Ti fischiano le orecchie? Intervento con la MTC in caso di acufene

Acufene, tinnito e er ming

Senti dei suoni? Si chiamano acufeni o tinnito, oppure, come detto in Medicina Tradizionale Cinese, er mingorecchie che cantano come cicale”.

Il tinnitus è la percezione di un suono, spesso assimilabile ad un fischio, senza cause esterne. E’ un disturbo abbastanza frequente, si stima riguardi circa il 10% della popolazione.
Spesso ci si convive per la difficoltà di ottenere una corretta diagnosi e l’istituzione di un’adeguata terapia. In alcuni casi l’intensità dell’acufene è particolarmente rilevante da risultare invalidante.

Sia che tu senta dei ronzii, dei campanelli o delle cascate, sia che i suoni sembrino sibili, fruscii o uno stridore, che si manifestino in modo costante oppure intermittente, che siano deboli o forti, esiste un trattamento energetico mirato al sollievo dei sintomi dell’acufene.

I canali energetici coinvolti

Tutte le medicine tradizionali dell’area asiatica offrono il trattamento dei canali, o meridiani energetici, che servono per la funzionalità uditiva. Conoscere il decorso e la modalità di trattamento di questi canali è importante per dare un sostegno a chi soffre di fischi alle orecchie e in caso di principio di sordità.

Bisogna far circolare l’energia nei canali dell’area, per esempio con uno dei punti cardine che si chiama proprio èrmen, siglato in Medicina Tradizionale Cinese TR21, affiancato da altri due punti fondamentali: SI19 e GB2.

La condizione energetica associata agli acufeni

Inoltre, si deve porre diagnosi energetica differenziata, distinguendo le forme da Vuoto da quelle da Pienezza, così da dare il giusto sostegno agli organi coinvolti nella disfunzione.

La diagnosi differenziale permette di distinguere tra le forme di acufene dovute ad una carenza di energia “corretta” e le forme d’acufene dovute a fattore patogeno, partendo proprio dal tipo di fischio accusato. Ogni tinnito è diverso dagli altri e la Medicina Tradizionale Cinese ci aiuta a distinguere gli acufeni sulla base delle loro caratteristiche.

Acufene da deficit

L’acufene a bassa frequenza, il ronzio debole, con peggioramento nel tardo pomeriggio o la sera, oppure quando si è stanchi, denota un acufene da Deficit.

Acufene da eccesso

Acufene acuto come un fischio e di durata breve? Siamo nel campo degli Eccessi.
Il meridiano Yáng Wéi Mài è un Meridiano Straordinario, influenza le orecchie e può essere utilizzato per quelle condizioni dovute alla “salita del Fuoco del Fegato” oppure per le malattie dell’orecchio provocate da uno squilibrio della Vescicola Biliare, come l’otorrea da Umidità-Calore.

Risulta molto importante trovare il trattamento adeguato che venga in  aiuto a chi soffre di acufene perché il fastidio procurato può, a sua volta, provocare altri sintomi come mal di testa, ansia, disturbi del sonno e della concentrazione.

Ritenzione idrica e drenaggio dei liquidi

Ti è mai capitato, togliendo il calzino o i pantaloni stretti, di vedere un segno sulla gamba? Oppure di sentire le gambe pesanti, stanche e gonfie anche senza realmente vedere un aumento di volume?

Idratazione corporea e il segno sospetto

Con il caldo estivo sempre più persone raccontano di questi segni o sensazioni. Spesso sono trascurati, ma in realtà ci danno un indizio sulla nostra salute, in particolare sulla nostra idratazione.

L’acqua è un elemento fondamentale per la nostra composizione corporea. I liquidi corrispondono circa dalla metà ai due terzi del nostro peso: per essere più precisi circa il 55% nella donna, il 60 % nell’uomo, e circa il 70% nel bambino.
Questa acqua si trova ovviamente distribuita in tutti i liquidi corporei, e anche nei tessuti, in particolar modo in quello muscolare (presente maggiormente nell’uomo, per questo l’uomo ha una percentuale più alta).

I liquidi corporei si trovano sia all’interno delle cellule che nell’interstizio (lo spazio tra le cellule) e dovrebbero essere distribuiti in maniera precisa in questi spazi. Se accumuliamo liquidi nell’interstizio (extracellulare) andiamo incontro alla formazione di edema, cioè il gonfiore, sintomo cardine della ritenzione idrica.

La ritenzione idrica e le abitudini sbagliate

La ritenzione idrica è un disturbo molto diffuso e colpisce sia uomini che donne, ma principalmente quest’ultime.

Le cause di questo disturbo possono essere diverse: patologie cardiache, renali, linfatiche, infiammazioni e anche reazioni allergiche.
Ma la maggior ragione per cui si presenta questo disturbo sono le abitudini sbagliate:
  • abiti stretti
  • scorretta idratazione
  • vita sedentaria
  • consumo eccessivo di sale e di sostanze alcoliche

possono causare ritenzione di liquidi.

A volte, migliorando questi aspetti può essere utile alla risoluzione del problema.

In alcuni casi, nonostante tante accortezze, il problema persiste. Risulta necessario intervenire in maniera più mirata e decisa, per evitare peggioramenti. Infatti, la ritenzione di liquidi può causare un vero e proprio edema, diventando una patologia che prende il nome di linfedema o flebedema. In questi casi, l’intervento con trattamenti di drenaggio linfatico manuale risulta molto utile.

Il Drenaggio Linfatico per combattere la ritenzione

Il Drenaggio Linfatico Manuale è una tecnica di massaggio delicata e avvolgente che riesce, tramite le sue manovre, a eliminare i liquidi in eccesso facendoli riassorbire tramite il sistema linfatico.
Questa particolare tipologia di massaggio è quella maggiormente indicata per:

  • eliminare la ritenzione di liquidi
  • il trattamento di edemi traumatici o linfatici
  • il trattamento della temutissima cellulite

tutte disfunzioni caratterizzate da uno squilibrio idrico e dal malfunzionamento del sistema di riassorbimento.

