Il potere dell'approccio multidisciplinare nella risoluzione dei principali disequilibri

l'unione fa la forza - approccio multidisciplinare nella risoluzione dei problemi

“L’unione fa la forza”!

Chissà quante volte nella vita ci è capitato di citare questo famosissimo proverbio, utilizzato soprattutto per sottolineare il potere del lavoro di squadra nell’affrontare un problema.

La forza di un gruppo coeso, le maggiori risorse individuali a servizio degli altri, le differenti capacità di pensiero e le varie modalità di approccio alla soluzione sono infatti armi fondamentali per affrontare adeguatamente il difficile percorso verso la conquista della tanto ricercata soluzione. D’altronde è scritto anche e soprattutto in natura e la conferma ci arriva dall’osservazione delle comunità di formiche o di api, nelle quali ciascun singolo insetto partecipa costantemente, e per quelle che sono le sue caratteristiche, alla vita della comunità.

Il concetto di “unione che rafforza” può essere riportato nell’ambito della cura?

Assolutamente sì! Il patto tra paziente e terapista deve stringersi in questa precisa ottica.

In un’epoca come quella che stiamo appassionatamente vivendo, nella quale viene messa in continua discussione la troppa specificità raggiunta dalla medicina a discapito della visione di insieme dell’individuo, sembra prendere sempre più piede nel paziente l’esigenza specifica di sentirsi “compreso globalmente” da chi lo prende in carico, di sentirsi ascoltato prima che ancora che indirizzato.

Un’esigenza che lo spinge sempre di più alla ricerca di figure di riferimento che gli consentano di stringere un patto vero, forte, tramite il quale affidare i propri disagi e le proprie disfunzioni a qualcuno che li sappia accogliere in una visione di insieme che non trascuri, alla ricerca di una soluzione troppo specifica e solo illusoriamente risolutiva, la totalità degli aspetti che lo contraddistinguano, costituiti dalla sua emotività, dalla sua spiritualità e dal contenuto esperienziale che la sua vita certifica.

Questa consapevolezza nuova, questa ricerca emergente attestata dalle statistiche mondiali che vedono le terapie complementari in continua crescita, si concretizza spesso e volentieri nell’incontro con equipe appositamente costituite, nelle quali ciascun operatore/professionista opera con costante attenzione nell’intento continuo e preciso di provare ad individuare, partendo sempre dal quadro generale, l’ambito primario di intervento rispetto al problema manifestato in quel momento dal paziente.

Sostenere oggi in maniera assolutistica che di fronte ad un dolore qualsiasi soluzione sia già scritta e di semplice interpretazione risulta alquanto anacronistico, anche se si tratta di semplice mal di schiena o di mal di denti.

Ogni segno di disagio, ogni dolore, ogni deviazione dalla funzione fisiologica va prima di tutto accolta, ascoltata, abbracciata, fatta propria e solo infine tradotta nel meraviglioso linguaggio del corpo umano, tanto scientifico quanto ancora misterioso in tanti suoi aspetti.

Il terapista e la visione olistica, multidisciplinare, vincente!

Un terapista attento alla visione olistica vede aumentare l’efficacia del suo potere di intervento quanto maggiori sono le proprie competenze; ma non quelle verso uno specifico ambito dell’anatomia umana, bensì quelle che si aprono alla dimensione globale dell’individuo.

Un vero approccio multidisciplinare che gli consenta dunque di poter interpretare al meglio i vari segni del corpo, siano essi in ambito psichico, strutturale o biochimico, alfine di dare al paziente maggiori e più efficaci soluzioni.

L’operatore onesto e consapevole dei propri limiti e delle proprie lacune dovrebbe invece approfondire maggiormente la collaborazione con colleghi complementari che gli consentano, attraverso le esperienze comuni e dirette, di indirizzare comunque al meglio i propri pazienti.

Di esempi ce ne sono a bizzeffe e l’esperienza del professionista ne è intrisa di conferme: accogliere l’individuo in un percorso multidisciplinare ed accompagnarlo, passaggio dopo passaggio, alla consapevolezza di quali siano le dimensioni della propria esistenza sulle quali lavorare maggiormente, non solo crea benessere risolvendo malessere, ma contribuisce alla crescita personale dell’individuo stesso, alla sua indipendenza dalla cura, affinché l’apporto dell’operatore sia sempre di più a scopo preventivo e di mantenimento anziché interventistico.

Perché quello della salute è un equilibrio instabile, mutevole, variabile di anno in anno, di mese in mese, di giorno in giorno. Cercare il benessere non è un lavoro facile. E’ una fatica continua e costante, che possiamo condividere con il nostro operatore di fiducia. Perché se è vero che chi fa da se fa per tre, ancor più vero nella salute è che “l’unione fa la forza”!

Ma come fare ad aumentare la consapevolezza di noi stessi?

Ad esempio conoscendo le zone di Head (Head, Sir Henry neurologo inglese Londra 1861 – Reading 1940), la cui mappa definisce aree cutanee particolari il cui dolore comunica problemi di specifica origine viscerale (es. dolore o ipersensibilità alle spalle, problemi diaframmatici). Oppure ancora, conoscere l’orologio degli organi secondo la Medicina Tradizionale Cinese, che associa ad ogni risveglio notturno, a seconda della fascia di orario in cui avviene, un particolare organo sofferente (es. fascia oraria 1:00-3:00, fegato).

Perle di saggezza

Quando ricerchiamo la soluzione ad un problema di salute, proviamo a rivolgerci innanzitutto a noi stessi. La conoscenza di base di alcuni aspetti fondamentali della nostra fisiologia ci permetterebbe di meglio comprendere le origini del problema che stiamo affrontando e di riportare la nostra attenzione su ambiti di noi stessi che abbiamo smesso di curare.

