore da compressione.

Il drenaggio linfatico può essere eseguito dal terzo mese di gravidanza in poi e possono essere trattate tutte le zone che presentano edema. Non è doloroso ed anzi è consigliato per il rilassamento e per favorire il sonno.

È molto utile per contrastare i sintomi del tunnel carpale gravidico, un disturbo dovuto alla compressione del nervo mediano del polso che causa dolori, intorpidimento e formicolii alla mano ed alle dita. Durante la gravidanza, solitamente questo fenomeno è dovuto all’aumento di liquidi nella zona, ed il drenaggio, rimuovendoli, può far cessare la sintomatologia.

Anche il seno è una zona molto dolente; alcune manovre lente e delicate del drenaggio linfatico manuale possono ridurre il gonfiore dando sollievo alla gestante. Inoltre, data la grande interazione del sistema linfatico e quello immunitario, dopo il trattamento è possibile evidenziare un miglioramento nella cicatrizzazione delle ragadi del capezzolo, che spesso si possono presentare durante l’allattamento.

I risultati di questo trattamento sono misurabili e scientificamente provati; per tale motivo il linfodrenaggio è consigliato da molti medici e ginecologi. Se non specificatamente controindicato ed eseguito correttamente, non presenta rischi né per la madre né per il bambino.

Perle di salute – Le calze compressive

Per prevenire il gonfiore in gravidanza è sempre consigliabile l’utilizzo della calza compressiva, uno speciale dispositivo in grado di evitare che i liquidi si accumulino e favorire il ritorno venoso.
Queste calze sono a disposizione per tutte le persone e ne esistono di apposite per le donne in gravidanza.
Si possono comprare in farmacia e possono essere prescritte dal medico.
Alcune calze elastiche, con capacità compressive minori, sono in vendita anche nei supermercati più forniti.

Le terapie fisiche strumentali: cosa sono e a cosa servono

Mezzo fisico e Terapia fisica strumentale

La terapia fisica strumentale è una delle più antiche branche della scienza medica. Probabilmente nacque in modo del tutto empirico e casuale, magari quando un nostro antenato si soffermò a riflettere sul benessere provocato dai raggi solari che, riscaldando la parte esposta, insegnò agli uomini l’azione antidolorifica e muscolo-rilassante del calore (in determinati casi).
Da quel momento l’uomo si adoperò nella ricerca di tutti quei mezzi fisici naturali che avrebbero potuto portare qualche beneficio ad un paziente Ma che cos’è un “mezzo fisico”?
Dal greco la parola “fisica” significa natura, dunque un mezzo fisico è uno strumento naturale; pertanto una terapia effettuata con mezzi fisici sfrutterà risorse provenienti, o ispirate, da quanto presente o prodotto o derivato dalla natura.
Ad esempio, una pietra calda, riscaldata dai raggi solari, rappresenta un mezzo fisico per trasferire calore ad un tessuto, magari un muscolo, che necessiti di essere riscaldato. Al contrario, il ghiaccio è un altro mezzo fisico utile a sottrarre calore o raffreddare una parte del corpo che abbisogni di essere refrigerata.

Gli scambi di calore

Gli scambi di calore, caldo/freddo e viceversa, altro non sono che spostamenti di energia; questi provocano delle modifiche nella fisiologia del tessuto trattato e sono un tipico esempio di terapia fisica. In questo caso particolare sono una delle forme della termoterapia.
L’impatto, che queste energie hanno sui tessuti, genera una catena di reazioni biologiche che si traducono in specifici effetti terapeutici quali:

  • analgesia
  • attivazione del metabolismo locale
  • effetto decontratturante
  • tonificazione muscolare
  • effetti antinfiammatori, circolatori ed antiedemigeni
  • potenziamento del sistema immunitario, ecc.

Le terapie fisiche strumentali moderne e a cosa servono

Le terapie fisiche strumentali più frequentemente utilizzate oggigiorno sono:

  • gli ultrasuoni
  • le onde d’urto
  • il laser
  • varie forme di elettroterapia e termoterapia
  • la magnetoterapia
  • la Tecar terapia.

Di seguito cercheremo di spiegare il funzionamento e le principali indicazioni delle terapie fisiche strumentali più comuni.

Gli ultrasuoni

Gli ultrasuoni sono un tipo di terapia fisica che sfrutta le onde sonore; queste sono della stessa natura di quelle onde che noi percepiamo come suoni (musica, rumori, voci…).
Il suono è una vibrazione che induce una serie di movimenti nel mezzo che attraversa, ad esempio l’aria o l’acqua, oppure se pensiamo ad una chitarra alle vibrazioni emesse dalla cassa armonica.