Una causa frequente di ritenzione è la cattiva circolazione periferica, che si può evidenziare tramite la presenza di ematomi o di piccoli capillari, visibili sulla cute specie a livello degli arti inferiori, chiamati teleangectasie.
Questi ultimi sono dovuti alla dilatazione dei vasi capillari sanguigni, che quindi diventano maggiormente permeabili e tendono a rilasciare grandi quantità di liquidi nell’interstizio, riprendendone sempre meno.
Anche in questo caso, il drenaggio linfatico aiuta il microcircolo, eliminando i liquidi in eccesso dall’interstizio e prevenendo la formazione di nuove teleangectasie.

Un semplice test

Possiamo provare a capire la gravità del problema facendo un semplice test, comprimendo la zona dello stinco, a livello della tibia (l’osso che troviamo facilmente nella porzione di gamba che va dal ginocchio alla caviglia).
Proprio sopra la sporgenza ossea, facciamo una pressione con il dito, per circa una decina di secondi.
Se al termine di questa pressione rimane una fossetta sulla cute (segno della Fovea, vedi immagine), è il caso di chiedere un consulto presso il nostro terapista per una seduta di drenaggio linfatico manuale.

Il linfodrenaggio risulta essere utile anche quando non si evidenziano dei segni così importanti: anche un semplice segno del calzino o  la sensazione di gonfiore sono dei campanelli d’allarme da non trascurare.
Intervenendo in questo stadio, è possibile contenere il problema ed addirittura risolverlo, senza arrivare ad avere la sgradevole sintomatologia descritta in precedenza.

Perle di Salute: alimentazione e attività sportiva

Per eliminare i liquidi in eccesso, oltre al linfodrenaggio può essere utile seguire una corretta idratazione ed alimentazione, riducendo il sale e i prodotti alcolici.

Inoltre, diventa importante svolgere con regolarità attività fisica, in base alle proprie possibilità, preferendo l’attività aerobica, che comporta sforzi di bassa intensità, ma mantenuti per un lungo periodo.
Gli sport consigliati sono: le lunghe camminate (almeno 45 minuti), il nuoto e il movimento in acqua (per esempio acquagym).

Affrontare positivamente la menopausa con la Medicina energetica

Menopausa, perimenopausa e Sindrome Climaterica

La menopausa inizia quando è trascorso un anno dalle ultime mestruazioni ed è un naturale e fisiologico processo che si verifica nella vita delle donne.
La menopausa è preceduta da un periodo di assestamento, la perimenopausa. Per la maggior parte delle donne, quest’ultima fase dura parecchio, dai 4 anni fino ai 10 anni.
Durante questo periodo i cicli mestruali diventano irregolari e iniziano a manifestarsi alcuni dei sintomi tipici quali:
  • sbalzi d’umore
  • disturbi del sonno
  • modificazioni dell’umore
  • ansia o palpitazioni, depressione
  • secchezza delle mucose, in particolare all’apparato genito-urinario
  • cali della libido e dell’attenzione
  • e… le maledette vampate, quella sensazione di aumento della temperatura corporea improvvisa e immotivata!
Questi sintomi, che caratterizzano la Sindrome Climaterica e la menopausa, hanno una grossa influenza sulla qualità della vita delle donne ed hanno un impatto sociale non indifferente, considerando che colpiscono le donne nel pieno della loro attività lavorativa e sociale.

In un’ottica energetica

Da un punto di vista energetico, i periodi della menopausa e della Sindrome Climaterica sono connotati da eccesso del Fuoco, da bilanciare tonificando l’Acqua per controllare la temperatura corporea ed inumidire gli occhi, gli organi sessuali, le articolazioni e i muscoli.
Dal momento che l’Acqua è associata ai Reni, le vampate sono un sintomo della carenza di Qi, di energia vitale renale.
La Medicina Tradizionale Cinese consiglia di sostenere l’organo Rene soprattutto in questo periodo, in quanto i tessuti governati dal Rene subiscono un’involuzione (ossa, denti, orecchie, capelli, cervello, capacità riproduttive e sessualità).
Per tonificare l’Organo Rene si possono anche usare degli accorgimenti nella dieta quotidiana, utilizzando, ad esempio, delle erbe leggermente salate come le alghe.

Altre buone abitudini da considerare

Altre buone abitudini da prendere in considerazione per sostenere questo periodo di trasformazione sono:
  • smettere di fumare: il fumo è calore, indebolisce le ossa e può irritare ulteriormente la vescica
  • ridurre alcol e caffeina
  • dedicarsi ad un esercizio fisico regolare: fare delle belle camminate sostiene il metabolismo che tende a rallentare e può aiutare a tenere sotto controllo il peso
  • dedicarsi ad attività rasserenanti: la meditazione, gli esercizi di consapevolezza, lo yoga, ma anche il ballo o la musica in genere.
Come sempre, è importante adottare un atteggiamento emotivo psicologico positivo rispetto ai cambiamenti che stanno avvenendo al corpo e all’identità sociale, abbracciando la nuova stagione della femminilità con ottimismo.
Possiamo imparare a rallentare i ritmi, riducendo la presa in carico, e provare a sbarazzarci del mito della giovinezza da mantenere a qualsiasi costo!
Consideriamo la menopausa come un’opportunità di rilancio, per riappropriarci del nostro corpo, con maggiore amore e rispetto per ciò che siamo!

La Medicina Tradizionale Cinese a sostegno del cambiamento

Nella fisiologia femminile, un valido supporto è indubbiamente fornito dalla Medicina Tradizionale Cinese e dalle pratiche attuate in tutta l’Asia orientale.
Indispensabile, per tutti gli operatori della salute, è saper offrire il più rapido sollievo ai vari sintomi che si manifestano, via via, nei periodi della premenopausa e menopausa, che possono perdurare per parecchi anni.
Fondamentale risulta quindi conoscere come effettuare la diagnosi energetica che consente di scegliere fra le varie proposte di trattamento.

