La comunicazione efficace nel rapporto terapista-paziente

comunicazione efficace

Parlando di comunicazione

La comunicazione è un processo circolare che consiste nel trasmettere informazioni tra un emittente, ovvero chi produce il messaggio, e un ricevente, ovvero chi riceve e interpreta il messaggio.
La comunicazione serve:

  • per il raggiungimento di specifici obiettivi
  • per la creazione di reti e relazioni sociali
  • per conoscere, capire, creare e interpretare la realtà.

Esistono principalmente due tipi di comunicazione in ambito umano:

  1. la prima è la cosiddetta comunicazione di massa
  2. la seconda viene abitualmente definita comunicazione interpersonale.

La comunicazione interpersonale vede come interpreti due o più individui e si fonda su una relazione in cui gli interlocutori si influenzano reciprocamente, pur non rendendosene conto, nella maggior parte dei casi. L’atto pratico del comunicare, dunque, si basa sulla convinzione che ognuno di noi interagisca all’interno di un sistema di tipo circolare, dove il comportamento di ogni componente influenza l’altro.

Ogni comunicazione è composta da tre aspetti principali::

  • uno informativo
  • uno di contenuto
  • uno di relazione

Ciò che diciamo cambia di significato in base al modo in cui lo diciamo.
Creare una buona relazione facilita la comunicazione e reciprocamente comunicare bene favorisce la creazione di una buona relazione.

La relazione tra operatore sanitario e paziente

La comunicazione interpersonale è lo strumento principale di relazione che l’uomo ha a disposizione per creare e mantenere l’interazione con i suoi simili.

La relazione che si instaura tra operatore sanitario e paziente è complessa e particolare: porta due persone estranee tra loro alla condivisione di informazioni personali e a un contatto fisico, in situazione di sofferenza. ¨

Questo tipo di relazione presuppone:

  • sincerità
  • onestà intellettuale
  • l’uso di un linguaggio comune
  • la creazione di accordi terapeutici.

In un’ottica strategica e pragmatica, le abilità comunicative e relazionali vengono considerate ulteriori strumenti operativi che il professionista può utilizzare per rendere il suo lavoro più efficace ed efficiente.

Per comunicare in ambito sanitario, dunque, il professionista deve dimostrare competenza nella sua materia, per curare le patologie del corpo, ma deve anche conoscere le tecniche comunicative più idonee a favorire un buon rapporto con gli assistiti.

La comunicazione efficace

Una buona comunicazione nel contesto lavorativo é importante perché:

  • Aiuta a definire correttamente il problema del paziente
  • Aiuta a individuare gli stati di disagio emotivo nei pazienti e a dare risposta in modo appropriato
  • Consente di aumentare il livello di soddisfazione delle cure che il paziente riceve
  • Favorisce la partecipazione attiva del paziente alla terapia e dunque il suo successo

La comunicazione efficace tra terapista e paziente è essenziale per garantire una relazione paritaria e soddisfacente. La consapevolezza dei diversi livelli di comunicazione è fondamentali per una comunicazione efficace.

Tre livelli di comunicazione

La comunicazione interpersonale generalmente utilizza i tre linguaggi:

  • verbale
  • non verbale
  • paraverbale.

Questi tre linguaggi definiscono tre livelli di comunicazione.

La comunicazione verbale

Riguarda ciò che si dice o, nel caso della comunicazione scritta, ciò che si scrive. La comunicazione verbale comprende la scelta delle parole e la costruzione logica delle frasi, secondo le strutture grammaticali e sintattiche della lingua alla quale ci si riferisce.

La comunicazione paraverbale

Riguarda il modo in cui qualcosa viene espresso: la voce (tono, volume, ritmo), ma anche le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore, come ad esempio schiarirsi la voce, emettere suoni…

La comunicazione non verbale

Viene chiamata anche Linguaggio del Corpo, ossia tutto quello che si trasmette attraverso postura e movimenti, ma anche attraverso la posizione che si occupa nello spazio e gli aspetti estetici.
Essa riguarda: mimiche facciali, sguardi, gesti, postura, andatura, abbigliamento, trucco, acconciatura…
Per una lettura più corretta del linguaggio non verbale, soprattutto quando si usano i gesti emblematici che sostituiscono le parole, risulta molto utile prendere in considerazione il contesto culturale del paziente: lo stesso gesto può assumere un significato diverso nel contesto culturale diverso dal nostro.

La congruenza dei tre linguaggi

Una buona comunicazione necessita, tra l’altro, che il livello verbale (il contenuto ovvero ciò che si dice con le parole) sia congruente con il livello paraverbale (ciò che qualifica il testo verbale: tono della voce, volume, ritmo delle parole, ecc) e con il livello non-verbale (ciò che il corpo “dice”: postura, prossemica, segnali neurovegetativi, mimica, ecc.).

Un presupposto per l’efficacia è che i tre livelli siano concordanti: ciò che si dice con le parole non deve essere svilito o contraddetto da “come lo si dice” né da “ciò che il corpo dice”.
In altre parole, tutto quello che fa parte del processo di comunicazione deve confermare e non contraddire il “livello di contenuto”.

La combinazione dei tre livelli di comunicazione

In ogni atto di comunicazione sono sempre presenti tutti i tre livelli.
Gli studi effettuati già negli anni ’70 hanno rilevato che nella comunicazione, soprattutto quella connotata da forte contenuto emotivo, la parte verbale della comunicazione non ha un ruolo centrale. Secondo tale studio, soltanto il 7% della comunicazione sarebbe costituito dal contenuto semantico delle parole, mentre una percentuale maggiore sarebbe veicolata dal linguaggio paraverbale e non verbale, particolarmente dalla mimica facciale, dalla gestualità, dai movimenti del corpo e dalle posture, dal contatto visivo e i movimenti oculari.

La differenza tra chi sa comunicare in modo efficace e chi, invece, non riesce a trasmettere bene il messaggio nel modo desiderato sta proprio nella capacità di sintonizzare questi 3 livelli della comunicazione.
Conoscere bene tutti i livelli, saperli gestire contemporaneamente e avere la consapevolezza della loro funzionalità è fondamentale per migliorare la propria comunicazione in modo più efficace.

