Incontro informativo gratuito dedicato alla formazione in Coaching Nutrizionale: MARTEDÌ 10 SETTEMBRE 2024 – ore 18.30-20.00 presso il CSTM – Centro Studi di Terapie Multidisciplinari, a Taverne (Svizzera)
Il Coaching Nutrizionale ha come obiettivo quello di fornire alle persone gli strumenti per poter affrontare e superare, in modo semplice e duraturo, tutti quei limiti che impediscono di mettere in atto una dieta sana ed equilibrata e di mantenerla nel tempo. Il Coach Nutrizionale è in grado di modulare, spiegare, modificare il regime alimentare, cercando di creare un vero e proprio stile di vita sano e corretto a cui il paziente farà serenamente riferimento, rendendolo consapevole ed autonomo nelle scelte.
Durante l’incontro informativo parleremo di:
Coaching Nutrizionale: cos’è, a cosa serve, a chi si rivolge
Per informazioni e prenotazione (OBBLIGATORIA, causa numero limitato di posti!) vi preghiamo di contattare la segreteria didattica al: telefono +41 (0)91 924 92 92 oppure via email: info@cstm.ch
Incontro informativo gratuito dedicato al metodo RME n. 33 – MASSAGGI TERAPEUTICI : GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2024 – ore 18.30-20.00 presso il CSTM – Centro Studi di Terapie Multidisciplinari, a Taverne (Svizzera)
Con il metodo Massaggi Terapeutici, RME ha sviluppato un nuovo standard nel campo del massaggio, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità nel settore del massaggio: un’ulteriore prospettiva professionale per i terapisti che già lavorano nel settore delle terapie complementari e una buona base per i futuri terapisti.
Il metodo Massaggi Terapeutici ha un orientamento chiaramente terapeutico, mirato all’obiettivo e al suo raggiungimento, attraverso un ragionamento terapeutico multidisciplinare e interdisciplinare, elementi che ne costituiscono i punti cardine. Combinando e integrando i principi e i concetti delle diverse tecniche che compongono il metodo, garantendo una capacità di pianificazione adeguata, il terapista sarà in grado di affrontare qualsiasi problema terapeutico con estrema competenza, efficacia ed efficienza.
Durante l’incontro informativo parleremo di:
il metodo RME n. 33 – Massaggi Terapeutici
la formazione completa utile al conseguimento del titolo “Diploma in Massaggi Terapeutici”
il periodo “passerella” e la formazione integrativa
ammissione alla Formazione Passerella: requisiti e metodi
i contenuti della formazione integrativa
i tempi e la modalità di registrazione
Per informazioni e prenotazione (OBBLIGATORIA, causa numero limitato di posti!) vi preghiamo di contattare la segreteria didattica al: telefono +41 (0)91 924 92 92 oppure via email: info@cstm.ch
Siamo felici di annunciare che il CSTM sarà chiuso per le vacanze estive dal 1° al 18 agosto 2024 (compresi). Durante questo periodo, le attività didattiche e amministrative saranno sospese. Saremo di nuovo operativi il 19 agosto e pronti a riprendere le attività con grande entusiasmo. Buone vacanze a tutti!
Finalmente, dopo il periodo di meteo instabile, è arrivato il caldo! Ma con esso è arrivato anche un sintomo meno piacevole: le gambe gonfie. A fine giornata, capita spesso di sentire le gambe gonfie o pesanti, un fastidio che tende a peggiorare con l’arrivo della bella stagione. Vediamo insieme il motivo e come porvi rimedio.
L’acqua nel corpo umano
Il nostro corpo è formato per circa il 60% da acqua, che rappresenta circa i due terzi del nostro peso corporeo. Per dare un’idea, un uomo di 70 kg è composto da circa 42 litri di acqua che vengono suddivisi in varie parti del corpo:
28 litri all’interno delle cellule
3,5 litri nel sangue
i rimanenti 10 litri nello spazio attorno alle cellule.
Ogni giorno beviamo, sudiamo, uriniamo, mangiamo, respiriamo e facciamo tantissime altre azioni che modificano il quantitativo di liquidi nel nostro corpo. Per questo motivo siamo dotati di moltissimi sistemi che controllano costantemente l’equilibrio dei liquidi ed agiscono di conseguenza per mantenerlo perfetto.
Il sistema circolatorio e linfatico
I due principali responsabili della circolazione e dello scambio di liquidi all’interno del corpo sono il sistema circolatorio e il sistema linfatico. Questi sistemi, infatti, trasportano liquidi ed altre sostanze per tutto l’organismo, rilasciandole o riprendendole in base alle esigenze:
i vasi arteriosi (i capillari) rilasciano acqua e sostanze nutritive nell’interstizio, ovvero lo spazio tra le cellule, per nutrirle.
i vasi venosi portano via i liquidi in eccesso e gli scarti.
Tuttavia, questo processo non avviene in maniera perfetta: ogni giorno vengono lasciati nell’interstizio circa 3 litri di liquidi che potrebbero causare edema (gonfiore) e molti danni, se se non venissero rimossi. Fortunatamente siamo dotati del sistema linfatico che è in grado di recuperare i liquidi in eccesso, sostanze di scarto ed altre sostanze preziose, abbandonati nell’interstizio. Dopo averli ripuliti, li invia al sistema cardiocircolatorio affinché tornino a far parte del sangue.
Effetti del caldo sulla circolazione
Fino a qui abbiamo visto come funziona un sistema sano ed in condizioni ambientali perfette; ma cosa succede quando arriva il caldo? Il caldo crea vasodilatazione, ovvero i nostri vasi si dilatano e i capillari diventano più permeabili, cioè rilasciano più liquidi nell’interstizio e ne riprendono di meno. Di conseguenza, rimangono molti più liquidi nello spazio tra le cellule, e questo comporta gonfiore. Per questo motivo, quando le temperature si alzano, ci gonfiamo. A causa della forza di gravità, questi liquidi si dispongono alle estremità e quindi le zone più colpite sono sicuramente mani e piedi. In particolare, le nostre gambe sono le parti più gonfie. Se indossiamo scarpe, calzini o pantaloni stretti, potremmo trovare i segni di questi indumenti sulle gambe anche quando li togliamo. Oppure, anche senza segni visibili, possiamo sentire le gambe pesanti e stanche. Nelle mani, invece, potremmo notare difficoltà a infilare o togliere anelli.
