Il Massaggio sportivo in ogni fase dell’allenamento

massaggio e sport

Il massaggio sportivo è un alleato preziosissimo per essere al top ed offrire la massima prestazione sportiva possibile.

Cos’è il Massaggio sportivo?

Il Massaggio Sportivo è una forma di massaggio orientata verso i partecipanti ad una attività sportiva. Indispensabile supporto negli sport professionistici, trova sempre maggior applicazione anche a livello amatoriale.

La fortuna di questa tecnica manuale è dovuta alla sua versatilità; si utilizza:

  • nella prevenzione degli infortuni
  • per preparare il corpo all’attività sportiva praticata
  • per mantenere il corpo in condizioni ottimali
  • per aiutare gli atleti a recuperare le energie dalle fatiche post-allenamento o post-gara

e per accelerare i tempi di recupero dopo un infortunio.

In cosa consiste il Massaggio sportivo

Il massaggio sportivo consiste in speciali stimolazioni dei tessuti muscolari per migliorarne le prestazioni e predisporre i muscoli agli intensi stimoli dell’attività fisica.
Il massaggio sportivo varia in base al tipo di attività sportiva praticata ed in virtù dei muscoli che vengono maggiormente sollecitati durante l’attività.

Massaggio Sportivo vs Massaggio classico

Possiamo avvicinare il Massaggio sportivo ad una particolare forma o applicazione del Massaggio classico poiché ne condivide alcune manualità.
Tuttavia, possiede peculiari tecniche proprie e, soprattutto, specialistiche applicazioni, in particolare di fronte ad alcuni problematiche di un atleta (esempio: gli infortuni).

Possiamo, in aggiunta, distinguerlo dalla maggior parte dei massaggi poiché viene effettuato anche localmente su singoli segmenti o distretti corporei; è sovente orientato ad un obiettivo specifico come pre- e/o post- performance sportiva o utilizzato principalmente per disturbi o problemi nel contesto di queste attività, che la persona avverte solamente durante l’attività sportiva, ma non nella vita quotidiana.

Effetti del Massaggio Sportivo

Il massaggio sportivo ha effetti generali, sia di attivazione muscolare in toto che di rilassamento globale, anche se effettuato localmente. Inoltre, aumenta la consapevolezza dell’atleta circa le sue possibilità agonistiche.

Pre-gara, post-gara e mantenimento

Possiamo suddividere il Massaggio sportivo in almeno 3 applicazioni o metodiche basilari:

  • Massaggio pre-attività o di riscaldamento: prima di un allenamento, di una gara
  • Massaggio post-attività o di defaticamento: dopo un allenamento o di una gara
  • Massaggio di mantenimento o preventivo

Il massaggio di riscaldamento

Il massaggio sportivo pre-gara o pre-allenamento viene effettuato per preparare la muscolatura prima dell’attività che deve essere praticata con l’obiettivo ulteriore di aiutare a prevenire lesioni durante la performance atletico-sportiva.
Aiuta a riscaldare i muscoli, rendendoli più flessibili, più reattivi e già pronti a reagire in modo ottimale agli stimoli dell’evento sportivo.
Un massaggio sportivo pre-gara inoltre:

  • stimola il flusso di sangue e di sostanze nutritive ai muscoli
  • riduce la tensione muscolare
  • produce una sensazione di prontezza psicologica
  • “scalda il motore prima della partenza”.

Il massaggio di defaticamento

Il massaggio sportivo post-gara, invece:

  • aiuta a ridurre quei tipici gonfiore e rigidità muscolari post-esercizio causati dall’attività sportiva
  • riduce l’affaticamento muscolare
  • velocizza il recupero energetico
  • promuove lo smaltimento dell’acido lattico
  • accelera la risoluzione del dolore muscolare dopo attività (DOMS).

Il massaggio preventivo

Il massaggio di mantenimento viene eseguito circa una volta alla settimana come parte regolare dei programmi di allenamento atletico, anche se gli atleti professionisti, che hanno i propri massaggiatori, possono sottoporsi a un massaggio di mantenimento ogni giorno.

Lo scopo del massaggio di mantenimento:

  • aumenta il flusso di sangue e sostanze nutritive ai muscoli
  • mantiene i tessuti liberi, in modo che diversi strati muscolari “scivolino” facilmente l’uno sull’altro
  • intercetta preventivamente contratture ed altri problemi muscolari o tendinei prima che diventino gravi.

In altre parole, il massaggio sportivo di mantenimento si prefigge di prevenire infortuni.

Oli e creme

Il fine di uno sportivo è il risultato; il massaggio sportivo si prefigge come obiettivo quello di massimizzare la prestazione di un atleta.
Per massimizzare gli effetti di un massaggio sportivo si possono usare diversi tipi di prodotti in commercio, in base all’obiettivo del massaggio:

  • prima di una gara si possono utilizzare creme od oli riscaldanti
  • dopo la gara, prodotti con principi decongestionanti e rilassanti
  • durante una seduta di mantenimento, prodotti con sostanze rigeneranti.

Un bravo massaggiatore sportivo deve saper effettuare anche bendaggi specifici, al fine di prevenire infortuni o favorire la ripresa dopo questi ultimi.

Deve inoltre saper effettuare degli impacchi con prodotti come fanghi od argille arricchiti eventualmente con sostanze speciali a fini antinfiammatori o decongestionanti.

Deve saper utilizzare l’applicazione del caldo e del freddo per accelerare i processi di recupero o sedare il dolore e l’infiammazione.

Perle di Salute – Non solo massaggio…

Il massaggio sportivo è concepito per aiutare a correggere i problemi e gli squilibri a carico di muscoli e tendini causati da un’attività fisica ripetitiva e faticosa.
Per rendere al meglio controlla quale “carburante immetti nel tuo serbatoio”! Per prestazioni ancora superiori e durature segui un’alimentazione corretta e personalizzata per uno sportivo!

Assumere i micronutrienti in modo corretto con l’alimentazione

alimentazione sana e equilibrata

Spesso si sente parlare di Vitamine e Minerali: dagli spot televisivi alle pubblicità, sui giornali e sui social network.
Tra amiche ci si scambiano informazioni su quale integratore funziona meglio o sulla novità che sembra essere la soluzione magica.
Queste preziose molecole, presenti in piccole quantità nel nostro corpo e per questo indicate comemicronutrienti”, hanno importantissime funzioni biologiche.
Vitamine A, D, E, K; le vitamine del gruppo B, la vitamina C; ferro, potassio, calcio, rame, iodio e magnesio, ma anche cromo, manganese, selenio e molibdeno 
sono alcuni nomi di questi micronutrienti.
E l’elenco è molto lungo, più lungo di quel che si possa pensare.

Quindi…  come possiamo essere sicuri di introdurli tutti, tutti i giorni, nelle giuste quantità?

La giusta quantità di micronutrienti

La risposta è molto più semplice di quanto si creda e forse quella che non ci si aspetta proprio: non è necessario, né possibile, calcolare esattamente le giuste quantità di tutte quante queste sostanze ogni singolo giorno, tanto meno ad ogni singolo pasto.

I LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) vengono aggiornati costantemente sulla base di nuove indagini e scoperte proprio per la difficoltà che si ha nell’identificare l’introito e le reali necessità di queste sostanze.

Quale alimento scegliere

Altra cosa di fondamentale importanza da sapere è che NON esiste alcun alimento che contenga tutti i nutrienti nelle giuste e perfette proporzioni per noi. E’ quindi necessario VARIARE per poterli assumere tutti.

Gli elementi che ci necessitano, e che ingeriamo ad ogni pasto, si possono sommariamente suddividere in:

  • macronutrienti
  • micronutrienti
  • altre molecole bioattive

Macronutrienti

I macronutrienti sono:

  • carboidrati
  • proteine
  • grassi

Per queste molecole è più facile identificare delle quantità giornaliere; vengono di solito calcolate all’interno di un regime alimentare che ci possa mantenere in salute.