L’ascolto attivo e il linguaggio non verbale

Per raggiungere l’obiettivo di una comunicazione efficace nel contesto sanitario, è necessario valutare la comunicazione non verbale del paziente per cogliere aspetti importanti del messaggio dell’interlocutore che possono non venire espressi esplicitamente per molteplici ragioni.

Il terapista deve perfezionare la capacità di ascoltare con partecipazione e senza giudicare, di essere empatico cogliendo vari segnali dello stato emotivo del paziente per capire che cosa influenza i suoi sentimenti, dimostrare di essere interessato a ciò che viene detto, sospendendo il giudizio sulle parole e sulla persona.

Grazie all’ascolto attivo e all’empatia si può costruire una relazione operatore sanitario-paziente positiva e bilaterale in cui ognuna delle due parti rispetta l’altra: il paziente rispetta la professionalità del terapista e il terapista rispetta la sensibilità del paziente perché, per ottenere una comunicazione efficace in ambito sanitario, è fondamentale restare umani.
Bisogna dare anche una giusta attenzione alla propria comunicazione non verbale, avere consapevolezza dei messaggi che si stanno inviando con il proprio linguaggio paraverbale e il linguaggio del proprio corpo per segnalare la disponibilità all’ascolto, inviare messaggi di accoglimento e segnali di comprensione.
Un paziente percepisce non soltanto cosa dice il terapista, ma soprattutto come lo dice e se i segnali del suo corpo sono allineati alle sue affermazioni.

I benefici di una comunicazione efficace

Il saper comunicare è una dote innata di alcuni, ma questo non vuol dire che gli altri non possano imparare a farlo. Soprattutto in un settore delicato e importante come quello sanitario, la comunicazione efficace non può essere affidata soltanto alle abilità comunicative innate in alcune persone, ma è necessario che tutti gli operatori sanitari acquisiscano specifiche abilità comunicative da mettere in pratica in situazioni e contesti lavorativi.

I benefici di una comunicazione efficace nella relazione operatore-paziente:

  • comunicare efficacemente e instaurare una relazione empatica con il paziente dà all’operatore un senso di efficacia e di gratificazione
  • comunicare efficacemente elimina il senso di fatica e di frustrazione
  • comunicare efficacemente fa sentire l’operatore più abile e capace

comunicare efficacemente significa avere pazienti più soddisfatti, meno assillanti e più disponibili.

In definitiva, saper comunicare efficacemente non promuove solo la salute del paziente, ma ha un impatto notevole anche sulla soddisfazione e sul benessere dell’operatore sanitario.

Perle di Salute – Le massime della comunicazione efficace

Per rendere più efficace la comunicazione verbale, al terapista possono essere utili Le massime della comunicazione efficace secondo Paul Grice

  1. QUANTITÀ: dare le informazioni necessarie per comprendere il messaggio.
    Dai un contributo che soddisfi la richiesta di informazioni in modo adeguato agli scopi della conversazione. 
    Non fornire un contributo più informativo del necessario.
  2. QUALITÀ: rendere credibile quanto affermi 
    Non dire ciò che credi falso. 
    Non dire ciò per cui non hai prove adeguate.
  3. RELAZIONE: rimanere nel tema che si sta trattando.
    Sii pertinente.
  4. MODO: cercare di essere chiari
    Evita espressioni oscure. 
    Evita le ambiguità.
    Sii breve.
    Sii ordinato nell’esposizione.

Serata informativa gratuita – La formazione in Training Autogeno

Incontro informativo gratuito dedicato alla formazione in Training Autogeno:
MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2024 – ore 18.30-20.00
presso il CSTM – Centro Studi di Terapie Multidisciplinari, a Taverne (Svizzera)

Il Training Autogeno è un metodo di auto-distensione utilizzato da quasi un secolo in medicina e in psicologia. Dalle sue origini a oggi, parallelamente ad un’ampia diffusione mondiale, è stato oggetto di numerose ricerche che ne hanno validato l’efficacia dal punto di vista scientifico.

Durante l’incontro informativo parleremo di:

  • Training Autogeno cos’è, a cosa serve, a chi si rivolge
  • La formazione completa per conduttori: contenuti, tempi, modalità, competenze

Le possibili richieste dei pazienti, a cui i corsisti saranno preparati a rispondere con il Training Autogeno, potranno riguardare: gestione di ansia e stress, recupero delle energie fisiche e psichiche, raggiungimento di uno stato di calma e rilassamento, regolazione vasomotoria, modificazione delle capacità mnemoniche e di concentrazione, miglioramento delle prestazioni (sportive, scolastiche, lavorative), diminuzione della percezione del dolore e contenimento dell’insonnia.

Per informazioni e prenotazione (OBBLIGATORIA, causa numero limitato di posti!) vi preghiamo di contattare la segreteria didattica al:
telefono +41 (0)91 924 92 92
oppure via email: info@cstm.ch

Serata informativa gratuita – La formazione in Coaching Nutrizionale

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Incontro informativo gratuito dedicato alla formazione in Coaching Nutrizionale:
MARTEDÌ 10 SETTEMBRE 2024 – ore 18.30-20.00
presso il CSTM – Centro Studi di Terapie Multidisciplinari, a Taverne (Svizzera)

Il Coaching Nutrizionale ha come obiettivo quello di fornire alle persone gli strumenti per poter affrontare e superare, in modo semplice e duraturo, tutti quei limiti che impediscono di mettere in atto una dieta sana ed equilibrata e di mantenerla nel tempo.
Il Coach Nutrizionale è in grado di modulare, spiegare, modificare il regime alimentare, cercando di creare un vero e proprio stile di vita sano e corretto a cui il paziente farà serenamente riferimento, rendendolo consapevole ed autonomo nelle scelte.