Il drenaggio linfatico manuale e i suoi benefici
Fortunatamente, il nostro sistema linfatico si occupa dei liquidi in eccesso, ma anche questo può essere rallentato dal forte calore, rendendo necessario un aiuto supplementare. Il drenaggio linfatico manuale serve proprio per questo scopo. Le manualità delicate e lente di questo particolare tipo di massaggio sono in grado, senza dolore, di spostare i liquidi dell’interstizio e di farli riassorbire più velocemente dal sistema linfatico, per riportarli nella circolazione ematica, dove devono stare. Senza questi liquidi rischieremmo di avere una diminuzione del plasma, la parte acquosa del sangue, e quindi disidratazione.
Contrariamente a quanto affermato nelle pubblicità, l’acqua non elimina l’acqua in eccesso nell’interstizio, sebbene sia fondamentale idratarsi correttamente con l’aumento delle temperature. L’unico in grado di eliminare i liquidi in eccesso nell’interstizio è il sistema linfatico; pertanto, tutto ciò che lo supporta e ne aumenta le capacità di riassorbimento è utile a tale scopo. Per questo motivo, il drenaggio linfatico manuale è la terapia più consigliata per i vari tipi di gonfiore.
Perle di Salute – Sollievo per le nostre gambe
Per aiutare le capacità del sistema linfatico è utile evitare le posizioni statiche, sia seduti che in piedi. È consigliabile fare delle brevi passeggiate, o addirittura le scale, per mobilizzare i tessuti e svuotare i linfonodi, come verrebbe fatto durante un linfodrenaggio manuale. Per dare sollievo, a fine giornata o in qualsiasi momento, si possono alternare acqua tiepida e acqua fresca sugli arti durante la doccia, avendo cura di terminare sempre con l’acqua fredda. Questo serve a migliorare la vasodilatazione e la vasocostrizione dei vasi ematici. Terminando con il freddo si mantiene la vasocostrizione, evitando l’eccessiva perfusione dei liquidi.
Il massaggio delle zone riflesse dell’orecchio, conosciuto anche come terapia auricolare, è una tecnica che sfrutta la stimolazione di punti riflessi presenti sul padiglione auricolare per trattare vari disturbi o per riequilibrare il corpo.
I principi della stimolazione riflessa dell’orecchio
Il massaggio delle zone riflesse dell’orecchio o, meglio, la stimolazione dei punti riflessi dell’orecchio, si basa sull’idea che l’orecchio sia una mappa miniaturizzata riflessa del corpo intero; tant’è vero che possiamo paragonare il padiglione auricolare ad un bambino nell’utero materno, capovolto. Questa pratica ha radici molto antiche ed è divenuta popolare negli ultimi tempi grazie ai suoi potenziali benefici terapeutici, sia se praticata da un terapista esperto, sia se auto-praticata, seguendo le indicazioni del terapeuta.
Origini e storia del metodo
Le tracce più antiche del massaggio delle zone riflesse dell’orecchio le rinveniamo nella medicina tradizionale cinese che considera l’orecchio un microsistema rappresentativo di tutto il corpo. Ad approfondire e sviluppare, in epoca moderna, il metodo è, negli anni ’50, un medico francese, Paul Nogier: notò che alcuni pazienti, con condizioni croniche, trovavano sollievo tramite la cauterizzazione di specifiche aree dell’orecchio, per cui iniziò a mappare il padiglione auricolare, identificando punti corrispondenti a varie parti del corpo.
Principi fondamentali del massaggio delle zone riflesse dell’orecchio
Il massaggio delle zone o dei punti riflessi dell’orecchio si basa sul concetto che l’orecchio contiene i punti riflessi collegati agli organi e alle funzioni corporee. Ogni punto è associato a una specifica area del corpo e la stimolazione di questi punti può influenzare lo stato di salute dell’area stessa o di tutto il corpo.
Gli strumenti utilizzati per la stimolazione dei punti possono essere vari:
le mani
dei cercapunti
dei bastoncini
dei piccoli semi
dei micro-magneti
degli aghi di piccolissime dimensioni (aghi pulce)
La mappa auricolare di Nogier è la guida principale per i praticanti della terapia auricolare o auricoloterapia. Immaginando il corpo umano in posizione fetale all’interno del padiglione auricolare, Nogier ha identificato punti che corrispondono alla testa, alla colonna vertebrale, agli arti e agli organi interni. La stimolazione, ad esempio, del punto che rappresenta la colonna vertebrale può aiutare a alleviare il dolore alla schiena.
Le applicazioni terapeutiche
La metodica viene utilizzata per trattare una vasta gamma di disturbi fisici e psicologici. Alcune delle applicazioni più comuni includono:
La gestione del dolore inclusi il dolore cronico, il mal di schiena, le emicranie e i dolori articolari in generale. La tecnica è particolarmente utile per i pazienti che cercano alternative ai farmaci antidolorifici.
I disturbi “psicologici” come ansia, depressione e stress, in accordo con il medico psichiatra e con un percorso psicoterapeutico associato. Alcuni punti auricolari sono noti per avere effetti calmanti sul sistema nervoso, aiutando i pazienti a gestire le loro condizioni emotive.
Le dipendenze. Infatti, la tecnica è stata utilizzata con successo per aiutare le persone a superare le dipendenze da sostanze come nicotina, alcol e droghe (questo, sia ben inteso, in associazione a per corsi di riabilitazione neuro-psicologica). La stimolazione dei punti auricolari può ridurre i sintomi di astinenza e supportare i pazienti nel processo di disintossicazione.