Non dobbiamo fare autodiagnosi, quella lasciamola alle figure specializzate, ma imparare a riflettere sui segni che il corpo ci manda per tradurli in attenzioni verso i sistemi che stanno soffrendo, onde evitare di dover intraprendere, una volta trascurati, strade tortuose e dispendiose.

Stress e voglia di staccare la spina: intervenire con il Massaggio Connettivale

Ragazza esausta bisogno di staccare la spina

Ho proprio bisogno di staccare la spina!
Vorrei poter spegnere il cervello per qualche minuto!

Capita comunemente di dire o di sentire queste affermazioni. Un momento di stress fisico, o anche mentale, ci fa desiderare di sospendere le attività per prendere tempo, per riposare e rimetterci in forze.

A volte, però, non è possibile sottrarsi agli impegni e alle responsabilità che abbiamo e proprio per questo le terapie manuali possono diventare un grande alleato contro lo stress e i suoi sintomi.  In particolare, il Massaggio del tessuto connettivo, grazie alla sua azione sul sistema nervoso è in grado di fornire al corpo un rilassamento neurologico, diverso da quello che comunemente intendiamo con la parola Relax.

La sua azione arriva ad un livello più profondo: una sorta di reset, che permette al corpo di procedere con la sua riparazione. Come il tasto del ripristino che utilizziamo sugli apparecchi elettronici per farli funzionare quando nient’altro sembra essere stato utile.

Arrestiamo il sistema nervoso simpatico per innescare i processi di riparazione

rappresentazione dello stressIl nostro sistema nervoso, nello specifico la parte chiamata autonoma o vegetativa, può essere in grandi linee suddivisa in due parti:

  • una parte che si occupa dell’azione e della reazione
  • una seconda parte che si occupa del recupero

La prima parte è quella di cui abbiamo bisogno per svolgere le attività che richiedono maggiore attenzione, che si occupa di farci reagire di fronte ad una situazione di pericolo. Questa parte viene definita sistema nervoso simpatico. La sua attivazione, utilissima nel breve periodo, prevede però che gli equilibri del corpo vengano alterati causando alcune “lesioni”, che noi avvertiamo come stanchezza.

Se, per ragioni che non sempre possiamo gestire, manteniamo attivo questo sistema, esponiamo la nostra salute a notevoli rischi, come la maggiore predisposizione ai malanni di stagione, oppure rendiamo più faticoso il funzionamento degli organi.

Stanchezza persistenze, disturbi del sonno, sensazione di confusione, contratture e rigidità muscolare, tachicardia, sensazione di aver bisogno di un maggiore apporto di aria, ma anche difficoltà nella digestione e alterazione dell’espulsione di feci sono tutti segnali che ci indicano che il nostro sistema nervoso sta lavorando in maniera errata.

Il corpo è pronto a reagire ad eventuali attacchi, ma non ha il tempo e le risorse necessarie per ripararsi.  Diventa quindi necessario l’intervento della seconda parte, del sistema nervoso autonomo, quella che definiamo sistema nervoso parasimpatico, ovvero quello che si occupa della riparazione, che impone al nostro corpo di rallentare e prendersi il tempo di sistemare le alterazioni causate dagli sforzi precedenti.

Il sistema nervoso simpatico si attiva quando abbiamo bisogno di energia extra. Questa procedura dovrebbe innescarsi solo nelle situazioni di emergenza, mentre, nel tempo rimanente, il corpo dovrebbe avere tempo per riposare e recuperare. Purtroppo, lo stile di vita attuale rende molto difficile tutto questo.

Per questo motivo è necessario dare modo al nostro corpo di uscire da questo meccanismo di difesa: il massaggio connettivale è in grado, grazie alla sua azione sul sistema nervoso, di andare a spegnere gli input neurologici, che mantengono attive queste reazioni ad un pericolo costante, innescando così il processo di recupero.

La seduta di Massaggio Connettivale

Il Massaggio del tessuto connettivo è, per la maggior parte dei pazienti, un trattamento poco conosciuto. Questo tipo di trattamento, noto anche come reflessogeno connettivale, è in grado di agire sul nostro corpo in maniera diretta, locale, o riflessa, attraverso la via neurologica, riducendo o eliminando i dolori, stimolando la circolazione che nutre i tessuti, sciogliendo le tensioni.
Inoltre, l’importante interazione con il sistema nervoso rende questa tecnica molto efficace anche nel trattamento dei disturbi internistici.

Durante la seduta di Massaggio Connettivale, il respiro rallenta, si allentano le rigidità muscolari, la circolazione migliora facendo avvertire una sensazione di calore avvolgente, il livello di stress si abbassa e si ha una sensazione di relax mista a stanchezza.

Per tutte queste ragioni, è fortemente consigliato prendersi qualche istante di riposo dopo la seduta, dal quale vi risveglierete più energici e rilassati di prima. Pronti per affrontare tutte le sfide della giornata con una carica rinnovata!

Perle di Salute – Stress vs respirazione profonda

Nei momenti di particolare stress, possono essere efficaci degli esercizi di respirazione. La respirazione profonda impone al corpo di rallentare il ritmo del battito cardiaco e con esso la secrezione di sostanze stimolanti. Il risultato è una sedazione profonda, che consente di prendere le distanze dal problema e concedersi una piccola pausa rigenerante.

  • Mettersi in posizione comoda ed appoggiare una mano sull’addome
  • Inspirare cercando di gonfiare al massimo la pancia
  • Trattenere l’aria per un paio di secondi
  • Procedere con una completa espirazione, fino a sentire l’addome abbassato
  • Aspettare qualche secondo prima di ricominciare l’inspirazione successiva

Vi aiuterà a chiarirvi le idee, ad affrontare più serenamente la situazione e a superare il momento di grande stress!

