Chiusura natalizia 2023

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Fibromialgia: il peso del dolore

Quando il dolore si manifesta in più zone contemporaneamente, dalle spalle al collo, dal torace alle cosce e braccia, ed è accompagnato da stanchezza, da fatica a concentrarsi, da fiacchezza già presente al primo mattino, nonostante un adeguato numero di ore di sonno, … di cosa si tratta?

Fibromialgia, la sindrome del nostro tempo

Negli ultimi anni, si parla sempre più frequentemente di fibromialgia. Questa sindrome si aggiudica addirittura un 2°/3° posto tra le malattie reumatiche più diffuse.
Il “peso del dolore” spinge a ritirarsi, a rinunciare. 

Cos’è la fibromialgia

La fibromialgia, detta anche Sindrome fibromialgica, è una malattia che colpisce prevalentemente le donne in età adulta e si manifesta con:

  • dolori diffusi e intensi che coinvolgono muscoli, tendini e legamenti
  • aumento della tensione muscolare e rigidità in numerose sedi dell’apparato locomotore
  • affaticamento

A questi sintomi possono essere associati anche disturbi psichici, dalla depressione all’ansia.

Poiché si tratta di una sintomatologia aspecifica e comune ad altre malattie, questa patologia è difficile da accertare e spesso si arriva alla diagnosi in seguito all’esclusione di altri disturbi, come l’artrite reumatoide.
Di specifico c’è che la fibromialgia non altera gli indici d’infiammazione (come la ves), né la struttura di muscoli e tessuti fibrosi.

La fibromialgia non è una malattia reumatica degenerativa; ma il dolore cronico intenso e gli altri sintomi associati non possono essere ignorati, peggiorando la qualità di vita di chi ne è soggetto e rendendo difficile lo svolgimento delle attività quotidiane e della vita sociale.

Fibromialgia e diagnosi

I sintomi della fibromialgia sono molti e di natura diversa.
Il dolore tipicamente aumenta se è esercitata una pressione con i polpastrelli in alcuni punti sensibili, o tender points.
In generale, la diagnosi di sindrome fibromialgica si basa sulla presenza di dolore diffuso in aree simmetriche da almeno tre mesi, unito alla positività di almeno 11 di 18 punti sensibili individuati sul corpo.

Predisposizione

Se le cause della fibromialgia non sono ancora del tutto note, pare invece evidente che, alla base dell’ipersensibilità al dolore, vi sia una reazione anomala del cervello agli stimoli dolorosi. 

Si tratta quasi sicuramente di una patologia a genesi multifattoriale, dove probabilmente sono chiamate in campo cause ormonali, con alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
In Medicina Cinese ha molte implicazioni con i Meridiani Straordinari.

La cura

Ufficialmente non esiste una cura risolutiva alla fibromialgia, ma accadono remissioni spontanee, specie se diminuiscono i fattori di stress. Arrivare a conviverci, alleviandone significativamente i sintomi, è quindi possibile.

Secondo la severità del disturbo sicuramente è utile la combinazione di diversi approcci terapeutici, accanto agli eventuali farmaci prescritti dal medico.

In accompagnamento o in alternativa ai farmaci

Innanzitutto sono raccomandati:

  • L’esercizio fisico (soprattutto attività aerobiche e stretching per allungare i muscoli)
  • Le tecniche di rilassamento per gestire lo stress (terapia cognitiva comportamentale, meditazione, tecniche di respirazione profonda).

Sicuramente tali abitudini non possono che aiutare, ma attenzione, il patto è che si provi piacere nel farli: se il primo ostacolo da superare è lo stress, non è certo con l’atteggiamento di chi fa le cose “perché devono essere fatte” che si può migliorare.
Piuttosto, meglio andare a ballare o a cantare, fare camminate nei boschi, pagaiare o piantare fiori in giardino! L’importante è avere continuità nell’attività, mantenere la disciplina dell’appuntamento.

Il contributo della Medicina Tradizionale Cinese

La Medicina Tradizionale Cinese non riconosce nella fibromialgia un unico quadro patologico, ma uno squilibrio a livello di “sistemi organico – funzionali”, cui si sommano altri fattori tra i quali una dieta irregolare, stress emozionali e lavoro fisico eccessivo.

Si tratta di agire innanzitutto con

  • un’azione disperdente sui punti dolorosi, veicolando la stasi energetica lungo il meridiano bloccato.

Secondariamente bisogna

  • tonificare le Sostanze fondamentali indebolite.

Data la manifestazione del dolore e il coinvolgimento della sfera psico-affettiva, si guarderà allo stato energetico del Fegato organo, specie nel suo aspetto yin.
Per far ciò ci si avvale del massaggio terapeutico, ma non solo:

  • Tecniche di applicazione di calore
  • Ginnastiche di lunga vita
  • Colloqui con professionisti che ci aiutino a scegliere un punto di vista modificato
  • Un ruolo fondamentale lo gioca l’alimentazione

Cos’è la medicina energetica? 
La medicina energetica basa i suoi presupposti sull’idea che accanto al nostro corpo fisico e al nostro corpo mentale esiste anche un corpo vitale, costituito da energia, il Qi (o Ki come dicono i giapponesi), dove la salute è assicurata dal fluido, ordinato e armonico scorrere dell’energia, veicolata dai meridiani.

Per qualcuno tutto ciò si esprime in termini di movimento di elettroni, di campi magnetici, delle proprietà dello spazio e del ruolo della coscienza stessa, che esprime un’intenzione, alla luce delle teorie di fisica quantistica ed epigenetica.

La dieta appropriata

Con i sintomi della fibromialgia è utile seguire un’alimentazione equilibrata e sana. In presenza di dolori con gonfiori o di dolori con senso di pesantezza o di dolore con aumentato “ingarbugliamento” dei pensieri, la dietetica in Medicina Tradizionale Cinese consiglia di evitare vivamente il consumo di zuccheri raffinati, come quelli presenti nei dolci, nei biscotti e nelle bevande zuccherate, oltre a ponderare bene il consumo di latte e latticini e di salse con intingoli.

Perle di Salute – respirare e attenuare il dolore

Le tecniche respiratorie riescono a infondere un gran senso di pace.

  • Da seduti, con la spina dorsale ben dritta, il mento rivolto verso il petto, leggermente spostato in avanti.
  • In questa posizione tira fuori la lingua e respira profondamente con la bocca, per 3/5 minuti. La respirazione deve essere la più lenta e profonda possibile, ci deve essere una notevole espansione, sia del torace, sia dell’addome.
  • Al termine inspirare trattenendo il respiro per 15 secondi circa, mentre si preme la lingua sul palato superiore.

Ripeti al massimo per tre volte al giorno.

Dipendenza da Internet: detox e supporto del Training Autogeno

training autogeno e nuove dipendenze

La nuova tecnologia

Lo sviluppo delle nuove tecnologie cambia continuamente il modo di gestire la nostra realtà quotidiana.
I primi computer sono ingombranti e si usano solo per la ricerca e il lavoro.
Alla fine degli anni ’60, inizia l’epoca di Internet e l’ingegneria elettronica si impegna a progettare e costruire le impostazioni sempre più compatte, arrivando a creare il personal computer che rende possibile usare le sue funzioni anche nella vita privata.
Con lo sviluppo della connessione attraverso la rete, nella nostra quotidianità entra la telefonia mobile e anche i computer comunicano tra loro in modo sempre più veloce ed efficace.
Negli anni, il telefono cellulare continua ad arricchire le sue funzioni, compie una fusione con il computer e diventa un piccolo computer molto portatile: uno smartphone, che riesce a stare in una tasca!

Oggi avere uno smartphone è economico, conveniente, accelera i processi lavorativi, rende sempre ed ovunque reperibili, dà sicurezza.
Grazie alle varie applicazioni  che possono essere scaricate, diventa facile, pratico, immediato e gratuito avere accesso a tanti servizi: enciclopedie e biblioteche, posti di lavoro, banche, social network, biglietterie, Whatsapp, esperti della salute, ecc.
Indubbiamente tanti benefici!
Ma… smartphone ed internet possono creare dipendenza?