Durante l’incontro informativo parleremo di:

  • Coaching Nutrizionale: cos’è, a cosa serve, a chi si rivolge
  • Formazione: contenuti, tempi, modalità, competenze

Per informazioni e prenotazione (OBBLIGATORIA, causa numero limitato di posti!) vi preghiamo di contattare la segreteria didattica al:
telefono +41 (0)91 924 92 92
oppure via email: info@cstm.ch

Serata informativa gratuita – La formazione in Massaggi Terapeutici

formazione in massaggi terapeutici

Incontro informativo gratuito dedicato al metodo RME n. 33 – MASSAGGI TERAPEUTICI :
GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE 2024 – ore 18.30-20.00
presso il CSTM – Centro Studi di Terapie Multidisciplinari, a Taverne (Svizzera)

Con il metodo Massaggi Terapeutici, RME ha sviluppato un nuovo standard nel campo del massaggio, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità nel settore del massaggio: un’ulteriore prospettiva professionale per i terapisti che già lavorano nel settore delle terapie complementari e una buona base per i futuri terapisti.

Il metodo Massaggi Terapeutici ha un orientamento chiaramente terapeutico, mirato all’obiettivo e al suo raggiungimento, attraverso un ragionamento terapeutico multidisciplinare e interdisciplinare, elementi che ne costituiscono i punti cardine. Combinando e integrando i principi e i concetti delle diverse tecniche che compongono il metodo, garantendo una capacità di pianificazione adeguata, il terapista sarà in grado di affrontare qualsiasi problema terapeutico con estrema competenza, efficacia ed efficienza.

Durante l’incontro informativo parleremo di:

  • il metodo RME n. 33 – Massaggi Terapeutici
  • la formazione completa utile al conseguimento del titolo “Diploma in Massaggi Terapeutici”
  • il periodo “passerella” e la formazione integrativa
  • ammissione alla Formazione Passerella: requisiti e metodi
  • i contenuti della formazione integrativa
  • i tempi e la modalità di registrazione

Per informazioni e prenotazione (OBBLIGATORIA, causa numero limitato di posti!) vi preghiamo di contattare la segreteria didattica al:
telefono +41 (0)91 924 92 92
oppure via email: info@cstm.ch

Pausa estiva

Siamo felici di annunciare che il CSTM sarà chiuso per le vacanze estive dal 1° al 18 agosto 2024 (compresi).
Durante questo periodo, le attività didattiche e amministrative saranno sospese.
Saremo di nuovo operativi il 19 agosto e pronti a riprendere le attività con grande entusiasmo.
Buone vacanze a tutti!

Gambe gonfie e pesanti in estate? Cause e rimedi

gambe gonfie

Arriva il caldo e le gambe si gonfiano

Finalmente, dopo il periodo di meteo instabile, è arrivato il caldo! Ma con esso è arrivato anche un sintomo meno piacevole: le gambe gonfie. A fine giornata, capita spesso di sentire le gambe gonfie o pesanti, un fastidio che tende a peggiorare con l’arrivo della bella stagione.
Vediamo insieme il motivo e come porvi rimedio.

L’acqua nel corpo umano

Il nostro corpo è formato per circa il 60% da acqua, che rappresenta circa i due terzi del nostro peso corporeo.
Per dare un’idea, un uomo di 70 kg è composto da circa 42 litri di acqua che vengono suddivisi in varie parti del corpo:

  • 28 litri all’interno delle cellule
  • 3,5 litri nel sangue
  • i rimanenti 10 litri nello spazio attorno alle cellule.

Ogni giorno beviamo, sudiamo, uriniamo, mangiamo, respiriamo e facciamo tantissime altre azioni che modificano il quantitativo di liquidi nel nostro corpo. Per questo motivo siamo dotati di moltissimi sistemi che controllano costantemente l’equilibrio dei liquidi ed agiscono di conseguenza per mantenerlo perfetto.

Il sistema circolatorio e linfatico

I due principali responsabili della circolazione e dello scambio di liquidi all’interno del corpo sono il sistema circolatorio e il sistema linfatico.
Questi sistemi, infatti, trasportano liquidi ed altre sostanze per tutto l’organismo, rilasciandole o riprendendole in base alle esigenze:

  • i vasi arteriosi (i capillari) rilasciano acqua e sostanze nutritive nell’interstizio, ovvero lo spazio tra le cellule, per nutrirle.
  • i vasi venosi portano via i liquidi in eccesso e gli scarti.

Tuttavia, questo processo non avviene in maniera perfetta: ogni giorno vengono lasciati nell’interstizio circa 3 litri di liquidi che potrebbero causare edema (gonfiore) e molti danni, se se non venissero rimossi.
Fortunatamente siamo dotati del sistema linfatico che è in grado di recuperare i liquidi in eccesso, sostanze di scarto ed altre sostanze preziose, abbandonati nell’interstizio. Dopo averli ripuliti, li invia al sistema cardiocircolatorio affinché tornino a far parte del sangue.

Effetti del caldo sulla circolazione

Fino a qui abbiamo visto come funziona un sistema sano ed in condizioni ambientali perfette; ma cosa succede quando arriva il caldo?
Il caldo crea vasodilatazione, ovvero i nostri vasi si dilatano e i capillari diventano più permeabili, cioè rilasciano più liquidi nell’interstizio e ne riprendono di meno.
Di conseguenza, rimangono molti più liquidi nello spazio tra le cellule, e questo comporta gonfiore. Per questo motivo, quando le temperature si alzano, ci gonfiamo.
A causa della forza di gravità, questi liquidi si dispongono alle estremità e quindi le zone più colpite sono sicuramente mani e piedi. In particolare, le nostre gambe sono le parti più gonfie.
Se indossiamo scarpe, calzini o pantaloni stretti, potremmo trovare i segni di questi indumenti sulle gambe anche quando li togliamo. Oppure, anche senza segni visibili, possiamo sentire le gambe pesanti e stanche. Nelle mani, invece, potremmo notare difficoltà a infilare o togliere anelli.

Il drenaggio linfatico manuale e i suoi benefici

Fortunatamente, il nostro sistema linfatico si occupa dei liquidi in eccesso, ma anche questo può essere rallentato dal forte calore, rendendo necessario un aiuto supplementare. Il drenaggio linfatico manuale serve proprio per questo scopo.
Le manualità delicate e lente di questo particolare tipo di massaggio sono in grado, senza dolore, di spostare i liquidi dell’interstizio e di farli riassorbire più velocemente dal sistema linfatico, per riportarli nella circolazione ematica, dove devono stare. Senza questi liquidi rischieremmo di avere una diminuzione del plasma, la parte acquosa del sangue, e quindi disidratazione.