I LARN ci consigliano queste percentuali giornaliere:

  • 45-60% delle calorie giornaliere dai carboidrati
  • 20-35% dai grassi
  • 10-12% dalle proteine

Come si può facilmente notare, già per questi elementi c’è grande tolleranza di quantità; ma quello che conta è che non è necessario assumere ad ogni pasto esattamente queste percentuali.
La stima è di solito giornaliera, quindi un pasto sarà più ricco di carboidrati ed un altro più di proteine. Vi è anche una stima settimanale per valutare i diversi cibi che noi dovremmo inserire.

Questo non significa che si è liberi di mangiare cosa si vuole, ovviamente, ma è importante non essere ossessionati dall’equilibrio del singolo pasto.

Micronutrienti

Tornando ai micronutrienti… come possiamo garantire  al corpo  il giusto introito di vitamine e minerali ogni singolo giorno?

Non è necessario garantirsi ogni giorno l’introito minimo di ogni singolo micronutriente, quello che conta è invece un equilibrio generale in un lasso di tempo più ampio: il micronutriente che oggi assumiamo in quantità ridotta, probabilmente lo assumeremo domani in quantità più abbondante e l’organismo ha modo di adattarsi perfettamente, con meccanismi di deposito, di risparmio e di assorbimento.

E’ necessario ricordare che i micronutrienti si trovano in TUTTI gli alimenti in quantità molto diverse.
Per esempio, la carne è una fonte privilegiata di ferro biodisponibile, mentre il formaggio ha una proporzione ottimale per l’assorbimento di calcio e fosforo. Frutta e verdura contengo potassio, beta carotene e vitamina C, ma anche loro in quantità differenti a seconda della tipologia. La verdura a foglia verde è ricca in acido folico, mentre le brassicaceae (broccoli, cavolfiori..) sono ricche di vitamina K.

Variare l’alimentazione

La risposta alla domanda iniziale, perciò, rimane “VARIARE gli alimenti!”
Mantenendo i capisaldi di un’alimentazione equilibrata, ricca in cereali integrali, frutta, verdura e legumi basterebbe semplicemente mangiare ogni giorno qualcosa di diverso.

Perle di Salute – Cosa significa realmente “variare”?

Qualche consiglio per variare l’alimentazione…
Prima di tutto, inserire 5 porzioni di frutta e verdura tenendo conto dei “5 del colori del benessere”: bianco, arancione/giallo, rosso, viola, verde distinguono diverse tipologie di micronutrienti e sostanze bioattive contenute.
 
Cambiare il tipo di cereale; per esempio la fibra dell’orzo è differente da quella del frumento e della segale, entrambe sono necessarie, ma con azione diversa nel nostro intestino.
 
Variare il secondo piatto:
– carne e pesce, con il loro contributo di ferro biodisponibile e vitamine del gruppo B,
– latticini ricchi in calcio e fosforo,
– legumi ricchi in vitamina B1, B3, potassio e magnesio,
– uova ricche in vitamine B1, B2, B3 e B12.
 
Se si mangia poco pesce, e si vive lontano dal mare, è buona abitudine inserire l’uso di sale iodato che ci aiuta a raggiungere il corretto apporto di iodio per la funzionalità tiroidea.
 
Assicurarsi una piccola quota (se non si è allergici) di semi secchi oleosi: noci, mandorle, pinoli, semi di zucca, di girasole… senza esagerare con la quantità, in quanto molto calorici!

Fertilità, concepimento e Medicina Tradizionale Cinese

fertilità in medicina cinese

Per le donne di ogni tempo e luogo è un’esperienza naturale quella d’imparare a riconoscere il proprio periodo fertile grazie a segni e “spie naturali” che lo rivelano. La conoscenza della propria fertilità è fondamentale per sviluppare consapevolezza, sia per la donna sia per la coppia, in genere.

Fertilità e sterilità

La fertilità è un complesso insieme di eventi:

  • innanzitutto generare un ovulo vitale che possa ridiscendere le tube di Falloppio
  • poi l’altrettanto imprescindibile viaggio vitale degli spermatozoi, che debbono risalire dette tube 
  • inoltre l’ovulo fecondato deve potersi impiantare all’interno dell’utero ed esser correttamente nutrito dall’organismo.

Si parla di sterilità quando una coppia non è in grado di concepire una gravidanza dopo almeno un anno di tentativi o, nel caso di donne con più di 35 anni, dopo almeno 6 mesi.
Si parla di sterilità femminile anche nel caso di donne che, pur riuscendo a rimanere incinte, a causa di un aborto spontaneo non portano a termine la gravidanza.

Il concepimento in MTC

Per la MTC, la Medicina Tradizionale Cinese, nel momento del concepimento sarà l’Anima Shen del nuovo essere, che congiungendosi con l’Energia Qi e la Forma Jing, daranno inizio ad una nuova vita, passando così dal mondo della potenzialità (il Cielo Anteriore) al nostro mondo conoscibile (il Cielo Posteriore). 
Quindi, in sostegno alla fertilità, sia femminile che maschile, bisogna innanzitutto sostenere quel che in Cina è chiamato Jing.

Il deficit di Jing e sostegno

Il Jing 精, chiamato anche Essenza, rappresenta l’energia che mantiene in vita l’essere umano.
Un deficit di Jing si manifesta nel bambino con uno scarso sviluppo osseo oppure un ritardo nello sviluppo mentale.
Negli adulti, un deficit di Jing si manifesta con segni di invecchiamento precoce (incanutimento, caduta dei capelli, osteoporosi, calo della libido) o di infertilità.
Ci sono alcune pratiche e abitudini dello stile di vita che possono essere adottati, in sostegno a tale rafforzamento.

L’arte di saper mangiare

In Medicina Tradizionale Cinese, per favorire la fertilità, sono vitali alcuni consigli alimentari: ci vogliono alimenti “ricchi di Jing”, che conservino in loro la Quintessenza della vita.
Tali sono gli alimenti freschi, appena raccolti, di stagione, a kilometro 0 e, soprattutto, con un potenziale ancora “non espresso”. Così come è nei semi, nei giovani frutti o nei giovani animali, come lo è l’uovo (piuttosto che nella gallina) o un germoglio.
L’alimentazione sana, regolare e, non meno importante, assunta in una situazione di serenità, sono consuetudini che aumentano il nostro Jing.

L’arte di saper dormire

Come ormai tutti sappiamo, il sonno ha un ruolo chiave tra i fenomeni anti-invecchiamento, anche cellulare.
Le ore spese a riposare di notte sono una sorta di “cibo” per il nostro cervello, di cui i circuiti neuronali si avvalgono.

L’arte di saper respirare

La tradizione indiana ci tramanda un’arte essenziale: il Pranayama, l’arte del respiro.
Con una respirazione controllata e consapevole si può innalzare o rinfrescare la temperatura corporea ed agire sul Sistema Nervoso.

L’infertilità, sia essa maschile sia essa femminile, in Medicina Cinese è catalogata come una sintomatologia tipica, insieme allo stress, all’invecchiamento precoce o alle perdite di sangue, che causano il temuto Vuoto di Jing.

L’infertilità femminile: l’utero freddo

Se è nella natura delle cose che le donne siano tendenzialmente più freddolose degli uomini, è pur vero che ci sono donne in cui il freddo, percepito come un “timore della penetrazione del freddo” è una paura che tende a divenire patologica.

L’utero freddo è una condizione da non sottovalutare perché può indurre ad infertilità.

Va ricordato che, in Medicina Energetica, il freddo non è solo un’energia climatica, che si produce in inverno. Il freddo può essere indotto in un ambiente, per esempio con l’aria condizionata. Vivere in un ambiente “poco caloroso”, ostile (per esempio in ufficio), induce “freddo nell’animo”!
Il freddo può anche prodursi all’interno del corpo spontaneamente, come un eccesso, per esempio se si segue una dieta alimentare prevalentemente crudista.

Come si rileva l’utero freddo?

Quando una donna, genericamente freddolosa, avverte delle fitte intense nella parte bassa dell’addome, come nei frequenti quadri di dismenorrea, si può iniziare a presumere un utero freddo. Per determinare lo stato di salute energetica della donna, descriverne il ciclo mestruale è un ottimo punto da cui partire per individuare lo stato energetico degli organi.