Per quanto concerne gli utilizzi a livello terapeutico possono essere sfruttati gli ultra-suoni; questi sono onde meccaniche, come le precedenti, ma hanno una frequenza elevata, non udibile dall’orecchio umano. A scopo terapeutico (o estetico) hanno frequenze ed intensità specifiche.

Gli ultrasuoni sono trasmessi tramite un manipolo dotato di una testina che si applica direttamente sulla cute con del gel interposto.
Non si applicano direttamente sull’osso, ma possono essere utilizzati in caso di contratture muscolari, ematomi, tendiniti, borsiti, artrosi, sciatalgie, …
Sono invece principalmente controindicati in caso di pace maker, durante l’accrescimento osseo e in caso di tumori.

Parenti stretti degli ultrasuoni sono le onde d’urto, più moderne, più potenti ed efficaci, con campi d’applicazione notevolmente ampliati.

L’elettroterapia

L’elettroterapia sfrutta vari tipi di onde elettriche trasmesse generalmente tramite una o due coppie di elettrodi; questi ultimi sono oggigiorno autoadesivi, oppure rivestiti con del materiale spugnoso o da applicare con del gel.

Esistono molti tipi di elettroterapia: la TENS (Stimolazione Elettrica Transcutanea del Nervo) è oggi la più diffusa e, insieme alle correnti per il rinforzo muscolare, è la più conosciuta.
Tuttavia, vi sono anche le correnti diadinamiche, le interferenziali, le correnti di Kotz e le altre forme di corrente per la stimolazione muscolare, la ionoforesi (utile per veicolare un farmaco)…

Le indicazioni sono molteplici e vanno dal controllo del dolore (analgesia) ad effetti circolatori, dal rinforzo muscolare dopo un infortunio oppure per il fitness.

La laser-terapia

Il laser o laser-terapia è utilizzato in genere a scopo antinfiammatorio e antidolorifico; è un trattamento che sfrutta una sorgente luminosa.
La parola Laser è una sigla, un acronimo che stà per “Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation” (“Amplificazione di luce mediante emissione stimolata di radiazione”). Il Laser è il dispositivo che produce questa particolare luce.

La laserterapia ha lo scopo di alleviare il dolore, accelerare la rigenerazione dei tessuti e ridurre l’infiammazione.
Il Laser agisce cedendo energia ai tessuti tramite un’onda luminosa.
Si ritiene che la laserterapia influisca sulla funzione delle cellule del tessuto connettivo, acceleri la riparazione del tessuto connettivo e agisca come agente antinfiammatorio, pertanto può essere utilizzato in molti disturbi dell’apparato muscolare e scheletrico.

La termoterapia

In ultimo descriviamo la termoterapia che in parte abbiamo già esposto.
Questo tipo di terapia fisica prevede uno scambio di calore tra il corpo e l’ambiente; se viene aumentata la temperatura del corpo si parla di ipertermia, se viene diminuita di crioterapia.Per quanto concerne l’aumento della temperatura possiamo citare la terapia ad infrarossi, che sfrutta delle lampade ad incandescenza e produce un aumento del metabolismo, riduzione della pressione, incremento della sudorazione, vasodilatazione locale, rilassamento muscolare ed effetto antalgico.
Dati questi effetti sono molto indicate in caso di contratture muscolari.
Accanto ai raggi infrarossi, possiamo citare le terapie che sfruttano le onde radio ed inducono un riscaldamento dall’interno del corpo, come la marconi-terapia, la radar-terapia e la Tecar-terapia.La crioterapia (strumentale) sfrutta un macchinario che sottrae calore, quindi raffredda un tessuto. Questo tipo di terapie sono indicate in caso di alterazioni circolatorie, infiammazioni, artrosi e traumi.
Tutte le terapie descritte vanno correttamente dosate e, soprattutto, prescritte da specialisti, solo se indicate e non controindicate.

La cura del piede nella tradizione orientale

Il piede di Buddha

In Asia, il piede ha una  rilevanza assoluta: il fatto che in tutte le nazioni, dall’India alle più remote isole del Giappone, vi sia la presenza dell’impronta del piede del venerabile Buddha, attribuisce a questa parte del corpo umano una valenza spirituale simbolica.
L’immagine del piede è un amuleto, è simbolo del percorso da intraprendere se si vuole evolvere, un profondo percorso corpo-mente, verso il benessere e l’armonia.
Quindi, come non prendersi cura dei piedi?