Contrariamente a quanto affermato nelle pubblicità, l’acqua non elimina l’acqua in eccesso nell’interstizio, sebbene sia fondamentale idratarsi correttamente con l’aumento delle temperature. L’unico in grado di eliminare i liquidi in eccesso nell’interstizio è il sistema linfatico; pertanto, tutto ciò che lo supporta e ne aumenta le capacità di riassorbimento è utile a tale scopo. Per questo motivo, il drenaggio linfatico manuale è la terapia più consigliata per i vari tipi di gonfiore.

Perle di Salute – Sollievo per le nostre gambe

Per aiutare le capacità del sistema linfatico è utile evitare le posizioni statiche, sia seduti che in piedi.
È consigliabile fare delle brevi passeggiate, o addirittura le scale, per mobilizzare i tessuti e svuotare i linfonodi, come verrebbe fatto durante un linfodrenaggio manuale.
Per dare sollievo, a fine giornata o in qualsiasi momento, si possono alternare acqua tiepida e acqua fresca sugli arti durante la doccia, avendo cura di terminare sempre con l’acqua fredda. Questo serve a migliorare la vasodilatazione e la vasocostrizione dei vasi ematici. Terminando con il freddo si mantiene la vasocostrizione, evitando l’eccessiva perfusione dei liquidi.

Il Massaggio delle zone riflesse dell’orecchio

massaggio delle zone riflesse dell'orecchio

Il massaggio delle zone riflesse dell’orecchio, conosciuto anche come terapia auricolare, è una tecnica che sfrutta la stimolazione di punti riflessi presenti sul padiglione auricolare per trattare vari disturbi o per riequilibrare il corpo.

I principi della stimolazione riflessa dell’orecchio

Il massaggio delle zone riflesse dell’orecchio o, meglio, la stimolazione dei punti riflessi dell’orecchio, si basa sull’idea che l’orecchio sia una mappa miniaturizzata riflessa del corpo intero; tant’è vero che possiamo paragonare il padiglione auricolare ad un bambino nell’utero materno, capovolto.
Questa pratica ha radici molto antiche ed è divenuta popolare negli ultimi tempi grazie ai suoi potenziali benefici terapeutici, sia se praticata da un terapista esperto, sia se auto-praticata, seguendo le indicazioni del terapeuta.

Origini e storia del metodo

Le tracce più antiche del massaggio delle zone riflesse dell’orecchio le rinveniamo nella medicina tradizionale cinese che considera l’orecchio un microsistema rappresentativo di tutto il corpo.
Ad approfondire e sviluppare, in epoca moderna, il metodo è, negli anni ’50, un medico francese, Paul Nogier: notò che alcuni pazienti, con condizioni croniche, trovavano sollievo tramite la cauterizzazione di specifiche aree dell’orecchio, per cui iniziò a mappare il padiglione auricolare, identificando punti corrispondenti a varie parti del corpo.

Principi fondamentali del massaggio delle zone riflesse dell’orecchio

Il massaggio delle zone o dei punti riflessi dell’orecchio si basa sul concetto che l’orecchio contiene i punti riflessi collegati agli organi e alle funzioni corporee.
Ogni punto è associato a una specifica area del corpo e la stimolazione di questi punti può influenzare lo stato di salute dell’area stessa o di tutto il corpo.

Gli strumenti utilizzati per la stimolazione dei punti possono essere vari:

  • le mani
  • dei cercapunti
  • dei bastoncini
  • dei piccoli semi
  • dei micro-magneti
  • degli aghi di piccolissime dimensioni (aghi pulce)
  • la stimolazione elettrica
  • il laser
  • la moxibustione.

La Mappa Auricolare

La mappa auricolare di Nogier è la guida principale per i praticanti della terapia auricolare o auricoloterapia.
Immaginando il corpo umano in posizione fetale all’interno del padiglione auricolare, Nogier ha identificato punti che corrispondono alla testa, alla colonna vertebrale, agli arti e agli organi interni.
La stimolazione, ad esempio, del punto che rappresenta la colonna vertebrale può aiutare a alleviare il dolore alla schiena.

Le applicazioni terapeutiche

La metodica viene utilizzata per trattare una vasta gamma di disturbi fisici e psicologici. Alcune delle applicazioni più comuni includono:

  • La gestione del dolore inclusi il dolore cronico, il mal di schiena, le emicranie e i dolori articolari in generale.
    La tecnica è particolarmente utile per i pazienti che cercano alternative ai farmaci antidolorifici.
     
  • I disturbi “psicologici” come ansia, depressione e stress, in accordo con il medico psichiatra e con un percorso psicoterapeutico associato.  
    Alcuni punti auricolari sono noti per avere effetti calmanti sul sistema nervoso, aiutando i pazienti a gestire le loro condizioni emotive.
     
  • Le dipendenze. Infatti, la tecnica è stata utilizzata con successo per aiutare le persone a superare le dipendenze da sostanze come nicotina, alcol e droghe (questo, sia ben inteso, in associazione a per corsi di riabilitazione neuro-psicologica).
    La stimolazione dei punti auricolari può ridurre i sintomi di astinenza e supportare i pazienti nel processo di disintossicazione.

Le prove scientifiche

L’efficacia dell’auricoloterapia è stata oggetto di numerosi studi scientifici, con risultati contrastanti.
Alcuni studi hanno mostrato benefici significativi, mentre altri non hanno riscontrato differenze rispetto ai trattamenti placebo.
Tuttavia, molti praticanti e pazienti riportano esperienze positive, suggerendo che l’auricoloterapia possa avere un effetto benefico, anche se non completamente spiegato dalla scienza.

Casi clinici

Un esempio di studio clinico positivo è una ricerca pubblicata nel “Journal of Alternative and Complementary Medicine“, che ha riscontrato una riduzione significativa del dolore in pazienti sottoposti ad auricoloterapia rispetto a quelli trattati con placebo. 