La fame emozionale: di cosa si tratta e semplici strategie per gestirla

Se ci fosse un “conta calorie” nel nostro corpo, sarebbe molto semplice gestire il peso corporeo ed i pasti della giornata.
Purtroppo nessun sensore sulla quantità di cibo che ingeriamo è presente. Ed il nostro corpo si attiva sempre per digerire ed assorbire tutto ciò che viene introdotto. Non esiste la possibilità di scartare, dal processo digestivo, ciò che è in eccesso.

Le regolazioni del bilancio energetico

Il nostro corpo ragiona ancora in modalità ancestrale, quando il cibo scarseggiava ed era fondamentale fare “incetta” e trattenere il più possibile l’energia derivata da pasti scarni e saltuari.

Il nostro organismo può contare però su due sistemi fisiologici che regolano il bilancio energetico:

  1. la regolazione a breve termine
  2. la regolazione a lungo termine

Il primo sistema regola la quantità e la frequenza dei pasti della giornata ed è legata, per esempio, alla distensione dello stomaco, alla produzione di alcuni ormoni quali grelina (che stimola l’appetito), colecistochinina ed incretine (che inibiscono l’appetito).

Ormoni quali leptina ed insulina, invece, intervengono sul lungo periodo determinando una sensazione di sazietà.

Questi meccanismi fisiologici, se correttamente seguiti, porterebbero ad avere un’alimentazione regolare seguendo i ritmi biologici di fame e sazietà legati ai 5 pasti della giornata (colazione, pranzo, cena e due spuntini).

La fame emozionale

Meccanismi volontari/psicosociali ed ambientali si uniscono agli stimoli fisiologici, alterando a volte i corretti bioritmi.

Se la “fame” è il meccanismo che regola l’introito calorico della giornata, rispondendo a stimoli biologici per soddisfare il bisogno primario di nutrirsi,l’appetito” o “la voglia di” rappresentano il desiderio di assumere cibi ben precisi, spesso ipercalorici e che appaghino il gusto, legato ad uno specifico stato emotivo.

Questa fame emozionale, non legata ad un reale fabbisogno, è più difficile da controllare, porta alla ricerca di particolari categorie di cibo, dolce o salato, morbido o croccante ma la cui funzione sia consolatoria oppure gratificante oppure calmante.
Di solito si accompagna a sensi di colpa ed appare in momenti specifici della giornata: più frequentemente serali o quando ci si rilassa.

La fame emozionale riesce a non tenere conto dei segnali di sazietà che il corpo invia al cervello. E’ come se abbassasse questa soglia per poter introdurre altro cibo fino, a volte, a non sentirsi molto bene quando la situazione va tanto oltre.

Programmare gli “sgarri” durante la dieta

Gli sgarri determinati dagli attacchi di fame nervosa portano, in alcuni casi, ad un aumento di peso e sono spesso riferiti come la causa principale di fallimento di diete dimagranti.
Quando si segue un regime dietetico è dunque consigliabile attivare degli sgarri che diano soddisfazione e che vengano fatti con consapevolezza e piena gratificazione: non aiuta “rubare” un pezzetto di una brioche integrale di nascosto; è meglio mangiarne una intera che piaccia (quindi anche al cioccolato) gustandola fino all’ultima briciola.

Ricordo che un pasto extra, come può essere quello di Natale, fa ingrassare di 200-300 grammi effettivi di grasso, mentre spizzicare continuamente può portare ad aumentare di qualche chilogrammo all’anno senza accorgersene.

Godiamoci l’attacco di fame nervosa

Si mangia non solo con la bocca, ma anche con la vista ed il cervello: provate, quando si presenta l’attacco di fame nervosa, a sedervi ed a gustare il cibo che avete cercato in quel momento.
Toglietevi lo sfizio e non sentitevi in colpa!
Questo servirà a diminuire la frequenza con cui questi attacchi si presentano, perché anche la vostra mente ne è appagata.

Come intervenire quando non è fame fisiologica ma fame emozionale?

Un percorso integrato, con il supporto psicologico che renda consapevoli del problema accompagnato da tecniche di rilassamento, può essere sicuramente di aiuto.

L’altro supporto è assecondare i propri bioritmi: seguire la fame fisiologica ed i ritmi circadiani di fame e sazietà impedisce di arrivare anche affamati al momento dell’attacco di fame nervosa.
Quindi…

  1. Cercate di fare i 3 pasti principali più 2 spuntini: essere affamati amplifica la fame nervosa.
  2. Scegliete alimenti ad elevato potere saziante (verdure, legumi, cereali integrali): una sazietà che dura più a lungo placa la fame fisiologica, che non si sovrappone alla fame emozionale.
  3. Non fate la spesa a stomaco vuoto: nel carrello entrerebbero tanti prodotti “fuori lista” che, se tenuti in casa, stimolano il pensiero dello “sgarro”.
  4. Toglietevi gli sfizi in modalità consapevole, gratificante e serena: non è il singolo evento che crea problemi, ma il susseguirsi quotidiano.

Il tuo nutrizionista saprà sicuramente consigliarti su come organizzare il tuo piano alimentare, partendo da un’organizzazione equilibrata dei pasti della giornata e della settimana. Perché, ricordandoci che la Salute inizia dal carrello, è bene trovare un equilibrio che ci consenta di mantenerci in Salute!

Il dolore al gomito: il gomito del tennista e del golfista

Il più famoso disturbo del gomito è quello del tennista anche noto come epicondilite, o gomito del tennista.
Meno conosciuto, ma ugualmente diffuso è “suo fratello”: il gomito del golfista o epitrocleite.
Queste patologie causano dolore ed infiammazione a carico di diverse zone del gomito.
Nonostante la notorietà gli derivi dall’affliggere tipicamente alcune categorie di sportivi, i dolori al gomito possono colpire chiunque, sportivo e non.