Dal Giappone il Takefumi

Una leggenda giapponese narra che gli antichi Samurai usavano tagliare con la loro spada una canna di bambù per ricavarne un pezzo sulla cui superficie arrotondata camminare, per acuire forza e vigore. La forza della pianta del piede era equiparata alla forza dell’anima ed era considerata come un secondo cuore del corpo.

Il Takefumi è fatto, appunto, con il bambù, dove “ta-ke” significa bambù e “fumi” significa calpestare, quindi “calpestare il bambù”.
Questa pratica è ancora oggi una forma molto popolare di esercizio di mantenimento della salute praticato in Giappone, Cina e Corea.

Il Takefumi può portare giovamento, sino alla risoluzione, di problemi connessi ad una varietà di disarmonie come la spalla congelata, il mal di schiena, i crampi, l’intorpidimento delle estremità, i problemi dell’apparato urinario e persino gli acufeni.

Si tratta semplicemente di tenere in casa un pezzo di bambù diviso a metà, posizionato sul pavimento con il lato arrotondato rivolto verso l’alto e di salirci, muovendo i piedi avanti e indietro.
Oppure, allineando diversi pezzi di bambù, è possibile creare una passerella su cui fare una passeggiata. In questa forma lo si trova in molte scuole giapponesi.
È un modo divertente di occuparsi dell’educazione alla salute, di insegnare l’importanza della medicina preventiva, della cura e al rispetto di sé, di introdurre una pratica di auto ascolto fin dall’infanzia.

Una raccomandazione: si  consiglia di eseguire questo esercizio, il Takefumi, da 2 a 3 volte al giorno, per un totale di circa 200/300 passi.

In Cina si dà risalto all’analogia Microcosmo-Macrocosmo

Lao Zi, il Grande Vecchio, dice:
“L’uomo vive male perché non conosce i suoi piedi; ignorando le proprie origini non si può avere la chiara visione di dove si vuole andare…”L’analogia microcosmo-macrocosmo si riferisce a una visione storica che esprime una somiglianza strutturale tra l’uomo (il microcosmo) e l’universo nel suo insieme (il macrocosmo). Data questa analogia, le verità sulla natura del cosmo nel suo insieme può essere dedotta dalle verità sulla natura umana e viceversa.Se l’uomo è come un albero che si erge tra cielo e terra, il piede rappresenta le radici.
Il piede fa parte di uno dei micro sistemi, come le mani, la schiena, l’addome o il viso, dove il tutto è rappresentato, è connesso, un riflesso dell’ordine che è insito nello stato di salute.

Le mappe plantari

I piedi sorreggono tutta la nostra struttura corporea, sono organi di sostegno e locomozione e in loro si riflette la totalità dell’organismo. Possiamo quindi dire che i piedi sono un microcosmo rispetto all’intero corpo. Il piede perciò rispecchia l’intero organismo.

Massaggiare la rappresentazione sulla mappa di un organo o di un apparato risveglia i meccanismi di autoriparazione e li armonizza.

Le mappe sono tantissime, com’è possibile che funzionino tutte?
La risposta sta nell’assunto della medicina energetica: le cose sussistono non per ciò che sono, ma per ciò che fanno.
L’IMPORTANTE È NON METTERE INSIEME LE MAPPE TRA LORO!

Ogni mappa ha un proprio filo conduttore e fa riferimento a funzioni energetiche e simboliche, oltre che anatomiche, dei singoli organi o apparati rappresentati.

Esempi di mappe dei piedi esistono in tutto l’est asiatico, dalle più esoteriche, come la mappa proveniente dal Tibet, a quelle più funzionali, più moderne, come ad esempio la mappa per i dolori dei più piccini (anche se le mamme, a tutte le latitudini, massaggiano seguendo l’istinto).

Morale sotto ai piedi? Lo stickwood tailandese

E proprio da sotto i piedi, dalla pianta del piede, che si scopre una risorsa alla portata di tutti: con l’auto massaggio, eseguito con costanza ed attenzione, si agisce indirettamente anche sull’umore!
La plurimillenaria tradizione medico-energetica, dal Regno del Siam, la Tailandia, si caratterizza per la tecnica con il bastoncino.
Dai piedi, attraverso i 72.000 canali vibrazionali, l’azione di stimolazione si riflette, come un’onda, sul bacino, sulla schiena e da lì a tutto il corpo.