Considerazioni finali

L’auricoloterapia rappresenta una promettente area della medicina alternativa, con potenziali applicazioni per una vasta gamma di condizioni.
Sebbene le prove scientifiche non siano ancora definitive, l’esperienza aneddotica dei terapisti affiancata dal racconto o dai feedback dei pazienti, unitamente ad alcuni studi clinici, suggeriscono che questa tecnica possa offrire benefici significativi.

Come per tutte le pratiche di medicina alternativa o complementare, è importante consultare professionisti qualificati e considerare il trattamento dei punti riflessi auricolari come parte di un approccio integrato alla salute e al benessere.

In conclusione, la terapia dei punti riflessi auricolari è una pratica affascinante che unisce antiche conoscenze a metodologie moderne, offrendo un’opzione terapeutica complementare per coloro che cercano alternative ai trattamenti convenzionali.
Con ulteriori ricerche e una migliore comprensione dei suoi meccanismi, l’auricoloterapia potrebbe diventare una componente sempre più accettata e integrata nella medicina contemporanea.

Perle di Salute – Shen Men allevia lo stress

Per contrastare l’ansia, o semplicemente per rilassarti, puoi provare a trattare da solo il punto indicato nell’immagine con i seguenti metodi:

  • Massaggio: usa il pollice e l’indice per massaggiare delicatamente il punto dell’orecchio che ti interessa sino a sentire una sensazione di calore o distensione
     

Pressione: applica una leggera pressione sui punti dell’orecchio per 1-2 minuti, fino a sentire un leggero calore o una sensazione di rilassamento.

Cosa vuol dire “corretta alimentazione”? Consigli dal Coach nutrizionale

corretta alimentazione

La Globesità

E’ ampiamente risaputo che il rapporto tra nutrizione, alimentazione corretta e Salute è molto stretto.
Nella storia recente del nostro continente, sul piano della Salute, si è passati dalla sottonutrizione di un terzo della popolazione in Europa negli anni Trenta, alla situazione attuale di sovrappeso.

La diffusione progressiva del sovrappeso e dell’obesità nel mondo rende ragione del termine globesità, coniato per indicare una vera emergenza globale, che minaccia la Salute della popolazione di tutto il mondo (anche in alcuni paesi in via di sviluppo).

Regole per una sana alimentazione

Non esiste un regime alimentare perfetto e adatto universalmente: ciascuno ha caratteristiche ed esigenze specifiche (età, attività fisica, stato di salute, orari, tipo di lavoro…) che devono essere prese in considerazione per formulare un piano nutrizionale ottimale.

Le fondamentali “regole” da seguire per una sana alimentazione, al fine di conservare un benessere prolungato per tutto l’arco della vita, sono poche e semplici.

La prima regola è che nessun alimento dovrebbe essere escluso da una corretta dieta, eccezion fatta per allergie o intolleranze (il termine deriva dal greco δίαιτα = abitudine, modo di vivere, regola) che, come la gloriosa “Dieta Mediterranea”, deve essere ricca di alimenti, completa e varia.

La seconda regola è che nessun alimento è completo; occorre quindi variare la scelta per assicurarsi tutti i nutrienti e limitare gli antinutrienti o le sostanze tossiche che potrebbero essere presenti.

Le raccomandazioni: i LARN

Esistono raccomandazioni nutrizionali accettate a livello globale che fissano le quantità di nutrienti e di energia in grado di soddisfare i relativi bisogni, nonché le quantità che, qualora in eccesso, potrebbero comportare effetti negativi sulla Salute.

Esse si trovano per esempio nei LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, nei quali i principali macronutrienti sono così suddivisi, per avere il giusto bilanciamento delle sostanze nutritive:

  • Il 45-60% delle calorie totali deve essere costituito da carboidrati, meglio se complessi e integrali
  • Il 15% circa delle calorie deve provenire da proteine (precisamente 0,9 g/kg del peso corporeo)
  • Il 20-35% delle calorie deve essere rappresentato da grassi, di cui meno del 10% saturi  

All’interno dei LARN si trovano anche indicazioni sulla quantità minima da garantire al corpo relativamente a Sali minerali e vitamine.

Le linee guida per stare in Salute

Le Linee Guida del  Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, danno indicazioni pratiche sulla scelta da fare per soddisfare le indicazioni dei LARN.
Esse consigliano:

  1. Controlla il peso corporeo e mantieniti attivo
    Un presupposto fondamentale per il raggiungimento di un benessere complessivo è sicuramente il mantenimento di un peso corporeo appropriato, raggiungibile combinando un’alimentazione equilibrata con uno stile di vita che comprenda un regolare esercizio fisico.
     
  2. Consuma più frutta e verdura
    Le evidenze scientifiche dimostrano che il consumo di frutta e verdura svolge un importante ruolo di protezione da condizioni di sovrappeso e patologie cronico-degenerative, in particolare malattie cardiovascolari, tumori e diabete di tipo 2.
    La loro assunzione consente di apportare acqua, vitamine, fibre e minerali ed elementi salutari quali i bioflavoni ad azione antiossidante e protettiva.
    Questi alimenti hanno una ridotta densità energetica, ma hanno un alto potere saziante.
     
  3. Consuma più cereali integrali e legumi
    Cereali e legumi sono essenziali all’interno di una dieta poiché contengono amido e fibra, vitamine, minerali e sono fonte di proteine vegetali.
     
  4. Bevi abbondante acqua
    Un consumo consistente di acqua è fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo; rappresenta la componente maggiore del corpo umano e interviene in tutti i processi fisiologici e in tutte le reazioni biochimiche.
    Si raccomanda di bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno.
     
  5. Limita i grassi saturi
    I grassi nella dieta sono necessari per fornire energia e svolgere importanti funzioni biologiche all’interno dell’organismo, ma devono essere introdotti nelle giuste quantità.
    Moderare i grassi di origine animale o ad alto contenuto di grassi saturi, cui preferire quelli di origine vegetale, a maggior contenuto di grassi insaturi, specie l’olio extravergine d’oliva.
     