Sintomi del dolore al gomito

I sintomi tipici sono dolore e rigidità a carico dell’articolazione del gomito e delle sue sporgenze ossee.
In casi particolarmente severi, si riscontra spesso debolezza persino nello stringere la mano, causando quindi difficoltà nelle attività quotidiane della vita, nel lavoro e nello sport.

Possibili cause del dolore al gomito

Le cause dell’epicondilite sono molteplici e vanno ricercate in disequilibri nelle articolazioni del gomito stesso, ma anche di polso e spalla!
Naturalmente, per quanto riguarda gli sportivi i difetti nella preparazione tecnico-atletica e l’utilizzo di attrezzature non idonee possono far precipitare la situazione.
Nella popolazione non sportiva, i fattori aggravanti possono essere un’erronea postazione di lavoro o l’utilizzo di uno strumento, come il mouse, non ergonomico.

La terapia manuale nel trattamento del dolore al gomito

Con la Terapia Manuale è possibile valutare la tipologia e il grado della disfunzione e, attraverso tecniche di mobilizzazione e massoterapia, riequilibrare il complesso articolare del gomito, prevenendo e curando il dolore al gomito.

Sonno e sogni nella Medicina Tradizionale Cinese

Le tue ore di sonno sono adeguate all’età?

La quantità di sonno necessaria varia in base all’età: generalmente diminuisce gradualmente nell’arco della vita; è massima nei neonati e minima nelle persone anziane. Pertanto bisognerebbe tenere conto dell’età per valutare se il sonno di una persona è appropriato oppure no.
Quel che è certo è che un sonno ristoratore è un indicatore vitale della nostra salute generale e del nostro benessere.
Dormire bene è una sensazione soggettiva. In realtà si considera insonne la persona che riferisce di “non dormire bene” o “non dormire a sufficienza”.
Solo tu puoi dire: “non ho dormito abbastanza!”.

Il sonno deve portare ristoro

In ogni caso le persone devono avere la sensazione che il sonno porti ristoro, relax, serenità e, non ultimo, rigenerazione, ricreazione.
È così anche per la Medicina Cinese, la funzione di una bella dormita è duplice:

  • disintossicare l’organismo da tossicità e dai catarri mentali, ovvero dai pensieri che avvelenano la mente
  • ri-creare il pensiero: anche in estremo oriente si conferma che… “la notte porta consiglio”!

Neonati e bambini dormono di più primariamente perché il sonno influisce sulla loro crescita, favorendo lo sviluppo cerebrale, soprattutto il sonno nella fase REM, quello più leggero. Ed è proprio durante il sonno che si consolida la memoria e l’esperienza di tutto ciò che il neonato apprende durante il giorno.

Dormire è un’attività

In Medicina Tradizionale Cinese (MTC), tante cose succedono quando lo Yang (il regno dell’attività, della veglia, la solarità) indietreggia al subentrare dello Yin (la fase del riposo e dell’introiezione, lunare).

Dormire è una vera e propria attività da cui dipendono:

  • la memoria ed il consolidare le esperienze
  • lo stimolo della secrezione dell’ormone della crescita a rinforzo del sistema immunitario
  • la pulizia del cervello: “riordinare le idee” e “rassettare”, sgombrando da tossine, dal superfluo, dal sovraccarico.

Chi comanda un buon sonno?

In MTC tutti gli organi partecipano al processo di avvio dello Yin-sonno. E tutti gli organi affidano alla possibilità di dare forma ad un sogno, il messaggio del loro stato di salute, affinché, grazie alla consapevolezza e all’interpretazione del sogno, la coscienza ne venga informata.

I sogni raccontano

Secondo la MTC è possibile riconoscere le malattie e capire le relazioni attraverso i sogni che a loro volta vengono collegati alle principali turbe globali dell’energia:

  • troppo Yin: si sogna di attraversare spaventose distese di acqua
  • troppo Yang: nei sogni ci sono incendi, ustioni, bruciatura

Troppo Yin è una condizione che si verifica quando una persona è estremamente freddolosa, o con edemi (troppo liquido); mentre il Calore, come eccesso di Yang, corrisponde a  febbre, agitazione, impossibilità di stare fermi, viso arrossato e sete, con consumo, oltre che di liquidi, anche di yin e di Qi, che portano alla sudorazione.

Oppure:

  • eccesso di Energia nella parte alta del corpo: si sogna di volare
  • eccesso di Energia nella parte bassa del corpo: si sogna di cadere, precipitare nel vuoto
  • vuoto di Qi a livello delle gambe: si sogna di correre senza avanzare

Sono indicazioni molto utili per i terapisti energetici che sapranno quali meridiani vanno sostenuti in un trattamento e quali, invece, vanno dispersi!

Il Cuore è l’Imperatore

Il Cuore è l’Imperatore, il Papa che fa da ponte tra il Cielo e la Terra.
Il sonno è il momento in cui gli Shen, i vari aspetti della coscienza, tendono a manifestarsi e questi sono intimamente collegati al sangue.
Ogni alterazione del movimento Cuore (il Cuore è il maestro del sangue) determina l’insorgere dell’insonnia.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, le attività mentali e la coscienza risiedono nel Cuore, che influenza le nostre emozioni, alloggia lo Shen, il responsabile dell’affettività, del pensiero, della coscienza, della memoria per gli avvenimenti lontani nel tempo, del sonno, della consapevolezza.La storiografia classica cinese insegna che i sogni che parlano di uno squilibrio del Cuore saranno:

  • montagne, fuoco e fiumi; in estate, sogni di ustioni: è uno stato di cuore/Vuoto
  • risa o risa di fronte a pericoli, timore: è uno stato di cuore/Pieno

Anche gli altri Organi dialogano attraverso i sogni

Non solo il cuore la canta chiara, anche gli altri Organi dialogano attraverso i sogni.