La tecnica usata con lo stickwood, rigorosamente di legno come le radici, consente una pressione profonda e produce una microstimolazione sui punti trattati.
Lo stimolo agisce di riflesso, con influsso benefico su:

  • rilassatezza
  • buonumore
  • chiarezza mentale
  • recupero delle attività degli organi interni
  • miglioramento del respiro e della digestione
  • eliminazione delle tossine
  • gambe più leggere

Questa tecnica si affianca e ben si sposa al massaggio e a manovre specifiche.
A piacere, i massaggiatori, durante i trattamenti, utilizzano unguenti o creme. In Thailandia, prevalgono il Lemongrass (citronella) e l’orientalissimo Ylang ylang.

Il Lemograss (in Tailandia non te ne liberi, lo trovi dalla minestra alle creme):

  • stimola la circolazione sanguigna
  • aumenta l’attività del sistema nervoso e del metabolismo
  • combatte la depressione e l’ansia, oltre a tener lontani gli insetti.

Lo Ylang ylang:

  • possiede proprietà calmanti e distensive
  • serve per ridurre l’ipertensione
  • per contrastare lo stress
  • ha effetto astringente sulla cute.

Si crede, inoltre, che lo Ylang ylang abbia anche proprietà afrodisiache, di aumentare la sicurezza in sè stessi e il sentirsi a proprio agio con il corpo e quindi con il partner.

Le estremità del nostro corpo sono molto ricche di terminazioni nervose, fattore che le rende molto delicate, bisognose di cure e attenzioni.
Avere mani e piedi ben curati comunica prestigio, sin dall’antichità.

Perle di Salute – Cosa rilevano le scarpe

La salute dei nostri piedi si ripercuote sulla postura, sul modo in cui camminiamo e ci muoviamo.
Se dalla suola delle scarpe notiamo che il tacco è più consumato della punta, molto probabilmente il proprietario delle scarpe è una persona con dolori lombari, predisposta ad un deficit energetico dei reni.
Al contrario, nel caso di una suola di scarpa con la punta più consumata, si potrebbe supporre sia una persona  tendenzialmente un po’ nevrotica, frettolosa e con problemi digestivi.

Punti Trigger: i nodi del dolore

In presenza di un dolore, non necessariamente collegato ad un trauma diretto, siamo naturalmente portati a cercare sollievo prendendo contatto con la zona interessata.
Molto probabilmente, nel nostro “automassaggio” ci siamo imbattuti in punti dai confini molto ben individuabili, delle sorte di “nodi” che, se premuti, causavano un dolore molto acceso. Cosa sono?

Trigger Point o miogelosi: di cosa si tratta

La terapia manuale definisce questi “nodi” miogelosi, o più comunemente Trigger Point.
La parola inglese trigger può essere tradotta con l’italiano “innesco” o “grilletto”; è cioè qualcosa che fa scatenare un evento.
Esattamente come il grilletto che, se premuto, fa esplodere il colpo di pistola, un punto trigger, se premuto, provoca una sensazione di dolore profondo.
Le fibre elastiche che compongono i vari muscoli possono subire delle lesioni a seguito di un evento esterno (si parla di contusione quando le fibre si danneggiano perché qualcosa le colpisce o se ci cadiamo sopra); oppure venire sollecitate in maniera impropria e ripetutamente (nel mantenere posture viziate, ad esempio; in questo caso l’aumento di tono di queste porzioni di fibre, aiuta a creare un nuovo punto di leva, non fisiologico, più adatto a rispondere alle nuove esigenze di del corpo).
Il trigger point è la conseguenza di questi traumi.

Definizione dei punti trigger

Gli elementi anatomici coinvolti nei punti trigger (fibre muscolari o aree delle “fasce” connettivali che le rivestono) perdono la caratteristica capacità elastica che consente loro di contrarsi (per creare lavoro) per poi ritornare in posizione di riposo: rimangono tesi, induriti in alcuni punti, incapaci di ridistendersi.
Alla palpazione li rileviamo come “nodi” di forma tondeggiante o ovoidale, che fanno male nel momento in cui cerchiamo di massaggiarli.

La teorizzazione e descrizione di questi punti, seppur già noti alla medicina anche in assenza di una formulazione esatta, risale agli anni ’50 del 1900.
La dottoressa Janet Travell, famosa soprattutto per essere stata la terapista del presidente americano John Fitzgerald Kennedy, introdusse per la prima volta il termine Trigger Point in riferimento ad un’ “area localizzata estremamente irritabile e dolorosa in un nodulo in un fascio teso di tessuto muscolare”.