L’infertilità maschile

Esiste una controparte maschile all’utero freddo? Sì, è detta “freddo ai testicoli“ ed è anch’essa una condizione legata a Deficit. Riscaldare, in moxibustione, alcuni punti energetici e regolare l’alimentazione sono due rimedi che ben coadiuvano le terapie tradizionali.
Nell’alimentazione, secondo li principi della Dietetica Tradizionale Cinese, è bene introdurre cibi di natura tiepida-calda qualora si soffra di utero freddo o freddo ai testicoli.

Perle di Salute – Il respiro 4 fasi per bilanciare il sistema nervoso

In sostegno del Qi, dell’energia individuale, l’oriente suggerisce numerosi esercizi di respirazione.

Tra questi troviamo il “Respiro 4 fasi”:

Sedetevi comodi, le gambe incrociate o allungate davanti a sé, la colonna vertebrale diritta.
Portate le mani al centro del torace, con i palmi rivolti al petto.
Posizionate il palmo della mano destra contro il dorso della mano sinistra.
Premete insieme le punte dei pollici.

Gli occhi sono socchiusi.

  • Inspirate profondamente attraverso il naso e trattenete il respiro contando 15-20 secondi.
  • Espirate completamente attraverso il naso e rimanete a polmoni vuoti per 15- 20 secondi.

Continuate per 3-5 minuti, senza superare questo limite!

La comunicazione efficace nella coppia

comunicazione efficace nella coppia

L’innamoramento e la relazione

Nel corso della nostra esistenza incontriamo tante persone e ci può capitare di sentire un’attrazione molto forte verso una di loro, di sentire il desiderio di passare sempre più tempo in sua compagnia. 
“Ti penso… mi manchi… ti desidero… voglio stare con te…” In breve, ci sentiamo innamorati! Se il nostro sentimento è corrisposto, prende inizio una relazione.

L’innamoramento reciproco consente la formazione della coppia e fa sentire entrambi i partner uniti all’interno di una relazione intima, crea un legame confidenziale connotato da coinvolgimento emotivo, sentimentale e anche erotico e sessuale, fiducia e speranza.
E’ un processo caratterizzato prevalentemente da meccanismi di idealizzazione di sé e dell’amato: ciascuno propone inconsapevolmente all’altro un’immagine ideale di sé.

E’ importante avere la consapevolezza che ogni rapporto di coppia emerge dall’incontro di due individui diversi, che arrivano da due mondi diversi, che riflettono idee, speranze, illusioni ed elementi della propria storia personale che a volte possono essere molto simili, mentre altre l’esatto opposto.
Da due individui si crea una diade in cui entrambi si influenzano, influenzano il rapporto di coppia e vengono influenzati dalla relazione stessa.

comunicazione nella coppia

La disillusione ed il conflitto

Solitamente, col passare del tempo l’intensità iniziale del sentimento tende a calare e la quotidianità porta a fare i conti con la realtà.
La pretesa irreale di poter realizzare il proprio sogno di una coppia “ideale” va inevitabilmente incontro alla disillusione per cui il partner non è poi così perfetto come sembrava. La relazione può entrare così in una fase di crisi in cui non ci si sente più capiti e corrisposti come prima.

Se all’inizio del rapporto i contrasti vengono di solito evitati per non rovinare l’atmosfera serena che solitamente caratterizza i primi momenti, col passare del tempo le reciproche differenze di opinione e di comportamento possono portare a conflitti, scatenati anche da episodi banali, ma che comportano una carica emotiva non indifferente, portando alla luce problemi mai affrontati prima che col tempo possono creare insoddisfazioni e frustrazioni incontenibili.
Questo può portare alla fine del rapporto, ma può anche rappresentare un importante salto qualitativo in grado di far maturare la coppia in modo che l’altro sia accettato nella sua individualità e non come mezzo per soddisfare i propri bisogni inconsci.

La comunicazione nella coppia

All’interno di una relazione, se manca uno scambio costruttivo di idee e significati condivisi, una comunicazione efficace, manca uno dei pilastri fondamentali per la sopravvivenza e il proseguimento della relazione stessa.
Uno dei principali motivi per cui le coppie si dividono è proprio la mancanza di comunicazione, intesa come l’incapacità di discutere certi temi e saperli affrontare insieme.

Comunicazione fallimentare e conflittualità nella coppia

All’origine di molte dinamiche conflittuali all’interno della coppia, vi è spesso una comunicazione fallimentare, che quando non è la causa di vere e proprie rotture, crea numerosi contrasti e incomprensioni.
Saper dialogare strategicamente invece, è un modo per migliorare la relazione con gli altri, e soprattutto con la persona che amiamo.

Nella ricerca psicologica (J.M. Gottman, P. Ekman) sono stati evidenziati quattro principali pattern, schemi di comunicazione che generano e alimentano la conflittualità nella coppia:

Criticismo

Attaccare verbalmente la personalità o il carattere del partner, il suo modo di fare, di comportarsi.
“Non lavi mai i piatti quando torni dal lavoro!”, “Sei egoista!”, “Non imparerai mai a parcheggiare bene la macchina!”, “Sei sempre distratta quando ti parlo!”. 
Le parole “sempre”, “mai” sono spesso usate durante una critica e la rendono ancora più pesante. 
 

Difensivismo

Vedersi esclusivamente come una vittima che tenta di difendersi dagli attacchi che percepisce dal partner e rigirargli contro la colpa.
”Non è colpa mia, è colpa tua!” “Ah, io non ho fatto niente, sei tu che pensi male!” e così via.
Questo atteggiamento invece di disinnescare l’esplosivo della litigata, lo fomenta. 
 

Disprezzo

Attaccare l’immagine che il partner ha di sé con l’intenzione di insultarlo o agire una forma di abuso psicologico. E’ molto simile alla critica, ma è ancora più grave: è un tentativo di sminuire l’altro, svalutarlo per quello che è e per quello che fa. Questo atteggiamento può essere espresso anche attraverso il linguaggio del corpo, per esempio, alzando gli occhi al cielo.
 

Asseragliamento

Ritirarsi dalla relazione per evitare il conflitto allo scopo di trasmettere disapprovazione (in modo passivo-aggressivo), distanza e separazione: ignorare l’altro, non rispondere, uscire di casa, alzare il volume della TV, fare una telefonata e così via.

La comunicazione collaborativa

Sono, d’altro canto, stati identificati i seguenti 4 comportamenti positivi antitetici, ossia opposti ai precedenti, in grado di sovvertire l’andamento distruttivo della coppia

Accoglienza

Avviare i confronti in modo rispettoso e gentile con il partner parlando di sé ed esprimendo bisogni positivi. 
È importante imparare a parlare usando i messaggi-IO: “io sento…”, “io provo…”, “io credo…” “io sono…”, ecc. e non iniziare le frasi puntando l’indice contro il partner: “tu pensi/senti/credi/sei…” ecc.
Non possiamo mai essere certi al 100% di cosa prova l’altro, ma possiamo essere certi di cosa proviamo noi e metterlo in gioco, esprimendo il reale bisogno positivo che vi è dietro.
Non formuliamo un’accusa contro il nostro partner ma cerchiamo di spiegargli come ci fanno sentire alcuni suoi comportamenti, invitandolo di trovare insieme una soluzione.
Troviamo una spiegazione molto chiara ed esauriente dell’uso dei messaggi-IO nei libri di Thomas Gordon sulla comunicazione efficace. 
 

Responsabilizzazione

Comprendere e poi assumersi la propria parte di responsabilità, chiedendo scusa per i propri sbagli e cercando di non ripeterli in futuro. 
La responsabilità di tutto quanto avviene in coppia, si divide in parti uguali tra i due partner. Anche nei casi più importanti, quando il comportamento di un partner appare decisamente sbagliato, l’altro è co-partecipe perché gli permette di riprodurre quel comportamento, per esempio assumendo una condotta passivo-aggressiva (asserragliamento).
Come affermava Arthur Bloch: “Se osservi abbastanza attentamente il tuo problema, ti accorgerai di essere parte del problema”. 
 

Riconoscenza

Ricordare le qualità positive dell’altro e ringraziare per ciò che di buono fa. 
Cerchiamo di ricordare ciò che di buono l’altro ha fatto e fa per noi. Portiamo l’attenzione sul piano di realtà e sui dettagli e i gesti che nella quotidianità e nel tempo forse abbiamo iniziato a considerare come gesti dovuti, dati per scontato invece di percepirli come amorevoli attenzioni. 
 