Le nuove dipendenze

Il termine “dipendenza” viene utilizzato in riferimento al compromesso controllo nell’utilizzo di una determinata sostanza psicoattiva e alla persistenza nella sua assunzione, nonostante le conseguenze negative derivanti dalla sua assunzione.
Accanto alle dipendenze patologiche che potremmo chiamare “tradizionali” (da sostanze psicotrope, da farmaci, da alcol, da cibo, da tabacco…), oggi troviamo nuove forme di dipendenza che si possono definire “dipendenze senza sostanza”. Tra queste troviamo:

  • la dipendenza da TV
  • la dipendenza da internet
  • la dipendenza dai videogiochi
  • il gioco d’azzardo patologico
  • lo shopping compulsivo
  • la dipendenza dal sesso e dalle relazioni affettive
  • la dipendenza dal lavoro.

Internet: benefici, abuso e dipendenza

Sono numerosi i benefici offerti da internet e smartphone: secondo numerose ricerche, aumentano il successo scolastico, consentono  a persone lontane di restare in contatto e di fare nuove conoscenze, favoriscono la crescita culturale e personale.
Paradossalmente, il pericolo che questi benefici possano rendere dipendenti è strettamente collegato ai vantaggi che offrono.
Si osserva, per esempio, come la troppa comunicatività possa portare all’incomunicabilità di chi ne abusa, il quale può arrivare a soffrire di solitudine e depressione.

Quando si passa dall’uso ragionevole delle funzioni utili offerte da internet all’abusarne, l’accesso alla rete diventa un eccesso di rete!
L’uso protratto da parte di quegli utenti che scoprono il magnifico mondo del web (shopping on-line, giochi, gioco d’azzardo, pornografia, chat, informazioni sempre aggiornate, ecc.), oramai divenuto sempre a portata di mano grazie ai telefonini cellulari, finisce per dettare le regole del gioco fino a rendere schiavi.
Internet e l’uso dei dispositivi portatili possono facilmente sfuggire al controllo del soggetto, diventando vere e proprie compulsioni.

Quando si preferiscono i social media alle persone reali, quando non si riesce a frenare l’esigenza di controllare e-mail, facebook, messaggi whatsapp, si può cominciare a parlare di dipendenza da Internet.

Comportamenti sintomatici della dipendenza da internet

Alcuni comportamenti che possono caratterizzare patologico l’approccio ad internet di una persona:

  • La persona resta davanti al pc per lassi di tempo molto lunghi, senza averne cognizione e non interromperebbe la sua attività se qualcuno non intervenisse dall’esterno
  • Quando viene distolto dalla sua attività on line, manifesta un evidente stato di nervosismo e insofferenza, arrivando ad essere aggressivo e, a volte, violento verso colui che interrompe la sua occupazione nel web
  • Passa su internet più tempo di quanto era stato preventivato e i tentativi personali di controllarne l’utilizzo falliscono
  • Quando è connesso al web, presenta uno stato di euforia ed eccitazione, resa nota da atteggiamenti verbali e non verbali come esclamazioni ad alta voce, espressioni di entusiasmo, …
  • Per raggiungere lo stato di eccitazione desiderata, necessita di intrattenersi più tempo possibile su internet. Nega, infatti, di trascorrere troppo tempo al computer e vorrebbe passarne sempre di più
  • Coglie ogni occasione per connettersi alla rete, anche durante quelle circostanze in cui un simile comportamento non è adeguato al contesto o alla situazione. Spesso lo fa di nascosto o inventa scuse.
  • Quando non riesce a raggiungere il suo obiettivo (il web), il soggetto si mostra stanco, irritabile, apatico, intollerante.
    Un adolescente può arrivare a minacciare i genitori di commettere gesti impulsivi e pericolosi
  • L’astinenza da internet può provocare ansia, fantasie o sogni su internet, agitazione psicomotoria, pensiero ossessivo riguardante la rete, movimenti volontari o involontari, per esempio, il tamburellare con le dita
  • Si trascurano doveri e piaceri non legati alla rete: impegni lavorativi, la scuola, l’igiene personale, gli impegni sportivi, le uscite con gli amici.
  • Si abbandonano altre forme di intrattenimento come la tv, la lettura, la musica, il gioco…
  • Quando qualcuno chiede informazioni sulle attività svolte on-line, non ottiene risposte congruenti ed esaustive, ma approssimative ed evasive.
  • Tutte le attività che non hanno nulla a che fare con internet sono vissute con noia, demotivazione e fastidio.

Sintomi psicofisici della dipendenza da internet

  • Alterazioni nel comportamento alimentare: inappetenza, pasti irregolari o frettolosi (saltare i pasti, mangiare fuori pasto, mangiare in fretta per tornare sul web)
  • Alterazioni del sonno: stanchezza, perdita di sonno, difficoltà ad alzarsi la mattina, affaticamento, sogni/incubi sulle attività svolte su internet che provocano sonno agitato.
  • Alterazioni della condotta di vita: irascibilità, nervosismo, opposizione, aggressività, ribellione, disobbedienza, ansia.

Cosa possiamo fare

Il primo passo è riconoscere a sé stessi di stare attuando questi comportamenti e cominciare a modificare alcune abitudini quotidiane.
L’uso eccessivo di internet può essere un modo per rispondere a problemi emotivi sottostanti quali ansia, depressione, stress o sentimenti di rabbia accumulati nel tempo. In questi casi il web è utilizzato come un “analgesico”, per sentire meno il disagio e cercare di uscirne. 
La dipendenza da internet, quindi, potrebbe essere connessa ad altri fattori psicopatologici che spingono la persona a cercare una soluzione immediata e “più breve”.
Il web sembra rispondere proprio a questa esigenza fornendo, però, solo un’apparente soluzione ai nostri problemi.

Quando la dipendenza diventa un vero e proprio disturbo, liberarsi da essa può risultare molto difficile. Capire come uscire da una dipendenza non è certo semplice, soprattutto una volta che si è coinvolti in prima persona. Per riuscirci, bisogna disporre di risorse mentali, di tempo e di forza di volontà.
Inoltre, è molto utile essere informati sull’esistenza di percorsi terapeutici efficaci nella cura delle dipendenze che possono fornire un supporto adeguato.

Il digital detox

Sono sempre più le persone che, per contrastare gli effetti negativi dell’uso eccessivo dello smartphone, ricorrono a una qualche forma di digital detox (letteralmente “disintossicazione digitale”), ovvero un periodo di tempo in cui si sceglie volontariamente di allontanarsi da social media, giochi e internet, smettendo di utilizzare ogni forma di dispositivo digitale.

L’obiettivo del digital detox è quello di rendere le persone più consapevoli del proprio rapporto con la tecnologia, in modo da renderlo più sano ed equilibrato. 

Il periodo di disconnessione può essere molto variabile, in base alle proprie esigenze e al tipo di approccio per cui si preferisce optare: 

  • chi ha bisogno solo di una piccola “spinta” per limitare l’utilizzo del proprio smartphone, può affidarsi a delle “digital detox” app, ovvero delle applicazioni per smartphone che incoraggiano a passare del tempo lontano dallo schermo oppure inviano una notifica nel caso in cui si stia facendo un uso eccessivo del telefono, indicando il tempo trascorso sulle singole app
     
  • per chi deve utilizzare quotidianamente lo smartphone per motivi di lavoro e ha difficoltà a mantenere un corretto equilibrio, con conseguenze negative sulla vita di coppia o di famiglia, una possibile soluzione è prendere l’abitudine di spegnere il cellulare ogni giorno dopo cena e fino al mattino seguente e/o disconnettersi nel weekend
     
  • per chi cerca una “disintossicazione” più importante e intensiva, esistono i digital detox hotel, un luogo in cui, lontani dalle distrazioni del mondo digitale, è possibile concedersi del tempo per rilassarsi, fare meditazione e riconnettersi con sé stessi.