Le 5 Emozioni legate agli organi in Medicina Cinese: come si comportano

“Una ragione cresce in me e l’innocenza svanisce …”

Solitamente con “EMOZIONE” si fa riferimento a qualcosa di istintivo, una sensazione che sorge spontanea dalla profondità del nostro essere.  In Medicina Cinese si parla delle 5 emozioni, legate alle 5 costituzioni di base. A seconda della reazione istintiva che abbiamo di fronte ad un imprevisto, o ad un avvenimento che esce dalla routine, possiamo scoprire qual è la nostra costituzione psichica di base!

Immaginiamo che un amico ci proponga improvvisamente di fare un viaggio…

  • Il tipo Legno, legato all’organo Fegato, è già in macchina! senza alcun indugio. I tipi legno sono amanti del movimento.
  • Il tipo Fuoco verrà, ma vuole che lungo il percorso ci siano cose belle da ammirare. Il tipo Fuoco, il cui organo di riferimento è il Cuore,  ha bisogno di vivere con passione ogni momento della giornata.
  • Il tipo Terra, è un goloso. Legato al sistema Milza-pancreas/Stomaco domanderà se ci sono buoni ristoranti dove fermarsi a fare tappa.
  • Il tipo Metallo (organo Polmone), è un pragmatico, ama l’essenza delle cose, via tutti i fronzoli… chiederà di poter seguire il percorso più breve.
  • Il tipo Acqua, in risonanza con l’organo Rene, è cauto per natura. Si informa bene di ciò che accadrà  lungo tutto il viaggio. Si porta la mappa e i panini, perché non si sa mai… E vuole controllare lo stato delle gomme!

Avete scoperto a quale elemento, o costituzione, appartenete?

i 5 simboli elementi della medicina cineseQuando alle 5 emozioni è impedito esprimersi, l’energia nel corpo, che i cinesi chiamano QI, prende direzioni ben precise e ciò si riflette sulla Salute dell’organo con cui è in relazione, come ricorda il sinologo Claude Larre:

“L’impetuosità del Legno tende a diventare collera. La collera fa salire il QI e colpisce il Fegato.
L’allegria, che tende a diventare eccitazione, abbassa il QI e colpisce il Cuore.
Il pensiero che diventa ripetitivo, ossessivo, “annoda” il QI e colpisce la Milza.
La preoccupazione colpisce la Milza e il Polmone.
Il restringimento, che tende a diventare tristezza, la tristezza dissolve, disperde il QI e colpisce il Polmone.
La prudenza che tende a diventare paura, la paura fa scendere il QI e colpisce i Reni
La paura (KONG) e il  timore (JU), legati al Rene, destabilizzano immediatamente il Cuore, è lo shock!”

Emozioni e sentimenti sono ovviamente parte della vita, non sono di per sé causa di disarmonia. Ma tendono a creare turbamento, mettendo continuamente a dura prova l’equilibrio che il Cuore Imperatore auspica per il sano vivere.

Se sono eccessivi o permangono troppo a lungo, o vengono inconsapevolmente repressi, gli stati d’animo diventano tossici! Imparare a conoscerli e riuscire a governarli aiuta a vivere meglio.

Cosa fare?

Ricordiamoci che il fisico si riflette sulla mente e sui sentimenti. Attraverso il mio fisico mi aiuto ad elaborare il vissuto emotivo.

In autunno, il tempo in cui risuona l’energia dell’Organo Polmone, oltre a stare attenti a non raffreddarsi, ricordiamoci che anche il sentimento collegato, la tristezza, potrebbe divenire tossico. L’azione della tristezza sul Polmone avviene per tramite del Cuore: la perdita della gioia di vivere conduce all’indebolimento del Centro, inteso come nucleo vitale, la fonte della vita si inaridisce e ci si lascia volutamente deperire.  La tristezza Bei dei cinesi, in epoca moderna, si trasforma e diventa profonda depressione.

Fortunatamente gli antichi ci suggeriscono le “Ginnastiche di lunga vita” che, grazie allo stretching dei canali energetici, aiutano i processi di auto guarigione di cui ciascuno di noi è dotato. Per esempio, per chi pratica il tiro con l’arco è impossibile non portare in stretching i meridiani di Polmone e Intestino Crasso. Sono i due meridiani dell’elemento Metallo, che risuonano in autunno (sul lato radiale del braccio).

Perle di salute

In autunno, tonifichiamo l’energia del Polmone. Per tonificare l’energia del Polmone, dal momento che non tutti possiamo praticare il tiro con l’arco, bisogna  curare la qualità dell’aria. Per esempio, l’aria che si incontra vicino all’acqua che scorre ha un QI di miglior qualità, è più vitale, di quella della città. Appena abbiamo la possibilità, facciamo delle passeggiate in un bosco, meglio se vicino a un ruscello!

Anche il modo in cui si respira fa la differenza: avete una respirazione profonda, addominale? Aiutatevi immaginando che il respiro, quando scende, va a massaggiare i Reni.

E ricordate che il pragmatico Polmone ama l’ordine, il colore bianco e fare pulizia.

I benefici della Terapia Cranio Sacrale su bambini e neonati

Il trattamento cranio sacrale è una disciplina olistica che utilizza il principio per il quale le ossa del corpo sono animate da micro movimenti ritmici involontari. I benefici della Terapia cranio sacrale sui bambini e i neonati sono perfettamente riassunti in una citazione del Dr. William Sutherland, padre ideatore della disciplina:

“Come il ramoscello è piegato, così cresce l’albero.”

Ovvero: se individuati e gestiti per tempo, quando il corpo è ancora in possesso di un’elevata capacità di reazione, alcuni disturbi possono non trasformarsi in patologie o cronicità.