Self-comfort fisiologico

Prendersi momenti di pausa per fare qualcosa di rilassante e distraente. 
Fuggire, alzare il muro, creare un distacco per mandare messaggi impliciti non aiuta a dissolvere le incomprensioni nella coppia. Cerchiamo piuttosto di procurarci dei piccoli momenti per noi con lo scopo di staccare un po’, rigenerarci, far quietare le nostre emozioni, per poi reinvestire le energie positive rigenerate nella nostra vita e nel nostro rapporto di coppia.

comunicazione efficace nella coppia

Il dialogo funzionale

La comunicazione collaborativa è fondamentale per la crescita di una relazione. Spesso le emozioni offuscano il dialogo e creano periodi di contrasto. Poiché, come diceva Ludwig Wittgenstein, “Le parole sono come pallottole”, è importante all’interno della coppia prestare molta attenzione alle forme del comunicare, selezionando ed utilizzando quelle modalità che portano ad un dialogo funzionale.

Problem Solving Strategico e le tecniche di comunicazione positive

Il Problem Solving Strategico propone alcune tecniche comunicative, che possono essere applicate con successo nella risoluzione e prevenzione di dinamiche conflittuali all’interno della coppia:

  • domandare piuttosto che affermare, ossia imparare a costruire delle domande strategicamente orientate, con due alternative di risposta, capaci di creare un clima di collaborazione e sintonia: un’affermazione spesso stimola il desiderio di opporsi, mentre una domanda è sempre un invito a riflettere.
    Per esempio, invece di affermare di aver fatto qualcosa di sbagliato non intenzionalmente, possiamo fare una domanda del genere: “Tu pensi che io abbia commesso gli errori in maniera deliberata, oppure abbia fatto le cose senza rendermene conto?”
     
  • chiedere verifica piuttosto che sentenziare: ripetere parafrasando le risposte del vostro compagno; ciò contribuisce a confermare che quello che credete di aver sentito è ciò che in effetti il vostro compagno intendeva dire, per creare accordo e facilitare il cambiamento costruttivo della situazione problematica. Questo ci permette di dimostrare al partner il nostro interesse verso la sua opinione; parafrasando possiamo enfatizzare la parte della risposta più utile nella ricerca di una soluzione soddisfacente per entrambi.
     
  • evocare piuttosto che spiegare, ovvero saper toccare le corde emotive del nostro interlocutore ancor prima che influenzare le sue capacità cognitive usando una descrizione per immagine, un’analogia o una metafora: è uno strumento persuasivo molto potente.
     
  • agire piuttosto che pensare, ovvero progettare piani concreti di azione da realizzare per ottenere il cambiamento desiderato, cambiare effettivamente invece di spendere il tempo in lunghe discussioni, senza un esito pratico.

L’arte del dialogo non è qualcosa di semplice da apprendere e sono tante le difficoltà che potremmo incontrare lungo la strada, ma attraverso un atteggiamento umile ed un esercizio costante, è possibile superare gli intoppi iniziali e riuscire a migliorare non solo il nostro rapporto di coppia, ma anche noi stessi.

Il torcicollo: sintomi, cause e rimedi

Il torcicollo

Il torcicollo è un disturbo abbastanza frequente e doloroso.
Si caratterizza per una limitata mobilità del collo, i cui muscoli sono estremamente contratti; il dolore cervicale è acuto ed intenso.
In genere, l’esordio è improvviso mentre la risoluzione, nella maggior parte dei casi, avviene spontaneamente nel giro di pochi giorni o in un paio di settimane dalla comparsa. Non mancano, tuttavia, le ricadute.Il disturbo è di natura muscolo-scheletrica, in sua presenza compiere i più semplici movimenti del capo o del collo risulta difficile; quindi, seppur il disturbo appaia banale, quando presente risulta essere abbastanza invalidante.

Le cause più comuni del torcicollo

Fra le cause più frequentemente riscontrate in caso di torcicollo, ci sono indubbiamente le contratture muscolari ed i disturbi a carico della colonna vertebrale.

Le contratture muscolari possono essere a loro volta la conseguenza per esempio:

  • di sbalzi di temperatura, il famoso “colpo d’aria”
  • aver assunto posizioni non corrette per un periodo prolungato
  • errate posture o cattiva ergonomia sul posto di lavoro
  • movimenti bruschi della testa e traumi, come ad esempio un colpo di frusta in caso di incidente.

In molti di questi casi, il torcicollo dura da qualche giorno a qualche settimana per poi risolversi.

Altre volte non si è così fortunati. Infatti, se il disturbo dovesse persistere, potrebbero essere presenti problemi più o meno importanti a carico della colonna cervicale, come ad esempio:

  • delle discopatie, ossia delle condizioni di sofferenza dei dischi intervertebrali magari legati ad un’ernia del disco o ad artrosi, ossia il consumo più o meno progressivo delle articolazioni della colonna cervicale
  • oppure, in casi meno frequenti, disturbi più gravi come la presenza di artrite o altre patologie reumatiche, responsabili di un’infiammazione cronica alla colonna vertebrale.

Non sono da escludere, fra le cause o le concause, il sovraccarico funzionale tipico di alcuni sport o di alcuni lavori che agiscono per ampi periodi di tempo.

Esiste anche una variante congenita di torcicollo: questa non ha nulla a che vedere con il torcicollo comune, appena descritto, ma è provocato da una retrazione del muscolo sternocleidomastoideo  o da malformazioni ossee delle vertebre cervicali originatesi durante la gestazione o, in alcuni casi, pare, durante il parto.

Rimedi farmacologici

Il trattamento per il torcicollo dev’essere stabilito in funzione della causa che lo ha prodotto.

A livello medicamentoso, frequentemente vengono prescritti farmaci contro il dolore (analgesici) o antinfiammatori non steroidei o steroidei (cortisonici). Altre volte si aggiungono alla terapia analgesico-antinfiammatoria dei miorilassanti.

In base alla gravità dei sintomi, il medico sceglie la via di somministrazione più indicata. Dunque deciderà se ricorrere a farmaci per uso topico, come ad esempio creme o cerotti medicati, per os (bocca) oppure ricorrere a iniezioni intramuscolari o, nei casi più gravi, anche per via endovenosa.
Se il caso lo richiedesse si può ricorrere anche ad infiltrazioni peridurali.

In alcuni casi selezionati e che necessitano di visita ortopedica o neurochirurgica, lo specialista può arrivare a prescrivere un collare ortopedico.
Se presente una malattia reumatica sarà necessaria la visita con il reumatologo.

In caso di lesioni gravi, come per esempio in presenza di importanti ernie cervicali e qualora la terapia conservativa non fosse indicata o avesse fallito, un intervento chirurgico sarà da prendere in considerazione, in quanto sarà l’unico modo per risolvere la causa del torcicollo.

Rimedi naturali al torcicollo

Non sempre è necessario ricorrere ai farmaci per curare il torcicollo.
Ad esempio, impacchi caldi applicati sul collo indurito e dolente possono portare sollievo: questo quando è evidente che il torcicollo dipenda da una contrattura muscolare.
Non è invece indicato in presenza di infiammazione. In questo caso è preferibile la crioterapia, ossia applicare una terapia fredda. A tale scopo, è consigliabile applicare sul collo indolenzito una borsa del ghiaccio (mai il ghiaccio direttamente sulla pelle). La crioterapia dovrà essere applicata intervallando applicazioni di 15 minuti e pause di durata equivalente.

Il riposo eccessivo va evitato in quanto, contrariamente a quanto si possa pensare, le articolazioni ed i muscoli con l’immobilità tendono ad irrigidirsi ed indebolirsi.
Utile invece assumere una posizione rilassante per 30 minuti seguita da movimenti all’interno di un range di non dolore meglio se è un esercizio fisioterapico leggero, specifico per il torcicollo.

Utile e risolutivi in molti casi di torcicollo sono i massaggi terapeutici e le applicazioni fisioterapiche, da selezionare in funzione dell’origine del torcicollo.

Se il dolore dura per più di una settimana e/o peggiora dal suo esordio, è consigliabile rivolgersi al medico per gli accertamenti del caso.