Per esempio, se il Polmone non sta bene invierà un sogno fatto di oggetti bianchi e ferite sanguinanti, massacri e sangue, sogni di oggetti meravigliosi, d’oro o di ferro. In autunno, sogni di guerra. È un Polmone che racconta di uno stato di Vuoto.
Sognare di essere in lutto, di pianti e di paura, sogni di volare, sogni inquietanti, di spavento, ondeggiare come portati dal vento, sogni di soldati … sono sogni di Polmone/Pieno.

Perle di Salute – Bagno caldo e lavanda per favorire il sonno

Un bagno caldo prima di andare a dormire è una buonissima abitudine: rilassa e favorisce il sonno.
Se poi si vuole potenziare l’effetto rilassante del bagno, si può aggiungere nell’acqua della vasca un cucchiaio di sale grosso (meglio se integrale o rosa dell’Himalaya) e 6 gocce di olio essenziale di Lavanda.
In alternativa anche un batuffolo di cotone posizionalo sotto il cuscino, in modo da inalarne gli effetti durante la notte, è una buona soluzione

La nevralgia del trigemino: cos’è, sintomi e trattamento con la riflessologia plantare

Il nervo Trigemino: cos’è

Il Nervo Trigemino è il quinto paio di nervi cranici dei dodici presenti nel corpo umano.
Costituisce un singolare complesso anatomico con una componente sensitiva tra le più articolate, in virtù della varietà di connessioni presenti all’interno della faccia.
Cornea, mucose nasali e paranasali, tessuti mucogengivali della bocca, lingua e polpa dentaria, muscoli masticatori, articolazione temporomandibolare, cute del volto, compongono una consistente quota di stimoli che giungono alla parte corticale del cervello e l’interconnessione con altri nervi cranici come il Glossofaringeo (IX) e il Vago (X) fanno sì che la quantità di stimoli legati a quest’area e danni alla trasmissione degli stessi, possono condurre a effetti più gravi rispetto ad altri distretti.

Tutta questa descrizione suggerisce i meccanismi del comune dolore acuto che si può verificare.

Anatomicamente il nervo trigemino si divide in tre branche principali:

  • la branca oftalmica che innerva prevalentemente la zona sopra le orbite degli occhi;
  • la branca mascellare che innerva la zona della mandibola e la branca mandibolare quella della mandibola.

La nevralgia del Trigemino: cause e incidenza

La nevralgia del trigemino è una sindrome dolorosa di tipo cronico a carico del nervo Trigemino. L’incidenza di tale patologia è stimata in circa 1/10.000 pazienti, anche se i numeri veri potrebbero essere significativamente maggiori per via di diagnosi frequentemente errate.
La fascia di età maggiormente interessata dal disturbo è quella degli over 50, prediligendo le donne.
La nevralgia provoca l’insorgenza di forte dolore nelle aree del volto innervate dal nervo trigemino, cioè: fronte, occhio, orecchio, naso, regione anteriore del cuoio capelluto, mento, bocca e mandibola.

La nevralgia del trigemino si manifesta con acuti attacchi di dolore, delle vere crisi di solito di breve durata (1-2 minuti), ma sono molto intensi e compaiono senza alcun preavviso.
La precisa causa della nevralgia del trigemino è ancora sconosciuta. Una delle ipotesi più attendibili, sarebbe la compressione del nervo trigemino esercitata da uno dei vasi sanguigni che vi scorrono accanto, alterando l’invio di segnali anomali al cervello.
Particolari condizioni patologiche legate all’invecchiamento come: le malattie del sistema nervoso centrale (sclerosi multipla), lesioni cerebrali, traumi, anomalie dei vasi sanguigni (aneurismi), infezioni (herpes zoster con nevralgia post-erpetica) ecc.

Manifestazione della nevralgia

Spesso convivere con la nevralgia del trigemino può risultare alquanto difficile, specie quando la sintomatologia è intensa e i rimedi terapeutici sono poco efficaci, portando a quadri di depressione e disperazione, addirittura in casi di estrema intensità al suicidio.
Gli attacchi dolorosi di nevralgia del trigemino possono interessare una o più delle tre branche; più frequentemente risultano coinvolte la branca mascellare e quella mandibolare, da sole oppure in combinazione. Soltanto una piccola parte dei soggetti colpiti da nevralgia del trigemino riferisce di dolori alla branca oftalmica.
La parte del volto che risulta colpita con più frequenza è la destra.
Alcuni soggetti possono avvertire dolore sia a destra che a sinistra, ma è rarissimo che la sensazione dolorosa si manifesti contemporaneamente in entrambe le parti.

Cura e trattamento della nevralgia del nervo Trigemino

La cura della nevralgia del Trigemino può essere farmacologica e/o chirurgica.

La terapia farmacologica consiste nell’uso di farmaci spesso usati anche per le crisi di epilessia. La cura si basa sulla loro regolare e disciplinata assunzione. Circa la metà dei casi non tollera i farmaci o non sono efficaci, quindi si deve ricorrere al trattamento chirurgico.

La terapia chirurgica consiste in alcune procedure percutanee, oggi poco invasive.
In alcuni casi si può ricorrere alla radiochirurgia, seppur risulti meno efficace rispetto al trattamento chirurgico.

Al di là di una corretta diagnosi, è necessario ricercare la causa della nevralgia per rendere qualunque terapia più efficace.

La capacità “diagnostica” di una tecnica naturale come la riflessologia plantare è praticamente sconosciuta; anche gli operatori stessi non sempre ne comprendono la potenzialità, probabilmente perché nel loro percorso formativo non hanno avuto un metodo che ha adeguatamente sviluppato il vero “check-up riflessologico”.
Grazie ad una buona tecnica riflessologica è possibile indagare circa le origini di questo disturbo, rendendo i trattamenti riflessologici più efficaci. La nevralgia del Trigemino è annoverata tra le patologie che la riflessologia cura con efficacia.