Le prove scientifiche
L’efficacia dell’auricoloterapia è stata oggetto di numerosi studi scientifici, con risultati contrastanti. Alcuni studi hanno mostrato benefici significativi, mentre altri non hanno riscontrato differenze rispetto ai trattamenti placebo. Tuttavia, molti praticanti e pazienti riportano esperienze positive, suggerendo che l’auricoloterapia possa avere un effetto benefico, anche se non completamente spiegato dalla scienza.
Casi clinici
Un esempio di studio clinico positivo è una ricerca pubblicata nel “Journal of Alternative and Complementary Medicine“, che ha riscontrato una riduzione significativa del dolore in pazienti sottoposti ad auricoloterapia rispetto a quelli trattati con placebo.
Considerazioni finali
L’auricoloterapia rappresenta una promettente area della medicina alternativa, con potenziali applicazioni per una vasta gamma di condizioni. Sebbene le prove scientifiche non siano ancora definitive, l’esperienza aneddotica dei terapisti affiancata dal racconto o dai feedback dei pazienti, unitamente ad alcuni studi clinici, suggeriscono che questa tecnica possa offrire benefici significativi.
Come per tutte le pratiche di medicina alternativa o complementare, è importante consultare professionisti qualificati e considerare il trattamento dei punti riflessi auricolari come parte di un approccio integrato alla salute e al benessere.
In conclusione, la terapia dei punti riflessi auricolari è una pratica affascinante che unisce antiche conoscenze a metodologie moderne, offrendo un’opzione terapeutica complementare per coloro che cercano alternative ai trattamenti convenzionali. Con ulteriori ricerche e una migliore comprensione dei suoi meccanismi, l’auricoloterapia potrebbe diventare una componente sempre più accettata e integrata nella medicina contemporanea.
Perle di Salute – Shen Men allevia lo stress
Per contrastare l’ansia, o semplicemente per rilassarti, puoi provare a trattare da solo il punto indicato nell’immagine con i seguenti metodi:
Massaggio: usa il pollice e l’indice per massaggiare delicatamente il punto dell’orecchio che ti interessa sino a sentire una sensazione di calore o distensione
Pressione: applica una leggera pressione sui punti dell’orecchio per 1-2 minuti, fino a sentire un leggero calore o una sensazione di rilassamento.
E’ ampiamente risaputo che il rapporto tra nutrizione, alimentazione corretta e Salute è molto stretto. Nella storia recente del nostro continente, sul piano della Salute, si è passati dalla sottonutrizione di un terzo della popolazione in Europa negli anni Trenta, alla situazione attuale di sovrappeso.
La diffusione progressiva del sovrappeso e dell’obesità nel mondo rende ragione del termine globesità, coniato per indicare una vera emergenza globale, che minaccia la Salute della popolazione di tutto il mondo (anche in alcuni paesi in via di sviluppo).
Regole per una sana alimentazione
Non esiste un regime alimentare perfetto e adatto universalmente: ciascuno ha caratteristiche ed esigenze specifiche (età, attività fisica, stato di salute, orari, tipo di lavoro…) che devono essere prese in considerazione per formulare un piano nutrizionale ottimale.
Le fondamentali “regole” da seguire per una sana alimentazione, al fine di conservare un benessere prolungato per tutto l’arco della vita, sono poche e semplici.
La prima regola è che nessun alimento dovrebbe essere escluso da una corretta dieta, eccezion fatta per allergie o intolleranze (il termine deriva dal greco δίαιτα = abitudine, modo di vivere, regola) che, come la gloriosa “Dieta Mediterranea”, deve essere ricca di alimenti, completa e varia.
La seconda regola è che nessun alimento è completo; occorre quindi variare la scelta per assicurarsi tutti i nutrienti e limitare gli antinutrienti o le sostanze tossiche che potrebbero essere presenti.
Le raccomandazioni: i LARN
Esistono raccomandazioni nutrizionali accettate a livello globaleche fissano le quantità di nutrienti e di energia in grado di soddisfare i relativi bisogni, nonché le quantità che, qualora in eccesso, potrebbero comportare effetti negativi sulla Salute.
Esse si trovano per esempio nei LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, nei quali i principali macronutrienti sono così suddivisi, per avere il giusto bilanciamento delle sostanze nutritive:
Il 45-60% delle calorie totali deve essere costituito da carboidrati, meglio se complessi e integrali
Il 15% circa delle calorie deve provenire da proteine (precisamente 0,9 g/kg del peso corporeo)
Il 20-35% delle calorie deve essere rappresentato da grassi, di cui meno del 10% saturi
All’interno dei LARN si trovano anche indicazioni sulla quantità minima da garantire al corpo relativamente a Sali minerali e vitamine.
Le linee guida per stare in Salute
Le Linee Guida del Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, danno indicazioni pratiche sulla scelta da fare per soddisfare le indicazioni dei LARN. Esse consigliano:
Controlla il peso corporeo e mantieniti attivo Un presupposto fondamentale per il raggiungimento di un benessere complessivo è sicuramente il mantenimento di un peso corporeo appropriato, raggiungibile combinando un’alimentazione equilibrata con uno stile di vita che comprenda un regolare esercizio fisico.
Consuma più frutta e verdura Le evidenze scientifiche dimostrano che il consumo di frutta e verdura svolge un importante ruolo di protezione da condizioni di sovrappeso e patologie cronico-degenerative, in particolare malattie cardiovascolari, tumori e diabete di tipo 2. La loro assunzione consente di apportare acqua, vitamine, fibre e minerali ed elementi salutari quali i bioflavoni ad azione antiossidante e protettiva. Questi alimenti hanno una ridotta densità energetica, ma hanno un alto potere saziante.
Consuma più cereali integrali e legumi Cereali e legumi sono essenziali all’interno di una dieta poiché contengono amido e fibra, vitamine, minerali e sono fonte di proteine vegetali.
Bevi abbondante acqua Un consumo consistente di acqua è fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo; rappresenta la componente maggiore del corpo umano e interviene in tutti i processi fisiologici e in tutte le reazioni biochimiche. Si raccomanda di bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno.