Da non sottovalutare anche la presenza di sintomi quali mal di testa, mal di schiena, dolore alle spalle. Il medico potrebbe prescrivere esami come radiografie, risonanza magnetica (RMN) o TAC per verificare l’origine del disturbo.

Se il torcicollo si associa a difficoltà a respirare, a parlare, a camminare o a deglutire o in presenza di debolezza o intorpidimento agli arti, è bene recarsi in pronto soccorso per verificare che non vi siano lesioni gravi e pericolose per il midollo spinale.

Perle di Salute – Come prevenire il torcicollo

Cuscini e materasso andrebbero scelti in modo oculato, così come la postazione di lavoro dovrebbe essere ergonomica.
Più in generale, è utile correggere eventuali abitudini di vita scorrette, come ad esempio le posture errate, e contrastare la sedentarietà: fare esercizi specifici sarebbe l’ideale.
Bisognerebbe anche imparare a gestire meglio stress ed ansia, poiché le tensioni vengono scaricate sulla colonna vertebrale e sulle spalle in particolare.
I massaggi, effettuati a scopo preventivo sono fra i rimedi più utili.
Attenzione ai colpi d’aria!

Consigli per superare il caldo estivo in Salute

L’arrivo dell’estate, di solito, è atteso con ansia e gioia perché corrisponde al periodo in cui ci si rilassa un po’ di più, i ragazzi finiscono le scuole, si organizzano le ferie, si allungano le giornate e di conseguenza si passa più tempo all’aria aperta!
Aperitivi, pic-nic, gite e grigliate con amici fanno da contorno alle giornate estive.
L’attenzione maggiore in questo periodo va posta alle fasce di popolazione più a rischio: chi vive nelle grandi città, in zone con poco riparo all’ombra, in abitazioni surriscaldate e con scarsa ventilazione e, in particolare, l’attenzione va posta agli anziani, soprattutto se malati e in solitudine.

Usiamo il buonsenso e qualche accorgimento

Alcune semplici regole possono aiutarci a limitare l’esposizione alle alte temperature, facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione.

USCIRE DI CASA NELLE ORE MENO CALDE DELLA GIORNATA
Evitare di uscire nelle ore più calde, cioè dalle 11.00 alle 18.00.
Se diventa indispensabile uscire nella parte centrale della giornata, non dimenticate di proteggere il capo con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole.

INDOSSARE UN ABBIGLIAMENTO ADEGUATO E LEGGERO
Sia in casa che all’aperto, indossate abiti leggeri, non aderenti, preferibilmente realizzati con fibre naturali.

RINFRESCARE L’AMBIENTE DOMESTICO E DI LAVORO
Schermate le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende…
Chiudete le finestre durante il giorno e apritele durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte). Se utilizzate l’aria condizionata, usatela con parsimonia, programmata a temperature tra i 24° ed i 27-28°C, per evitare troppi sbalzi di temperatura (oltre a risparmiare sul costo dell’elettricità…).

RIDURRE LA TEMPERATURA CORPOREA
Fate bagni e docce con acqua tiepida, bagnatevi viso e braccia con acqua fresca. In caso di temperature molto elevate, ponete un panno bagnato sulla nuca.

ADOTTARE ALCUNE PRECAUZIONI SE SI ESCE IN MACCHINA
Se entrate in un’auto parcheggiata al sole, prima di salire aprite gli sportelli per qualche minuto, poi iniziate il viaggio a finestrini aperti o utilizzate il sistema di climatizzazione.
Prestate attenzione nel sistemare i bambini sui seggiolini di sicurezza: verificate sempre che non siano surriscaldati.
Quando si parcheggia la macchina, non lasciate mai, nemmeno per pochi minuti, persone o animali nell’abitacolo.

Come possiamo aiutarci con l’alimentazione: le 10 regole d’oro

Ecco le 10 regole per stare in Salute e sfruttare al meglio questo particolare periodo dell’anno:

  1. Bere almeno due litri (otto bicchieri) di acqua al giorno. 
    In estate si perdono minerali con l’aumento della sudorazione e della traspirazione. Per gli anziani è particolarmente importante bere, indipendentemente dallo stimolo della sete.
  2. Limitare il consumo di bevande con zuccheri aggiunti e bevande alcoliche, come vino e birra. Evitare le bevande ad alto contenuto di alcol (superalcolici, aperitivi…).
  3. Rispettare quotidianamente il numero e gli orari dei pasti, soprattutto la prima colazione, che deve essere privilegiata rispetto agli altri pasti.
    La prima colazione è il pasto più importante della giornata, arriva dopo il periodo di digiuno più lungo nell’arco delle 24 ore e fornisce il “carburante” per tutta la giornata. Non consumare un’adeguata prima colazione predispone ad una maggiore assunzione di calorie nelle ore successive, che sono ore molto calde e che, quindi, sono caratterizzate da una digestione più difficoltosa.
  4. Aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione.
    Mangiare frutta e verdure fresche di stagione: consigliati 400-500 g al giorno.
  5. Inserire spuntini a base di yogurt (da latte vaccino oppure di soia o di cocco), oppure frullati con frutta fresca e latte oppure bevande vegetali (soia, avena, riso…).
  6. Preparare i piatti con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori.
    Il colore degli alimenti è dato dalle sostanze ad azione antiossidante (vitamine, polifenoli…): più si variano i colori, più completa è la loro assunzione.
  7. Moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi.
    Con il caldo, l’organismo consuma meno energia (nonostante “si sudi”) e digerisce con più difficoltà. È consigliabile, quindi, moderare l’apporto calorico, preferendo una cottura in grado di mantenere inalterato l’apporto di minerali e vitamine.
    Condire con olio d’oliva a crudo.
  8. Quando si consuma il pranzo “al sacco”, privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua, evitando gli spuntini salati o zuccherati.
  9. Consumare poco sale e preferire sale iodato.
    In questo modo limitiamo la ritenzione idrica, già esacerbata dal caldo, e facilitiamo la funzionalità della tiroide, nostro organo regolatore del metabolismo.
  10. Rispettare le modalità di conservazione degli alimenti.
    Mantenere la catena del freddo per gli alimenti che lo richiedono (borsa termica per il pic-nic o quando si va a fare la spesa e si comprano surgelati…) ed evitare di lasciare fuori dal frigorifero alimenti per più di 2 ore: i microbi sono pronti ad attaccare il vostro cibo!!

Il tuo nutrizionista saprà sicuramente consigliarti il modo migliore per gestire il tuo piano alimentare, partendo da un’organizzazione equilibrata dei pasti della giornata e della settimana. E ricordati che che la Salute inizia dal carrello ed è bene trovare un equilibrio che ci consenta di mantenerci in Salute!

Perle di Salute – Fai il pieno di energia… fresca

Quando si avvicina l’estate, il clima più caldo e le giornate più lunghe invogliano a rimettersi in forma, a muoversi e ad agire.
Questa voglia di fare a volte è ostacolata dalle giornate “cocenti” che, al contrario, abbattono e rendono inerti, e si preferisce oziare.

Per aiutarsi è importante fare una colazione fresca, ricca in liquidi e sali minerali, per recuperare le perdite notturne date da intensa sudorazione.
Un frullato di frutta fresca oppure un kefir con qualche noce o mandorla sono ottimi inizi di giornata.
Verdura fresca a pranzo e cena con legumi, cereali integrali oppure carne o pesce possono essere pasti adeguati.
Ricordarsi di bere molto durante il giorno: acqua fresca (temperatura non al di sotto dei 10-12 °C) oppure tisane o infusi alla frutta freddi, non zuccherati.

Organi, Visceri ed emozioni in Medicina Cinese

Le emozioni non devono essere prigioniere

Non esistono un’emozione bella e un’emozione brutta: tutte le emozioni sono funzionali al nostro vivere, tutte devono far parte del nostro bagaglio espressivo, ma nessuna deve perdurare nel tempo.
Noi non siamo la nostra rabbia, la nostra tristezza o la nostra ipereccitazione.
La Medicina Cinese lo dice a chiare lettere: le emozioni, se permangono troppo a lungo, se sono troppo intense oppure se non sono espresse, diventano causa di malattia.
Nella “Teoria degli Organi e Visceri” a ogni organo è attribuita un’emozione. L’equazione è semplice: se l’organo è in uno stato di “Salute energetica”, l’emozione sarà vissuta ed elaborata; se l’organo è in Deficit, l’emozione imputridisce, l’energia si blocca, il corpo s’irrigidisce e compare il dolore, non solo psichico, anche fisico.