Il Training Autogeno come supporto

Anche il Training Autogeno può risultare molto utile per affrontare il problema della dipendenza da Internet.
Uno dei capisaldi alla base del Training Autogeno è la connessione tra mente e corpo: è una tecnica positiva volta a migliorare e potenziare sé stessi.

Il suo obiettivo è portare il soggetto in uno stato di profondo rilassamento per renderlo maggiormente ricettivo alle emozioni, alle sensazioni corporee e psicologiche.
Il Training Autogeno consiste nell’apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione che, man mano, permettono ai nostri sistemi organici di poter modificare in maniera positiva il loro funzionamento con l’effetto di scaricare tensioni, ansia e stress accumulati.

Dopo aver imparato gli esercizi base, con dovuto allenamento volto a rendere i loro effetti  sempre più evidenti e immediati, si passa all’utilizzo delle Formule Intenzionali (proponimenti) pronunciate ripetutamente dal soggetto in stato di profondo rilassamento. Le Formule Intenzionali svolgono la funzione di autosuggestione, particolarmente efficace proprio grazie alla distensione psicofisica totale e alla concentrazione focalizzata sulla formula, mentre la percezione del mondo esterno risulta fortemente ridotta.

Storicamente nell’ambito del Training Autogeno si è accumulata l’esperienza di trattamento delle dipendenze da sostanze (etilismo, tabagismo, cocainomania) che dimostra la sua efficacia nel caso in cui la persona abbia acquisito la consapevolezza del proprio problema e si senta motivato a risolverlo.

Non abbiamo ancora i dati statistici certi sull’efficacia del TA nel trattamento delle nuove dipendenze. Tuttavia, grazie al fatto di rendere il soggetto più tranquillo e capace di gestire gli stati emotivi, più sicuro di sé e più consapevole delle proprie risorse, che possono essere potenziate grazie all’uso delle Formule Intenzionali, il Training Autogeno agisce sui fattori psicologici che lo spingono all’abuso dell’Internet. 
Riducendo l’esposizione agli strumenti elettronici e il tempo di connessione, oltre a limitare l’esposizione ai raggi blu causa della riduzione del sonno e di un maggior affaticamento psicofisico, la persona riprende il controllo di sé, ritorna ad avere relazioni reali, conquista tempo. In sintesi, si riappropria della vita che stava sprecando.

Disturbi intestinali: trattamento con il Drenaggio linfatico manuale

La sensazione di gonfiore all’addome è sicuramente uno dei fastidi più comuni. Per quanto non se ne parli volentieri, i banchi frigo colmi di yogurt che promettono l’intestino felice, parlano chiaro: i disturbi intestinali sono un disturbo molto comune.

Trattamenti manuali che aiutano l’intestino e i disturbi intestinali

Sicuramente chi soffre di disturbi intestinali, dopo aver escluso problematiche di competenza strettamente medica, dovrà affidarsi ad un nutrizionista per stabilire la migliore dieta che riesca a conciliare le esigenze alimentari e quelle della vita quotidiana.
Non tutti sanno, però, che esistono anche altri trattamenti che possono aiutare i disturbi dell’intestino: le terapie manuali possono venire in soccorso alle strutture sofferenti e dare benefici, anche in brevissimo tempo, a volte istantanei.

Esistono tecniche riflesse, come il Massaggio delle zone riflesse del piede ed il Massaggio del tessuto connettivo, che possono agire sulla sede dei sintomi rimanendo a distanza: è possibile infatti sfruttare alcune connessioni neurologiche presenti nel nostro corpo per rafforzare le capacità di autoriparazione, il tutto senza toccare la sede del dolore.
Ma esistono anche tecniche dirette che possono dare sollievo immediato ad alcune problematiche intestinali, tra queste troviamo sicuramente il Drenaggio linfatico manuale, indicato per alleviare i sintomi e molti tipi di disturbi intestinali. 

Sistema linfatico e Sistema digerente

A livello dell’addome esiste il sistema linfatico mesenterico.
Il sistema linfatico è formato da vasi, che trasportano la linfa (un liquido che contiene sostanze di scarto e liquidi in eccesso), e linfonodi, ovvero delle piccole stazioni di filtraggio che si occupano di ostacolare eventuali agenti patogeni che vogliono invadere il nostro organismo. Nel sistema linfatico infatti circolano innumerevoli cellule immunitarie e hanno come scopo quello di proteggerci.

Il sistema digerente è la principale via d’ingresso per le sostanze provenienti dall’esterno. Il cibo che viene ingerito subisce delle modifiche fino ad essere ridotto in due tipologie di sostanze: quelle utili e quelle di scarto. Quelle utili, piene di nutrimenti, vengono assorbite dal nostro corpo e poi, tramite il circolo ematico, distribuite dove vi è bisogno. Le sostanze di scarto saranno eliminate tramite le feci.

L’intestino gioca un ruolo importante, sia come sede di assorbimento che come luogo dove vengono conservati i rifiuti fino alla loro espulsione. Proprio per questo, a livello dell’addome il nostro sistema di difesa si è specializzato particolarmente. La fitta rete di vasi e linfonodi circonda l’intestino in ogni sua parte, pronta a difendere l’organismo se qualche particella pericolosa dovesse riuscire ad entrare insieme ai nutrienti.
Il sistema linfatico, inoltre, si occupa anche di recuperare tutte quelle sostanze utili che durante l’assorbimento non sono riuscite ad entrare nella circolazione sanguigna, che vengono raccolte dai capillari linfatici, filtrate ed infine ricondotte alla circolazione ematica. A riprova di questo sappiamo che dopo i pasti, la linfa, nella zona dell’addome, assume un colore lattiginoso, quasi giallognolo, poiché raccoglie i lipidi (grassi). 

I disturbi intestinali e il Drenaggio linfatico manuale

I vari disturbi intestinali come stitichezza, meteorismo, diarrea e tensione addominale, possono provocare, o essere provocati, da un’infiammazione dei tessuti circostanti dovuta all’ingresso di alcune sostanze potenzialmente pericolose.
Ecco che il drenaggio linfatico manuale diventa una terapia utilissima: le manualità delicate e lente sono in grado di migliorare la circolazione linfatica e quindi l’attività del sistema immunitario. Il tutto senza causare dolore, ma anzi dando sollievo immediato.
Le sostanze irritanti, infatti, vengono smaltite attraverso il sistema linfatico che le elimina velocemente. I risultati possono essere subito riscontrati: oltre alla diminuzione del dolore, l’addome appare anche meno teso e gonfio per via dell’eliminazione dei liquidi in eccesso.
Il transito intestinale migliora nelle ore successive alla seduta.
Per queste ragioni il trattamento dell’addome tramite il Drenaggio linfatico manuale, ovviamente se non controindicato per altre ragioni, può essere considerato una terapia complementare al trattamento dei vari disturbi intestinali anche nei casi di sindrome del colon irritabile, disbiosi, stipsi, diarrea e meteorismo.

Perle di Salute – Il calore allevia il dolore intestinale

L’applicazione del calore può distendere la muscolatura dell’addome e quindi migliorare la sensazione di dolore dovuta alla tensione addominale.
La borsa dell’acqua calda, o un sacchettino di semi riscaldato possono essere d’aiuto per combattere momentaneamente i fastidi intestinali collegati al gonfiore.

Il Massaggio sportivo in ogni fase dell’allenamento

massaggio e sport

Il massaggio sportivo è un alleato preziosissimo per essere al top ed offrire la massima prestazione sportiva possibile.

Cos’è il Massaggio sportivo?

Il Massaggio Sportivo è una forma di massaggio orientata verso i partecipanti ad una attività sportiva. Indispensabile supporto negli sport professionistici, trova sempre maggior applicazione anche a livello amatoriale.