Secondo Sutherland “le ossa del cranio e del sacro funzionano come un’unità funzionale che possiede una mobilità involontaria”, il Movimento Respiratorio Primario, una sorta di inspirazione ed espirazione, indipendenti da quelle polmonari, ritmiche e involontarie, armoniose, situate in ogni fibra, ogni cellula, ogni molecola del corpo. La Terapia cranio sacrale sfrutta questi meccanismi per poter individuare e “normalizzare” aree sofferenti o “rallentate”, dando slancio a tutti i tessuti connessi e, quindi, all’intero organismo.

Questo è tanto più vero e possibile nel neonato e nel bambino che presentano strutture dalla grande malleabilità (il processo di ossificazione non è ancora terminato) e alta capacità di innescare meccanismi di auto guarigione. L’azione del terapista non si limita alla correzione del movimento di un osso in rapporto con un altro, bensì cerca di restituire ai tessuti le proprie funzionalità, una delle quali consiste proprio nella possibilità di rispondere alle sollecitazioni circostanti.

Perché sottoporre il nostro bambino a un trattamento di Terapia cranio sacrale pediatrica

Di per sé già il parto può essere considerato un evento “traumatico” per il nascituro: molti fattori concorrono a creare possibili squilibri, a partire dallo Stato di Salute della madre fino alle metodologie e agli strumenti utilizzati in fase di travaglio.

Ma anche durante un parto naturale, senza particolari “problemi”, il neonato è sottoposto a grandi forze di compressione che ne facilitano l’uscita dal canale del parto: le suture del cranio si sovrappongono naturalmente per ridurre le dimensioni della testa. Le ossa della testa e del viso si rimodelleranno nei giorni successivi al parto, attraverso sbadigli, allattamento e pianti; meccanismi innati attraverso i quali i neonati correggono da soli le “lesioni” che si sviluppano, o possono svilupparsi, durante il parto.

Ma quando le forze di nascita sono troppo grandi, possono sopraffare la capacità del bambino di auto correggersi. Diventa quindi fondamentale, tramite la terapia, aiutare i piccoli pazienti ad innescare i meccanismi di auto guarigione o riequilibrio.  Non tutti i bambini possono aver bisogno di correzioni. Questo può essere valutato solo a fronte di una seduta di controllo. A titolo preventivo, è consigliata una visita di Terapia cranio sacrale entro i primi 5 anni di vita.

Con la Terapia cranio sacrale pediatrica è possibile inoltre intervenire su molteplici disfunzioni o patologie che possono colpire il bambino a partire dai primi mesi di vita, che siano di natura organica, strutturale o legate a dismorfismi o anomalie craniche. Le “normalizzazioni” del cranio nel bambino rappresentano pertanto un valido supporto per molte patologie:

  • difficoltà nel sonno
  • sinusiti
  • scoliosi
  • cefalee
  • problemi legati alla dentizione
  • coliche e reflusso …

e divengono un complemento indispensabile nel mantenimento dello Stato di Salute durante tutto il percorso di crescita.

La seduta di Terapia cranio sacrale pediatrica

La Terapia cranio sacrale, con le sue manualità dolci e leggere, è molto ben tollerata, anzi molto apprezzata, dai piccoli pazienti. Le sedute di terapia vengono eseguite solamente in condizione di totale comfort per il bambino e per il genitore, condizioni che possono rientrare anche durante altre attività più o meno ludiche (coccole, gioco, riposo, allattamento …). Questo aiuta inoltre a creare un rapporto di fiducia e sicurezza nel piccolo paziente.

Particolare attenzione si presterà al tono della voce, all’ambiente dedicato alla terapia e soprattutto al tempo impiegato per tranquillizzare e mettere il bambino a suo agio, sempre in presenza del genitore.

 

Perle di salute: “Un cerchietto alla testa”

Spesso sono oggetti o abitudini apparentemente innocue a generare effetti negativi e dannosi per la nostra Salute. Nello specifico, anche acconciature che portano i capelli ad essere particolarmente tesi o l’utilizzo ripetuto e costante di accessori stretti sulla testa, in primis fasce e cerchietti, possono contribuire a rallentare i naturali movimenti cranici, generando disturbi lievi o persino importanti lesioni osteopatiche che, se non gestiti correttamente, possono, nel tempo, sfociare in cronicità.

Un semplice “cambio di stile” potrebbe risolvere mal di testa ricorrenti e “inspiegabili” di alcuni bambini.

L’agopuntura nel contrasto dei disturbi del sonno

Vi addormentate male, vi svegliate spesso o accusate altri sintomi?

Contate spesso le pecore prima di riuscire finalmente ad addormentarvi? O vi svegliate di notte senza alcun motivo, rigirandovi nel letto?

I problemi di addormentamento e mantenimento del sonno sono le forme più frequenti di disturbi del sonno. Spesso sottovalutato, il sonno è uno dei bisogni fisiologici più importanti del nostro organismo. Insieme alla respirazione e alla alimentazione, permette la vita.

La velocità che contraddistingue l’epoca attuale porta spesso a considerare il sonno come una perdita di tempo. Al contrario le ore della notte sono una sorta di “cibo” per il nostro cervello: i circuiti neuronali possono riposare, migliorando l’attenzione e mantenendoci in salute. Non secondariamente, il sonno ha un ruolo chiave ampiamente dimostrato tra i fenomeni anti-invecchiamento.

Mentre dormiamo, infatti, avvengono molteplici processi attivi nell’organismo. Il cervello rielabora quel che abbiamo vissuto durante la giornata ed è in grado di trovare soluzioni creative ai nostri problemi. Le cellule dell’organismo si rigenerano, vengono prodotte proteine e nuovo sangue. Anche il sistema immunitario lavora a pieno regime durante il sonno.