Limita i grassi saturi I grassi nella dieta sono necessari per fornire energia e svolgere importanti funzioni biologiche all’interno dell’organismo, ma devono essere introdotti nelle giuste quantità. Moderare i grassi di origine animale o ad alto contenuto di grassi saturi, cui preferire quelli di origine vegetale, a maggior contenuto di grassi insaturi, specie l’olio extravergine d’oliva.
Riduci zuccheri, dolci e bibite zuccherate Un’assunzione eccessiva di zuccheri è correlata alla comparsa di carie dentali, obesità, malattie cardiovascolari e diabete mellito. Se si considera che l’apporto calorico giornaliero di zuccheri raccomandato è generalmente raggiunto con il consumo di frutta e latte, è facile dedurre che altre fonti di zucchero, quali dolci e bibite zuccherate, debbano essere introdotte solo occasionalmente.
Limita le quantità di sale La nostra alimentazione è troppo ricca di sale, quindi evitare di utilizzarlo per insaporire le pietanze sarebbe buona regola. La quantità giornaliera di sale dovrebbe essere inferiore a 5 grammi, compreso quello già contenuto negli alimenti.
Riduci il consumo di alcol L’alcol etilico è una sostanza tossica, che non viene assimilata dall’organismo, come nel caso dei nutrienti, ma metabolizzata allo scopo di essere eliminata. Limitare ad uso occasionale anche le bevande alcoliche.
Varia l’alimentazione Poiché non esistono alimenti che contengano tutte le sostanze necessarie e nelle opportune quantità, un’alimentazione sana e bilanciata è possibile solo tramite una combinazione di differenti alimenti, ciascuno con specifiche proprietà nutrizionali.
Perle di Salute – Il Coach Nutrizionale
Come anticipato, non esiste una dieta perfetta, ma il giusto regime individuale. Un buon Coach Nutrizionale è in grado di intervenire sul singolo, adattando i criteri indicati dai LARN al paziente. Esso perciò prescriverà un regime alimentare che:
garantisca i giusti apporti dei macronutrienti (carboidrati, proteine, lipidi)
dia la quantità energetica necessaria (che dipenderà, ovviamente, dalla richiesta del paziente in caso di dimagrimento oppure di aumento di massa muscolare, oppure se in gravidanza o menopausa).
stimerà il giusto apporto di vitamine e minerali
assicurerà la corretta quota di fibre e acqua per aiutare la funzionalità intestinale.
Obiettivo del coach nutrizionale è quello di soddisfare la richiesta del paziente, mantenendo però il focus sulla sua Salute.
Ogni mattino, aprendo gli occhi, veniamo inondati da un sentimento di pienezza, di voglia di affrontare con entusiasmo i riti quotidiani, di bisogno di esplorazione. L’energia ci riempie i muscoli, ci induce il movimento, irrora il cervello, le idee si mettono in moto. Ogni mattina è una primavera del corpo-mente. Siamo pervasi da un sentimento simile al comportamento del giovanetto, del cucciolo di animale o del forte germoglio che buca la terra ed erompe nella vita. Così, in egual misura, ogni sera, il conforto della casa ci accoglie, ci dona un senso di tranquilla, di pacifica pienezza. Così dovrebbe essere la realtà di un corpo-mente in salute, in armonia con l’adeguamento ai ritmi circadiani.
Cosa sono i ritmi circadiani
Generati dal corpo stesso, i ritmi circadiani garantiscono la sincronicità con l’esterno, con l’avvicendamento tra le ore di luce e quelle di buio. I ritmi circadiani sono coinvolti:
nell’alternanza sonno-veglia
nella comparsa dell’appetito
nella secrezione del cortisolo e dell’emissione di varie altre sostanze biologiche
nel ritmo di variazione della temperatura corporea
in alcuni parametri legati al sistema circolatorio.
I ritmi circadiani inducono i cambiamenti sia nello stato fisico che in quello mentale, alternando eccitazione e tranquillità, all’interno delle 24 ore. Per dirla alla cinese, denotano l’alternanza yin-yang, quella che garantisce un buon Qi, un’energia corretta.
Oltre ai ritmi circadiani (“circa” significa intorno; “dies” giorni), sono stati identificati e studiati vari ritmi della natura e dell’uomo:
i ritmicirca-settimanali
circa-mensili
circa-annuali
Il ritmo circadiano in MTC: l’orologio energetico dei nostri organi
Rilevati nel nostro emisfero solo a partire dal XVII secolo, i ritmi circadiani erano già noti agli antichi cinesi che hanno saputo, nella loro medicina tradizionale, farne tesoro, intuendo che esisteva un meccanismo di regolazione interna che collegava, quotidianamente l’uomo al macrocosmo.
Ciascun meridiano corrisponde ad un’orbita circadiana
I meridiani, infatti, servono a garantire l’armonia tra il mio microcosmo e le leggi del macrocosmo, ad adeguare i ritmi biologici interni ai ritmi della natura, come accade nei passaggi stagionali.
I ritmi circadiani regolano il funzionamento energetico nell’arco di 24 ore
Se i meridiani funzionano bene, ovvero è libero il fluire dell’energia e non vi sono ristagni, non si soffre di alcun disturbo nel cambio di stagione. Qualsiasi disturbo si manifesti con regolarità ritmica, qualcosa che accade sempre alla stessa ora, nello stesso giorno del mese o nella stessa stagione o nell’arco di ogni tot anni, denuncia una patologia energetica da disincronizzazione macrocosmo-microcosmo.
Nella “Teoria dei Meridiani” i canali energetici si comportano in modo differente durante il corso della giornata e della nottata. In alcuni momenti sono più “forti” ed in grado di supportare bene le funzioni dell’organo ad essi collegato, in altri momenti sono più “lenti”. Si parla di Marea energetica del meridiano.
Per il modello tradizionale cinese, il ritmo circadiano non è solo quotidiano: l’oroscopo è regolato su un ciclo di 60 anni, prevedendo che le influenze dei 10 tronchi celesti si incrocino con i 12 rami terrestri, influenzando la tipologia di tutti noi!