Emozioni e postura

Quando un’emozione è intrappolata nel corpo, la postura cambia.
Se cambio la postura, l’emozione si rivela, dagli organi, dai muscoli, nella visione della medicina Estremo-Orientale dai meridiani; l’emozione è veicolata e riaffiora alla superficie.
E’ possibile sbloccare l’onda emotiva per iniziare un processo di bilanciamento.

SE ELABORO L’EMOZIONE IL CORPO GUARISCE – SE MUOVO IL CORPO, L’EMOZIONE SI RIVELA!

Ecco qualche esempio dove è possibile rilevare, attraverso la forma che può assumere un corpo, l’emozione che maggiormente lo abita.

Se si blocca il diaframma, le spalle “spingono” in avanti.
Le persone molto ansiose tendono ad avere le spalle ruotate anteriormente, proprio a causa dell’eccessiva rigidità del muscolo diaframma; la loro respirazione è molto alta e superficiale ed è per questo che la loro muscolatura respiratoria si irrigidisce.
Non è una questione di spalle larghe o strette. Sono le spalle in avanti o all’indietro che modificano il quadro energetico.

Con le braccia lungo i fianchi, in piedi, gli occhi socchiusi… immagina di muovere le ali per poter spiccare il volo!

Spalle alte o spalle cadenti determinano il modo emotivo con cui si vive.

Un altro esempio:
Rabbia, come la frustrazione, immobilizza le scapole.
Il trapezio, il muscolo delle spalle e del collo, si contrae. L’energia non circola e si tramuta in un’ostruzione. I pugni si serrano. Il braccio sembra diventare pesante, ma tutto ha una sua funzione. Se il braccio è bloccato, l’energia QI non arriva alle mani, si scongiura l’espressione incontrollata, magari la voglia di sferrare un pugno.

La Medicina Cinese è una medicina energetica, una medicina di Soffi

Il terapista di Medicina Cinese sa come ristabilire la corretta direzione dei Soffi (del Qi). Per esempio, l’ansia è innanzitutto il prodotto di una disarmonia tra yin e yang.
Il “treno della vita” deve continuare a correre sui suoi binari ma, se va troppo in fretta consuma tutto il carbone che lo alimenta e si rimane a secco (impoverimento dei Liquidi); se va troppo lentamente, il treno finirà per fermarsi e intasare i binari, creando ingorghi (Stasi).

Emozioni, Organi e sintomi

Dal momento che l’emozione è correlata ad un organo, se l’emozione manda l’organo in Deficit, necessariamente compariranno altri sintomi.

Tipicamente, l’ossessività, il pensiero che torna su se stesso, la preoccupazione, fa male all’energia della Milza-Pancreas.
In questo caso possono comparire sintomi quali:

  • Nausea
  • Feci liquide, non formate, fino alla diarrea post prandiale
  • Pancia gonfia e arti magri
  • Il corpo pesante e lento, stanco anche prima di iniziare a fare qualsiasi cosa
  • Lieve depressione
  • Desiderio di ricevere compassione

La testa si sente sfocata, annebbiata, non riesce a concentrarsi.

Per surfare ci vuole la coordinazione del meridiano della mente

LA Milza, Organo centrale in Medicina Cinese, corrisponde all’Elemento Terra. Il suo meridiano decorre dove c’è il muscolo psoas.
Lo psoas collega le gambe alla colonna vertebrale, mantiene l’equilibrio e sostiene la struttura ossea, agisce come stabilizzatore quando l’anca è estesa o lievemente piegata. Rende il tratto lombare libero, per surfare o per ballare.

In Medicina Tradizionale Cinese è come nella pratica del Thai Traditional Massage; questo tratto del corpo coincide con  il Meridiano di MILZA-PANCREAS.

Recentemente lo psoas si è valso il soprannome di muscolo dell’anima. Collegato al diaframma, entra in gioco  al variare della respirazione, a seconda del nostro stato d’animo e delle sensazioni di ansia.
In Medicina Cinese l’Organo deputato alla coordinazione del pensiero logico è, guarda caso, proprio Milza!

Emozioni e visceri: gli eterni indecisi

Non solo agli Organi, anche ai visceri corrispondono specifiche emozioni.

Ad esempio, il meridiano degli eterni indecisi è  la vescica biliare. 
Nei momenti della vita in cui bisogna prendere decisioni, il meridiano della vescica biliare si attiva. Se il Qi è bloccato, la persona non solo sarà un’indecisa cronica, ma potrà anche soffrire di:

  • bocca amara, specie al mattino
  • intolleranza ai peperoni
  • dolori al risveglio, che poi passano con il movimento

In letteratura si dice: “Il deficit della vescica biliare si manifesta con vertigini, vista offuscata, bocca amara, nausea, nervosismo, timidezza e mancanza di coraggio”.

Ecco dei semplici movimenti da compiere per affrontare la situazione:

  1. Alzare le braccia sopra la testa, respirare
  2. Allungarsi verso l’alto e piegarsi sul lato, respirare
  3. Tendersi e fare una torsione del bacino, respirare!

Rimanere in posizione 4/5 respiri per lato, aumentando la flessione ad ogni espirazione.

QUANDO IL TUO QI NON SCORRE E TI SENTI A DISAGIO
Che si tratti di tensione fisica o irritabilità e tensione nervosa, TRIKONASANA, la posizione del triangolo dallo Yoga, è lo stretching del grande psoas per sbloccare il diaframma, rilassare le spalle e tonificare la Vescica Biliare.

Perle di Salute – Autotestare lo stato dei meridiani è possibile – consiglio di lettura e di pratica

Grazie ai MAKKO-HO, una serie di stretching concepiti dal maestro giapponese Shizuto Masunaga, e illustrati nel suo celebre libro “Esercizi Zen per Immagini” (edizioni Mediterranee 1996), è possibile testare lo stato energetico dei 12 Meridiani Principali.
Nel testo il Maestro, oltre ai sei esercizi di base riportati di seguito, aggiunge molte altre posizioni, specificando con quali dei sintomi vanno utilizzate e a quali posizioni dello YOGA corrispondono.
La potenzialità di questi esercizi è che servono

  • sia da diagnosi (la facilità o meno, il piacere o meno dell’esecuzione, denotano eventuali bisogni dell’organo, a sua volta collegato al meridiano)
  • sia da trattamento per il riequilibrio

La gestione del dolore con il Training Autogeno

Che cos’è il dolore?

Ognuno di noi ha sicuramente vissuto una sensazione chiamata “dolore” urtando uno spigolo, sentendo mal di testa o mal di pancia, percependo l’indolenzimento dei muscoli dopo un allenamento intenso oppure il lamento delle articolazioni intaccate dall’artrosi, soffrendo di una malattia che si fa sentire attraverso fitte o bruciori in qualche parte del corpo…

L’ Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il dolore come “una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno reale o potenziale dei tessuti, e descritta in funzione di tale danno”.
Questa definizione sottolinea che il dolore comprende non solo una componente fisiologica e sensoriale, ma anche una componente psicologica ed esperienziale, che si riferisce allo stato emotivo collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.

Paura, tensione, ansia possono manifestarsi ancora prima di vivere un’esperienza che causa dolore: molte persone si sentono a disagio prima di andare dal dentista o prima di subire un intervento e possono sviluppare aspettative negative delle conseguenze dell’esperienza che dovranno affrontare.
Durante un intervento o un trattamento doloroso, la paura e l’attenzione rivolta alla fonte del dolore percepito creano una tensione a livello muscolare. La tensione contribuisce ad accrescere l’intensità delle sensazioni sgradevoli recepite mentre si vive l’esperienza.