La fortuna di questa tecnica manuale è dovuta alla sua versatilità; si utilizza:

  • nella prevenzione degli infortuni
  • per preparare il corpo all’attività sportiva praticata
  • per mantenere il corpo in condizioni ottimali
  • per aiutare gli atleti a recuperare le energie dalle fatiche post-allenamento o post-gara

e per accelerare i tempi di recupero dopo un infortunio.

In cosa consiste il Massaggio sportivo

Il massaggio sportivo consiste in speciali stimolazioni dei tessuti muscolari per migliorarne le prestazioni e predisporre i muscoli agli intensi stimoli dell’attività fisica.
Il massaggio sportivo varia in base al tipo di attività sportiva praticata ed in virtù dei muscoli che vengono maggiormente sollecitati durante l’attività.

Massaggio Sportivo vs Massaggio classico

Possiamo avvicinare il Massaggio sportivo ad una particolare forma o applicazione del Massaggio classico poiché ne condivide alcune manualità.
Tuttavia, possiede peculiari tecniche proprie e, soprattutto, specialistiche applicazioni, in particolare di fronte ad alcuni problematiche di un atleta (esempio: gli infortuni).

Possiamo, in aggiunta, distinguerlo dalla maggior parte dei massaggi poiché viene effettuato anche localmente su singoli segmenti o distretti corporei; è sovente orientato ad un obiettivo specifico come pre- e/o post- performance sportiva o utilizzato principalmente per disturbi o problemi nel contesto di queste attività, che la persona avverte solamente durante l’attività sportiva, ma non nella vita quotidiana.

Effetti del Massaggio Sportivo

Il massaggio sportivo ha effetti generali, sia di attivazione muscolare in toto che di rilassamento globale, anche se effettuato localmente. Inoltre, aumenta la consapevolezza dell’atleta circa le sue possibilità agonistiche.

Pre-gara, post-gara e mantenimento

Possiamo suddividere il Massaggio sportivo in almeno 3 applicazioni o metodiche basilari:

  • Massaggio pre-attività o di riscaldamento: prima di un allenamento, di una gara
  • Massaggio post-attività o di defaticamento: dopo un allenamento o di una gara
  • Massaggio di mantenimento o preventivo

Il massaggio di riscaldamento

Il massaggio sportivo pre-gara o pre-allenamento viene effettuato per preparare la muscolatura prima dell’attività che deve essere praticata con l’obiettivo ulteriore di aiutare a prevenire lesioni durante la performance atletico-sportiva.
Aiuta a riscaldare i muscoli, rendendoli più flessibili, più reattivi e già pronti a reagire in modo ottimale agli stimoli dell’evento sportivo.
Un massaggio sportivo pre-gara inoltre:

  • stimola il flusso di sangue e di sostanze nutritive ai muscoli
  • riduce la tensione muscolare
  • produce una sensazione di prontezza psicologica
  • “scalda il motore prima della partenza”.

Il massaggio di defaticamento

Il massaggio sportivo post-gara, invece:

  • aiuta a ridurre quei tipici gonfiore e rigidità muscolari post-esercizio causati dall’attività sportiva
  • riduce l’affaticamento muscolare
  • velocizza il recupero energetico
  • promuove lo smaltimento dell’acido lattico
  • accelera la risoluzione del dolore muscolare dopo attività (DOMS).

Il massaggio preventivo

Il massaggio di mantenimento viene eseguito circa una volta alla settimana come parte regolare dei programmi di allenamento atletico, anche se gli atleti professionisti, che hanno i propri massaggiatori, possono sottoporsi a un massaggio di mantenimento ogni giorno.

Lo scopo del massaggio di mantenimento:

  • aumenta il flusso di sangue e sostanze nutritive ai muscoli
  • mantiene i tessuti liberi, in modo che diversi strati muscolari “scivolino” facilmente l’uno sull’altro
  • intercetta preventivamente contratture ed altri problemi muscolari o tendinei prima che diventino gravi.

In altre parole, il massaggio sportivo di mantenimento si prefigge di prevenire infortuni.

Oli e creme

Il fine di uno sportivo è il risultato; il massaggio sportivo si prefigge come obiettivo quello di massimizzare la prestazione di un atleta.
Per massimizzare gli effetti di un massaggio sportivo si possono usare diversi tipi di prodotti in commercio, in base all’obiettivo del massaggio:

  • prima di una gara si possono utilizzare creme od oli riscaldanti
  • dopo la gara, prodotti con principi decongestionanti e rilassanti
  • durante una seduta di mantenimento, prodotti con sostanze rigeneranti.

Un bravo massaggiatore sportivo deve saper effettuare anche bendaggi specifici, al fine di prevenire infortuni o favorire la ripresa dopo questi ultimi.

Deve inoltre saper effettuare degli impacchi con prodotti come fanghi od argille arricchiti eventualmente con sostanze speciali a fini antinfiammatori o decongestionanti.

Deve saper utilizzare l’applicazione del caldo e del freddo per accelerare i processi di recupero o sedare il dolore e l’infiammazione.

Perle di Salute – Non solo massaggio…

Il massaggio sportivo è concepito per aiutare a correggere i problemi e gli squilibri a carico di muscoli e tendini causati da un’attività fisica ripetitiva e faticosa.
Per rendere al meglio controlla quale “carburante immetti nel tuo serbatoio”! Per prestazioni ancora superiori e durature segui un’alimentazione corretta e personalizzata per uno sportivo!

Assumere i micronutrienti in modo corretto con l’alimentazione

alimentazione sana e equilibrata

Spesso si sente parlare di Vitamine e Minerali: dagli spot televisivi alle pubblicità, sui giornali e sui social network.
Tra amiche ci si scambiano informazioni su quale integratore funziona meglio o sulla novità che sembra essere la soluzione magica.
Queste preziose molecole, presenti in piccole quantità nel nostro corpo e per questo indicate comemicronutrienti”, hanno importantissime funzioni biologiche.
Vitamine A, D, E, K; le vitamine del gruppo B, la vitamina C; ferro, potassio, calcio, rame, iodio e magnesio, ma anche cromo, manganese, selenio e molibdeno 
sono alcuni nomi di questi micronutrienti.
E l’elenco è molto lungo, più lungo di quel che si possa pensare.

Quindi…  come possiamo essere sicuri di introdurli tutti, tutti i giorni, nelle giuste quantità?

La giusta quantità di micronutrienti

La risposta è molto più semplice di quanto si creda e forse quella che non ci si aspetta proprio: non è necessario, né possibile, calcolare esattamente le giuste quantità di tutte quante queste sostanze ogni singolo giorno, tanto meno ad ogni singolo pasto.

I LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) vengono aggiornati costantemente sulla base di nuove indagini e scoperte proprio per la difficoltà che si ha nell’identificare l’introito e le reali necessità di queste sostanze.

Quale alimento scegliere

Altra cosa di fondamentale importanza da sapere è che NON esiste alcun alimento che contenga tutti i nutrienti nelle giuste e perfette proporzioni per noi. E’ quindi necessario VARIARE per poterli assumere tutti.

Gli elementi che ci necessitano, e che ingeriamo ad ogni pasto, si possono sommariamente suddividere in:

  • macronutrienti
  • micronutrienti
  • altre molecole bioattive

Macronutrienti

I macronutrienti sono:

  • carboidrati
  • proteine
  • grassi

Per queste molecole è più facile identificare delle quantità giornaliere; vengono di solito calcolate all’interno di un regime alimentare che ci possa mantenere in salute.

I LARN ci consigliano queste percentuali giornaliere:

  • 45-60% delle calorie giornaliere dai carboidrati
  • 20-35% dai grassi
  • 10-12% dalle proteine

Come si può facilmente notare, già per questi elementi c’è grande tolleranza di quantità; ma quello che conta è che non è necessario assumere ad ogni pasto esattamente queste percentuali.
La stima è di solito giornaliera, quindi un pasto sarà più ricco di carboidrati ed un altro più di proteine. Vi è anche una stima settimanale per valutare i diversi cibi che noi dovremmo inserire.

Questo non significa che si è liberi di mangiare cosa si vuole, ovviamente, ma è importante non essere ossessionati dall’equilibrio del singolo pasto.