Come funziona il ciclo energetico nell’arco delle 24 ore
I ritmi circadiani regolano quindi, attraverso i 12 canali di flusso di energie sottili, le produzioni del corpo stesso (per esempio gli ormoni). Ad ogni meridiano, come risaputo, è collegato un organo o un viscere, un fluido corporeo, una struttura anatomica, un organo di senso e una funzione psichica.
La marea energetica
Anche se il Qi, l’energia, è presente contemporaneamente in tutti e 12 i meridiani, ogni due ore, uno di questi ha una fase di massima attività, determinando un picco di potenza nel funzionamento dell’organo o viscere interessato, .
Al contempo, esattamente dopo 12 ore dalla sua acrofase (il picco massimo), l’organo incontrerà una fase di 2 ore di minima attività energetica, contraddistinta dal minimo fluire di Qi: l’intero e incessante scorrere del Qi nell’arco della giornata, organo per organo e viscere per viscere, prende il nome di marea energetica.
Il cortisolo, per esempio, è soggetto ad una secrezione basale pressoché costante nelle 24 ore, ma con picco massimo (acrofase) registrato intorno alle primissime ore del mattino (3-4) e picco minimo che coincide con le prime ore di riposo notturno (22-24).
Orologi a confronto
Naturalmente si tratta di capire cosa indica la medicina cinese quando alle 4 del mattino segnala il picco energetico del meridiano del Polmone… Scopriamolo insieme!
Il meridiano del Polmone ha la fase di massima attività alle 3:00-5:00 e la fase di massimo riposo alle 15.00-17:00. Parola chiave del polmone è lo scambio. È grazie al Polmone (inteso come tutto il sistema respiratorio e oltre) che entriamo in contatto con l’ambiente in cui viviamo: mediante il ritmo del respiro si crea una connessione con il respiro dell’Universo, che portiamo da fuori a dentro, che riceviamo ossigeno ed eliminiamo anidride carbonica. È la nostra capacità di caricarci al massimo di energia (quando inspiriamo) e di liberarci, con l’espiro, di ciò che non serve più (fisicamente ma anche psico-emotivamente). In MTC è il polmone che distribuisce l’energia Qi a tutto il corpo, cervello compreso, inviando ossigeno a tutti i suoi organi.
Nell’acrofase del meridiano (il picco massimo), tradizionalmente i monaci recitano la preghiera ad alta voce, attivando il Polmone. Recitare il rosario è come scandire un mantra: si esegue con lunghe inspirazioni ed altrettante lunghe espirazioni. È questa l’attività suggerita attraverso la quale possiamo caricarci dell’energia necessaria per affrontare la giornata. All’intestino crasso, il viscere che segue nella circolazione energetica, il compito di accogliere (assorbe acqua e minerali presenti nel Tenue) e del lasciar andare.
L’intestino, considerato il grande cervello, è intimamente connesso al cervello propriamente detto. Un intestino che funziona appartiene ad una persona che “sa lasciar andare” senza paura di perdere parte del sé, eliminare quello che non serve, quello che non è più necessario. Ecco perché, per tonificare il sistema respiratorio, è corretto fare pulizia, fare ordine e liberarsi di ciò che è superfluo. L’acrofase del grosso intestino è considerata il momento migliore per il suo svuotamento, perché nel pieno della sua capacità di liberare il nostro corpo dalle scorie metaboliche.
La vita naturale sul pianeta è caratterizzata da ritmi ben definiti. C’è un orologio interno, in ciascuno di noi, che regola l’attività biologica con un ciclo giornaliero, uno mensile e uno stagionale. Cosa accadrebbe se non ci fosse la primavera?
Perle di Salute – L’energia si tuffa da un meridiano all’altro
Il passaggio dell’energia è agevolato dalle sequenze di esercizi tradizionali, detti anche “di lunga vita”, come nello yoga o nel Reusi datton thailandese.
Bhujangasana, una delle posizioni standard dello yoga, la postura del cobra, solitamente è consigliata per mobilizzare le spalle e la schiena, per mantenere la giusta flessibilità della colonna vertebrale. Se ben eseguita, con atteggiamento concentrato e consapevole, è anche in grado di facilitare il passaggio tra l’ultimo punto del meridiano del fegato (sesto spazio intercostale), orario di marea energetica tra le 01:00 e le 03:00 del mattino, ed il primo punto del meridiano del polmone (nella cavità morbida sotto la clavicola), orario 03:00 – 05:00, facilitando il sonno in chi soffre di risvegli troppo mattutini!
Il Training Autogeno (TA) per bambini è una tecnica di rilassamento psicofisiologico, derivata dalla pratica per adulti, che aiuta i più piccoli a gestire anche stress e ansia. Il TA è una tecnica di autodistensione psichica e somatica elaborata dallo psichiatra e neurologo tedesco Johannes Heinrich Schultz (1884-1970) per ristabilire un equilibrio psicofisico funzionale della persona, che impara a eseguirla autonomamente grazie all’allenamento quotidiano.
a livello fisiologico, favorendo un riequilibrio del sistema nervoso vegetativo e del sistema endocrino, entrambi strettamente connessi ai vissuti emotivi
a livello fisico, migliorando lo stato di benessere e di salute generale
a livello psicologico, rafforzando le risorse interiori che consentono di affrontare e di superare più facilmente le difficoltà, i problemi e i conflitti della vita.
Il Training Autogeno per bambini
Il Training Autogeno (TA) è un metodo nato originariamente per essere insegnato agli adulti. In seguito, la tecnica è stata presto utilizzata anche con i bambini, attraverso l’adozione di opportune modifiche per la conduzione e per l’insegnamento degli esercizi.