In Myofascial pain and disfunction. The trigger point manual (1982), Janet Travell e il collega David Simons presentano, dopo circa quarant’anni di studi, la propria rivoluzionaria teoria e tecnica applicativa. Ecco così che disfunzioni e problematiche “comuni” e diffuse assumono una nuova e più complessa veste, se analizzati con la conoscenza dei trigger point come presupposto.
Secondo Travell e Simons i muscoli tendono a lesionarsi e formare trigger sempre nei medesimi punti, determinati da componenti come numero e disposizione dei fasci muscolari e, analizzando nel tempo i propri pazienti, sono arrivati a mapparne circa 400.

Vari tipi di Trigger Point

Il successo di un trattamento sta nel saper individuare la causa del dolore, nel riconoscerlo, eventualmente come riferito (ovvero generato in un punto lontano da quello in cui si manifesta, in un organo, ad esempio).

Esistono diverse tipologie di trigger point, con delle caratteristiche proprie e diverse tra loro:

  • i primari (o centrali) sono quelli più classici, situati al centro del ventre muscolare e in genere sono quelli che i pazienti riconoscono e riportano più facilmente,
  • i secondari (o satelliti) si creano nei muscoli intorno a quello primario, che rimane il primo da trattare,
  • quelli presenti negli attacchi tendinei o di attacco,
  • quelli diffusi che interessano un’intera parte del corpo e sono correlati a deformità posturali come la scoliosi o l’iperlordosi.

Trigger attivi, primari o secondari, evocano dolori riferiti e risultano dolenti alla palpazione.
Trigger latenti (o inattivi) non danno dolore riferito e non sono dolenti, ma provocano rigidità muscolare e possono riattivarsi in seguito a stimolazioni.

Le cause più comuni

Travell e Simons riconoscono nelle seguenti le cause più comuni alla base dei punti trigger:

  • una lesione muscolare (diretta o indiretta)
  • la mancanza di esercizio
  • una cattiva postura mantenuta per lunghi periodi di tempo
  • carenze vitaminiche
  • microtraumi ripetuti

Trattamento e gestione dei Trigger Point

Esistono molti modi per gestire i trigger point e sicuramente le terapie manuali (massaggio in primis o l’agopuntura) sono da considerarsi le tecniche elettive.
Anche terapie fisiche non invasive, come ultrasuoni, laser o stimolazione elettrica, possono risultare molto efficaci (ad esempio, una macchina TENS, che invia piccoli impulsi elettrici attraverso la pelle per modificare il modo in cui i segnali del dolore vengono inviati al cervello).

Perle di Salute – Rimedi casalinghi: calore e automassaggio

Per ammorbidire i Trigger Point rigidi, potrebbe essere utile aumentare la temperatura locale incrementando l’afflusso sanguigno che va a “sciogliere” le fibre tese. Questo può essere facilmente conseguito, anche a casa dal nostro paziente, applicando calore sulla cute: un impacco a base acquosa, ad esempio, oppure una sostanza lievemente irritante.

Senza doverci necessariamente procurare qualche apposito preparato, la nostra dispensa potrebbe essere già fornita di possibili prodotti adatti allo scopo come, ad esempio, il peperoncino o il rafano.
Una piccola fetta di rafano posizionata sulla cute in corrispondenza del punto dolente, può, rilasciando piccole quantità di irritanti che verranno assorbite dai tessuti più in profondità, contribuire al miglioramento del metabolismo cellulare locale, favorendo l’afflusso di sangue.

Le fibre del trigger, così sciolte, possono più facilmente essere massaggiate e quindi ridistese, oppure, in caso di lesioni di ridotte dimensioni, è possibile che questa azione, da sola, sani del tutto la miogelosi.


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Il Kinesio taping estetico: togliere le rughe con il nastro colorato

Kinesio taping: il cerotto che aiuta

I nastri colorati che abbiamo imparato a conoscere su gambe e schiene degli sportivi, ormai sono una terapia sempre più usata ed in voga.
Se prima li notavamo quasi esclusivamente su chi svolgeva attività fisica, ora li vediamo applicati su tutta la popolazione, con tanti colori e soprattutto forme diverse.