Micronutrienti

Tornando ai micronutrienti… come possiamo garantire  al corpo  il giusto introito di vitamine e minerali ogni singolo giorno?

Non è necessario garantirsi ogni giorno l’introito minimo di ogni singolo micronutriente, quello che conta è invece un equilibrio generale in un lasso di tempo più ampio: il micronutriente che oggi assumiamo in quantità ridotta, probabilmente lo assumeremo domani in quantità più abbondante e l’organismo ha modo di adattarsi perfettamente, con meccanismi di deposito, di risparmio e di assorbimento.

E’ necessario ricordare che i micronutrienti si trovano in TUTTI gli alimenti in quantità molto diverse.
Per esempio, la carne è una fonte privilegiata di ferro biodisponibile, mentre il formaggio ha una proporzione ottimale per l’assorbimento di calcio e fosforo. Frutta e verdura contengo potassio, beta carotene e vitamina C, ma anche loro in quantità differenti a seconda della tipologia. La verdura a foglia verde è ricca in acido folico, mentre le brassicaceae (broccoli, cavolfiori..) sono ricche di vitamina K.

Variare l’alimentazione

La risposta alla domanda iniziale, perciò, rimane “VARIARE gli alimenti!”
Mantenendo i capisaldi di un’alimentazione equilibrata, ricca in cereali integrali, frutta, verdura e legumi basterebbe semplicemente mangiare ogni giorno qualcosa di diverso.

Perle di Salute – Cosa significa realmente “variare”?

Qualche consiglio per variare l’alimentazione…
Prima di tutto, inserire 5 porzioni di frutta e verdura tenendo conto dei “5 del colori del benessere”: bianco, arancione/giallo, rosso, viola, verde distinguono diverse tipologie di micronutrienti e sostanze bioattive contenute.
 
Cambiare il tipo di cereale; per esempio la fibra dell’orzo è differente da quella del frumento e della segale, entrambe sono necessarie, ma con azione diversa nel nostro intestino.
 
Variare il secondo piatto:
– carne e pesce, con il loro contributo di ferro biodisponibile e vitamine del gruppo B,
– latticini ricchi in calcio e fosforo,
– legumi ricchi in vitamina B1, B3, potassio e magnesio,
– uova ricche in vitamine B1, B2, B3 e B12.
 
Se si mangia poco pesce, e si vive lontano dal mare, è buona abitudine inserire l’uso di sale iodato che ci aiuta a raggiungere il corretto apporto di iodio per la funzionalità tiroidea.
 
Assicurarsi una piccola quota (se non si è allergici) di semi secchi oleosi: noci, mandorle, pinoli, semi di zucca, di girasole… senza esagerare con la quantità, in quanto molto calorici!

Fertilità, concepimento e Medicina Tradizionale Cinese

fertilità in medicina cinese

Per le donne di ogni tempo e luogo è un’esperienza naturale quella d’imparare a riconoscere il proprio periodo fertile grazie a segni e “spie naturali” che lo rivelano. La conoscenza della propria fertilità è fondamentale per sviluppare consapevolezza, sia per la donna sia per la coppia, in genere.

Fertilità e sterilità

La fertilità è un complesso insieme di eventi:

  • innanzitutto generare un ovulo vitale che possa ridiscendere le tube di Falloppio
  • poi l’altrettanto imprescindibile viaggio vitale degli spermatozoi, che debbono risalire dette tube 
  • inoltre l’ovulo fecondato deve potersi impiantare all’interno dell’utero ed esser correttamente nutrito dall’organismo.

Si parla di sterilità quando una coppia non è in grado di concepire una gravidanza dopo almeno un anno di tentativi o, nel caso di donne con più di 35 anni, dopo almeno 6 mesi.
Si parla di sterilità femminile anche nel caso di donne che, pur riuscendo a rimanere incinte, a causa di un aborto spontaneo non portano a termine la gravidanza.

Il concepimento in MTC

Per la MTC, la Medicina Tradizionale Cinese, nel momento del concepimento sarà l’Anima Shen del nuovo essere, che congiungendosi con l’Energia Qi e la Forma Jing, daranno inizio ad una nuova vita, passando così dal mondo della potenzialità (il Cielo Anteriore) al nostro mondo conoscibile (il Cielo Posteriore). 
Quindi, in sostegno alla fertilità, sia femminile che maschile, bisogna innanzitutto sostenere quel che in Cina è chiamato Jing.

Il deficit di Jing e sostegno

Il Jing 精, chiamato anche Essenza, rappresenta l’energia che mantiene in vita l’essere umano.
Un deficit di Jing si manifesta nel bambino con uno scarso sviluppo osseo oppure un ritardo nello sviluppo mentale.
Negli adulti, un deficit di Jing si manifesta con segni di invecchiamento precoce (incanutimento, caduta dei capelli, osteoporosi, calo della libido) o di infertilità.
Ci sono alcune pratiche e abitudini dello stile di vita che possono essere adottati, in sostegno a tale rafforzamento.

L’arte di saper mangiare

In Medicina Tradizionale Cinese, per favorire la fertilità, sono vitali alcuni consigli alimentari: ci vogliono alimenti “ricchi di Jing”, che conservino in loro la Quintessenza della vita.
Tali sono gli alimenti freschi, appena raccolti, di stagione, a kilometro 0 e, soprattutto, con un potenziale ancora “non espresso”. Così come è nei semi, nei giovani frutti o nei giovani animali, come lo è l’uovo (piuttosto che nella gallina) o un germoglio.
L’alimentazione sana, regolare e, non meno importante, assunta in una situazione di serenità, sono consuetudini che aumentano il nostro Jing.

L’arte di saper dormire

Come ormai tutti sappiamo, il sonno ha un ruolo chiave tra i fenomeni anti-invecchiamento, anche cellulare.
Le ore spese a riposare di notte sono una sorta di “cibo” per il nostro cervello, di cui i circuiti neuronali si avvalgono.

L’arte di saper respirare

La tradizione indiana ci tramanda un’arte essenziale: il Pranayama, l’arte del respiro.
Con una respirazione controllata e consapevole si può innalzare o rinfrescare la temperatura corporea ed agire sul Sistema Nervoso.

L’infertilità, sia essa maschile sia essa femminile, in Medicina Cinese è catalogata come una sintomatologia tipica, insieme allo stress, all’invecchiamento precoce o alle perdite di sangue, che causano il temuto Vuoto di Jing.

L’infertilità femminile: l’utero freddo

Se è nella natura delle cose che le donne siano tendenzialmente più freddolose degli uomini, è pur vero che ci sono donne in cui il freddo, percepito come un “timore della penetrazione del freddo” è una paura che tende a divenire patologica.

L’utero freddo è una condizione da non sottovalutare perché può indurre ad infertilità.

Va ricordato che, in Medicina Energetica, il freddo non è solo un’energia climatica, che si produce in inverno. Il freddo può essere indotto in un ambiente, per esempio con l’aria condizionata. Vivere in un ambiente “poco caloroso”, ostile (per esempio in ufficio), induce “freddo nell’animo”!
Il freddo può anche prodursi all’interno del corpo spontaneamente, come un eccesso, per esempio se si segue una dieta alimentare prevalentemente crudista.

Come si rileva l’utero freddo?

Quando una donna, genericamente freddolosa, avverte delle fitte intense nella parte bassa dell’addome, come nei frequenti quadri di dismenorrea, si può iniziare a presumere un utero freddo. Per determinare lo stato di salute energetica della donna, descriverne il ciclo mestruale è un ottimo punto da cui partire per individuare lo stato energetico degli organi.

L’infertilità maschile

Esiste una controparte maschile all’utero freddo? Sì, è detta “freddo ai testicoli“ ed è anch’essa una condizione legata a Deficit. Riscaldare, in moxibustione, alcuni punti energetici e regolare l’alimentazione sono due rimedi che ben coadiuvano le terapie tradizionali.
Nell’alimentazione, secondo li principi della Dietetica Tradizionale Cinese, è bene introdurre cibi di natura tiepida-calda qualora si soffra di utero freddo o freddo ai testicoli.