Conseguenze dell’insonnia

Le persone che dormono poco rendono meno. Secondo gli esperti, il loro potenziale può ridursi di oltre il 70%.
Malattie cardiovascolari, diabete, calo di memoria, demenza, deficit del sistema immunitario, sono solo alcune delle complicanze che si possono associare all’insonnia reiterata nel tempo.

L’utilizzo della farmacologia occidentale per il trattamento dell’insonnia crea spesso dipendenze e fornisce un “sonno artificiale” che frequentemente le persone riferiscono come “non ristoratore”. Inoltre, non è esente da numerosi effetti collaterali come la sonnolenza diurna, l’incremento del rischio di caduta e la dipendenza farmacologica.

punti di agpunturaApproccio della Medicina Cinese ai problemi del sonno

La medicina tradizionale cinese si concentra sul trattamento sia del corpo che della mente, senza l’uso di farmaci, e i praticanti danno particolare attenzione all’energia vitale necessaria per mantenere un corretto equilibrio corpo/mente.

In linea generale, dal punto di vista della Medicina Cinese in caso di insonnia possiamo differenziare tra:

  • condizioni di “Deficit”
  • e condizioni di “Eccesso”

La differenziazione tra queste situazioni può avvenire solamente a seguito di una valutazione energetica basata sulle metodiche della medicina cinese e rappresenta un punto di partenza per impostare un trattamento di riequilibrio energetico che va a migliorare progressivamente la qualità del sonno e il benessere complessivo della persona.

Nessun tipo di insonnia verrà mai trattato esattamente nello stesso modo durante l’agopuntura, ognuno è correlato a un particolare squilibrio.

Trattamento dell’insonnia con l’agopuntura

L’agopuntura mostra un profilo di sicurezza eccellente tanto che oggi sono sempre di più gli specialisti che la consigliano, per aiutare a risolvere i problemi del sonno.

Chiunque abbia provato l’agopuntura, anche per altri motivi, sa benissimo che dopo le sedute di agopuntura spesso si accusa un forte rilassamento e a seguire una condizione di pesantezza del corpo. Durante la pratica clinica capita spesso di vedere pazienti addormentarsi sul lettino o che chiedono di restare altri 5 minuti con gli aghi per la piacevole sensazione di rilassamento.

Perchè accade questo?

Quali sono i meccanismi tramite cui l’agopuntura riesce ad indurre questo stato di rilassamento?

In generale è ormai noto come la stimolazione dei punti di agopuntura abbia numerosi effetti sul sistema nervoso centrale ed endocrino, migliorando la durata e la qualità del sonno. La ricerca clinica ha evidenziato che l’agopuntura può essere efficace nel trattamento dell’insonnia attraverso:

  • Incremento dei livelli di melatonina endogena
  • Stimolazione della secrezione di oppioidi endogeni
  • Incremento dei livelli cerebrali di ossido nitrico che aiuta a promuovere la normale funzione dei tessuti cerebrali e potrebbe migliorare il sonno
  • Incremento del flusso ematico cerebrale
  • Riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico, inducendo il rilassamento
  • Regolazione dei livelli di neurotrasmettitori come la serotonina, dopamina, GABA, noradrenalina, in modo da promuovere il rilassamento e ridurre la tensione

Inoltre, l’agopuntura può essere efficacemente associata ai farmaci occidentali per l’insonnia, potenziandone gli effetti positivi.

Perle di Salute

Una buona igiene di vita come prevenzione e terapia. Se avete un disturbo del sonno, non prendete subito e sempre medicamenti. Nel lungo termine, non vi aiuteranno a risolvere il problema. Concedetevi qualche pausa in più, adottate un rituale rilassante prima di coricarvi e non rimuginate sul problema “sonno”. Piuttosto pensate a cose positive, che vi procurano piacere prima di addormentarvi.

Evitate inoltre tè, caffè, alcool e pasti abbondanti alla sera. E’ importante seguire uno stile di vita corretto, fare attività fisica e ricorrere a metodi di rilassamento come il Training Autogeno, lo yoga e la meditazione.

 

L’agopuntura è una pratica medica che richiede studi approfonditi e molta esperienza, pertanto è fondamentale affidarsi a professionisti specializzati.

La Terapia Cranio Sacrale: Cos'è, Benefici e Controindicazioni di una tecnica olistica

La terapia craniosacrale è una tecnica della medicina olistica, facente parte della tradizione osteopatica; è pertanto una disciplina eziopatica, incentrata, cioè, sulla ricerca delle cause primarie che provocano i disturbi in una persona.

Breve storia della terapia cranio sacrale

La terapia craniosacrale è una tecnica della medicina olistica, facente parte della tradizione osteopatica. Pertanto viene definita una disciplina eziopatica, incentrata, cioè, sulla ricerca delle cause primarie che provocano i disturbi in una persona.

I principi della tecnica

I principi anatomici sui quali si fonda questo metodo sono la presenza di suture fra un osso cranico e l’altro che ne consentirebbero la mobilità; questa mobilità non sarebbe collegata alle azioni dei muscoli, ma sarebbe generata dalla fluttuazione del liquido cerebrospinale, dalla contrazione di alcune cellule del sistema nervoso centrale, dal movimento del cervello e del midollo spinale nonché dalla presenza delle meningi, che collegano il cranio al sacro.

Tutte queste componenti, in condizione di salute, si muovono in maniera armonica alternando fasi di espansione con fasi di contrazione. Sutherland chiamò tutto questo “Meccanismo Respiratorio Primario” o MRP.