  6. Riduci zuccheri, dolci e bibite zuccherate
    Un’assunzione eccessiva di zuccheri è correlata alla comparsa di carie dentali, obesità, malattie cardiovascolari e diabete mellito.
    Se si considera che l’apporto calorico giornaliero di zuccheri raccomandato è generalmente raggiunto con il consumo di frutta e latte, è facile dedurre che altre fonti di zucchero, quali dolci e bibite zuccherate, debbano essere introdotte solo occasionalmente.
     
  7. Limita le quantità di sale
    La nostra alimentazione è troppo ricca di sale, quindi evitare di utilizzarlo per insaporire le pietanze sarebbe buona regola.
    La quantità giornaliera di sale dovrebbe essere inferiore a 5 grammi, compreso quello già contenuto negli alimenti.
     
  8. Riduci il consumo di alcol
    L’alcol etilico  è una sostanza tossica, che non viene assimilata dall’organismo, come nel caso dei nutrienti, ma metabolizzata allo scopo di essere eliminata. Limitare ad uso occasionale anche le bevande alcoliche.
     
  9. Varia l’alimentazione
    Poiché non esistono alimenti che contengano tutte le sostanze necessarie e nelle opportune quantità, un’alimentazione sana e bilanciata è possibile solo tramite una combinazione di differenti alimenti, ciascuno con specifiche proprietà nutrizionali.

Perle di Salute – Il Coach Nutrizionale

Come anticipato, non esiste una dieta perfetta, ma il giusto regime individuale.
Un buon Coach Nutrizionale è in grado di intervenire sul singolo, adattando i criteri indicati dai LARN al paziente.
Esso perciò prescriverà un regime alimentare che:

  • garantisca i giusti apporti dei macronutrienti (carboidrati, proteine, lipidi)
  • dia la quantità energetica necessaria (che dipenderà, ovviamente, dalla richiesta del paziente in caso di dimagrimento oppure di aumento di massa muscolare, oppure se in gravidanza o menopausa).
  • stimerà il giusto apporto di vitamine e minerali
  • assicurerà la corretta quota di fibre e acqua per aiutare la funzionalità intestinale.

Obiettivo del coach nutrizionale è quello di soddisfare la richiesta del paziente, mantenendo però il focus sulla sua Salute.

Il ciclo circadiano in MTC: l’orologio energetico dei nostri organi

ritmo circadiano

Il sole, ogni giorno sorge, ogni sera tramonta

Ogni mattino, aprendo gli occhi, veniamo inondati da un sentimento di pienezza, di voglia di affrontare con entusiasmo i riti quotidiani, di bisogno di esplorazione.
L’energia ci riempie i muscoli, ci induce il movimento, irrora il cervello, le idee si mettono in moto.
Ogni mattina è una primavera del corpo-mente. Siamo pervasi da un sentimento simile al comportamento del giovanetto, del cucciolo di animale o del forte germoglio che buca la terra ed erompe nella vita.
Così, in egual misura, ogni sera, il conforto della casa ci accoglie, ci dona un senso di tranquilla, di pacifica pienezza.
Così dovrebbe essere la realtà di un corpo-mente in salute, in armonia con l’adeguamento ai ritmi circadiani.

Cosa sono i ritmi circadiani

Generati dal corpo stesso, i ritmi circadiani garantiscono la sincronicità con l’esterno, con l’avvicendamento tra le ore di luce e quelle di buio.
I ritmi circadiani sono coinvolti:

  • nell’alternanza sonno-veglia
  • nella comparsa dell’appetito
  • nella secrezione del cortisolo e dell’emissione di varie altre sostanze biologiche
  • nel ritmo di variazione della temperatura corporea
  • in alcuni parametri legati al sistema circolatorio.

I ritmi circadiani inducono i cambiamenti sia nello stato fisico che in quello mentale, alternando eccitazione e tranquillità, all’interno delle 24 ore. Per dirla alla cinese, denotano l’alternanza yin-yang, quella che garantisce un buon Qi, un’energia corretta.

Oltre ai ritmi circadiani (“circa” significa intorno; “dies” giorni), sono stati identificati e studiati vari ritmi della natura e dell’uomo:

  • i ritmi circa-settimanali
  • circa-mensili
  • circa-annuali

Il ritmo circadiano in MTC: l’orologio energetico dei nostri organi

Rilevati nel nostro emisfero solo a partire dal XVII secolo, i ritmi circadiani erano già noti agli antichi cinesi che hanno saputo, nella loro medicina tradizionale, farne tesoro, intuendo che esisteva un meccanismo di regolazione interna che collegava, quotidianamente l’uomo al macrocosmo.

Ciascun meridiano corrisponde ad un’orbita circadiana

I meridiani, infatti, servono a garantire l’armonia tra il mio microcosmo e le leggi del macrocosmo, ad adeguare i ritmi biologici interni ai ritmi della natura, come accade nei passaggi stagionali.

I ritmi circadiani regolano il funzionamento energetico nell’arco di 24 ore

Se i meridiani funzionano bene, ovvero è libero il fluire dell’energia e non vi sono ristagni, non si soffre di alcun disturbo nel cambio di stagione.
Qualsiasi disturbo si manifesti con regolarità ritmica, qualcosa che accade sempre alla stessa ora, nello stesso giorno del mese o nella stessa stagione o nell’arco di ogni tot anni, denuncia una patologia energetica da disincronizzazione macrocosmo-microcosmo.

Nella “Teoria dei Meridiani” i canali energetici si comportano in modo differente durante il corso della giornata e della nottata. In alcuni momenti sono più “forti” ed in grado di supportare bene le funzioni dell’organo ad essi collegato, in altri momenti sono più “lenti”. Si parla di Marea energetica del meridiano.

Per il modello tradizionale cinese, il ritmo circadiano non è solo quotidiano: l’oroscopo è regolato su un ciclo di 60 anni, prevedendo che le influenze dei 10 tronchi celesti si incrocino con i 12 rami terrestri, influenzando la tipologia di tutti noi!