Perle di Salute – Il respiro 4 fasi per bilanciare il sistema nervoso

In sostegno del Qi, dell’energia individuale, l’oriente suggerisce numerosi esercizi di respirazione.

Tra questi troviamo il “Respiro 4 fasi”:

Sedetevi comodi, le gambe incrociate o allungate davanti a sé, la colonna vertebrale diritta.
Portate le mani al centro del torace, con i palmi rivolti al petto.
Posizionate il palmo della mano destra contro il dorso della mano sinistra.
Premete insieme le punte dei pollici.

Gli occhi sono socchiusi.

  • Inspirate profondamente attraverso il naso e trattenete il respiro contando 15-20 secondi.
  • Espirate completamente attraverso il naso e rimanete a polmoni vuoti per 15- 20 secondi.

Continuate per 3-5 minuti, senza superare questo limite!

La comunicazione efficace nella coppia

comunicazione efficace nella coppia

L’innamoramento e la relazione

Nel corso della nostra esistenza incontriamo tante persone e ci può capitare di sentire un’attrazione molto forte verso una di loro, di sentire il desiderio di passare sempre più tempo in sua compagnia. 
“Ti penso… mi manchi… ti desidero… voglio stare con te…” In breve, ci sentiamo innamorati! Se il nostro sentimento è corrisposto, prende inizio una relazione.

L’innamoramento reciproco consente la formazione della coppia e fa sentire entrambi i partner uniti all’interno di una relazione intima, crea un legame confidenziale connotato da coinvolgimento emotivo, sentimentale e anche erotico e sessuale, fiducia e speranza.
E’ un processo caratterizzato prevalentemente da meccanismi di idealizzazione di sé e dell’amato: ciascuno propone inconsapevolmente all’altro un’immagine ideale di sé.

E’ importante avere la consapevolezza che ogni rapporto di coppia emerge dall’incontro di due individui diversi, che arrivano da due mondi diversi, che riflettono idee, speranze, illusioni ed elementi della propria storia personale che a volte possono essere molto simili, mentre altre l’esatto opposto.
Da due individui si crea una diade in cui entrambi si influenzano, influenzano il rapporto di coppia e vengono influenzati dalla relazione stessa.

comunicazione nella coppia

La disillusione ed il conflitto

Solitamente, col passare del tempo l’intensità iniziale del sentimento tende a calare e la quotidianità porta a fare i conti con la realtà.
La pretesa irreale di poter realizzare il proprio sogno di una coppia “ideale” va inevitabilmente incontro alla disillusione per cui il partner non è poi così perfetto come sembrava. La relazione può entrare così in una fase di crisi in cui non ci si sente più capiti e corrisposti come prima.

Se all’inizio del rapporto i contrasti vengono di solito evitati per non rovinare l’atmosfera serena che solitamente caratterizza i primi momenti, col passare del tempo le reciproche differenze di opinione e di comportamento possono portare a conflitti, scatenati anche da episodi banali, ma che comportano una carica emotiva non indifferente, portando alla luce problemi mai affrontati prima che col tempo possono creare insoddisfazioni e frustrazioni incontenibili.
Questo può portare alla fine del rapporto, ma può anche rappresentare un importante salto qualitativo in grado di far maturare la coppia in modo che l’altro sia accettato nella sua individualità e non come mezzo per soddisfare i propri bisogni inconsci.

La comunicazione nella coppia

All’interno di una relazione, se manca uno scambio costruttivo di idee e significati condivisi, una comunicazione efficace, manca uno dei pilastri fondamentali per la sopravvivenza e il proseguimento della relazione stessa.
Uno dei principali motivi per cui le coppie si dividono è proprio la mancanza di comunicazione, intesa come l’incapacità di discutere certi temi e saperli affrontare insieme.

Comunicazione fallimentare e conflittualità nella coppia

All’origine di molte dinamiche conflittuali all’interno della coppia, vi è spesso una comunicazione fallimentare, che quando non è la causa di vere e proprie rotture, crea numerosi contrasti e incomprensioni.
Saper dialogare strategicamente invece, è un modo per migliorare la relazione con gli altri, e soprattutto con la persona che amiamo.

Nella ricerca psicologica (J.M. Gottman, P. Ekman) sono stati evidenziati quattro principali pattern, schemi di comunicazione che generano e alimentano la conflittualità nella coppia:

Criticismo

Attaccare verbalmente la personalità o il carattere del partner, il suo modo di fare, di comportarsi.
“Non lavi mai i piatti quando torni dal lavoro!”, “Sei egoista!”, “Non imparerai mai a parcheggiare bene la macchina!”, “Sei sempre distratta quando ti parlo!”. 
Le parole “sempre”, “mai” sono spesso usate durante una critica e la rendono ancora più pesante. 
 

Difensivismo

Vedersi esclusivamente come una vittima che tenta di difendersi dagli attacchi che percepisce dal partner e rigirargli contro la colpa.
”Non è colpa mia, è colpa tua!” “Ah, io non ho fatto niente, sei tu che pensi male!” e così via.
Questo atteggiamento invece di disinnescare l’esplosivo della litigata, lo fomenta. 
 

Disprezzo

Attaccare l’immagine che il partner ha di sé con l’intenzione di insultarlo o agire una forma di abuso psicologico. E’ molto simile alla critica, ma è ancora più grave: è un tentativo di sminuire l’altro, svalutarlo per quello che è e per quello che fa. Questo atteggiamento può essere espresso anche attraverso il linguaggio del corpo, per esempio, alzando gli occhi al cielo.
 

Asseragliamento

Ritirarsi dalla relazione per evitare il conflitto allo scopo di trasmettere disapprovazione (in modo passivo-aggressivo), distanza e separazione: ignorare l’altro, non rispondere, uscire di casa, alzare il volume della TV, fare una telefonata e così via.

La comunicazione collaborativa

Sono, d’altro canto, stati identificati i seguenti 4 comportamenti positivi antitetici, ossia opposti ai precedenti, in grado di sovvertire l’andamento distruttivo della coppia

Accoglienza

Avviare i confronti in modo rispettoso e gentile con il partner parlando di sé ed esprimendo bisogni positivi. 
È importante imparare a parlare usando i messaggi-IO: “io sento…”, “io provo…”, “io credo…” “io sono…”, ecc. e non iniziare le frasi puntando l’indice contro il partner: “tu pensi/senti/credi/sei…” ecc.
Non possiamo mai essere certi al 100% di cosa prova l’altro, ma possiamo essere certi di cosa proviamo noi e metterlo in gioco, esprimendo il reale bisogno positivo che vi è dietro.
Non formuliamo un’accusa contro il nostro partner ma cerchiamo di spiegargli come ci fanno sentire alcuni suoi comportamenti, invitandolo di trovare insieme una soluzione.
Troviamo una spiegazione molto chiara ed esauriente dell’uso dei messaggi-IO nei libri di Thomas Gordon sulla comunicazione efficace. 
 

Responsabilizzazione

Comprendere e poi assumersi la propria parte di responsabilità, chiedendo scusa per i propri sbagli e cercando di non ripeterli in futuro. 
La responsabilità di tutto quanto avviene in coppia, si divide in parti uguali tra i due partner. Anche nei casi più importanti, quando il comportamento di un partner appare decisamente sbagliato, l’altro è co-partecipe perché gli permette di riprodurre quel comportamento, per esempio assumendo una condotta passivo-aggressiva (asserragliamento).
Come affermava Arthur Bloch: “Se osservi abbastanza attentamente il tuo problema, ti accorgerai di essere parte del problema”. 
 

Riconoscenza

Ricordare le qualità positive dell’altro e ringraziare per ciò che di buono fa. 
Cerchiamo di ricordare ciò che di buono l’altro ha fatto e fa per noi. Portiamo l’attenzione sul piano di realtà e sui dettagli e i gesti che nella quotidianità e nel tempo forse abbiamo iniziato a considerare come gesti dovuti, dati per scontato invece di percepirli come amorevoli attenzioni. 
 