La tecnica della terapia Cranio sacrale

La terapia cranio sacrale consta di manipolazioni dolci delle ossa craniche, viste come un mezzo per interagire con la salute della persona e del sistema nervoso, centrale e periferico. Secondo il Dr. Sutherland, con questa metodica è possibile influenzare il sistema ormonale, trattando le seguenti disturbi:

  • disturbi funzionali ginecologici, come ciclo doloroso
  • disturbi funzionali del sistema nervoso, come alcuni tipi di cefalea, nevralgie, disturbi del sonno e disturbi visivi come strabismo
  • disturbi funzionali dell’occlusione o della masticazione come il bruxismo od il morso incrociato, sinusiti, alcune scoliosi funzionali a partenza cranica
  • disturbi funzionali del bambino come traumi da parto, alterazioni della forma del cranio o le tipiche “colichette” gassose o il mal di orecchi.

I benefici della terapia Craniosacrale

Dato che con questa metodica si interagisce con quello che il Dr. Sutherland definì il Meccanismo Respiratorio Primario, bene si può comprendere come i benefici possano essere rivolti a tutto il corpo. Molte persone che si sottopongono ad un trattamento di terapia craniosacrale riferiscono, in seguito, di sentirsi molto rilassate, con la mente più lucida.

Questa tecnica può portare beneficio anche a chi soffre a causa di stress, difficoltà di apprendimento e di concentrazione, iperattività e dislessia. È un’ottima metodica per ripristinare l’equilibrio e distendere il fisico.

 La terapia cranio sacrale è delicata e sicura. Per questo motivo viene spesso consigliata in circostanze considerate “rischiose” come in gravidanza e dopo un’operazione. La leggerezza del trattamento lo rendono elettivo per i bambini, anche neonati.

Le controindicazioni possibili

Nonostante la terapia cranio sacrale sia una tecnica non invasiva, mirando a migliorare la funzionalità di un sistema fisiologico, presenta delle controindicazioni quali l’epilessia e le emorragie craniche ed i tumori (se a livello dell’asse cranio-sacrale).

Compito del terapeuta della Terapia cranio sacrale

Il compito del terapista cranio sacrale è molto delicato in quanto consiste nel facilitare il meccanismo respiratorio primario, la cui funzionalità è di grande importanza per il benessere della persona considerata nella sua interezza. Ogni trattamento è diverso ed esclusivo, perché rispetta l’unicità della persona e la continua metamorfosi di ogni paziente. 

Poiché il ritmo cranio sacrale è molto sottile, l’abilità a percepirlo costituisce una delle principali qualità di un buon terapeuta cranio sacrale e il presupposto essenziale per mettere in pratica le numerose possibilità offerte da questa tecnica olistica.

Curiosità

Forse non tutti sanno che tutte le fasce del corpo originano dal cranio, pertanto, se paragoniamo queste fasce ai fili che muovono un burattino, facilmente si intuisce come con la terapia cranio sacrale si possa influenzare tutto il corpo di una persona. Inoltre, alcune manovre cranio sacrali possono favorire il parto e ridurre i gonfiori in tutto il corpo.

 

 

 

Distorsione della caviglia: intervenire tempestivamente con il linfodrenaggio

La distorsione della caviglia è uno dei più frequenti traumi dell’arto inferiore. Differentemente da quanto si pensi, non avviene solamente in ambito sportivo. Ogni individuo ne vive quotidianamente il pericolo, accentuato soprattutto dai fattori di rischio tipici della deambulazione: terreno disconnesso o sdrucciolevole, scarpe inadatte, tacchi troppo alti, squilibri muscolo-scheletrici, fretta o disattenzione, uso improprio dello smartphone…

Effetti della distorsione della caviglia

Gli effetti della distorsione sono variamente indimenticabili, come potrà confermare chiunque ne abbia subita una. Si va dal semplice, lancinante, passeggero momento di dolore alla improvvisa ed interminabile sensazione che il mondo sembri letteralmente capovolgersi sotto di noi, mentre una valanga di imminenti problemi di ordine logistico ci affossa la mente: andare al lavoro, portare e prendere i propri figli, la spesa, i corsi di ginnastica, il compleanno della suocera, la gara di domenica… come fare tutte queste cose saltellando su un piede solo?

La distorsione provoca danni di vario tipo ed entità, che il nostro organismo provvede immediatamente a riparare dando il via al processo infiammatorio (rossore, calore, gonfiore, dolore, funzione lesa). Questo fondamentale strumento innato richiede ed impone al corpo umano un tempo di “fermo macchina” indispensabile per evitare l’aggravarsi della situazione e per risolvere completamente e correttamente il danno.

Tempo che l’uomo moderno non si concede più … e qui viene in aiuto il Drenaggio Linfatico Manuale.

Intervenire con il drenaggio linfatico manuale

Il Drenaggio Linfatico Manuale sfrutta le sue manualità lente, leggere ed indolori per rimuovere dalla zona interessata dal trauma gli irritanti ed i residui cellulari da smaltire e riportarvi gli elementi nutritivi utili alla rapida ricostituzione dei tessuti lesi.

Diminuire l’edema è il primo obiettivo per accelerare il recupero della propria indipendenza ed il Drenaggio Linfatico Manuale è la tecnica elettiva per tutti i casi in cui il ristagno dei liquidi crei gonfiore. Imparare a gestire il post-traumatico con il DLM è dunque fondamentale per aiutare le persone a muovere nuovamente i propri passi verso il raggiungimento dei tanti obiettivi quotidiani, piccoli o grandi che siano!

CICATRICE: NASCONDERLA O "SVELARLA"?

“Ogni cicatrice racconta una storia”, recita un detto popolare.
Le cicatrici non sono solo un comune inestetismo.

Che siano causate da un intervento chirurgico, o da una lesione accidentale, è di estrema importanza intervenire e trattarle, per evitare che causino:

  • squilibri neurologici, circolatori e linfatici
  • l’impedimento di un normale movimento
  • o addirittura, che alterino la postura.

Il tessuto cicatriziale intrappola vasi e comprime nervi e spesso trattiene anche le emozioni che lo hanno creato.