La sofferenza

Quando il dolore ci accompagna per un periodo più o meno lungo oppure si cronicizza, proviamo un sintomo fisico, ma sentiamo anche la sofferenza.
La sofferenza corrisponde al cambiamento che la malattia comporta nella vita personale, lavorativa e di coppia.
Talvolta il dolore costringe a rinunciare a varie attività, a cercare un lavoro differente oppure a rinunciare al lavoro, ad avere bisogno di maggiore aiuto e assistenza nella vita quotidiana. È un’interferenza importante sullo stile di vita e sulla distribuzione di compiti nella coppia. Tali cambiamenti possono causare reazioni emotive e sconvolgere l’equilibrio della persona, della coppia, della famiglia.

Gli effetti del dolore

Mente e corpo si influenzano reciprocamente: il dolore che proviamo ci procura stress continuo; la tensione “mentale”, a sua volta, porta i muscoli del corpo a contrarsi ulteriormente, aumentando il dolore.

Le emozioni come la rabbia, la frustrazione e la paura, se non espresse, rimangono ingabbiate nel corpo sotto forma di tensioni muscolari e la tensione fa aumentare l’intensità del dolore percepito.

Tali effetti possono essere combattuti, e a volte anche evitati, tramite l’allenamento ad alcune tecniche mente-corpo, ad esempio lo Yoga, la meditazione e il Training Autogeno.

Come agisce il Training Autogeno sulla percezione del dolore

Il Training Autogeno è una tecnica in grado di modificare il sistema nervoso autonomo, attivando il sistema parasimpatico, coinvolto negli stati di riposo, e generando una sensazione di calma e rilassamento che diventa “autogena”, automatica per il corpo, e che può essere quindi utilizzata in tutte le situazioni di tensione, paura e anche dolore.

La sensazione dolorifica produce alcune alterazioni nel funzionamento del corpo:

  • Aumento del battito cardiaco
  • Aumento della frequenza respiratoria
  • Aumento del tono muscolare.

Uno dei principali effetti del Training Autogeno è proprio quello di arrivare alla distensione muscolare e normalizzare il funzionamento del sistema cardio-vascolare e respiratorio.

Gli esercizi dunque, agiscono innanzitutto sul rilassamento profondo di tutti i muscoli e sulla regolarizzazione del battito cardiaco e del ritmo della respirazione.
Il Training Autogeno non mira a eliminare la fonte di dolore ma, grazie alla pratica del metodo, è possibile ridurre l’intensità dell’esperienza dolorosa, rendendola più tollerabile.

La componente psicologica ed esperienziale del TA

Il Training Autogeno svolge un’azione diretta sulla componente affettiva.
Ogni reazione emotiva si sviluppa attraverso delle alterazioni funzionali. Con il Training Autogeno tutto l’organismo si pone in situazione di riposo, favorendo un maggiore equilibrio fisico.
Si ottiene lo smorzamento della risonanza emotiva con un atteggiamento mentale più sereno. Dato che paura e ansia sono in grado di intensificare e riacutizzare la percezione dolorifica, riducendo tali vissuti emotivi, grazie all’allenamento costante, è possibile ridurre ulteriormente l’esperienza dolorosa.

Durante l’allenamento del TA avviene l’autoinduzione della calma, per rappresentazione psichica della formula e per una capacità sempre maggiore dell’organismo ad entrare in uno stato di distensione.
L’auto-sedazione permette di cogliere i problemi nella loro reale dimensione e di ridurli alle loro reali proporzioni.
Questo effetto risulta molto utile nella gestione dei cambiamenti che il dolore richiede di apportare nella vita quotidiana, permettendo di accettare con maggiore serenità i limiti dettati dal dolore, prendere delle decisioni più ponderate e risolvere in maniera più efficace situazioni conflittuali.

Perle di Salute – Ascolta il dolore

Come scrive B.H. Hoffmann nel suo Manuale di Training Autogeno:
“In nessun caso il dolore deve essere interpretato come un disagio da eliminare a ogni costo. (…) Il dolore è un segnale biologico: se qualcosa ci fa male, sappiamo che in quel punto qualcosa non funziona.” 

Bisogna ascoltare questo segnale e parlarne al proprio medico per cercare di capirne la causa, senza tentare di arrestare tutti i dolori, di qualsiasi origine siano.
Sappiamo quanto è importante per la medicina diagnosticare il prima possibile l’insorgere di un eventuale problema di salute per assicurare una maggiore efficacia delle cure. Una volta chiarita la causa, possiamo intervenire sul dolore anche con il Training Autogeno, per diminuire notevolmente la nostra sofferenza. E’ importante riuscire a fronteggiarla, affinché essa non vada ad intaccare il nostro benessere psico-fisico.

Cistite: approccio multidisciplinare e utili rimedi

Circa il 30% delle donne ed il 12% degli uomini
hanno sofferto di cistite, almeno una volta nella loro vita.

La cistite è una patologia molto frequente e decisamente fastidiosa, interessa una grande fetta della popolazione e in molti casi si ripresenta più volte.
Non è sempre facile trovare un rimedio per questo disturbo, soprattutto perché, a volte, si ignora la vera causa della problematica.

Sintomi della cistite

La cistite è un’infiammazione della vescica, solitamente causata da batteri.
I suoi sintomi sono i seguenti:

  • Bruciore e/o dolore e/o difficoltà nell’urinare
  • Sensazione di tensione o di pesantezza nell’area della vescica
  • Stimolo frequente ad urinare
  • Aumento del numero delle minzioni: il dolore, il bruciore e l’infiammazione rendono difficoltoso lo svuotamento della vescica, e diventa necessario recarsi varie volte in bagno
  • Urine torbide e/o maleodoranti
  • Sangue nelle urine

Diversi tipi di cistite

Anche se spesso è dovuta a batteri, questi non sono la sola causa. Esistono vari tipi di cistite:

  • Cistite infettiva: causata da batteri, virus o funghi che infettano la vescica, solitamente risalendo le vie urinarie.
    Nel 70% circa dei casi, le cistiti infettive sono causate da Escherichia coli, un batterio della flora intestinale. Se ci sono delle alterazioni della flora batterica intestinale, o l’igiene intima non è corretta, questo batterio, dalla vicina zona anale, può spostarsi verso le vie urinarie.
  • Cistite infiammatoria: anche detta ad urine sterili.
    Nelle urine non si trovano virus o batteri o altri agenti patogeni, ma le cause consistono nella presenza di sostanze irritanti per la vescica, come urine acide, ossalati o cristalli. Questo tipo di infiammazione può anche diventare cronica, mantenendo le pareti della vescica più sensibili ed esposte, sfociando in quella che viene definita cistite interstiziale.
  • False cistiti: si tratta dei disturbi che riguardano strutture vicine alla vescica, spesso erroneamente scambiati per cistiti. In questa categoria troviamo:
    – la vulvodinia (bruciore e/o dolore vaginale senza apparenti cause fisiche che lo giustifichino);
    – la contrattura della muscolatura del pavimento pelvico (che può portare ad uno schiacciamento delle strutture urinarie);
    – le problematiche nervose (es: nevralgie del pudendo) …

Ricorrenti e recidive

Le cistiti ricorrenti sono generalmente dovute al perpetuarsi di due meccanismi:

  • Cistite batterica curata con antibiotici. Gli antibiotici sono ovviamente il miglior trattamento per eliminare i batteri responsabili dell’infiammazione. Ma, eliminando tutti i batteri si altera anche la flora batterica (batteri buoni) aumentando le probabilità di infezioni da candida, un fungo che non risponde agli antibiotici.
  •  False cistiti o cistiti interstiziali non correttamente diagnosticate. Semplicemente non rispondono alla terapia perché non è quella corretta per la causa della problematica.
    Per le cistiti interstiziali il problema risiede nella vescica e bisognerebbe andare a riattivarla e migliorarne le funzionalità con esercizi, integratori o anche trattamenti riflessi.
    Sulle false cistiti, una volta individuata la reale problematica è possibile affidarsi al professionista più indicato.

Approccio multidisciplinare e utili rimedi

Essendo un problema medico, è doveroso seguire la terapia indicata dal dottore. Ma, per aumentarne l’efficacia, è utile integrare la terapia farmacologica con altri rimedi.
Si è infatti stabilito che le cistiti recidivanti migliorano solo se si interviene in maniera multidisciplinare, cioè valutando vari aspetti e varie terapie.