Perle di Salute – Interventi naturali

Con una terapia naturale si possono utilizzare localmente olio o infuso di sambuco, vetiver, enotera, pepe di cayenna o arnica.
Generalmente d’inverno è meglio proteggere il volto con una sciarpa, il freddo spesso scatena le crisi, anche se ad alcuni invece è proprio una borsa del ghiaccio ad attenuare il dolore, altri la borsa dell’acqua calda.

Metodi di terapia naturale come la riflessologia plantare e/o facciale, in modo complementare, possono supportare l’efficacia della medicina convenzionale.


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L’agopuntura nel trattamento delle emicranie e delle cefalee

Cefalea, un problema contemporaneo

La cefalea, termine che comprende in realtà un ventaglio di patologie diverse fra loro fra le quali l’emicrania, la cefalea muscolo tensiva, l’emicrania a grappolo, la nevralgia trigeminale, sta diventando un problema molto diffuso nel mondo occidentale.

La qualità di vita dei pazienti che soffrono di cefalea è gravemente intaccata: la loro vita sociale, familiare e professionale ne viene gravemente influenzata.
Inoltre, le terapie proposte per controllare le crisi o per prevenirle, purtroppo non danno ancora i risultati attesi e spesso comportano la comparsa di effetti collaterali che ulteriormente complicano la quotidianità di queste persone.

Origine delle cefalee

Di fronte ad una persona che soffre di mal di testa, occorre ricercare tutte le patologie organiche che possono nascondersi e quindi escludere una “cefalea secondaria“.
Una volta stabilito che non si tratta di cefalea secondaria, bisogna individuare la causa determinante.

L’origine delle cefalee è a tutt’oggi misteriosa, anche se sono stati fatti passi avanti nella comprensione dei meccanismi biologici che portano all’instaurarsi dell’episodio doloroso e alla sua cronicizzazione, come anche nello studio dei fattori di rischio e di quelli scatenanti l’attacco acuto

Cefalea tensiva ed emicrania

La cefalea tensiva è la forma più diffusa di mal di testa. È dovuta alla contrazione dei muscoli del cranio e del collo e si manifesta come una morsa che stringe la testa a casco; è il famoso “cerchio alla testa”.

L’emicrania è un tipo di cefalea, tra le forme morbose più invalidanti in assoluto, caratterizzata da attacchi ricorrenti di dolore della durata di 4-72 ore.
Il dolore tipicamente è unilaterale, pulsante, di intensità media o forte, viene peggiorato dall’attività fisica di routine e si associa a nausea e/o ipersensibilità alla luce e ai suoni.

Le cause dell’emicrania

Diversi sono i fattori che possono scatenare o aggravare un attacco di emicrania nei soggetti predisposti e tra questi rientrano:

  • fattori psicologici
  • fattori ormonali
  • fattori alimentari
  • fattori ambientali
  • fattori farmacologici

Anche se non se ne conoscono esattamente le cause, il meccanismo più frequente che scatena la crisi è la variazione del calibro dei vasi cranici.

C’è quello che viene definito il “meccanismo a due tempi”:

  • nel primo tempo si determina una contrazione delle pareti vasali del cranio
  • nel secondo tempo c’è la loro dilatazione, con liberazione di sostanze che scatenano, a loro volta, la crisi.

Questo è il meccanismo più “accreditato”, tuttavia non si conosce attualmente quali siano le cause che lo determinano.

Per queste ragioni si parla di “cefalee primarie”, un tempo chiamate “cefalee essenziali”, tutti termini che vogliono dire: cefalee senza causa conosciuta.

Terapia non farmacologica: l’agopuntura

Tra le diverse terapie non farmacologiche disponibili, l’agopuntura è stata oggetto, nel corso degli anni, di numerosi studi scientifici che ne hanno documentato l’efficacia nel trattamento e la profilassi delle cefalee, dell’emicrania ed in genere di tutti i tipi di mal di testa contrastando, inoltre, lo stress e l’ansia che ne sono spesso la causa principale.

Questa antica tecnica rappresenta una efficace opzione terapeutica non farmacologica per ridurre la frequenza, la durata e l’intensità degli episodi dolorosi.

L’agopuntura, quindi, non solo si dimostra un valido strumento terapeutico nei casi in cui non si raggiungano risultati soddisfacenti dalla terapia farmacologica, ma anche nei casi in cui sia auspicabile limitare l’impiego di farmaci o in cui l’assunzione di farmaci sia controindicata.
La Medicina Tradizionale Cinese considera le cefalee come la conseguenza di squilibri energetici e fisiologici “generali”.
Il dolore cefalico diviene quindi, l’ultimo anello di una catena di eventi che lo precedono e lo determinano.
La terapia, piuttosto che aderire ad un protocollo standardizzato, sarà pensata per agire sul particolare tipo di disequilibrio energetico responsabile della comparsa della cefalea in quella persona e in quel momento.
Infatti, in questa visione, l’intento non è tanto di curare la cefalea, quanto di prendere in carico la persona nella sua interezza

Perle di Salute – Consigli per limitare gli episodi dolorosi

Una moderata attività fisica aiuta ad allentare la tensione psicofisica e migliorare il sonno, fondamentale per il riequilibrio psicofisico.
Inoltre, dato che una delle cause più comuni del mal di testa è la disidratazione, è indicato bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno.
In caso di emicrania, l’assunzione di determinati alimenti ricchi di istamina come il cioccolato, i formaggi, gli agrumi, gli alcolici, i crostacei, le banane e i salumi insaccati è da evitare.

 


L’agopuntura è una pratica medica che richiede
studi approfonditi e molta esperienza, pertanto è
fondamentale affidarsi a professionisti specializzati.

Allergie e stanchezza: l'altro lato della primavera

La primavera è la stagione dove la natura si risveglia, le giornate si allungano, le temperature diventano più miti e passiamo volentieri tempo all’esterno. Ci sentiamo carichi di nuova energia e pronti ad affrontare nuove sfide!
Se questo è vero per alcuni, per altri l’inizio di questa stagione porta con sé alcuni sintomi spiacevoli.