Self-comfort fisiologico

Prendersi momenti di pausa per fare qualcosa di rilassante e distraente. 
Fuggire, alzare il muro, creare un distacco per mandare messaggi impliciti non aiuta a dissolvere le incomprensioni nella coppia. Cerchiamo piuttosto di procurarci dei piccoli momenti per noi con lo scopo di staccare un po’, rigenerarci, far quietare le nostre emozioni, per poi reinvestire le energie positive rigenerate nella nostra vita e nel nostro rapporto di coppia.

comunicazione efficace nella coppia

Il dialogo funzionale

La comunicazione collaborativa è fondamentale per la crescita di una relazione. Spesso le emozioni offuscano il dialogo e creano periodi di contrasto. Poiché, come diceva Ludwig Wittgenstein, “Le parole sono come pallottole”, è importante all’interno della coppia prestare molta attenzione alle forme del comunicare, selezionando ed utilizzando quelle modalità che portano ad un dialogo funzionale.

Problem Solving Strategico e le tecniche di comunicazione positive

Il Problem Solving Strategico propone alcune tecniche comunicative, che possono essere applicate con successo nella risoluzione e prevenzione di dinamiche conflittuali all’interno della coppia:

  • domandare piuttosto che affermare, ossia imparare a costruire delle domande strategicamente orientate, con due alternative di risposta, capaci di creare un clima di collaborazione e sintonia: un’affermazione spesso stimola il desiderio di opporsi, mentre una domanda è sempre un invito a riflettere.
    Per esempio, invece di affermare di aver fatto qualcosa di sbagliato non intenzionalmente, possiamo fare una domanda del genere: “Tu pensi che io abbia commesso gli errori in maniera deliberata, oppure abbia fatto le cose senza rendermene conto?”
     
  • chiedere verifica piuttosto che sentenziare: ripetere parafrasando le risposte del vostro compagno; ciò contribuisce a confermare che quello che credete di aver sentito è ciò che in effetti il vostro compagno intendeva dire, per creare accordo e facilitare il cambiamento costruttivo della situazione problematica. Questo ci permette di dimostrare al partner il nostro interesse verso la sua opinione; parafrasando possiamo enfatizzare la parte della risposta più utile nella ricerca di una soluzione soddisfacente per entrambi.
     
  • evocare piuttosto che spiegare, ovvero saper toccare le corde emotive del nostro interlocutore ancor prima che influenzare le sue capacità cognitive usando una descrizione per immagine, un’analogia o una metafora: è uno strumento persuasivo molto potente.
     
  • agire piuttosto che pensare, ovvero progettare piani concreti di azione da realizzare per ottenere il cambiamento desiderato, cambiare effettivamente invece di spendere il tempo in lunghe discussioni, senza un esito pratico.

L’arte del dialogo non è qualcosa di semplice da apprendere e sono tante le difficoltà che potremmo incontrare lungo la strada, ma attraverso un atteggiamento umile ed un esercizio costante, è possibile superare gli intoppi iniziali e riuscire a migliorare non solo il nostro rapporto di coppia, ma anche noi stessi.

Il torcicollo: sintomi, cause e rimedi

Il torcicollo

Il torcicollo è un disturbo abbastanza frequente e doloroso.
Si caratterizza per una limitata mobilità del collo, i cui muscoli sono estremamente contratti; il dolore cervicale è acuto ed intenso.
In genere, l’esordio è improvviso mentre la risoluzione, nella maggior parte dei casi, avviene spontaneamente nel giro di pochi giorni o in un paio di settimane dalla comparsa. Non mancano, tuttavia, le ricadute.Il disturbo è di natura muscolo-scheletrica, in sua presenza compiere i più semplici movimenti del capo o del collo risulta difficile; quindi, seppur il disturbo appaia banale, quando presente risulta essere abbastanza invalidante.

Le cause più comuni del torcicollo

Fra le cause più frequentemente riscontrate in caso di torcicollo, ci sono indubbiamente le contratture muscolari ed i disturbi a carico della colonna vertebrale.

Le contratture muscolari possono essere a loro volta la conseguenza per esempio:

  • di sbalzi di temperatura, il famoso “colpo d’aria”
  • aver assunto posizioni non corrette per un periodo prolungato
  • errate posture o cattiva ergonomia sul posto di lavoro
  • movimenti bruschi della testa e traumi, come ad esempio un colpo di frusta in caso di incidente.

In molti di questi casi, il torcicollo dura da qualche giorno a qualche settimana per poi risolversi.

Altre volte non si è così fortunati. Infatti, se il disturbo dovesse persistere, potrebbero essere presenti problemi più o meno importanti a carico della colonna cervicale, come ad esempio:

  • delle discopatie, ossia delle condizioni di sofferenza dei dischi intervertebrali magari legati ad un’ernia del disco o ad artrosi, ossia il consumo più o meno progressivo delle articolazioni della colonna cervicale
  • oppure, in casi meno frequenti, disturbi più gravi come la presenza di artrite o altre patologie reumatiche, responsabili di un’infiammazione cronica alla colonna vertebrale.

Non sono da escludere, fra le cause o le concause, il sovraccarico funzionale tipico di alcuni sport o di alcuni lavori che agiscono per ampi periodi di tempo.

Esiste anche una variante congenita di torcicollo: questa non ha nulla a che vedere con il torcicollo comune, appena descritto, ma è provocato da una retrazione del muscolo sternocleidomastoideo  o da malformazioni ossee delle vertebre cervicali originatesi durante la gestazione o, in alcuni casi, pare, durante il parto.

Rimedi farmacologici

Il trattamento per il torcicollo dev’essere stabilito in funzione della causa che lo ha prodotto.

A livello medicamentoso, frequentemente vengono prescritti farmaci contro il dolore (analgesici) o antinfiammatori non steroidei o steroidei (cortisonici). Altre volte si aggiungono alla terapia analgesico-antinfiammatoria dei miorilassanti.

In base alla gravità dei sintomi, il medico sceglie la via di somministrazione più indicata. Dunque deciderà se ricorrere a farmaci per uso topico, come ad esempio creme o cerotti medicati, per os (bocca) oppure ricorrere a iniezioni intramuscolari o, nei casi più gravi, anche per via endovenosa.
Se il caso lo richiedesse si può ricorrere anche ad infiltrazioni peridurali.

In alcuni casi selezionati e che necessitano di visita ortopedica o neurochirurgica, lo specialista può arrivare a prescrivere un collare ortopedico.
Se presente una malattia reumatica sarà necessaria la visita con il reumatologo.

In caso di lesioni gravi, come per esempio in presenza di importanti ernie cervicali e qualora la terapia conservativa non fosse indicata o avesse fallito, un intervento chirurgico sarà da prendere in considerazione, in quanto sarà l’unico modo per risolvere la causa del torcicollo.

Rimedi naturali al torcicollo

Non sempre è necessario ricorrere ai farmaci per curare il torcicollo.
Ad esempio, impacchi caldi applicati sul collo indurito e dolente possono portare sollievo: questo quando è evidente che il torcicollo dipenda da una contrattura muscolare.
Non è invece indicato in presenza di infiammazione. In questo caso è preferibile la crioterapia, ossia applicare una terapia fredda. A tale scopo, è consigliabile applicare sul collo indolenzito una borsa del ghiaccio (mai il ghiaccio direttamente sulla pelle). La crioterapia dovrà essere applicata intervallando applicazioni di 15 minuti e pause di durata equivalente.

Il riposo eccessivo va evitato in quanto, contrariamente a quanto si possa pensare, le articolazioni ed i muscoli con l’immobilità tendono ad irrigidirsi ed indebolirsi.
Utile invece assumere una posizione rilassante per 30 minuti seguita da movimenti all’interno di un range di non dolore meglio se è un esercizio fisioterapico leggero, specifico per il torcicollo.