Con il trattamento della cicatrice ci prendiamo cura, attraverso i tessuti alterati, dell’individuo e della storia che lo lega alla lesione.
Sempre più chirurghi oggi prevedono il trattamento degli esiti cicatriziali per garantire la buona riuscita del loro intervento ed aumentare le possibilità di ripristino della corretta funzionalità della zona lesa, oltre che per migliorare il risultato estetico.

Per tutto questo, diventa fondamentale per ogni terapista conoscere le cicatrici, le metodologie e le tempistiche di intervento, così da restituire elasticità, mobilità e funzionalità al tessuto danneggiato.

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Dolore al piede: cause, sintomi e rimedi naturali

Dolore al piede: cause, sintomi e rimedi naturali

Il dolore al piede, o il “mal di piedi”, rappresenta un disturbo molto diffuso, più di quello che si pensi.

E’ determinato da cause diverse, anatomiche o funzionali. Nella maggior parte dei casi, può essere risolto efficacemente in maniera autonoma, a casa, intervenendo con piccoli e semplici rimedi. Tuttavia, se il dolore si intensifica o diviene persistente, è sempre consigliabile consultare il proprio medico curante o il proprio terapista, per approfondire il quadro sintomatologico.

Il piede è un elemento fondamentale nell’uomo: le sue funzioni principali sono quelle di governare costantemente l’equilibrio dell’uomo quando è in piedi, di adattare le sue forme alle asperità del terreno nella deambulazione e di scaricare correttamente a terra le forze discendenti conseguenti al peso del corpo superiore.

Questa molteplicità di funzioni prevede una condizione comune fondamentale in natura: il piede nel suo appoggio al terreno dovrebbe essere libero, non rinchiuso in una calzatura. Se si pensa alle scarpe indossate ogni giorno, ad esempio a quelle con il tacco, viene dunque naturale comprendere come le abitudini dell’uomo moderno comportino oggi frequenti rischi a carico della fisiologia e del benessere del piede, con conseguenti possibili deformazioni, callosità e perdita di efficienza non solo del piede, ma di tutta la struttura scheletrica in generale.

Il “dolore ai piedi”: possibili cause, sintomi e rimedi

Distorsione o Stiramento: dolore al piedeLe cause del dolore ai piedi possono essere molteplici: si va dall’evento traumatico, come la distorsione o lo stiramento, alle condizioni tipiche dell’invecchiamento come l’artrosi o l’artrite. Senza dimenticare le problematiche legate all’equilibrio dell’appoggio del piede, come la fascite plantare, la spina calcaneare o l’alluce valgo, e disfunzioni sistemiche come il diabete o a carico di tessuti nervosi o vascolari.

I dolori più frequenti sono quelli manifestati sulla pianta dell’avampiede, nella zona delle teste dei metatarsi, o sul calcagno, ma sono possibili manifestazioni anche alla pianta o alle dita, associabili a sintomi come parestesie e perdita di sensibilità conseguenti a compressione nervosa.

Vediamo molto brevemente solo alcune delle più comuni cause di dolore al piede e qualche utile rimedio:

1# Fascite plantare

E’ causata da un’infiammazione alla fascia di tessuto (fascia plantare) che si estende dalla base delle dita del piede al tallone: provoca dolore intenso, spesso crampi e può evolvere fino a formare una calcificazione nota come spina calcaneare.
Il dolore, generalmente, è localizzato al tallone, ma spesso si irradia verso l’avampiede; tende a svilupparsi gradualmente nel tempo e peggiora la mattina al risveglio e a fine giornata.
Stare a riposo, fare regolarmente esercizi di allungamento, applicare impacchi di ghiaccio, indossare scarpe adeguate sono strategie che possono spesso alleviare il dolore.
Molto utile praticare un auto massaggio del piede.

2# Alluce valgo e dito a martello

L’alluce valgo consiste in una deformazione e deviazione dell’alluce verso l’esterno. Tipica è la presenza di una zona infiammata e gonfia posta alla base dell’alluce, questa viene popolarmente chiamata “cipolla”. Spesso si accompagna a deformità anche del secondo dito che tende a sollevarsi per fare spazio al primo.
Nella fase infiammatoria, come rimedio domestico, il ghiaccio risulta essere molto utile.
Può essere almeno in parte prevenuto con esercizi e con il riequilibrio del piede.

3# Gonfiori o edemi

Si tratta di accumuli di liquido nei tessuti che provocano gonfiore, pesantezza e dolori nella zona interessata. Gli edemi hanno varia origine, pertanto occorre rivolgersi al medico curante per porre la diagnosi corretta.
Spesso con un drenaggio linfatico manuale, quando indicato, si ottengono ottimi risultati.

4# Neurinoma di Morton

E’ una neo-formazione, una specie di cisti, che si forma su un nervo interdigitale, provocando dolore o sensazione di “scosse elettriche” alle dita dei piedi.
Calzature non adeguate, tacchi alti, alluce valgo, piede piatto o cavo, particolari forme del piede o della lunghezza dei metatarsi possono esserne la causa.

5# Verruche, funghi o micosi

Sono parassiti, di origine differente, che attaccano la cute o le unghie dei piedi. Possono essere dolorose e molto lunghe da curare.
Il dermatologo è lo specialista dedicato.

6# Vesciche, calli e duroni

Le vesciche sono piccole tasche ripiene di liquido che si formano nello strato superiore della pelle, spesso sono causate dallo sfregamento di calzature non idonee.
Spesso il problema è risolvibile con semplici modifiche delle calzature.
I calli e i duroni sono ispessimenti della pelle dovuti ad un sovraccarico locale: a volte provocano dolore.
Bisogna trattare il callo ed anche individuare ed eliminare il sovraccarico che lo provoca.