Questo trattamento è sempre più usato e sfruttato e i suoi usi sono svariati.
L’utilizzo più conosciuto è senza dubbio quello ortopedico
, che permette di lavorare sulla muscolatura per sostenerla o guidarla nel recupero.
Ma il nastro kinesiologico viene utilizzato anche a livello neurologico, linfatico ed estetico. Questi ultimi due campi sono di più recente scoperta: i nastri diventano un aiuto per i terapisti nella gestione di gonfiori, ematomi e perfino per la cellulite.

Il Taping estetico

Di ultimissima scoperta è l’utilizzo del kinesio taping nel mondo dell’estetica. I cerotti vengono usati sul viso per contrastare i segni dell’invecchiamento come le rughe.

I fanatici della skincare routine (cura ed igiene quotidiana del viso) si saranno accorti di questa nuova tendenza: da tempo spopolano sui social immagini di trattamenti viso con cerotti colorati, che hanno la promessa di un effetto lifting senza dover ricorrere al chirurgo.
Sorge spontaneo chiedersi se funzionino realmente… andiamo quindi ad analizzare come funzionano.

La tecnica del Taping estetico consiste nell’applicazione del nastro kinesiologico sul viso, alla sera, e lasciarlo in posa durante la notte. Al mattino, una volta rimossi i cerotti, il viso apparirà teso e sgonfio, a seconda delle applicazioni.

L’azione dei cerotti avviene sulla muscolatura della mimica facciale e sulla circolazione, in particolare sui liquidi in eccesso a livello di cute e sottocute.

Per la sua applicazione, a seguito di una detersione del viso, il kinesio taping viene tagliato in forme particolari e fatto aderire alla cute.
È possibile applicarlo su varie zone come:

  • la fronte
  • la zona perioculare, dove troviamo le famigerate borse e le rughe solitamente denominate “zampe di gallina”
  • attorno alle labbra
  • o sul collo.

Il nastro viene sistemato alla sera e rimane in posizione tutta la notte, momento in cui effettua la sua azione. Alla mattina si rimuovono i cerotti e si procede con la normale detersione e applicazione di crema.

I nastri kinesio

I nastri per il kinesio taping sono prodotti in cotone con fibre elastiche su cui viene applicata una colla che si attiva con il calore.
Non vi è alcun principio attivo applicato, non contengono quindi nessun tipo di farmaco e sono composti in materiale anallergico per evitare che diano reazioni cutanee.
Il nastro, inoltre, è traspirante lasciando respirare la pelle sottostante.

Gli effetti del Kinesio Tape estetico

Effetto antirughe

L’effetto antirughe si ottiene grazie alla compressione dei muscoli mimici facciali, i responsabili delle espressioni.
La limitazione del loro movimento durante la notte distende il muscolo e consente al tessuto soprastante di apparire più teso. Perciò appiattisce le rughe diminuendo l’increspatura cutanea. Questo è lo stesso meccanismo su cui si basa la ginnastica facciale.
Inoltre, l’applicazione riesce anche a dare l’effetto del sollevamento dei tessuti, simulando un lifting-non lifting.

Effetto drenante

L’effetto drenante e linfatico è utilizzato per eliminare gonfiore, ematomi e le occhiaie, ma anche per migliorare il nutrimento e l’ossigenazione della pelle.
Il nastro spinge il sistema linfatico a lavorare in maniera più efficace, portando via liquidi e rifiuti presenti nella zona e lasciando lo spazio a nuovi nutrienti.

La tecnica del Kinesio Taping è molto versatile e può essere utilizzata in tantissime modalità, ottenendo risultati soddisfacenti.

Per quanto in commercio si trovino nastri in rotolo o già pretagliati per l’autotrattamento, il kinesio taping è una tecnica molto precisa e che deve essere adattata alle caratteristiche di chi vi si sottopone.
Per questo è consigliabile affidarsi ad un professionista del campo per evitare comuni controindicazioni e fastidi.

Perle di Salute: un po’ di ginnastica facciale

Per mantenere più a lungo gli effetti del kinesio taping, è possibile svolgere, davanti allo specchio, la ginnastica facciale:

  • esercizio 1 – levigare la fronte
    aggrottare la fronte contraendo al massimo la muscolatura, successivamente spalancare gli occhi e alzare l’arcata sopraccigliare con le dita.
    Ripetere 20 volte
  • esercizio 2 – tonificazione delle labbra
    aprire la bocca come per pronunciare una ”O”, tenendo le labbra indietro cercando di non formare rughe intorno alla bocca.
    Rimanete in posizione 20 secondi.

Al termine degli esercizi è consigliato lavare il viso con acqua fresca.