Come funziona il ciclo energetico nell’arco delle 24 ore

I ritmi circadiani regolano quindi, attraverso i 12 canali di flusso di energie sottili, le produzioni del corpo stesso (per esempio gli ormoni).
Ad ogni meridiano, come risaputo, è collegato un organo o un viscere, un fluido corporeo, una struttura anatomica, un organo di senso e una funzione psichica.

La marea energetica

Anche se il Qi, l’energia, è presente contemporaneamente in tutti e 12 i meridiani, ogni due ore, uno di questi ha una fase di massima attività, determinando un picco di potenza nel funzionamento dell’organo o viscere interessato, .

Al contempo, esattamente dopo 12 ore dalla sua acrofase (il picco massimo), l’organo incontrerà una fase di 2 ore di minima attività energetica, contraddistinta dal minimo fluire di Qi: l’intero e incessante scorrere del Qi nell’arco della giornata, organo per organo e viscere per viscere, prende il nome di marea energetica.

Il cortisolo, per esempio, è soggetto ad una secrezione basale pressoché costante nelle 24 ore, ma con picco massimo (acrofase) registrato intorno alle primissime ore del mattino (3-4) e picco minimo che coincide con le prime ore di riposo notturno (22-24).

Orologi a confronto

Naturalmente si tratta di capire cosa indica la medicina cinese quando alle 4 del mattino segnala il picco energetico del meridiano del Polmone… Scopriamolo insieme!

Il meridiano del Polmone ha la fase di massima attività alle 3:00-5:00 e la fase di massimo riposo alle 15.00-17:00.
Parola chiave del polmone è lo scambio.
È grazie al Polmone (inteso come tutto il sistema respiratorio e oltre) che entriamo in contatto con l’ambiente in cui viviamo: mediante il ritmo del respiro si crea una connessione con il respiro dell’Universo, che portiamo da fuori a dentro, che riceviamo ossigeno ed eliminiamo anidride carbonica.
È la nostra capacità di caricarci al massimo di energia (quando inspiriamo) e di liberarci, con l’espiro, di ciò che non serve più (fisicamente ma anche psico-emotivamente).
In MTC è il polmone che distribuisce l’energia Qi a tutto il corpo, cervello compreso, inviando ossigeno a tutti i suoi organi.

Nell’acrofase del meridiano (il picco massimo), tradizionalmente i monaci recitano la preghiera ad alta voce, attivando il Polmone. Recitare il rosario è come scandire un mantra: si esegue con lunghe inspirazioni ed altrettante lunghe espirazioni.
È questa l’attività suggerita attraverso la quale possiamo caricarci dell’energia necessaria per affrontare la giornata. All’intestino crasso, il viscere che segue nella circolazione energetica, il compito di accogliere (assorbe acqua e minerali presenti nel Tenue) e del lasciar andare.

L’intestino, considerato il grande cervello, è intimamente connesso al cervello propriamente detto.
Un intestino che funziona appartiene ad una persona che “sa lasciar andare” senza paura di perdere parte del sé, eliminare quello che non serve, quello che non è più necessario.
Ecco perché, per tonificare il sistema respiratorio, è corretto fare pulizia, fare ordine e liberarsi di ciò che è superfluo.
L’acrofase del grosso intestino è considerata il momento migliore per il suo svuotamento, perché nel pieno della sua capacità di liberare il nostro corpo dalle scorie metaboliche.

La vita naturale sul pianeta è caratterizzata da ritmi ben definiti.
C’è un orologio interno, in ciascuno di noi, che regola l’attività biologica con un ciclo giornaliero, uno mensile e uno stagionale.
Cosa accadrebbe se non ci fosse la primavera?

Perle di Salute – L’energia si tuffa da un meridiano all’altro

Il passaggio dell’energia è agevolato dalle sequenze di esercizi tradizionali, detti anche “di lunga vita”, come nello yoga o nel Reusi datton thailandese.

Bhujangasana, una delle posizioni standard dello yoga, la postura del cobra, solitamente è consigliata per mobilizzare le spalle e la schiena, per mantenere la giusta flessibilità della colonna vertebrale.
Se ben eseguita, con atteggiamento concentrato e consapevole, è anche in grado di facilitare il passaggio tra l’ultimo punto del meridiano del fegato (sesto spazio intercostale), orario di marea energetica tra le 01:00 e le 03:00 del mattino, ed il primo punto del meridiano del polmone (nella cavità morbida sotto la clavicola), orario 03:00 – 05:00, facilitando il sonno in chi soffre di risvegli troppo mattutini!

Il Training autogeno per bambini: fiabe e benessere

il training autogeno per bambini

Breve introduzione al Training Autogeno

Il Training Autogeno (TA) per bambini è una tecnica di rilassamento psicofisiologico, derivata dalla pratica per adulti, che aiuta i più piccoli a gestire anche stress e ansia.
Il TA è una tecnica di autodistensione psichica e somatica elaborata dallo psichiatra e neurologo tedesco Johannes Heinrich Schultz (1884-1970) per ristabilire un equilibrio psicofisico funzionale della persona, che impara a eseguirla autonomamente grazie all’allenamento quotidiano.

Il Training Autogeno contribuisce a produrre cambiamenti positivi:

  • a livello fisiologico, favorendo un riequilibrio del sistema nervoso vegetativo e del sistema endocrino, entrambi strettamente connessi ai vissuti emotivi
  • a livello fisico, migliorando lo stato di benessere e di salute generale
  • a livello psicologico, rafforzando le risorse interiori che consentono di affrontare e di superare più facilmente le difficoltà, i problemi e i conflitti della vita.

Il Training Autogeno per bambini

Il Training Autogeno (TA) è un metodo nato originariamente per essere insegnato agli adulti. In seguito, la tecnica è stata presto utilizzata anche con i bambini, attraverso l’adozione di opportune modifiche per la conduzione e per l’insegnamento degli esercizi.