E’ interessante sapere che le cause di dolori al piede appartengono a diverse discipline fra cui l’osteopatia, la dermatologia, la neurologia, l’ortopedia e l’angiologia.

Come alleviare facilmente il mal di piedi e i gonfiori

Per togliere pesantezza ai piedi dopo una giornata di lavoro è indicato immergerli 3 minuti in acqua fredda e successivamente altri 3 minuti in acqua calda, ripetendo il ciclo 2 o 3 volte, terminando in ogni caso con quella fredda. Questo semplice esercizio riattiva la circolazione.

È possibile praticare un auto massaggio del piede utilizzando una palla da tennis come mostrato in figura, così da rilassare la muscolatura del piede.

massaggio ai piedi con palla tennis

È possibile rendere nuovamente elastici i nostri piedi facendo dello stretching come indicato in figura.

stretching ai piedi

Cervicalgia: Cause, sintomi e possibili rimedi del dolore al collo

Che cos’è la cervicalgia

La cervicalgia è uno dei disturbi più diffusi nel mondo occidentale. Si stima infatti che circa il 60% della popolazione europea ne soffra, specialmente a causa di sedentarietà, posture scorrette, fattori traumatici e stress.

Con cervicalgia (da: cervic(ale) + algia (dolore) = dolore cervicale) si definisce una condizione di dolore a livello del segmento cervicale della colonna vertebrale. Noto anche con il nome di rachide cervicale, costituito dalle sette vertebre che formano l’asse di sostegno del collo e della testa. Quindi, quando si parla di cervicalgia si intende generalmente un dolore a livello del collo.

Il dolore irradiato

Ma la cervicalgia può talvolta irradiarsi in altre parti del corpo ed essere associata a problematiche in altri distretti quali le spalle, il cranio, gli arti superiori (in questo caso si parla di cervicobrachialgia) o addirittura ai visceri.

Questo è dovuto dal fatto che dal segmento cervicale, che collega il cranio con il resto della colonna vertebrale, dipartono molti dei rami nervosi che si occupano di compiere le principali funzioni motorie del corpo umano e le funzioni sensitive di importanti organi come il cuore, il diaframma e il fegato.

Cause del dolore cervicale

Le cause della cervicalgia possono essere di varia natura. Il rachide cervicale ha caratteristiche anatomiche e fisiologiche totalmente differenti dal resto della colonna vertebrale, giustificate dalla specificità del suo compito primario: garantire costantemente la verticalità e l’orizzontalità dello sguardo, sia nella statica che nella dinamica quotidiana.

Oltre a questo, il rachide cervicale possiede sia una funzione puramente meccanica di sostegno del peso del cranio che una funzione di protezione del midollo spinale, contenuto nel canale midollare posteriore.

Ecco perché il rachide cervicale, con la sua grande mobilità, rappresenta oggi al contempo un punto di forza e un punto di debolezza dell’uomo: le abitudini dell’uomo moderno tendono ad accentuarne la fase statica, a discapito di quella mobile, costituendo un vero e proprio squilibrio a livello della muscolatura cervicale.

Nella maggior parte dei casi quindi, all’origine del dolore cervicale troviamo un’alterazione, non grave, che interessa proprio le strutture meccaniche: muscoli, legamenti, dischi intervertebrali e articolazioni, che garantiscono sia il movimento che il sostegno. Basta uno sforzo non adeguato a livello del collo, o una postura non corretta a creare una lesione di queste strutture.

Alcuni sintomi della cervicalgia

sintomi cervicalgiaIl dolore percepito dai pazienti affetti da cervicalgia è di entità variabile e la sua localizzazione e natura aiutano spesso a capire l’origine del problema. Gli effetti più comuni legati al dolore cervicale possono essere:

  • Mal di testa
  • Difficoltà a prendere sonno
  • Intorpidimento o formicolio agli arti superiori
  • Sensazione di debolezza diffusa.

La cervicalgia, nelle sue forme più subdole, compromette seriamente la nostra qualità di vita e può essere pesantemente invalidante nella quotidianità.

Trattamento della cervicalgia

Per eliminare il dolore viene spesso consigliata una terapia farmacologica, ma se si vuol stare meglio nel tempo bisogna cambiare il proprio stile di vita.

Se la cervicalgia è frequente e persiste nel tempo risulta assolutamente necessario intraprendere un percorso riabilitativo per migliorare la funzionalità della zona cervicale.

Tale percorso può comprendere sedute di terapia manuale (ad esempio sedute di massaggio, sedute di terapia manuale osteopatica, agopuntura…), esercizi specifici per il collo, norme educative e comportamentali e l’utilizzo di rimedi naturali (quali impacchi caldi sulla zona, utilizzo di olii essenziali, soprattutto rosmarino e lavanda, conosciuti per le proprietà rilassanti e defaticanti).

Attenzione al text neck!

Il corpo ha bisogno di movimento, l’immobilità è un pericoloso fattore di rischio per la nostra salute. Mantenere una posizione fissa troppo a lungo comporta indubbiamente delle risposte di adattamento da parte delle strutture che compongono il nostro corpo. L’utilizzo prolungato degli smartphone, per esempio, sollecita eccessivamente la parte alta del rachide cervicale, normalmente abituata a sostenere il cranio, di circa 5 kg medi di peso.

La flessione in avanti del capo, tipica di chi sta utilizzando uno smartphone (il cosiddetto text neck), causa un aumento di carico sulle vertebre cervicali di 12 Kg per circa 15 gradi di inclinazione (27 Kg per 60 gradi!). Ne conseguono irrigidimenti muscolari e articolari, eccesso di tensione a carico di spalle e collo, possibile perdita della curvatura fisiologica del tratto cervicale.
È importante utilizzare con moderazione questi supporti, sforzandosi di mantenere una posizione quanto più “naturale” possibile.