Utile e risolutivi in molti casi di torcicollo sono i massaggi terapeutici e le applicazioni fisioterapiche, da selezionare in funzione dell’origine del torcicollo.

Se il dolore dura per più di una settimana e/o peggiora dal suo esordio, è consigliabile rivolgersi al medico per gli accertamenti del caso.

Da non sottovalutare anche la presenza di sintomi quali mal di testa, mal di schiena, dolore alle spalle. Il medico potrebbe prescrivere esami come radiografie, risonanza magnetica (RMN) o TAC per verificare l’origine del disturbo.

Se il torcicollo si associa a difficoltà a respirare, a parlare, a camminare o a deglutire o in presenza di debolezza o intorpidimento agli arti, è bene recarsi in pronto soccorso per verificare che non vi siano lesioni gravi e pericolose per il midollo spinale.

Perle di Salute – Come prevenire il torcicollo

Cuscini e materasso andrebbero scelti in modo oculato, così come la postazione di lavoro dovrebbe essere ergonomica.
Più in generale, è utile correggere eventuali abitudini di vita scorrette, come ad esempio le posture errate, e contrastare la sedentarietà: fare esercizi specifici sarebbe l’ideale.
Bisognerebbe anche imparare a gestire meglio stress ed ansia, poiché le tensioni vengono scaricate sulla colonna vertebrale e sulle spalle in particolare.
I massaggi, effettuati a scopo preventivo sono fra i rimedi più utili.
Attenzione ai colpi d’aria!

Consigli per superare il caldo estivo in Salute

L’arrivo dell’estate, di solito, è atteso con ansia e gioia perché corrisponde al periodo in cui ci si rilassa un po’ di più, i ragazzi finiscono le scuole, si organizzano le ferie, si allungano le giornate e di conseguenza si passa più tempo all’aria aperta!
Aperitivi, pic-nic, gite e grigliate con amici fanno da contorno alle giornate estive.
L’attenzione maggiore in questo periodo va posta alle fasce di popolazione più a rischio: chi vive nelle grandi città, in zone con poco riparo all’ombra, in abitazioni surriscaldate e con scarsa ventilazione e, in particolare, l’attenzione va posta agli anziani, soprattutto se malati e in solitudine.

Usiamo il buonsenso e qualche accorgimento

Alcune semplici regole possono aiutarci a limitare l’esposizione alle alte temperature, facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione.

USCIRE DI CASA NELLE ORE MENO CALDE DELLA GIORNATA
Evitare di uscire nelle ore più calde, cioè dalle 11.00 alle 18.00.
Se diventa indispensabile uscire nella parte centrale della giornata, non dimenticate di proteggere il capo con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole.

INDOSSARE UN ABBIGLIAMENTO ADEGUATO E LEGGERO
Sia in casa che all’aperto, indossate abiti leggeri, non aderenti, preferibilmente realizzati con fibre naturali.

RINFRESCARE L’AMBIENTE DOMESTICO E DI LAVORO
Schermate le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende…
Chiudete le finestre durante il giorno e apritele durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte). Se utilizzate l’aria condizionata, usatela con parsimonia, programmata a temperature tra i 24° ed i 27-28°C, per evitare troppi sbalzi di temperatura (oltre a risparmiare sul costo dell’elettricità…).

RIDURRE LA TEMPERATURA CORPOREA
Fate bagni e docce con acqua tiepida, bagnatevi viso e braccia con acqua fresca. In caso di temperature molto elevate, ponete un panno bagnato sulla nuca.

ADOTTARE ALCUNE PRECAUZIONI SE SI ESCE IN MACCHINA
Se entrate in un’auto parcheggiata al sole, prima di salire aprite gli sportelli per qualche minuto, poi iniziate il viaggio a finestrini aperti o utilizzate il sistema di climatizzazione.
Prestate attenzione nel sistemare i bambini sui seggiolini di sicurezza: verificate sempre che non siano surriscaldati.
Quando si parcheggia la macchina, non lasciate mai, nemmeno per pochi minuti, persone o animali nell’abitacolo.

Come possiamo aiutarci con l’alimentazione: le 10 regole d’oro

Ecco le 10 regole per stare in Salute e sfruttare al meglio questo particolare periodo dell’anno:

  1. Bere almeno due litri (otto bicchieri) di acqua al giorno. 
    In estate si perdono minerali con l’aumento della sudorazione e della traspirazione. Per gli anziani è particolarmente importante bere, indipendentemente dallo stimolo della sete.
  2. Limitare il consumo di bevande con zuccheri aggiunti e bevande alcoliche, come vino e birra. Evitare le bevande ad alto contenuto di alcol (superalcolici, aperitivi…).
  3. Rispettare quotidianamente il numero e gli orari dei pasti, soprattutto la prima colazione, che deve essere privilegiata rispetto agli altri pasti.
    La prima colazione è il pasto più importante della giornata, arriva dopo il periodo di digiuno più lungo nell’arco delle 24 ore e fornisce il “carburante” per tutta la giornata. Non consumare un’adeguata prima colazione predispone ad una maggiore assunzione di calorie nelle ore successive, che sono ore molto calde e che, quindi, sono caratterizzate da una digestione più difficoltosa.
  4. Aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione.
    Mangiare frutta e verdure fresche di stagione: consigliati 400-500 g al giorno.
  5. Inserire spuntini a base di yogurt (da latte vaccino oppure di soia o di cocco), oppure frullati con frutta fresca e latte oppure bevande vegetali (soia, avena, riso…).
  6. Preparare i piatti con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori.
    Il colore degli alimenti è dato dalle sostanze ad azione antiossidante (vitamine, polifenoli…): più si variano i colori, più completa è la loro assunzione.
  7. Moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi.
    Con il caldo, l’organismo consuma meno energia (nonostante “si sudi”) e digerisce con più difficoltà. È consigliabile, quindi, moderare l’apporto calorico, preferendo una cottura in grado di mantenere inalterato l’apporto di minerali e vitamine.
    Condire con olio d’oliva a crudo.
  8. Quando si consuma il pranzo “al sacco”, privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua, evitando gli spuntini salati o zuccherati.
  9. Consumare poco sale e preferire sale iodato.
    In questo modo limitiamo la ritenzione idrica, già esacerbata dal caldo, e facilitiamo la funzionalità della tiroide, nostro organo regolatore del metabolismo.
  10. Rispettare le modalità di conservazione degli alimenti.
    Mantenere la catena del freddo per gli alimenti che lo richiedono (borsa termica per il pic-nic o quando si va a fare la spesa e si comprano surgelati…) ed evitare di lasciare fuori dal frigorifero alimenti per più di 2 ore: i microbi sono pronti ad attaccare il vostro cibo!!

Il tuo nutrizionista saprà sicuramente consigliarti il modo migliore per gestire il tuo piano alimentare, partendo da un’organizzazione equilibrata dei pasti della giornata e della settimana. E ricordati che che la Salute inizia dal carrello ed è bene trovare un equilibrio che ci consenta di mantenerci in Salute!

Perle di Salute – Fai il pieno di energia… fresca

Quando si avvicina l’estate, il clima più caldo e le giornate più lunghe invogliano a rimettersi in forma, a muoversi e ad agire.
Questa voglia di fare a volte è ostacolata dalle giornate “cocenti” che, al contrario, abbattono e rendono inerti, e si preferisce oziare.

Per aiutarsi è importante fare una colazione fresca, ricca in liquidi e sali minerali, per recuperare le perdite notturne date da intensa sudorazione.
Un frullato di frutta fresca oppure un kefir con qualche noce o mandorla sono ottimi inizi di giornata.
Verdura fresca a pranzo e cena con legumi, cereali integrali oppure carne o pesce possono essere pasti adeguati.
Ricordarsi di bere molto durante il giorno: acqua fresca (temperatura non al di sotto dei 10-12 °C) oppure tisane o infusi alla frutta freddi, non zuccherati.