Allora anche i bambini avrebbero bisogno di rilassarsi? Spesso consideriamo l’infanzia il periodo della vita più felice e spensierato, dedicato al gioco, senza particolari responsabilità, ma…
Lo stress infantile
Sulla base della ricerca nel campo psico-pedagogico, l’APA (American Psychological Association) ha evidenziato che i bambini della società odierna si confrontano con una quantità decisamente maggiore di stress rispetto alle generazioni precedenti. Lo stress infantile è uno stato di tensione che può manifestarsi attraverso alcuni sintomi:
Il TA si è rivelato molto utile nella gestione dello stress infantile. Praticando gli esercizi di Training Autogeno, è possibile:
ristabilire un buon equilibrio psicofisico
alleviare lievi disturbi di salute
migliorare la memoria e la concentrazione
I bambini che praticano regolarmente il TA risultano tranquilli, aperti, consapevoli di sé ed equilibrati. Quasi sempre si può osservare in loro anche un miglioramento in campo scolastico. Con il TA, anche i bambini riescono a imparare a vivere meglio la loro quotidianità, acquisiscono capacità di comunicazione e relazione con gli altri in modo più efficace.
Elencando molteplici effetti benefici del TA sui bambini, è comunque doveroso segnalare che, in caso di disturbi più consistenti, il Training Autogeno non sostituisce una terapia. I bambini con problemi importanti vanno affidati alle cure di uno specialista competente.
Insegnare il Training Autogeno ai bambini attraverso le fiabe
Il rilassamento profondo di TA, con i suoi esercizi e le sue formule, va imparato. Per apprendere gli esercizi del TA, durante gli allenamenti i bambini necessitano la presenza e l’assistenza di un adulto: genitore, educatore, insegnante. Naturalmente, l’adulto in questione deve conoscere la tecnica del TA e conoscere le modalità specifiche del suo insegnamento ai bambini.
Il TA è adatto ai bambini dai 6 anni in su. Per i bambini più piccoli di sei anni, esistono tecniche di rilassamento specifiche, che si concentrano sul movimento del corpo.
Anche a un bambino di 6 anni è difficile rimanere immobile, tenere gli occhi chiusi per qualche minuto, concentrarsi su quello che racconta l’adulto… L’allenamento di TA non deve diventare per lui un altro obbligo da svolgere sbuffando! L’adulto deve far diventare l’esercizio un’attività piacevole e divertente, usando il gioco, guidando il rilassamento del bambino con l’ausilio di una fiaba che stimola la sua immaginazione.
L’allenamento autogeno
L’allenamento autogeno dei bambini al rilassamento e al cambiamento necessita una gradualità: si parte spesso dalla costruzione interattiva di favole che prendono avvio da un disegno oppure da un gioco fatto in movimento o utilizzando qualche giocattolo, pupazzo o marionetta. Poi il conduttore fa sdraiare il bambino e racconta lui delle storie in grado di evocare immagini piacevoli. Le favole narrate prevedono sempre una conclusione che permette ai bambini di ritrovare un’armonia interiore.
Le formule del TA vengono incluse nelle favole per diventare, come ci insegna Gisela Eberlein, “il principio attivo che dalla situazione della favola viene trasferito nella realtà di ogni giorno”.
Attraverso l’ascolto di semplici, divertenti e fantasiose storie, i piccoli possono visualizzare le loro emozioni per ritrovare il benessere e la tranquillità, scaricare le tensioni e superare positivamente le difficoltà che incontrano.
Attraverso la fiaba i bambini imparano facilmente gli esercizi e li eseguono volentieri: la fiaba stimola la fantasia e la creatività nel bambino, lo aiuta a superare le difficoltà di concentrazione, a sentirsi sicuro di sé, fiducioso. E’ un’attività istruttiva e allo stesso tempo divertente.
Gli esercizi di TA per i bambini
Solitamente ai bambini vengono insegnati:
la formula della calma
l’esercizio della pesantezza
l’esercizio del calore
Quando il bambino impara bene questi esercizi, essi sono già sufficienti per rilassarsi regolarmente e al bisogno, sia fisicamente che a livello emotivo e mentale.
Altri esercizi del TA non sono adatti ai bambini perché le istruzioni sarebbero troppo complicate per loro, inoltre non sarebbe possibile controllare la loro esecuzione per evitare modalità sbagliate di pratica. Il bambino imparerà velocemente altri esercizi del TA una volta che diventa grande.
Ai ragazzi più grandi, di 10-12 anni, il TA può essere insegnato per mezzo degli esercizi tradizionali, sempre con la supervisione di un adulto. Poi possono praticarlo regolarmente da soli. Il passaggio da una pratica guidata a una personale autonoma deve essere graduale.
Secondo lo psicologo tedesco K. Vollmar, un genitore che decide di insegnare il TA al suo bambino non solo sfrutta l’opportunità di aiutarlo nelle situazioni difficili ma, sperimentare insieme gli esercizi di TA, gli permette di dedicare al figlio un’attenzione consapevole e costruire con lui una relazione basata sulla fiducia reciproca, una relazione unica e funzionale.
Perle di Salute – Il gioco del sonno
Per aiutare il nostro bambino a rilassarsi, possiamo fare con lui “il gioco del sonno”. Il bambino si stende supino, chiude gli occhi e “fa finta” di essere profondamente addormentato. Dopo qualche istante, noi verifichiamo se è “veramente addormentato” e lui, stando al gioco, cerca di “convincerci” con il suo corpo di essere sprofondato in un sonno profondo. Solleviamo il suo braccio e lo facciamo ricadere, anche l’altro braccio; poi facciamo la stessa cosa con le gambe, muoviamo dolcemente la sua testa… il bambino deve lasciar accadere tutto questo, abbandonandovisi il più possibile e sperimentando, per mezzo del gioco, un profondo rilassamento corporeo. Scambiamoci anche i ruoli e lasciamogli verificare come riusciamo noi a rilassarci… come se fossimo addormentati.