Le allergie e la stanchezza primaverile sono due dei grandi problemi che possono colpire molte persone in questo periodo dell’anno.
Insonnia, difficoltà a concentrarsi, mal di testa e sbalzi d’umore sono sintomi che accompagnano entrambe le condizioni, che spesso sono presenti in contemporanea nelle persone predisposte.

La stanchezza primaverile

Ogni anno, circa metà della popolazione svizzera riferisce di soffrire di stanchezza primaverile.
Il cambiamento di temperatura e la quantità di ore di luce hanno un effetto sui ritmi del nostro corpo. In particolare, agiscono sulla melatonina e la serotonina: la prima regola il ritmo sonno-veglia, mentre la seconda è conosciuta anche come ormone della felicità.
La melatonina viene prodotta quando cala la luce, per conciliare il sonno e consentire i processi di riparazione del nostro corpo.
La serotonina, invece, viene prodotta in presenza di luce. Durante l’inverno, il livello di questo ormone si abbassa e si rialza quando le giornate si allungano.
Il nostro corpo fa una grande fatica a compensare i disequilibri dati dalla modifica della produzione di queste due sostanze, e questo può far insorgere i sintomi della stanchezza primaverile.Lo stress a cui è sottoposto il corpo si riflette anche sul sistema immunitario che è per questo più predisposto agli attacchi esterni. Questa è una delle ragioni per cui è più facile ammalarsi durante il cambio di stagione.

Le allergie da pollini e la rinite allergica

Nei mesi di marzo ed aprile, chi soffre di allergie al polline inizia un periodo di particolari fastidi.

Il sintomo più noto è la rinite allergica, la fastidiosa congestione nasale che porta ad avere continui starnuti e grande produzione di muco oppure, al contrario, la sola difficoltà nella respirazione a causa dell’ostruzione delle vie nasali.
A questo si sommano altri sintomi come sinusite, mal di testa, otite, asma bronchiale, congiuntivite allergica, dermatite, orticaria, disturbi sonno, difficoltà a mantenere la concentrazione, stanchezza generale e depressione.

La sintomatologia è provocata da un allergene, una particella generalmente innocua per l’organismo umano che, in alcune persone, è in grado di scatenare una risposta del sistema immunitario, anche di notevole intensità. Le cellule che si occupano della difesa vanno ad attaccare i tessuti che vengono a contatto con l’allergene. In questo modo le vie respiratorie superiori, ovvero naso, bocca, gola e tutte le strutture vicine (occhi e seni paranasali), subiscono una fase infiammatoria che provoca una forte irritazione. Aumenta quindi la quantità di produzione del muco, anche della lacrimazione (congiuntivite allergica) e questo, a volte, rimane intrappolato ostruendo alcune strutture (sinusite).
Oltre alla predisposizione personale, recenti studi hanno evidenziato un aumento di intensità dei sintomi nelle persone che sono più esposte agli allergeni. In pratica, chi respira più polline è più predisposto a diventarne allergico, oppure a peggiorare la sintomatologia.
Anche per questo motivo, risulta fondamentale ripulire il sistema immunitario e quello linfatico, che si occupano della gestione delle sostanze tossiche e di scarto del nostro corpo, in modo tale che non siano già troppo carichi quando incontreranno i nuovi allergeni.

Come evitare questi fastidiosi disturbi?

Di assoluta importanza: non dobbiamo farci trovare impreparati!
Dobbiamo consentire al sistema immunitario di lavorare sempre al meglio, senza essere provato dall’aumento degli allergeni o dallo stress della stanchezza primaverile. Proprio per questo è necessario agire in anticipo.

Le terapie manuali, in particolare il drenaggio linfatico manuale, hanno grande efficacia sul sistema immunitario.

Il drenaggio, infatti, consente di aumentare l’attività dei linfonodi, particolari ghiandole in grado di filtrare, trattenere ed eliminare le impurità o le particelle dannose per il nostro corpo, come pollini, ma anche batteri e virus, proprio come dei filtri. Mantenendoli puliti ed efficaci è possibile aumentare l’efficienza delle nostre difese immunitarie diminuendo la sintomatologia allergica in maniera molto veloce, o addirittura impedendole di presentarsi.

Le manovre lente e leggere del drenaggio linfatico manuale aiutano, inoltre, a rilassare e migliorano la qualità del sonno, fondamentale per chi è vittima della stanchezza primaverile.

Per non arrivare impreparati è bene iniziare il trattamento già prima dell’insorgere dei sintomi.
E’ possibile sottoporsi a sedute di linfodrenaggio anche in fase acuta, per alleviarne i fastidiosi sintomi, con ottimi risultati.

Perle di Salute: un po’ di sollievo

Per trovare sollievo dalla rinite allergica è possibile massaggiare, con movimenti circolari estremamente leggeri e delicati, le zone indicate in figura.
Per avere un’idea dell’intensità da utilizzare prendete una bilancia da cucina, e provate ad esercitare una pressione di circa 200 grammi.
Ripetete i circoletti circa una decina di volte per ogni punto.
È possibile eseguire il massaggio anche più volte al giorno.

Disturbi alimentari e TBS: la bulimia

disturbi alimentari la bulimia

Nella nostra società occidentale, improntata al benessere e alla ricchezza, il cibo è consumato più per piacere che per necessità e i disturbi del comportamento alimentare sono sempre più diffusi. Nei paesi meno sviluppati, dove mangiare non rappresenta un piacere ma un modo per garantirsi la sopravvivenza, questi problemi risultano praticamente sconosciuti.

I disturbi alimentari

I disturbi alimentari, oltre ad essere caratterizzati da un rapporto anomalo con il cibo,  sono accomunati da:

  • un’eccessiva preoccupazione per la forma fisica
  • un’alterata percezione della propria immagine corporea

Alla base di tutto questo sembra esserci una bassa autostima del soggetto: nella società moderna vige l’ideale della magrezza e della linea perfetta e spesso non ci si sente all’altezza, poiché non si rispecchiano completamente questi canoni.
Inoltre, le sensazioni piacevoli e confortanti che il cibo procura alle persone può essere vissuto come un modo di reagire alle difficoltà e alle insicurezze della vita quotidiana.