Tra i vari rimedi possiamo citare:

  • Seguire i consigli alimentari di un nutrizionista, come bere la giusta quantità di liquidi, ma anche assumere succo di mirtillo, che protegge le pareti della vescica dai batteri.
  • Migliorare l’igiene intima: a volte lavaggi troppo frequenti o detergenti troppo aggressivi possono essere nocivi.
  • Evitare indumenti stretti o di materiali sintetici.
  • Assumere integratori che riequilibrano la flora batterica e le mucose. Un principio attivo, spesso consigliato dai medici in caso di cistite, è il D-mannosio, che agisce sulle pareti della vescica per sfavorire l’attacco batterico.
  • È possibile lavorare sulla muscolatura pelvica, anche in maniera indiretta, tramite esercizi o tecniche apposite per riequilibrare o eliminare alcune tensioni.

Anche le terapie manuali possono intervenire per interrompere i circoli viziosi alla base delle cistiti recidivanti.
Le tecniche riflesse, come il Massaggio dei punti riflessi del piede o, in particolar modo, il Massaggio del Tessuto Connettivo, possono agire indirettamente sugli organi interessati, dando benefici concreti.

Il Massaggio del Tessuto Connettivo, eseguito su schiena e addome, agevola una risposta positiva, rapida e duratura per questo disturbo. Infatti, agisce spegnendo una sorta di “cortocircuito” che si ripete a livello del sistema nervoso per il quale la zona diventa più sensibile e, a stimoli diversi, risponde sempre con la sintomatologia della cistite.

In conclusione, per chi soffre di cistite, soprattutto recidivante, affidarsi a professionisti che indicheranno loro un percorso multidisciplinare per affrontare il disturbo consente di diminuire notevolmente l’intensità dei sintomi e il numero di episodi, fino addirittura alla guarigione, anche in tempi molto brevi.

Perle di Salute – Migliorare i sintomi della cistite

Per migliorare i sintomi della cistite si consiglia di applicare calore, sia con bagni caldi che con borse dell’acqua calda o cuscini riscaldabili.

Un altro consiglio può essere lo stretching del muscolo piriforme, da ripetere quotidianamente:

  • sdraiati, con le gambe flesse, come in figura, sovrapporre la caviglia al ginocchio dell’altro arto, afferrare quindi la coscia e portare il ginocchio verso il petto.
    Mantenere questa posizione per circa un minuto.
    Ripetere per entrambi i lati.

La Termoterapia: cos’è, a cosa serve e i suoi benefici

La terapia del calore sin dall’antichità

La termoterapia è un particolare tipo di trattamento che fonda la sua efficacia sull’utilizzo del calore per curare.

Questa tipologia di terapia è utilizzata sin dalle epoche più primitive: pur ritenendo che anche l’uomo preistorico si sia giovato dei benefici prodotti dalle applicazioni di calore, le testimonianze più arcaiche risalgono solamente agli antichi Egizi.
E’ indubbio che, con la civiltà ellenica e quindi poi con quella della Roma Imperiale, le cure termali abbiano assunto maggiore rilevanza.

Oggi, questo tipo di terapie si può effettuare in molti Centri di benessere, come anche in diversi studi di massaggio medico o fisioterapico.

Come agisce la termoterapia

La terapia del calore consiste in un trattamento che utilizza il calore per affrontare diversi disturbi, dai dolori alle infiammazioni muscolari e articolari.

Il principio curativo principale è la vasodilatazione, che comporta l’aumento del metabolismo, sia localmente sia generale.
Come conseguenza migliorano gli scambi a livello microcircolatorio, facilitando la rimozione degli agenti responsabili dell’infiammazione, stimolando la riparazione e la rigenerazione dei tessuti danneggiati.

La trasmissione del calore

Esistono diverse modalità per effettuare la termoterapia che può essere endogena od esogena.

In caso di termoterapia endogena, il calore viene generato all’interno del corpo, sfruttando un’apparecchiatura che induce un riscaldamento dall’interno dei tessuti.
A questo scopo sono utilizzate:
– onde elettromagnetiche (radar terapia, marconi, Tecar terapia, infrarossi, laser terapia…)
– onde sonore (ultrasuoni, onde d’urto…).

Nel caso di termoterapia esogena, il calore è trasmesso al corpo tramite un mezzo esterno, per esempio con un impacco caldo-umido o caldo-secco, un fango caldo, un fieno, un forno di Beer, un bagno di paraffina, idroterapia calda…

Il calore può essere trasferito da un corpo all’altro tramite i seguenti meccanismi:

  • Conduzione: meccanismo di scambio di energia che termina su due superfici di contatto
  • Convezione: trasferimento di calore tra gas e/o liquido
  • Radiazione: il calore viene trasportato attraverso il vuoto e genera calore nel tessuto stesso.

Scopo e benefici della terapia del calore

Lo scopo della termoterapia è, come anticipato, incrementare la circolazione e, grazie al potente effetto vasodilatatorio, promuovere e favorire la formazione di nuovi vasi sanguigni.

L’incremento della circolazione sanguigna ha un effetto su tessuti e cellule:

  • ne migliora la nutrizione e l’ossigenazione
  • favorisce l’eliminazione delle scorie
  • svolge un effetto analgesico, antinfiammatorio.

Agendo sulla circolazione, la termoterapia:

  • riduce la tensione muscolare
  • migliora la mobilità articolare
  • limita i dolori reumatici
  • produce un effetto rilassante
  • attenua eventuali edemi o accumuli di liquidi dei tessuti
  • a livello viscerale, riduce coliche e dolori mestruali.

La termoterapia può essere successiva oppure precedere la terapia manuale, come il massaggio, al fine di aumentarne l’efficacia o per favorire il trattamento stesso.

Gli effetti biologici della terapia del calore sono:

  • arrossamento (eritema) e riscaldamento transitori locali
  • rilassamento muscolare
  • aumento della soglia di scarica dei nocicettori ossia elevazione della soglia del dolore
  • effetto analgesico
  • aumento del metabolismo
  • diminuzione della pressione arteriosa
  • aumento della sudorazione
  • rimozione dei cataboliti, scarti organici e inorganici
  • aumento del trofismo osseo
  • aumento dell’elasticità e plasticità del collagene
  • effetto decontratturante
  • sviluppo di nuovi vasi sanguigni o neo-angiogenesi

Ovviamente, la terapia, perché possa essere applicata e portare l’auspicato beneficio, deve essere indicata e non controindicata.

Indicazioni e controindicazione della termoterapia

Clinicamente le termoterapie, a seconda del tipo e delle modalità di applicazione, sono utili a livello terapeutico nei casi di:

Esistono anche delle controindicazioni assolute o relative alla terapia del calore che sono rappresentate da:

  • problemi cardiaci e dalle insufficienze circolatorie
  • presenza di stimolatori elettrici cardiaci (pace maker) o di altro genere
  • in caso di mezzi metallici come protesi articolari o placche, chiodi e viti chirurgiche
  • gravidanza
  • cartilagini ed ossa in accrescimento

malattie infiammatorie in fase acuta

I trattamenti alternativi

Esistono diversi trattamenti alternativi alla termoterapia.
Uno di questi è la crioterapia o crio-massaggio, opposto alla termoterapia, che prevedere l’esposizione al freddo attraverso ghiaccio o altri agenti o strumenti, come specifiche apparecchiature elettromedicali.
Anche l’idroterapia può essere un’alternativa alla termoterapia. Ovviamente, in questo caso, utilizzando acqua ad una temperatura fra i 37 ed i 40°C.

Perle di Salute – Termoterapia fai da te

Le termoterapie sono solitamente praticate con apparecchiature elettromedicali speciali, come descritto.
Tuttavia, possono essere effettuate anche con mezzi naturali e disponibili presso il domicilio, utilizzando dei rimedi fai da te.

Ad esempio, un cuscino con noccioli di ciliegia ha un’ottima capacità di trattenere il calore, emanandolo lentamente, senza raffreddarsi completamente. Si riscalda in forno e si applica sulle aree dolenti.

Tra i rimedi casalinghi dobbiamo annoverare anche la borsa dell’acqua calda, la quale può essere applicata direttamente sulla parte interessata preventivamente avvolta in un panno che potrà essere anche preventivamente inumidito, se necessario.