L’uomo ha sempre cercato dei metodi per curare patologie e disturbi e, fin dall’inizio dei tempi, ha impiegato sostanze disponibili in natura. Oltre all’utilizzo dell’acqua e delle erbe, ha adoperato per tali scopi anche i minerali. Secondo un papiro del 1500 a.C., l’argilla veniva usata come ingrediente di un farmaco per il mal di testa allo scopo di “raffreddare” il capo. Dioscoride Pedanio, un medico greco vissuto nella Roma imperiale di Nerone, utilizzava l’argilla per trattare infiammazioni, anemie, cicatrizzare le ferite, migliorare la mucosa gastrica e depurare l’organismo da veleni e parassiti.
Questi rimedi sono stati tramandati nel corso degli anni e sono arrivati fino a noi: basti pensare che l’idrossido di alluminio, sostanza che compone l’argilla, viene ad oggi utilizzata come ingrediente di farmaci antiacidi, al fine di neutralizzare l’eccessiva acidità gastrica.
Argilla e fango
Oltre al suo utilizzo nella farmacologia, l’argilla viene ampiamente utilizzata in vari trattamenti di benessere e salute. Negli istituti termali, l’argilla viene molto spesso applicata sotto forma di fanghi, ovvero mescolata con acqua per renderla pastosa. Viene applicata in questa forma anche su viso e sul corpo, con scopi sia terapeutici che estetici. Inoltre, può addirittura essere utilizzata per uso interno, sotto forma di capsule o gel d’argilla.
Proprietà terapeutiche dell’argilla
Esistono vari tipi di argille, che variano in base alla loro composizione chimica e allo scopo dei trattamenti. La gran parte di esse è composta da silicati di alluminio, ossido di ferro, calcio, potassio, sodio e magnesio. Tutti questi minerali consentono all’argilla di avere riconosciute proprietà terapeutiche quali:
Detossificante: l’argilla ha proprietà assorbenti che possono catturare impurità, tossine e sostanze nocive.
Antinfiammatoria: quindi può essere utile nel ridurre l’infiammazione nei tessuti, come disturbi articolari e muscolo-scheletrici.
Cicatrizzante e lenitiva della cute: può essere utilizzata per trattare acne, eczemi, psoriasi, ferite e scottature, accelerando il processo di guarigione e riducendo l’infiammazione.
Assorbimento dell’umidità: l’argilla ha la capacità di assorbire l’eccesso di umidità dalla pelle, rendendola utile nel trattamento di condizioni come la dermatite da pannolino o le infezioni fungine (es: piede d’atleta, candida…).
Riduzione del dolore muscolare: gli impacchi di argilla calda possono aiutare a rilassare i muscoli e a ridurre il dolore associato a tensione muscolare, stiramenti o lesioni sportive.
Promozione della circolazione sanguigna: l’applicazione di argilla può favorire la circolazione sanguigna locale, migliorando l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti e accelerando il processo di guarigione.
Trattamento dell’odore corporeo: grazie alle sue proprietà assorbenti, l’argilla può essere utilizzata per assorbire gli odori corporei indesiderati, rendendola un ingrediente comune in alcuni deodoranti naturali.
Applicazioni dell’argilla
L’argilla può essere applicata in vari modi:
Maschere: composto di argilla ed acqua di consistenza fangosa, morbida, applicato direttamente sulla cute. Molto utile per trattare problematiche cutanee
Cataplasmi: composto di argilla ed acqua più denso della maschera, applicato su garze o teli in carta e poi posizionato sulla zona d’interesse. Usato spesso su dolori muscolari o infiammazioni articolari.
Bagni d’argilla: argilla aggiunta all’acqua della vasca da bagno. Questa applicazione è nota per alleviare il dolore muscolare, ridurre lo stress e migliorare la salute della pelle. Sono possibili anche pediluvi all’argilla, utili per le micosi, come il piede d’atleta.
Gel d‘argilla: soluzione di acqua ed argilla, dove la parte insolubile (impurità) si sedimenta, lasciando in superficie un liquido leggermente torbido. Questo può essere bevuto per effettuare una depurazione interna, o allo scopo di regolarizzare l’intestino (eseguibile solo con argille per uso alimentare).
L’argilla offre quindi una vasta gamma di benefici terapeutici per la salute della pelle e del corpo nel suo complesso. Tuttavia, è importante saper scegliere il tipo di argilla e l’applicazione più adatti alle proprie esigenze. Un professionista nell’ambito della idro-balneoterapia può informarvi sull’utilizzo più appropriato per voi o applicarlo lui stesso al momento del bisogno.
La spalla congelata, o “frozen shoulder”, è anche conosciuta come “capsulite adesiva”. Tale condizione è in generale molto dolorosa e debilitante e la mobilità della spalla è assai limitata o addirittura completamente bloccata, da cui la definizione di “congelata”, ossia immobile. La denominazione più tecnica “capsulite adesiva” fa invece riferimento alle strutture anatomiche che risultano infiammate (capsulite) e come incollate (adesiva), data la mancanza di movimento dovuta alla retrazione della capsula articolare (vedi immagine) che, riducendo lo spazio articolare, diminuisce il movimento.
Questo disturbo può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. La funzione della spalla è muovere la mano nello spazio e, non potendo spostare agevolmente la spalla stessa, avremo difficoltà ad utilizzare tutto l’arto superiore, compresa la mano. Per capire quanto appena detto, provate a pettinarvi o ad indossare una maglietta senza muovere la spalla… Difficile vero?
È quindi facile intuire come equanto la spalla congelata possa fortemente interferire con le attività della vita quotidiana, tramite la compromissione della mobilità e la presenza di un intenso e duraturo dolore, che può persino disturbare il riposo o il sonno notturno.
Possibili cause della spalla congelata
Le cause che conducono alla spalla congelata non sono ancora del tutto comprese. Tuttavia, sappiamo che alcuni fattori possono sicuramente contribuire allo sviluppo di questa condizione. Tra i principali fattori di rischio vi sono:
Traumi o lesioni
Traumi, lesioni o infiammazioni ad una delle tante strutture della spalla (muscoli, tendini, legamenti, borsa, ossa…), come in caso di caduta, incidenti automobilistici e non, traumi e microtraumi sportivi, a volte anche solo per la ripetizione di un particolare gesto sportivo (tennis, lanciare una palla come nel baseball…) possono scatenare la capsulite adesiva. La mancanza di movimento durante il periodo di recupero da un infortunio può favorire l’insorgenza o la progressione della condizione.