I disturbi alimentari possono arrivare a danneggiare la nostra salute fisica, oltre che psicologica ed emotiva.

La bulimia

La bulimia, nelle sue svariate forme, è la disfunzione del comportamento alimentare che negli ultimi decenni appare sempre più in aumento.
Letteralmente il termine bulimia significa “fame da bue”.
Questo disturbo si manifesta principalmente come una compulsione irrefrenabile a mangiare, non dovuta tanto alla fame, quanto piuttosto al desiderio inarrestabile di consumare cibo.

La bulimia può condurre ad una totale perdita di controllo nei confronti del cibo e di conseguenza alla sensazione di non essere in grado di gestire la propria condotta e al senso di colpa.

Il rapporto disfunzionale con il cibo

Chi soffre di bulimia cerca di controllare il desiderio evitando di mangiare, ma solitamente ottiene l’esatto contrario, ossia più si sforza di non mangiare e più si lascia andare a momenti di vere e proprie abbuffate, concedendosi il cibo senza ritegno.

Nel caso della bulimia, è necessario intervenire attraverso l’utilizzo di stratagemmi terapeutici che conducano allo sblocco del circolo vizioso. Nonostante la maggior parte dei pazienti sia collaborativa, non è in grado di interrompere razionalmente le proprie modalità disfunzionali.
Questo, del resto, è anche il motivo per cui le diete, prescritte usualmente facendo leva sulla motivazione e la volontà della persona a cambiare il suo sofferto stato, nella maggioranza dei casi naufragano miseramente.

Il problema essenziale della dieta consiste indubbiamente nel suo mantenimento nel tempo, poiché nessuno di noi riesce ad osservare a lungo un regime alimentare troppo restrittivo. Dopo un po’ di tempo, ci si stanca, lo si abbandona, e spesso si ritorna purtroppo ad ingrassare.
Qualunque dieta, infatti, va ad interferire pesantemente con la sensazione fondamentale su cui si basa il nostro rapporto con il cibo: il piacere, ecco allora perché quest’ultimo dovrebbe diventare il principale fondamento di un buon programma alimentare.

La Terapia Breve Strategica nella risoluzione dei disturbi alimentari

Un modello terapeutico efficace ed efficiente nella risoluzione di problematiche connesse ai disturbi alimentari è la Terapia Breve Strategica (TBS).

La TBS si pone come obiettivo principale quello di analizzare, con il paziente, quelle che sono le caratteristiche del disturbo e la sua insorgenza: individuare le tentate soluzioni messe in atto per risolvere il problema e sostituire questi comportamenti e soluzioni disfunzionali con comportamenti e soluzioni nuovi e più funzionali.

Tre principali tipologie di bulimia

Studi empirici hanno permesso di identificare tre principali tipologie di bulimia:

  • Bulimia boteriana: è rappresentata dal 10% della popolazione. Comprende quei soggetti che negli anni sono ingrassati a tal punto da ricordare i personaggi dei quadri del celebre pittore colombiano Fernando Botero.
    Si tratta generalmente di persone tranquille, serene, perfettamente adattate al proprio problema, che giungono in terapia solamente perché costrette dal medico o dal dietologo, per via di problemi di salute dipendenti dall’eccesso di peso.
  • Bulimia da effetto “carciofo”: comprende quei soggetti per i quali l’eccesso di peso rappresenta una specie di protezione da problemi affettivi e relazionali. Per quanto tentino di mettersi costantemente a dieta, non ci riescono mai, oppure ci riescono per un po’, ma poi ricadono nella sintomatologia bulimica. La loro costante lotta con la bilancia e con la dieta, catalizzando completamente la loro attenzione, li tiene al sicuro dal dover affrontare altre dinamiche personali.
  • Bulimia jo jo: si tratta della forma di bulimia più frequente. Sono persone che alternano periodi di dieta, dove riescono a perdere i chili di troppo, a periodi in cui perdono il controllo sul cibo e riprendono tutti i chili persi. Questi soggetti alternano momenti di grande fiducia nelle proprie capacità, a momenti di scarsa autostima. L’umore è fortemente condizionato dal rapporto con il cibo.

La bulimia è un disturbo alimentare complesso, ma questo non vuol dire che sia necessario tanto tempo per risolverlo.
In tal senso la Terapia Breve Strategica dimostra ottimi risultati, grazie all’utilizzo di protocolli specifici a seconda della tipologia di bulimia.
Obiettivo in tutte e tre le tipologie è quello di agire attivamente sull’equilibrio disfunzionale che intrappola chi soffre e costruire un sano e duraturo rapporto con il cibo e con se stessi.

La ricerca sull’efficacia dei trattamenti in Terapia Breve Strategica ha mostrato che circa il 91% dei casi è stato portato a piena risoluzione.

Perle di Salute – Posa le posate!

Se trascorriamo un pasto in un’atmosfera di relax e spensieratezza, scegliendo il cibo di nostro gradimento, consumandolo più lentamente, da veri intenditori, da “degustatori” che ne assaporano ogni boccone, non avremo nessuna difficoltà di digestione e, probabilmente, nessuna ripercussione metabolica non voluta.

Proviamo ad applicare una regola molto semplice ma efficace: “POSATE LE POSATE”.
Dopo aver messo un boccone di cibo in bocca, appoggiamo sempre le nostre posate sul piatto o sul tavolo: questo semplice gesto permette di rallentare il ritmo, di mangiare in modo più consapevole invece di svuotare il piatto velocemente e quasi automaticamente.
Non dimentichiamo che i recettori responsabili dei segnali del senso di fame e sazietà si attivano dopo circa 15 minuti dall’inizio della digestione!