Allora anche i bambini avrebbero bisogno di rilassarsi?
Spesso consideriamo l’infanzia il periodo della vita più felice e spensierato, dedicato al gioco, senza particolari responsabilità, ma…

Lo stress infantile

Sulla base della ricerca nel campo psico-pedagogico, l’APA (American Psychological Association) ha evidenziato che i bambini della società odierna si confrontano con una quantità decisamente maggiore di stress rispetto alle generazioni precedenti.
Lo stress infantile è uno stato di tensione che può manifestarsi attraverso alcuni sintomi:

  • Agitazione e nervosismo
  • Incubi e sogni di angoscia ricorrenti
  • Problemi di attenzione e concentrazione
  • Difficoltà nell’apprendimento scolastico
  • Disturbi intestinali a causa di problemi emotivi
  • Disturbi del linguaggio
  • Disturbi del sonno
  • Enuresi notturna
ta per bamini

Gli effetti del Training Autogeno per bambini

Il TA si è rivelato molto utile nella gestione dello stress infantile.
Praticando gli esercizi di Training Autogeno, è possibile:

  • ristabilire un buon equilibrio psicofisico
  • alleviare lievi disturbi di salute
  • migliorare la memoria e la concentrazione

I bambini che praticano regolarmente il TA risultano tranquilli, aperti, consapevoli di sé ed equilibrati. Quasi sempre si può osservare in loro anche un miglioramento in campo scolastico.
Con il TA, anche i bambini riescono a imparare a vivere meglio la loro quotidianità, acquisiscono capacità di comunicazione e relazione con gli altri in modo più efficace.

Elencando molteplici effetti benefici del TA sui bambini, è comunque doveroso segnalare che, in caso di disturbi più consistenti, il Training Autogeno non sostituisce una terapia. I bambini con problemi importanti vanno affidati alle cure di uno specialista competente.

training autogeno per bambini

Insegnare il Training Autogeno ai bambini attraverso le fiabe

Il rilassamento profondo di TA, con i suoi esercizi e le sue formule, va imparato.
Per apprendere gli esercizi del TA, durante gli allenamenti i bambini necessitano la presenza e l’assistenza di un adulto: genitore, educatore, insegnante. Naturalmente, l’adulto in questione deve conoscere la tecnica del TA e conoscere le modalità specifiche del suo insegnamento ai bambini.

Il TA è adatto ai bambini dai 6 anni in su. Per i bambini più piccoli di sei anni, esistono tecniche di rilassamento specifiche, che si concentrano sul movimento del corpo.

Anche a un bambino di 6 anni è difficile rimanere immobile, tenere gli occhi chiusi per qualche minuto, concentrarsi su quello che racconta l’adulto… L’allenamento di TA non deve diventare per lui un altro obbligo da svolgere sbuffando! L’adulto deve far diventare l’esercizio un’attività piacevole e divertente, usando il gioco, guidando il rilassamento del bambino con l’ausilio di una fiaba che stimola la sua immaginazione.

L’allenamento autogeno

L’allenamento autogeno dei bambini al rilassamento e al cambiamento necessita una gradualità: si parte spesso dalla costruzione interattiva di favole che prendono avvio da un disegno oppure da un gioco fatto in movimento o utilizzando qualche giocattolo, pupazzo o marionetta.
Poi il conduttore fa sdraiare il bambino e racconta lui delle storie in grado di evocare immagini piacevoli.
Le favole narrate prevedono sempre una conclusione che permette ai bambini di ritrovare un’armonia interiore.

Le formule del TA vengono incluse nelle favole per diventare, come ci insegna Gisela Eberlein, “il principio attivo che dalla situazione della favola viene trasferito nella realtà di ogni giorno”.

Attraverso l’ascolto di semplici, divertenti e fantasiose storie, i piccoli possono visualizzare le loro emozioni per ritrovare il benessere e la tranquillità, scaricare le tensioni e superare positivamente le difficoltà che incontrano.  

Attraverso la fiaba i bambini imparano facilmente gli esercizi e li eseguono volentieri: la fiaba stimola la fantasia e la creatività nel bambino, lo aiuta a superare le difficoltà di concentrazione, a sentirsi sicuro di sé, fiducioso. E’ un’attività istruttiva e allo stesso tempo divertente.

il training autogeno per bambini

Gli esercizi di TA per i bambini

Solitamente ai bambini vengono insegnati:

  • la formula della calma
  • l’esercizio della pesantezza
  • l’esercizio del calore

Quando il bambino impara bene questi esercizi, essi sono già sufficienti per rilassarsi regolarmente e al bisogno, sia fisicamente che a livello emotivo e mentale.

Altri esercizi del TA non sono adatti ai bambini perché le istruzioni sarebbero troppo complicate per loro, inoltre non sarebbe possibile controllare la loro esecuzione per evitare modalità sbagliate di pratica.
Il bambino imparerà velocemente altri esercizi del TA una volta che diventa grande.

Ai ragazzi più grandi, di 10-12 anni, il TA può essere insegnato per mezzo degli esercizi tradizionali, sempre con la supervisione di un adulto. Poi possono praticarlo regolarmente da soli. Il passaggio da una pratica guidata a una personale autonoma deve essere graduale.

Secondo lo psicologo tedesco K. Vollmar,
un genitore che decide di insegnare il TA al suo bambino non solo sfrutta l’opportunità di aiutarlo nelle situazioni difficili ma, sperimentare insieme gli esercizi di TA, gli permette di dedicare al figlio un’attenzione consapevole e costruire con lui una relazione basata sulla fiducia reciproca, una relazione unica e funzionale

Perle di Salute – Il gioco del sonno

Per aiutare il nostro bambino a rilassarsi, possiamo fare con lui “il gioco del sonno”.
Il bambino si stende supino, chiude gli occhi e “fa finta”  di essere profondamente addormentato.
Dopo qualche istante, noi verifichiamo se è “veramente addormentato” e lui, stando al gioco, cerca di “convincerci” con il suo corpo di essere sprofondato in un sonno profondo.
Solleviamo il suo braccio e lo facciamo ricadere, anche l’altro braccio; poi facciamo la stessa cosa con le gambe, muoviamo dolcemente la sua testa… il bambino deve lasciar accadere tutto questo, abbandonandovisi il più possibile e sperimentando, per mezzo del gioco, un profondo rilassamento corporeo.
Scambiamoci anche i ruoli e lasciamogli verificare come riusciamo noi a rilassarci… come se fossimo addormentati.