Problemi di salute generali
Condizioni come il diabete, malattie cardiache, ipotiroidismo, malattie autoimmuni… sono state frequentemente associate ad un aumento del rischio o ad aggravamento nello sviluppo della spalla congelata. Queste condizioni possono influenzare la salute delle articolazioni e dei tessuti connettivi (muscoli, tendini, legamenti) aumentando l’infiammabilità e la vulnerabilità dell’articolazione della spalla.
Immobilizzazione prolungata
La mancanza di movimento della spalla per lunghi periodi, ad esempio a seguito di un intervento chirurgico o in caso di degenza prolungata, può portare alla formazione di aderenze e alla progressione della capsulite adesiva.
I sintomi e la diagnosi della spalla congelata
I tipici sintomi della spalla congelata sono dolore persistente nella spalla, talvolta peggiora durante la notte, e una progressiva ed ingravescente perdita di movimento dell’articolazione. Oltre al dolore, i pazienti sperimentano anche una sensazione di rigidità o blocco dell’articolazione della spalla nel tentativo di eseguire, o durante, i movimenti, comunque limitati.
La diagnosi della spalla congelata di solito si basa sull’anamnesi e sull’esame fisico del paziente. Il medico può anche richiedere esami di imaging come radiografie, risonanza magnetica o ecografie per escludere altre condizioni simili, a conferma della diagnosi.
Il trattamento della capsulite adesiva
Il trattamento della spalla congelata è finalizzato
ed, in alcuni casi, a prevenire il peggioramento, poiché questo disturbo non è sempre completamente recuperabile.
I trattamenti possono essere di tipo conservativo oppure interventistici.
La terapia conservativa
La terapia conservativa utilizza un approccio multidisciplinare, ovvero più specialità intervengono nel tentativo di risolvere il problema, spaziando dalla terapia manuale a quella delle elettroterapie (TECAR, TENS, Ultrasuoni…) o alle termoterapie (impacchi caldi o freddi…) od ancora ai farmaci antinfiammatori fino alle infiltrazioni di una medicina cortisonica. Le iniezioni di cortisone direttamente nell’articolazione della spalla possono fornire sollievo dal dolore e dall’infiammazione, consentendo al paziente di partecipare più attivamente alla riabilitazione.
La terapia manuale e la terapia fisica, le mobilizzazioni dell’articolazione, o l’osteopatia svolgono un ruolo fondamentale nel trattamento della spalla congelata.
Gli esercizi mirati possono aiutare a mantenere e migliorare la mobilità articolare, ridurre il dolore e rafforzare i muscoli circostanti. La terapia fisica può includere stretching, esercizi di mobilità, terapia manuale e modalità di terapia fisica come ultrasuoni o elettrostimolazione…
Inoltre, parte integrante e chiave del successo sono la collaborazione e l’aderenza del paziente al piano di esercizi indicati, che dovrebbero essere eseguiti anche a casa. Questi esercizi possono essere personalizzati per adattarsi alle esigenze individuali e al grado di gravità della condizione.
La gestione efficace della spalla congelata richiede un approccio olistico e a lungo termine. Continuare con una routine regolare di esercizi di stretching e rafforzamento, anche dopo la guarigione, può aiutare a prevenire le ricadute, per altro frequenti.
La Terapia Manuale e Manipolativa, come il massaggio terapeutico o la mobilizzazione articolare, possono essere utilizzati per migliorare la mobilità articolare e ridurre la tensione muscolare nella zona della spalla. Ulteriori opportunità terapeutiche di tipo conservativo possono includere terapie strumentali quali la terapia con onde d’urto, laser-terapia o tecar-terapia.
La terapia conservativa per la spalla congelata richiede pazienza e costanza, poiché i tempi di guarigione sono lunghi. È importante seguire attentamente il piano di trattamento prescritto dal professionista del settore e non aspettarsi risultati immediati. Inoltre, potrebbe essere consigliabile una riduzione o una modifica di tutte quelle attività che il paziente percepisce come peggiorative dei sintomi come, ad esempio, movimenti ripetitivi o stressanti. E’ infine necessario il costante dialogo con il medico, ortopedico o reumatologo, circa l’evoluzione del disturbo per eventuali modifiche del programma terapeutico.
La terapia interventistica
La terapia conservativa rappresenta un’opzione valida e sicura per trattare la spalla congelata. Tuttavia, un’ulteriore possibilità è rappresentata dalla manipolazione della spalla in anestesia o dalla chirurgia, oggi mininvasiva, denominata artroscopia.
Conclusioni
La spalla congelata è una condizione complessa e debilitante che richiede un trattamento tempestivo e mirato per alleviare il dolore e ripristinare la funzione dell’articolazione. Con una combinazione di terapie fisiche, farmacologiche e interventi chirurgici mirati, insieme a una gestione a lungo termine, i pazienti affetti da capsulite adesiva possono sperare di recuperare una buona qualità di vita e una mobilità adeguata della spalla.
L’importanza di una diagnosi precoce e di un trattamento multidisciplinare non può essere sottovalutata nel garantire risultati ottimali per coloro che soffrono di questa condizione debilitante.
Perle di Salute – Gli esercizi di Codman
Eseguire tutti i giorni, anche 2 volte al giorno, per circa 20 minuti, gli “esercizi pendolari di Codman”: Flettere il tronco ed appoggiarsi ad un tavolo con l’arto affetto lasciato pendere (vedi immagine); eventualmente utilizzare un piccolo peso (per esempio 1-2 kg tenuto al polso – polsiera). Dondolare l’arto superiore in tutte le direzioni dello spazio, con un’oscillazione di circa 10-15 cm al massimo.
L’esercizio NON deve produrre dolore. Questo esercizio aiuta a rilasciare la capsula articolare.
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